incontro del 14 aprile

io credo che sia stato bene aver partecipato all' incontro di milano sulle guerre pur senza aderire cera troppa confusione d' idee.qualcuno ha detto che è stato opportunismo io invece penso che questi interventi siano importanti purchè si mostri chiaramente le nostre idee senza compromessi.

Forum: 

dimenticavo il resoconto si trova su b.c. n6 2007

Sono d'accordo su Raes, intervenire senza aderire al [[ibrp.org | Convegno]] di Milano è stato opportuno. Proprio l'altroieri ho letto il resoconto su [[ilprogrammacomunista.com Programma Comunista n. 3/2007]], dove c'è una noterella critica del tutto gratuita contro il PCInt (messo insieme alla CCI e a Rivoluzione Comunista in quanto partecipanti-aderenti). A parte questo, che lascia il tempo che trova, è effettivamente importante fare interventi di questo tipo, soprattutto in un momento in cui si promuove una convergenza tra organizzazioni sedicenti internazionaliste, ma che sempre di più appaiono proprio tutt'altro. La possibile attrattiva di una confusa prospettiva unitaria del genere (sempre nei limiti dell'estremo minoritarismo) *deve* trovare come risposta una riconoscibile *chiarezza* rivoluzionaria.

Errata corrige

Sono d'accordo *CON* Raes, ovviamente.

Si può andare ovunque quando si ha chiaro chi si è, politicamente parlando. Certo sarebbe necessario anche capire chi sono gli interlocutori. Più che ai "dirigenti" di certi gruppi sarebbe utile parlare con le basi per vedere se fosse possibile staccarne i migliori per legarli a noi.

L'attacco assolutamente gratuito e poco onesto da parte dei programmisti viene dal loro rifiuto di partecipare a qualsiaisi genere di iniziativa alla quale si rischia di entrare in contatto con i sedicenti "gruppetti" o movimenti. Stessa caratteristica tengono quelli de Il Partito Comunista.

Il loro atteggiamento è poco propositivo perchè esclude a priori che ci possano essere delle aree di intervento comuni.

Se non è stato così all' incontro del 14 alla calusca, non è detto che in futuro non si possa presentare qualche occassione valida...

Consapevoli saluti

Rivolunzio

Siamo fermi al quadrifoglio

Allora Programma dedicò un trafiletto, oggi una pagina intera, sono rincoglioniti ? Fanno i democratici con il culo degli altri... ( citazione dotta ).

Basta con questa spocchia di partito facciamo l'ammucchiata !!!

I gruppi nati dalla scissione del '53 hanno la convinzione che la società nelle sue dinamiche politiche, economiche ecc sia studiabile con l'approccio del fisico o dell'astronomo. Si sentono padroni di una scienza che gli permetterebbe di capire in anticipo l'evolversi dei fatti, indi mostrano disprezzo o condiscendenza verso chiunque altro accusato di essere "attivista", ossia di non aspettare messianicamente l'avvento della rivoluzione di cui quasi sembrano conoscere la data, oppure semplicemente ignorante. Detto ciò è comunque necessario avere il quadro della gente con cui si è intenzionati ad entrare in relazione. Molti gruppi indipendenti non sono altro specchietti per le allodole manovrati dai partiti parlamentari. Per tutti gli avanzi del Movimento No Global o Lotta Comunista

Mi rendo conto che oltre noi c'è del buono, a livello di gruppi o singoli militanti, se così non fosse il BIPR non sarebbe mai nato. Dobbiamo però evitare ingenuità e facilonerie. Io per primo!

Sei personaggi in cerca di odore

Ognuno è libero di andare per la sua strada, Ma queste riunioni tra vecchie conoscenze, mi paiono un po' come sei cani che si girano in tondo ad annusare il buco. ( da li il famoso romanzo...)

Allora è meglio l'attivismo sfrenato dei lottaroli, insensibili a qualunque lezzo ( per dogma )

Oppure meglio un po' di puzzetta ( programma, gurada da lontano... )

Ancora meglio i cani sciolti....

Se qulcuno si desse la pena potrebbe leggere di tutti i tentativi di Marx ed Engles di trovare buoni amici ovunque anche a costo di annaquare il loro pensiero. Oppure di un Lenin che al ritorno dalla Svizzera conciliò le sue personali posizioni e spochie per il piacere di stare insieme a compagni...

"Bisogna evitare ingenuità e facilonerie." frase insignificante...la si puo' usare sempre....

"Io per primo" falsa modestia ? mea culpa di remissione dei peccati, costrizione stalinista ?

Forse, Baboeuf, volevi dire "contrizione" e non "costrizione". Niente di grave, tutti sbagliano, e visto che siamo in vena di frasi fatte e detti popolari, diciamo pure che chi fa falla e chi non fa sfarfalla. Quell'aggettivo, invece, "stalinista", potevi anche tenertelo, visto che sai perfettamente (o no?) con quali compagni stai parlando.

Saluti rossi

Parlando di Marx

A metà ottocento nasce la "prima Internazionale" tentativo di coordinamento politico del proletariato in quanto tale, indipendentemente dalla sua nazionalità. Marx viene invitato a parteciparvi. Non è l'unico ad avevere influenza, anche Bakunin, Mazzini, Owen, Cabet ecc. hanno seguito. L'impegno di Marx consiste nel portare più gente possibile dalle posizioni altrui alle proprie. E' quello che dobbiamo fare anche noi. Lotta Comunista, Programma, il Comunista, CCI sono gruppi anche molto diversi tra di loro ma l'atteggiamento nostra deve essere il medesimo; erodere le loro basi di simpatizzanti, militanti per portarli sulle nostre posizioni. Marx aveva la fortuna di muoversi in un'arena istituzionalizzata, noi possiamo optare per la partecipazione alle riunioni altrui.

A proposito di annacquare

. L'unico sistema valido è quello di mantenere la rotta. E non in virtù di una morale astratta. L'unico modo di conseguire risultati concreti è avere idee chiare e portarle avanti con coerenza, i bolscevichi isolati compirono una rivoluzione, il Poum e gli anarchici in Spagna invischiati in mille alleanze finirono traditi e sconfitti. Pensare che sporcarsi le mani è brutto ma comunque porta a casa una parte del risultato è una pericolosa illusione.

la volpe sotto l'ascella

Bella quella immagine di Marx che partecipa alle riunioni con borghesi e domacratici con lo scopo di portare compagni sulle sue posizioni, è un po come adesso, dove oggi si va ai meeting, si fa finta di voler discutere e zac si frega il militante alla organizzazione concorrente.

E non venitemi a parlare di rivoluzioni doppie, e che la prima internazionale era cosa diversa dalla terza.

Quindi la differenza tra voi e i programmisti è solo di utilizzo tattico della verità rivelata, loro sono spocchiosi e rimorchiamo facendo i puri, voi invece fate gli sciolti ma sotto sotto siete di ferro.

Forse non parlo il nostro idioma nazionale, nessuno sembra capirmi! L'Internazionale raggruppava proletari, lavoratori e disoccupati. Alcuni apprezzavano le idee di Marx ed Engels altri no. Lo sforzo comunista consisteva nel portare più gente possibile sulle proprie posizioni. Marx non annacquava nulla tanto è vero che dovette più di una volta minacciare di andarsene pur di mantenere determinati parametri d'azione. Giri il can per lìaia e parli a sproposito. Fingi di respingere affermazioni che nessuno a mai fatto Doppie rivoluzioni? Boh. Le leggerezze da evitare sono per esempio il non approfondire i fatti, l'ignoranza può permette a chiunque di gabellare per "marxismo" qualunque assurdità

Non dobbiamo parlare con Bertinotti, gli daremmo solo un'occasione per provare a riassorbirci. Dobbiamo parlare con chi lo stima per chiarirgli come stanno le cose

Concordo con quello che dice Picasso, che è molto chiaro, contrariamente a quello che gli viene da pensare viste le circostanze...

Volevo aggiungere una considerazione che vorrei confrontare con le opinioni dei compagni: partecipare a incontri pubblici per incontrare simpatizzanti di altre organizzazioni va bene, ovviamente; probabilmente la cosa è meno praticabile, e sensata, con organizzazioni piccolissime, che per forza di cose hanno un giro di simpatizzanti minuscolo, a volte quasi assente. Penso che la questione sia però anche capire i margini di un uditorio proprio del Partito comunista, intercettabile anche al di là della platea più o meno politicizzata che gravita attorno alle altre organizzazioni.

E' il discorso sul radicamento, che - credo fortemente - può abbondantemente avere come campo d'azione altro dalla base "altrui". Questo anche per l'abbassamento del coinvolgimento //militante// dei lavoratori nelle organizzazioni tradizionali e nuove; fare questo laddove i livelli di conflittualità di classe sono così bassi che non è facile reclutare coll'intervento nei movimenti dei lavoratori, che magari non si muovono affatto, significa anche capire quanto e cosa si possa fare nel senso di un lavoro territoriale, con al centro la sezione locale del Partito.

Il fatto che le lotte di massa non partano (il mio settore lavorativo ha fortemente bisogno di una lotta adesso) non vuol dire che singoli individui all'interno di queste masse non siano interessati ad una diversa prospettiva che non sia il solito "si padrone". In genere è gente sfiduciata e sospettosa. Ha già provato con i "protettori ufficiali" del sindacato ed è rimasta scottata. Dobbiamo farci conoscere per quello che siamo e non per come ci dipingono. I non politicizzati sono un target valido quanto gli aderenti a gruppi politici altri.

Appunto perché spesso il lavoro politico, in periodi come questo, si deve concentrare nel quotidiano su degli individui eccezionali (in senso letterale, non enfatico), è importante un'attività puntuale su base territoriale, a sorreggere anche l'intervento nei luoghi di lavoro ecc. E' chiaro che "i non politicizzati sono un target valido quanto gli aderenti a gruppi politici altri", anzi inevitabilmente è più facile che capiti il confronto con chi una qualche politicizzazione già ce l'ha. In effetti a livello ideologico non fa molta differenza uno che coscientemente sostiene questo o quell'altro, e uno che senza una posizione rivendicata abbia comunque in testa molta molta merda. Il punto non è questo, è evitare salotti inconcludenti con quattro gatti che verosimilmente non si muoveranno di un centimetro, laddove lo stesso impegno varrebbe a farsi conoscere dove conta. Poi se un incontro può essere più vasto di un dibattito chiuso tra più identità sclerotizzate ben venga.

Sono d'accordo che un'attività continuativa non può prescindere da una serie di circoli o sedi sparse per il territorio. Per quanto riguarda certi intellettualoidi parolai che nuotano in ogni riunione "del nostro genere" impegnati nell'atteggiarsi e critici per il gusto di esserlo, ne ho piene le tasche da una vita. Le chiacchiere a vanvera sono il loro mestiere e la ricerca di un pubblico il loro scopo. Il punto è che per avere i circoli dobbiamo pagarceli e per avere il denaro dobbiamo essere in numero tale da consentire una sottoscrizione che non incida più di tanto sul bilancio di ognuno

Prima crescere in numero, poi organizzarsi in maniera più sistematica e, se desiderato dai più, formale. Farci conoscere è il primo passo. Sono graditi suggerimenti da discutere insieme

Probabilmente non vanno pensate due tappe, prima farsi conoscere e reclutare un po' di persone, poi organizzarsi sistematicamente, piuttosto penso che sia lo stesso percorso.

Io non intendevo tanto - e solo - una serie di sedi sul territorio, ma che su quel territorio i compagni - //sistematicamente organizzati//, qui ed ora - lavorino per farsi conoscere, per essere riconosciuti da settori non solo marginali dei lavoratori per le proprie posizioni, per reclutare un numero significativo di compagni nuovi, per poter intervenire nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nelle assemblee, non come Signor Nessuno, ennesimo, che si presenta, dice la sua e scompare poi nel limbo della sua inconsistenza, ma come qualcuno - fossero anche quattro gatti - che non scende dalla montagna come Zarathustra, ma che sul territorio c'è e lavora.

Per non fraintenderti, Picasso, puoi precisare meglio cosa intendi per "organizzarsi in maniera più sistematica e, se desiderato dai più, formale"? Io penso che anche due compagni per non perder tempo (insieme alle misurate energie) debbano proprio organizzarsi sistematicamente, altrimenti è difficile farsi conoscere e crescere, numericamente e soprattutto politicamente.

.

Reed, come non darti ragione! In quest'ultimo periodo ci si scontra con un muro di apatia che è inutile negare. Ma il nostro impegno - organizzato - ce lo dobbiamo mettere, e ce lo mettiamo.

> I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo ma si tratta di trasformarlo.

Stiamo facendo del nostro meglio. Si può fare ancora meglio? Certo! Proprio per questo, come dice Picasso, qualcun'altro che si rimboccasse le maniche farebbe comodo.

Il senso dei tuoi ultimi interventi mi sembra che sia: non perdiamo troppo tempo con il "vecchio ceto politico", dedichiamoci di più all'intervento nella classe. Condivido appieno: chi vuol fare politica seriamente - politicizzato o no - senza chiudersi in cenacoli intellettuali, saprà a chi fare riferimento.

Aggiungo però che noi siamo solo una sparuta minoranza, un'avanguardia. Sono sempre le condizioni oggettive a determinare le possibilità di successo del nostro intervento, quanto meno in termini di accresciuta coscienza di classe.

Ciao Mic, sono ovviamente d'accordo con te. Personalmente penso che una delle cose più importanti sia proprio l'organizzazione, perciò mi lasciava qualche perplessità (forse però è più un malinteso) il messaggio di Picasso.

Spacchi il capello in quattro. Non voglio certo redigere un manuale di comportamento, sono le situazioni nel loro specifico che portano ad un atteggiamento od al suo opposto. Non si tratta di mettersi a tavolino e programmare questo o quello quando mancano le basi materiali ossia un numero alto o basso di persone che si riuniscono per decidere assieme su cosa fare e quando farlo. Prima cercare di farci conoscere a seconda degli ambienti che frequentiamo, dei posti dove viviamo o degli studi o lavori che portiamo avanti. Poi, insieme ai compagni, decidere se avere una sede o riunirsi al bar, per esempio. Se fare un volantinaggio e su quale argomento. Per i circoli che già ci sono la sfida è crescere, per i compagni isolati aggregare qualcuno

E' inutile elucubrare su cosa fare con gli altri se poi siamo soli. Nell'ambiente che uno frequenta nella sua normale vita di tutti i giorni non sei mai un "signor nessuno"

Scusa, Picasso, ma come si fa a farsi conoscere (politicamente, come organizzazione) se non ci si riunisce coi compagni, se non si fa un volantinaggio ecc. ecc.? L'organizzazione precede la possibilità di fare qualcosa (anche muoversi da soli richiede un minimo di organizzazione - preciso per evitare malintesi -). Non credi?

Non so se riesco ad essere chiaro, su questa cosa...

Nella mia città per circa venti mesi ho fatto volantinaggio in solitario. Ricordo che i miei volantini sparsi per cabine telefoniche e fermate dell'autobus avevano una vita media di due ore. "Colpivo" anche nei carrelli dei supermarket. Uno è nella condizione in cui è ed deve muoversi con le limitazioni che queste gli impongono

E' chiaro.

ciao Reed, essere isolati è una brutta storia, succede anche nelle grandi città, dove puoi trovare la peggio accozzaglia dei "soliti rivoluzionari"che si sa alla lunga non andranno lontano perchè all'avanguardia del sistema(come è successo nel '68, basta vedere oggi), mentre organizzazioni come la nostra vengono spesso e volentieri marginalizzate da chi abbiamo appena nominato.

Infatti anche essere in due organizzati rende la visibilità molto maggiore e facilita il lavoro anche per un semplice volantinaggio.

poi è chiaro che più sei organizzato più raccogli l'entusaismo dei sparuti militanti che incontri...

SAluti

Rivolunzio

Ciao Rivolunzio, sottoscrivo le tue ultime considerazioni, è questo, l'organizzazione del lavoro (quindi anche individuale) che porta a dei risultati in termini di visibilità e di capacità di contattare un buon numero di lavoratori e così via a seconda delle forze in campo.

I confronti d'idee hanno senso quando queste derivano da esperienze concrete. Il continuo rimuginare alla ricerca di non si sa bene quali deduzioni porta a poco. Da quanti ho sentito dire che l'attività può essere fatta solo all'interno delle fabbriche. Tratttasi di gente che in fabbrica non ha mai messo piede! E non solo perchè negli ultimi 6 - 12 anni la penisola ha subito un processo di deindustrializzazione. Io che ho lavorato da precario in una mezza dozzina di fabbriche sono spesso sorpreso dalla faciloneria di tanti atteggiamenti. Questo per connottare le chiacchiere dei "rivoluzionari" a cui faceva cenno Rivolunzio

Ciao Picasso, colpisci nel segno, secondo me. Per questo sottolineavo inizialmente l'importanza del lavoro territoriale, cosa sulla quale ponevo principalmente l'attenzione dei compagni.

  • Ciao Reed.

potresti essere*

Ciao Reed.

potresti essere più chiaro rispetto a quello che definisci "lavoro territoriale"? ti riferisci ad organizzazione di incontri, vendita di giornali, volantini o cos'altro?

grazie!

saluti a tutti

Si, un lavoro pianificato e organizzato di radicamento sul territorio, con assemblee, diffusione del giornale, distribuzione di volantini, raccolta di contatti interessati ecc. Questo è un lavoro immane ma altamente concreto, e che offre possibilità di farsi conoscere e di avvicinare nuovi compagni e nuove compagne molto più significative, come tutti concordano, di chiacchiere tra addetti ai lavori.

E' un'attività che si lega alla organizzazione del Partito "nell’epoca attuale e nei paesi borghesi a regime stabile parlamentare" secondo la Sinistra Comunista "italiana" (vedi le [[ibrp.org | Tesi della Sinistra al Congresso di Lione]] e tutta la polemica contro il centrismo italiota, a partire da [[ibrp.org | Gramsci]]), che oggi (cfr. [[ibrp.org | La classe operaia nella fase attuale e le sue prospettive]]) ha un senso di una forza che nel '26 non era nemmeno immaginabile; qui, in questo legame, sta poi la sfida. Un agire territoriale che si lega all'azione nei luoghi di lavoro, e non solo, e che in forme di organizzazione territoriale trova l'opportunità di una prospettiva //politica// complessiva.

Cosa vedono le mie fosche pupille!! Ma sono d'accordo. Ma bravi. Ma dai che vi dovete dare una mossa. Se non volete fare attivismo sfrenato, almeno organizzatevi per bene. Coinvolgete gente nuova. Siete indietro ragazzi!! Allora se lo sapete anche voi che i numeri contano fatevi vedere di più. Mi dicono che a parma per esempio che siete 8 gatti invece che 4 avete già un minimo di influenza. Allora come vi dicevo non è solo la mole di lavoro che fate che è importante, ma anche il metodo. Faccio un solo esempio. Gek non se ne abbia a male. Ma è venuto fino a bologna per parlare con me. Forse si è accorto che ero irremovibile dalle mie posizioni, ma non si è mica più fatto sentire. Ne lui ne nessun altro di battaglia. Avete mollato la presa. Un po' piu di cattiveria, non solo verbale, coraggio!!

Saluti internazionalisti

Il lupo perde il pelo ma non il vizio!! A provocare sei bravo, scontato ma bravo. Daltronde a LC hai avuto maestri d'eccezione. Da un certo punto di vista incarni la parabola di tutta la tua setta, da gruppo astruso, vagamente collegato all'opera rivoluzionaria di chi faceva già politica quando Cervetto iniziò giovanissimo sotto le insegne staliniste, fino ad un oggi che vede i suoi eredi immersi in un culto della personalità degno del piccolo padre della Corea del Nord. Infallibili leader (chi non è stato asfissiato dalla gesta della famosa "scuola dura" di Genova, esempio di tutto il Partito. Con la P maiuscola), ultima ruota del carro padronale.

Felicitazioni zazza

Gek ha i suoi buoni motivi credo, comunque gli abbondanti discorsi che si sono tenuti con te ne indicano abbastanza bene il motivo.

Dimmi tu, ma non credo valga tanto la pena di stare ad insistere con te che hai interesse nel venire a contatto con la nostra organizzazione solamente per tenderci la mano e passartela tra i capelli al momento del saluto.

Preferiamo di gran lunga discutere con chi è pronto ad intraprendere un serio cammino di formazione e militanza con noi, che di internazionalismo politico( che è una strada tortuosa e faticosa che richiede un tipo di impegno che non tutti vogliono mettere) ce ne intendiamo.

E ricorda: Superorganizzazione è molto affascinante ma non vuol dire sempre internazionalismo e se ti guardi intorno te ne accorgerai.

Inoltre la crescita non è un volere soggettivo, non è come pregare la pace, ci vuole anche intaprendenza e un forte spirito di iniziativa personale da parte degli esterni. Tu di certo non sembri essere un buon esempio da seguire, quindi se ti garba rimanere a marcire dentro lotta fai pure

Compagni, mi sa necessitiamo di un centro di disintossicazione da devianza politica, ma per intanto potete venire tranquillamente a trovarci nelle nostre sedi oppure ad incontrare i nostri militanti nelle varie città. Nel caso la nostra organizzazione non fosse presente nella vostra città non esiteremo a venire per incontrarci e parlare seriamente.

Saluti

Rivolunzio

i contatti vanno tenuti con la base di tutte l'organizazioni a anche con i senza partito però solo se ci si trova di fronte s un interesse autentico se no è un inutile spreco di energia

Con una determinata mentalità è necessario tagliare i ponti. Per farlo definitivamente è necessario che il "fuoriuscito" chiarisca a se stesso il senso della sua esperienza in LC e comprenda la reale natura di LC. E' da questa natura di cui ho parlato già più volte che discende sia il comportamento di questo "partito" - setta sia le sue "elaborazioni teoriche". Data la natura settaria così marcata di LC (setta non va inteso nel senso particolare assunto nelle dispute tra "bordighisti" ma in quello comune delle chiacchiere da strada) chi se ne stacca e non perde nonostante tutto di motivazione deve letteralmente riniziare da capo.

Esempio

Alcuni gruppi organizzati di fuoriusciti, mancando di una comprensione piena delle cose, hanno finito per riproporre modelli di attività non conformi alle necessità attuali. Es l'Internazionale di Livorno o Rotta Comunista di Genova

Scusa la metafora irriverente rivolunzio, ma se ho voglia di una bella ragazza non è che basta scrivere su internet che la mia casa è sempre aperta a chi volesse trombare con me, per vedere una fila di tipe accalcarsi alla mia porta. Occorre andarte fuori a cercarsela. E metterci tutto se stessi anche. O forse io non sono bello abbastanza.

E' ridicolo dire di voler attendere che qualcuno si presenti con un "reale" interesse a bussare alla sede. E poi ache quando qualcuno lo fa, come me, dire anche: "no questo non ci piace. E' troppo biondo o troppo grasso o troppo di lc. Lasciamolo perdere aspettiamo il prossimo". Aspetta e spera!!

Non c'è interesse per l'internazionalismo perchè la maggior parte della gente non sa neanche che esista o cosa sia.

credo che tu abbia compreso male quello che volevo dire non si tratta di attendere che qualcuno venga a bussare sarebbe ridicoloio dicevo che se si vede che qualcuno mostra una chiusura totale è inutile continuare sia chiaro non ti sto cacciando viase partecipi al forum vuol dire che un interesse c'è.non sò come è andata con gek può darsi che non si sia più fatto vivo per mancanza di tempo

tanto per rendere le cose più chiare se pdiscuti con una persona e quello sa solo dire sei un cretino te ne vai se invece controbatte con argomenti rimani spero di essere stato chiaro.riguardo a come trovare le persone si trovano nelle manifestazioni o nei luoghi dilavoro o facendo volantinaggio

!?

Mi pare che tu sia uno che cerca la sfida fine a se stessa, almeno in questa sede...dimmi che non ho ragione zazza.

Non sono nemmeno l'unico che sta cercando di dirtelo, o sbaglio anche qui!?

Se hai qualcosa di interessante da intavolare fallo, altrimenti risparmiati..

Saluti a te e agli altri partecipanti

Rivolunzio

la storia della casa aperta, della ragazze che nn ti vengono da trovare a casa, dell'uscire da casa dandosi da fare "tutto se stessi" etc. etc. è vecchia abbastanza caro Zazza; me la raccontavano già più di 10 anni fa anche a me....:):)

nelle aziende si chiama "motivazione del personale" - e serve giusto per trovare tutti i mesi i tot centinaia di migliaia di euro necessari al pagamento delle spese correnti.

Dato che militi da un tot sicuramente avrai visione dei bilanci almeno del tuo circolo.

Il punto è questo: quando un gruppo politico che predica il superamento dell'anticapitalismo riesce ad ottenere anche una briciola di credito i grossi partiti parlamentari "di sinistra" si attivano sia direttamente, sia tramite gruppuscoli specchietto per le allodole (i finti "sovversivi" alla Agnoletto o Casarini o Lotta Comunista) per riassorbire un potenziale pericolo e riportare la visuale di questi all'interno di pratiche e mentalità compatibili con l'attuale società. Confondere le idee con cervelloticismi senza senso, corrompere con piccoli favori o con la cooptazione nel circo elettorale madre di tutte le mazzette. Oppure spingere alla rivolta violenta modello anni settanta con provocazioni vecchie e nuove. Le ridicole manifestazioni antifasciste, per esempio.Dobbiamo sempre capire chi ci sta davanti

zazza io ho fatto i miei intervente perchè spero nella tua buona fede anche se sei stato te ad iniziare i fuochi.riguarda agli attacchi a lotta comunista è molto semplice per i noi è dalla altra parte delle barricate e comuncque sono attachi verbali mentre lotta con i suoi ex a volte attaca anche fiisicamente

ho voluto dire questo per chiarire che anche se io e picasso usiamo toni diversi la pensiamo uguale queste sono l' idee del partito non sfoghi personali

Che vi siano molti "aderenti" a Lotta in buona fede è ovvio, dubito però che possiamo ascrivere al novero anche chi usualmente interviene a nome del "Partito" su questo od altri siti. Lotta è infatti una ditta estremamente gerarchizzata e burocratizzata. Se un qualcuno dei loro dovesse intervenire senza una precedente autorizzazione - censura finirebbe in breve bloccato o sconfessato. Zazza cambia continuamente atteggiamento alla ricerca della chiave di lettura giusta per seminare zizzania, dubbi etcc. Se il dottore in dialettica non funziona si prova con la macchietta dell'operaio che parla come mangia. No Nick ha ragione: roba vecchia

Ma

Siamo di nuovo alle solite, basta parlar male di Lotta e vie voglia di scrivere.

Suvvia, cari Biccisti, questa è invidia, o si fa attivismo o on si fa, le mezze misure portano a rodersi lo stomaco. Avete scelto anni orsono una strada e dovrste essere conseguenti.

Non vi siete mai uniti con noi in manifestazione e probabilmente snobbate le nostre conferenze, forse non leggete nemmeno la nostra stampa e i vostri interventi sono tendenzialmente fastidiosi. Mi chiedo cosa sapete veramente della nostra organizzazione.

Quindi sappiate che di certo non stiamo ad aspettare voi.

Rivolunzio

Troppe polemiche fuori tema

... e anche un po' ripetitive.

Se fosse riaperto l'argomento "Convegno di Milano" (magari da qualche compagno delle organizzazioni promotrici) potebbe invece essere molto interessante.