"grillismo" movimento reazionario

Ho letto l'articolo "Grillismo, movimento reazionario" sul numero di aprile di Battaglia C. Condivido quasi tutto ciò che vi è scritto ma non sono d'accordo sulla connotazione prettamente reazionaria del "grillismo". Mi pare che sia una semplificazione, anzi forse meglio una forzatura tesa a semplificare in maniera erronea. E' importante delineare la natura di certi fenomeni. Proprio adesso sul portale di Leftcom in alto è riportata la frase "siamo in piena guerra di classe, giusto , ma è la mia classe, la classe dei ricchi, che fa questa guerra e noi vinciamo.." di Warren E. Buffet Investmanager multimiliardario.. Ecco, niente di meglio per rendere l'idea. Non mi pare di vedere dietro Grillo e il M5S ricchi che fanno la guerra ai "poveri". Non vedo la reazione di una classe che si organizza e reagisce al pericolo di una azione dell'altra classe, perchè questo è la reazione, questo è anche il fascismo. Che il "grillismo" non possa certo essere uno strumento rivoluzionario e debba essere ribadito dicendo che è interclassista ecc. è giusto, ma definirlo semplicemente reazionario e paragonarlo al primo fascismo o movimento della carta del Carnaro traendone questa conclusione mi pare azzardato e fuorviante. Altre dovrebbero essere le riflessioni e gli approfondimenti che dovremmo fare, anche facendo paragoni di tal tipo ma senza avere fretta ad arrivare a conclusioni dal sapore propagandistico. E' un fenomeno per certi versi semplice e per altri complesso, implica vari aspetti, la comunicazione sociale, le dinamiche della formazione del consenso, l'analisi degli ultimi anni in Italia, le aspettative democratico borghesi disattese, i disagi sociali che non assumono esplicitamente una forma di classe o lo fanno in maniera subalterna ... insomma...

Forum: 

Il grillismo è un movimento reazionario perché mescola istanze populiste, esaltazione del capo e mobilitazione delle piazze; punta il dito su alcune evidenti storture del capitalismo (precarietà, corruzione, devastazione ambientale, ecc.) senza mai mettere in discussione il sistema economico che le produce. Tutte caratteristiche che ricordano il fascismo della prima ora.

La borghesia guarda avanti, e sa che una crisi devastante come quella che stiamo vivendo sarà in prospettiva molto più gestibile da forze politiche che si presentano come "nuove" e che possono intercettare una parte del crescente malcontento sociale.

Ai comunisti il compito di smascherarli e di portare sul terreno della lotta di classe tutti coloro che vogliono farla finita con questa società e con tutte le sue nefandezze.

Un movimento è reazionario quando si oppone ad un altro movimento, ad un'altra azione che agisce per superare un vecchio assetto politico-sociale, con lo scopo di mantenere o/e restaurare l'assetto in questione. Se reazione c'è nel fenomeno del "Grillismo" è al tentativo in parte riuscito di superare certe forme di democrazia, certi diritti e valori della cosidetta "prima repubblica" per un assetto sempre più liberista e meno partecipato. In questo senso sono i più grandi difensori in questo momento della Costituzione del '47, ma sono anche portatori di nuovi diritti nelle nuove forme di espressione democratica del Web. C'è l'idea della democrazia diretta referendaria, della difesa del popolo dai poteri forti che inquinano il sistema trasformandolo di fatto in autoritario, insomma progressismo piccolo borghese. Populismo? certo. Dove non c'è classe c'è il popolo. Dove non c'è internazionalismo c'è nazionalismo. Ma infatti la Costituzione del '47 e la sua Repubblica italiana è stata voluta e sostenuta in primo luogo dai nazionalcomunisti mica dai comunisti. Sullla esaltazione del leader francamente pure non sono d'accordo, perchè vedo un leader che trasmette dei messaggi che non sono leaderistici, e non vedo l'esaltazione di Grillo come leader politico ma forse più come veicolo comunicativo: Grillo è uno spettacolo (intendo tecnicamente come fenomeno). Ci sarebbe tanto da riflettere sulla sua capacità ed efficacia. Ma mi pare più importante notare che il reazionarismo che "Battaglia " adduce al "Grillismo" è proprio quello alla fascista, con l'obbiettivo di rintuzzare una avanzata rivoluzionaria. Bè il "Grillismo" non è nato per questo, forse la "borghesia" potrebbe farci un pensierino a metterci le mani ma anche questo non mi pare che l'abbia fatto sino ad ora, ha puntato su altri cavalli ed è stata spiazzata dai risultati elettorali e un po' preoccupata della situazione lo è...però parliamoci chiaramente, io non vedo rivoluzioni imminenti all'orizzonte, non vedo partiti comunisti capaci di gestire un collasso..e la borghesia pure non li vede.

Ciao resort. L'articolo che citi in sostanza si concentra su due aspetti.

Il primo è la valutazione della funzione che nei fatti - aldilà del populismo - oggi l'M5S svolge: incanalare una parte tel malcontento in una direzione furoviante, puntando tutto sulla "casta" e non, ovviamente, sulla struttura economica. Inoltre, nei fatti sta selezionando una possibile "casta" di politici che oggi appaiono semplicemnte "puliti" ma domani...potrebbero svolgere la funzinone di quelli attuali, un lavoro di ricambio funzinato anche in passato.

Il secondo aspetto, quello sul quale tu hai posto l'attenzione, riguarda invece non la funzione che oggi svolgono n ma la base ideologica del M5s.

Al di là di quanto ne sia cosciente o meno chi lo sostiene, il M5S fondamentalmente esprime una ideologia che possiamo definire di “destra sociale poiché, poggiando su chiare tendenze autarchiche e nazionalistiche, aspira all'eterna utopia della pace sociale all'interno di un capitalismo dal volto umano. Questa visione politica non è lontana, con le dovute e profonde distinzioni, dal Fascismo dei primi anni, e infatti il programma del M5S rispecchia la confusione e lo spirito dei "buoni" propositi programmatici del Partito Nazionale Fascista del 1919, o della Carta del Carnaro di D'Annunzio.

La base idologica è molto molto vicina a quella di una "destra sociale", come in passato inoltre lo era quella della Lega nord. Sono ovviamente fenomeni diversi, il raffronto con il fascismo - come puoi vedere sopra - si riferisce alle somiglianze nella base idologica. Oggi il grillismo non svolge una funzione come l'ha svolta il fascismo al potere, anche perchè, come dici, oggi c'è poco da reprimere e quel poco da reprime riesce a farlo la "democrazia" attuale... In futuro ovviamente non si può escludere nulla, questo bisogna capirlo una volta che andranno - se capiterà - al potere... Certo che la base idologica che esrpimono - reazionaria appunto - qualche idicazione può darla... Poi molto dipenderà anche dal livello dela lotta di classe futura.

Sulla questione del leadr...non condivido per nulla quelo che hai detto, mi sembra l'esatto contrario.

L'esaltazione del capo nell'M5S c'è ed è anche molto evidente, per certi versi il "movimento" in questione si identifica con Grillo stesso, e chi ne mette in dubbio la leadership dall'interno rischia sempre di essere buttato fuori.

Io penso che con Grillo - a cui danno sempre più spazio nei media ufficiali - la borghesia stia giocando d'anticipo, prevedendo che in futuro la crisi potrebbe portare a un'esplosione sociale difficilmente recuperabile con le vecchie forze della "sinistra" istituzionale.

Se un giorno il movimento operaio dovvesse riempire nuovamente le strade, il grillismo sarà uno degli argini reazionari con cui il potere borghese cercherà di sbarrargli la strada.

Quale progressismo piccolo-borghese? Dove c'è nazionalismo c'è regresso.

Quale democrazia diretta? Quando si sbandiera una democrazia senza aggettivi, c'è l'illusione di vivere in un sistema dove non sia il potere economico, i grandi capitali a dettare legge, e che bastino il web e i blog a contrastare la dittatura politica e culturale della classe dominante.

L'unica democrazia che noi di Battaglia auspichiamo è quella proletaria, quella dei Consigli operai che, con il loro Partito, dovranno spazzare via la dittatura borghese e gettare le basi della futura società comunista.

Grillo è reazionario per il semplice fatto che non si pone sul terreno del superamento rivoluzionario del capitalismo.

oggi sono reazionarie tutte quelle forze, ognuna a modo suo, che vogliono il permanere delle relazioni produttive e sociali capitaliste.

Video di Casaleggio sulle sorti di "gaia".

forse già visto, ma nel caso rende bene l'idea, circa i prodromi del fascismo.

Video: youtube.com

... dire che trasuda anti-comunismo da ogni poro è poco ...

il forum è una cosa nuova per me, tagliare con l'accetta è necessario per sintetizzare, ma c'è il rischio di sembrare provocatorio o semplicistico..ma proverò a cogliere il nocciolo di ciò che sento qui. (Inoltre scusate per la rarefazione delle risposte). TRa le varie cose che potrei riprendere , avviando ulteriori dialoghi forse poco concludenti, per esempio sul leaderismo o l'utopia della pace sociale, individuo il punto rivelatore di qualcosa di diverso tra noi nell'uso della parola reazione. Allora o cercato di capire e ho letto un vecchio dibattito di questo forum del gennaio 2007 su "Marcuse e Marx". Anche lì venne fuori lo specifico uso del termine "reazione" e reazionario che mi pare fate voi di Battaglia che poi è quello ben sintetizzato da Lotusflower: "..reazionario per il semplice fatto che non si pone sul terreno del superamento rivoluzionario del capitalismo" oppure "oggi sono reazionarie tutte quelle forze, ognuna a modo suo, che vogliono il permanere delle relazioni produttive e sociali capitaliste." Ora, senza sarcasmo e/o ironia ve lo assicuro, magari sembrando un po' puerile, ma col desiderio di capire veramente la sostanza della differenza, vi dico che io uso i termini in questione nel senso tipico indicato dai dizionari e che certamente anche voi (Gek, lotusflower, Nun) conoscete. Può essere inteso nel senso generico di conservatore, ma allora si potrebbe soltanto dire conservatore, mentre il significato prevalente di reazionario che ne giustifica l'esistenza in aggiunta a quello di conservatore, è quello più specifico di reazione a qualcosa che vuole superare un vecchio assetto per restaurare ciò che c'era prima o per prevenire l'eliminazione di ciò che potrebbe essere superato. Premesso ciò, se qualsiasi cosa che non vuole il superamento rivoluzionario del capitalismo è reazionario, vuol dire che siamo circondati da una incombente forza rivoluzionaria che viene percepita come tale provocando una costante onnipervasiva volontà di reazione in tutte le forze sociali che non siano, anzi meglio... che non si pongono sul terreno del superamento rivoluzionario. Voleva essere una domanda come anche la prossima. E il non porsi sul terreno del superamento rivoluzionario del capitalismo implica automaticamente il voler mantenere le realazioni sociali e produttive capitaliste o questa volontà invece è la seconda condizione senza cui non si è reazionari?