La Sinistra Comunista di oggi e il II Congresso dell'Internazionale Comunista

Nelle "CONDIZIONI PER L’AMMISSIONE ALL’INTERNAZIONALE COMUNISTA" del Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista si trovano sostanzialmente 4 macro-questioni: lotta all'opportunismo, Disciplina/centralismo, Lavoro del Partito, Opposizione all'imperialismo di casa propria, e delle note tecniche.

Riporto gli articoli senza citarli:

Lotta all’opportunismo: 1. 2. 6. 7. 10. 11. 3. 15. 17.

Disciplina/centralismo: 12. 16. 21.

Lavoro del Partito: 3. 5. 9. 18.

“Il nemico è in casa nostra”: 4. 8. 14.

Note tecniche: 19. 20.

Cfr. Protokoll, II, 6 agosto 1920, p. 387; facilmente reperibile su Internet.

Vorrei chiedere ai compagni del PCInt: nella logica delle Condizioni per l'ammissione all'Int. Com., prendendo per scontate le differenze più che ovvie tra i periodi, credete che le altre organizzazioni della Sinistra Comunista (che ormai ritenete almeno estranee al processo di formazione del Partito mondiale), ne resterebbero tagliate fuori? Che limiti esprimevano le "Condizioni", se ne esprimevano? Vi sarei grato per indicazioni di materiale da studiare a riguardo.

A me sembra che non necessariamente si troverebbero fuori, ma che il problema sia quello dei "rami secchi" del campo politico che si richiama alla Sinistra: vecchi coltelli ormai spuntati, d'antica dignità ma buoni a tenerli in una vetrinetta da collezionisti (anche se ANCORA "coltelli", restando in metafora...).

Forum: 

  • Ciao Reed,

scusa se ti*

Ciao Reed,

scusa se ti rispondo solo adesso, ma sono stato via pochi giorni; tra l'altro, ho visto che nel frattempo sul forum il dibattito è andato molto avanti.

Per quanto riguarda le domande che poni, non vorrei sembrarti sbrigativo, ma la risposta l'hai già data tu quando affermi che non necessariamente si troverebbero fuori (le altre organizzazioni di quello che chiamavamo il "milieu"), ma che il problema è che sono ormai diventati rami secchi. Da una parte, l'epigonismo bordighista che ripete pedissequamente le formule di quello che noi consideriamo il "peggior" Bordiga, fino a sconfinare nel misticismo (Per altro, anche rivendicato, se non ricordo male, dal Partito di Firenze). Dall'altra, la CCI che, a nostro parere, partendo dalle sue radici idealistiche è sprofondata nel casino teorico-politici più totale, con la sua teorizzazione del "caos" che non ha niente a che vedere col metodo marxista.

C'è da dire poi, che, come hai giustamente notato, le epoche storiche rispetto al II congresso dell'IC sono molto diverse e parecchi di quei punti, nella loro specificità, non avrebbero, per noi, più senso, mentre altre, purtroppo, non sono all'ordine del giorno, anzi, ne sono ben lontane.

Infine, per quanto riguarda la bibliografia, dovresti darmi un po' di tempo, perché lì per lì non mi viene in mente niente di specifico.

Ciao Reed, a risentirci,

Smirnov

  • Grazie, Smirnov.

Grazie, Smirnov.

Ho notato che alla pagina internazionalisti.it mettevate nei link, nella sezione "dalla parte proletaria della barricata", anche Rotta Comunista... come mai?

  • Ciao Reed,

perché Rotta*

Ciao Reed,

perché Rotta Comunista, pur con tutte le differenze con noi, ci sembrava essere, appunto, dalla parte giusta della barricata.

Ciao ancora,

Smirnov

Scusa della domanda vaga, che ha generato una risposta lapalissiana.

Intendevo:

Conosco Rotta Comunista solo attraverso Internet,dove appare un SITO, politicamente orientato verso la sinistra comunista, anche se con un forte accento critico e tutto il resto; in particolare sembra un sito che, concentrando l'analisi (e sollecitando l'analisi) lungo alcuni filoni di ricerca, intenda contribuire al dibattito teorico e politico nell'ambito delle avanguardie. Ignoro probabilmente la sua natura di gruppo politico militante della sinistra comunista, come mi sembrava di dover intendere dalla sezione dei link in cui veniva collocata (dal sito è chiaro che Rotta raggruppa compagni attorno ad una piattaforma, ma di più non credo di aver mai letto, così da poter dire che è "organizzazione militante"); la domanda si concentrava su questo mio ignorare. Ponevo la domanda, essenzialmente, poiché

  1. escludete che gruppi intellettuali e simili possano contribuire alla costruzione del partito;
  2. la definizione di "al di qua della barricata" mi sembrava doversi identificare politicamente con il concetto che fu di campo politico proletario;
  3. la logica del riconoscimento del campo e del confronto nel campo politico proletario era collocata comunque nel solco della costruzione del partito;
  4. di conseguenza nel campo non avrei visto altro che gruppi politici militanti.

Così, se non sbaglio in qualche passaggio, la domanda nasceva, credo, scontata. Ma ripeto, probabilmente ignoro la natura di organizzazione militante di Rotta.

Saluti!

Ciao Reed,

hai ragione; scusa tu se sono stato... lapalissiano, ma, a spiegazione di questo atteggiamento c'era, come hai ben capito, la mia non perfetta comprensione della tua domanda.

Per le domande che poni, puoi trovare un aiuto valido sul documentino che pubblicammo tempo fa dal titolo "Risoluzione sui gruppi", che puoi trovare sul sito. In ogni caso, coi punti 2,3 e 4 hai colto ciò che pensavamo (tanto tempo fa...), anche perché credevamo che, pur con le necessarie decantazioni e scremature, un giorno si sarebbe arrivato a un unico partito anche col contributo di quelle correnti appartenenti al campo politico proletario. Poi, l'analisi della situazione, ci ha portato a dire che da quelle correnti, in quanto correnti, non potrà venire nessun contributo alla costruzione del partito mondiale del proletariato; ma questo non significa che quei compagni si collochino sul terreno della collaborazione di classe con la borghesia: soggettivamente sono dalla parte giusta, degli interessi storici della classe, benché, appunto, le basi metodologiche li rendano inabili a dare un contributo positivo in tal senso.

Per quanto riguarda Rotta Comunista, se non mi sbaglio, è stata fondata da un compagno di Lotta Comunista fuoriuscito (o espulso: non ricordo) da quella organizzazione, col quale (compagno) avevamo stabilito una collaborazione su alcuni aspetti tecnici (vendita di materiale). Da quanto ho visto ultimamente, Rotta ha intrapreso, a mio parere personale, una brutta china (a dire il vero, fin dall'inizio), cioè è solo un gruppo intellettuale che, sempre secondo me, si è infognata in discussioni che lasciano largamente il tempo che trovano (tipo: il modo di produziona asiatico in URSS vs Capitalismo di stato). In breve, non è un gruppo militante (sempre per quello che so). Che gruppi anche organizzati di intellettuali possano o meno contribuire alla costruzione del partito mondiale, beh, questo dipende da loro, cioè se uniscono la teoria (corretta) alla normale prassi militante.

Sperando di essere stato meno fumoso, ti saluto cordialmente,

Smirnov

PS Duccio, prima o poi spero di trovare un po' di temp per rispondere ai tuoi post sulla crisi: pardon.

Grazie mille, Smirnov. Il documento "risoluzione sui gruppi" lo conosco. Sei stato molto chiaro, grazie ancora.