Incendio alla ThyssenKrupp di Torino - Un operaio morto, sei in fin di vita

Anche dall'articolo di Repubblica si capisce chiaramente quali siano le reali cause del cosiddetto "incidente": operai al lavoro da 12 ore, ritmi intensificati, ricatto della chiusura e del licenziamento, procedure d'emergenza lasciate all'improvvisazione con impianti già soggetti in passato a pericolosi incendi.

In Italia i morti sul lavoro, bisogna ricordarlo, sono circa 1400 ogni anno. Un bollettino di guerra.

repubblica.it

Forum: 

Ancora una morte sul lavoro, ancora a Torino...

[[rainews24.it | Muore lavorando alle tubature a Torino]]

Un operaio, impegnato nell'allacciamento di fognature per conto della Smat (Societa' metropolitana acque Torino), e' rimasto travolto da uno smottamento di terra che lo ha ucciso.

il link sotto riporta

il link sotto riporta l'intervista di 4 minuti ad uno dei sopravissuti.

storia di ordinaria follia capitilistica; straordinari, misure sicurezza insufficiente etc. etc :(

Collegamento a: oknotizie.alice.it

Volevo solo dire che il minuto di silenzio borghese alla Scala fa ridere i polli.

di più, FA VOMITARE !!

come diceva lo strisicone dei ns compagni bolognesi di recente " L'unico vera situazione di degrado è il ns salario ! ".

mi piacerebbe molto vedere "ronde x la sicurezza" davanti e dentro i cantieri e le fabbriche.

Come slogan provocatorio contro tutta la merda pubblicitaria che ci rifilano da tv e giornali sull'emregenza sicurezza contro zingari, immigrati nn sarebbe male usare qualcosa del tipo " RONDE PER LA SICUREZZA DI CLASSE ".

a proposito di sicurezza sul

a proposito di sicurezza sul lavoro in questi giorni su Rainews sta girando un interessante servizio sulla tragedia - chiamiamola così - accaduta esattamente 100 anni fa ( il 7-12-1907) in una miniera della Virginia (usa) dove morirono oltre 300 minatori, in larga parte immigrati italiani. Il peggior disastro minerario nella storia degli usa.

Tra l'altro il numero esatto delle vittime nn è noto a tutt'oggi, essendo quello il bilancio "ufficiale" delle autorità timorose di nn accendere troppo gli animi ( figuriamoci..) ed essendo molti lavoratori clandestini quindi nn registrati sui libri paga ufficiali.

oggi DELIBERATI ASSASSINI DI MASSA di quella entità continuano ad avvenire nella immensa periferia capitalista ( Cina, Russia, Bolivia etc.) con impressionante regolarità.

cambiano i paesi, passano gli anni e le generazioni, ma il Capitale è sempre schifosamente vivo e vegeto

lotta di classe

Salve Compagni,

in fabbrica da me avevo proposto di entrare in sciopero, e di proporlo ad altri comparti vicini (tutti metalmeccanici), subito i mastini hanno iniziato a minacciare e a sbraitare. Lo sciopero di due ore proposto per la settimana prossima è vomitevole, di facciata e terribilmente colpevole, gonfio di colpe e di ipocrisia. Anche di ipocrisia di classe, ossia quando membri della stessa affermano "si e' grave....facciamo uno sciopero di un paio d'ore di raccoglimento"....semmai con una preghiera al seguito.

SCIOPERO E LOTTA DI CLASSE SUBITO E PERMANENTE

si avrebbe dovuto esserci subito uno sciopero di solidarietàpurtroppo non è stato così

Ciao Antonio, hai perfettamente ragione! Dai sindacati però non ci si poteva aspettare niente di diverso, visto che di questa schifosa situazione sono corresponsabili.

Non è semplice, ma occorre che si crei una rete tra lavoratori, almeno quelli di una stessa area, occorre organizzarsi sul territorio. Bastano anche un po' di numeri di telefono, tenersi in contatto, cominciare a partecipare a scioperi e picchetti delle fabbriche vicine, ricordare che *la lotta non si delega*. I nostri compagni, dove presenti, lo stanno già facendo.

Quella iposcrisia di classe che descrivi tu, poi, se possibile è ancora peggiore di tutto il resto. Però è sicuramente anche il risultato di una rassegnazione diffusa, dovuta anche alle cosiddette "lotte" organizzate da sindacati e sindacatini finora, che danneggiano i lavoratori in busta paga più di quanto non danneggino i padroni. Le leggi antisciopero, le passeggiate in piazza inconcludenti, servono proprio a svilire le migliori energie della classe operaia.

E' necessario che i compagni diano "la sveglia" ai loro colleghi. La crisi, i tagli a salari e spese sociali, stanno creando ormai condizioni di vita e di lavoro terribili. Occorre che la rabbia erompa, spezzando le catene dei sindacati e di tutti i cani da guardia dei padroni. Quindi, Antonio, non demordere!

Ci vuole l'Enalotto...

così sembra era solito dire uno dei lavoratori, un capo squadra, morto oggi..

che è poi lo stato d'animo + diffuso oggi sui posti di lavoro.

manca disperatamente un ORIZZONTE COLLETTIVO di liberazione come c'era fino anche a 30 anni fa; una società diversa e migliore - il Comunismo cioè, sebbene intrepretato in modi differenti dai vari sinistri di turno

Per questo SERVONO COMUNISTI che riportino, oggi, questa prospettiva nei suoi giusti termini nella classe.

X dare un senso alle lotte e ai sacrifici che esse comportano.

Senza il quale c'è solo rassegnato individualismo; da vivi e da morti.

ora sono morti tutti e sette e le proteste si riducono a fare fiaccolate

Addirittura una marcia della pace hanno fatto giorni fa per quei morti.. VERGOGNA!

merde

nessuna pace sociale con la classe dominante!!!!!!!!!!!!!!

Rivolunzio

Thyssenkrupp

Quella che segue è parte di una lettera che sta circolando sul web, scritta da un operaio della Thyssenkrupp.

"Sono un operaio della Thyssenkrupp e dal giorno delle fiamme dormo un'ora per notte.

Sono tornato in Calabria, nel paese dove sono nato, sperando di ritrovare un po' di pace dopo i cortei, i funerali, le telecamere sempre addosso. E invece mi ritrovo isterico perso, passo le giornate a letto o camminando per i monti cercando di capire quello che è successo. Anche noi sopravvissuti siamo vittime di quel rogo.

Ero emigrato cinque anni fa da questo paesino in provincia di Reggio Calabria per non finire nei giri sbagliati, non volevo la Mercedes né la jacuzzi o fare le vacanze alla beauty farm. Volevo un lavoro onesto. Sono arrivato a Torino, un po' spaesato all'inizio ma poi sono stato assunto all Thyssenkrupp, ho affittato una casina carina che poco a poco ho migliorato, l'ho arredata con delle statuine, ho cominciato a a fare teatro perché mica si può vivere di sola acciaieria.

E invece questi maledetti ci hanno rubato quel poco di serenità che avevamo conquistato.

Comincio a pensare che ho fatto male ad andarmene dalla Calabria, chi era partito molti anni prima di me era riuscito a farsi il mutuo e a comperarsi la casa, per non parlare di chi si è dato al malaffare e ha un sacco di soldi. Io col mio stipendio a malapena arrivo alla fine del mese ed è stato un miracolo se sono riuscito a comperarmi una macchinina usata. Ora che ci vogliono mettere in cassintegrazione ci daranno 600 euro in meno, come faremo a campare?

In questi giorni penso ai compagni morti, avevano dei figli: perché non sono morto io al posto loro? Cosa avrei perso? Cinque ore prima dell'incendio c'ero io alla linea 5, se sono vivo devo trovare una ragione."

Thyssenkrupp 2

Seconda parte

"Ho una rabbia dentro, specialmente contro chi ci dice: ma perché non protestavate per le condizioni di lavoro? E io rispondo che eravamo dei poveracci che dovevano portare a casa lo stipendio, ognuno ha i suoi conti da pagare a fine mese. E poi quale lavoro avrei dovuto cercare con la mia terza media? Se avessi potuto avrei fatto il sindaco, ecco cosa rispondo.

Io dico che la Thyssenkrupp non soltanto non aveva il diritto di ammazzare sette persone, ma non aveva nemmeno il diritto di farci vivere quello che abbiamo vissuto prima dell'incidente, le angherie dei capi che ci volevano in ginocchio, la cafonaggine dei manager che ci vedevano come bulloni da trasportare a Terni insieme ai macchinari, ci volevano servili come degli schiavi. La sera non rientravo a casa con il sentimento di aver guadgnato la giornata ma col veleno dentro, per come ci trattavano. E gli rispondevo, a quelli: «I miei genitori hanno faticato molto per farmi crescere, lei non può rivolgermi la parola in questo modo». Ma quelli della palazzina di fronte, come chiamo i capi, pensavano soltanto a non fermare il rullo. Quella era la priorità.

E' una vita più amara di quanto mi potessi immaginare.

Ora non so come sarà il mio futuro. Hanno tolto la dignità del lavoro alla classe operaia, hanno fatto delle leggi che daranno anche meno disoccupazione ma tolgono dignità perché sei continuamente ricattabile. Ci vogliono ricollocare in un'altra azienda ma a me la parola "azienda" fa paura perché non mi fido più di questo sistema, come potrei nuovamente lavorare in una fabbrica dove sono esposto continuamente al rischio di morire? Cambiando azienda non cambierebbe la mentalità dei padroni, che per ingordigia risparmiano sulla sicurezza e ci mandano al macello..."

Grazie per la full immersion nei problemi REALI del proletariato! Cosa che ogni tanto va fattta.. considerando che ci vogliono far credere che i loro problemi si limitano ai risultati del campionato, e cazzate simili!

Realismo, ecco cosa manca.

Un po' di verità, e quindi informazione.

  • Bravo Gek,

concordo in*

Bravo Gek,

concordo in pieno con MA07: hai fatto benissimo a "postare" questa lettera, che ci riempie sì di dolore, ma ci fa incazzare ancora di più contro i padroni e gli schifosi che li servono.

Ciao a tutti,

Smirnov