Concordo su quasi tutto,ma non sulla scuola.

Non ricordate mai quei "lavoratori" che nella scuola hanno rubato all'infinito.Identificate la massa come proletariato non capendo che anche tra i più "bassi" c'è una legge dominante:fregare il prossimo e godere.Così è stato fatto in moltissimi ambienti statali.False malattie che durano mesi,diritti assurdi,bidelli che non fanno niente da anni,insegnanti che lavorano 18 ore a settimana quando un operaio anche 60.La disgregazione avviene proprio in questo modo.Le manifestazioni di oggi sono manifestazioni borghesi: chi ha detto che i miei figli vorranno andare all'università? Perchè non si manifesta per l'occupazione,per il lavoro? L'università doveva essere una specializzazione e non l'unico mero strumento per lavorare.Si dovrebbe poter lavorare anche senza aver studiato (così recita la base del Marxismo).Uno con la licenza media deve magiare come lo fa un medico,un avvocato o un'insegnante o maestra elementare.Non rammentae mai che le lauree inserite per alcuni mestieri incluso assistenti per asili nido,scuole elementari,infermieri e via dicendo sono servite a quei baroni per ampliare il loro capitale.Già molti anni fa un articolo recitava a tal proposito : "cel'hanno con la gioventù" e questo articolo non era scritto su un giornale comunista.Tutto è cambiato in questi anni aumentando la quantità didattica,ma non per un perfezionamento in quanto l'ignoranza dilaga,solo per un profitto.

Non è la quantità,ma la qualità.Mio nipote ha 6 maestri uno più idiota dell'altro, non impara nulla.Io avevo una maestra che in cinque anni ha fatto zero assenze coadiuvata da quella di disegno ed arti applicate.Andava tutto bene!

Lo ripeto: inutile difendere un apparato marcio,uno stipendificio come tutto l'apparato pubblico. Come voi dite socializzare e non nazionalizzare.ma come farlo capire a chi sfrutta tutto quello che può fregandosene assolutamente degli altri?

Forum: 

ciao e benvenuto sul forum intanto,

i più "bassi" socialmente - come dici te - copiano, come possono, gli stili di vita ed i valori di quelli più "alti".

Lo schiavo tende ad assumere difetti (molti) e pregi ( pochi) del proprio padrone. E in una società come quella italiana permeata di familismo e furberie varie da generazioni la situazione diviene anche quella che dici te.

E' inevitabile in una società divisa in classi, ma dovrebbe essere un motivo in più per battercisi contro.

L'aumento medio dell'istruzione per la forza -lavoro è una necessità del capitalismo x il suo funzionamento prima che una scelta individuale.

I lavoratori sono MERCE SUL MERCATO, e come tali si fanno concorrenza al ribasso a qualsiasi livello, con la 3Media o con la laurea.

Noi nn difendiamo la scuola pubblica in sé, ma vogliamo mostrare come oggi il capitalismo sta creando una generazione di FUTURI DOTTORI SENZA FUTURO...dove anche il vecchio detto delle ns nonne "Studia Bimbo o da grande andrai a fare lo spazzino" è sorpassato - oggi uno spazzino guadagna quanto e forse più di un ricercatore e magari è anche pù stabile !

Poi con la L.133 migliaia di precari nn si vedranno mai confermati o assunti, quindi questa mi sembra oltretutto proprio una manifestazione per il lavoro e l'occupazione !

Per noi la risposta consiste nn nel tornare indietro "ai bei tempi andati", ma nell'andare avanti verso una società differente dove - va da sè - il "mangiare" ( e nn solo ...) nn sarà in funzione del titolo di studio.

saluti

E gli operai dove sono?

“Intanto, alla faccia sia degli apolitici che dei politicanti di regime, salutiamo con piacere lo striscione degli studenti di Ostia su cui campeggia la scritta “Lotta di classe”. Uno striscione che, con tre semplici parole, centra ancora una volta il nocciolo della questione.”

Già, ma chi meglio degli operai può portare il vessillo della lotta di classe? Questi studenti hanno dei genitori: premesso che anche il Berlusca è un genitore, i figli degli operai perché non si sono portati dietro i loro genitori? Perché, come è accaduto in Francia nel ’68, il movimento studentesco non si è fuso da subito con quello operaio? Io dico che gli operai resteranno a casa o sciopereranno fermando il paese, quando lo riterranno opportuno, e lo faranno per conquistare quel pezzo di plusvalore a cui essi hanno pienamente diritto. Agli altri salariati, quelli della scuola, l’aristocrazia salariata del terziario, gli statali, quelli lì con testa piccolo-borghese ma portafoglio proletario, la crisi di ristrutturazione farà bene e dimostrerà a loro chi deve, e ha il diritto storico e politico di guidare la lotta: il proletariato industriale europeo. Per essere rivoluzionario, il movimento deve essere europeo, internazionale, o è lotta strumentale a favore di questa o quella della media e piccola borghesia impoverita dal processo di unificazione europeo e dalla lotta tra grandi potenze vecchie e nuove. Il movimento nella scuola oggi in Italia, è interclassista, e i fascisti c’è lo dimostrano: infatti non vedrete mai i figli della lupa ad una manifestazione di operai incazzati! Saluti rossi.

“Il movimento nella scuola

"Il movimento nella scuola oggi in Italia, è interclassista..." E allora? I movimenti studenteschi sono sempre interclassisti, ma che vuol dire? Che non bisogna starci dentro per evidenziarne le contraddizioni e cercare di portare il maggior numero di studenti sul terreno di classe? Noi la pensiamo diversamente.

Gek ha ragione, ma io intendevo altro. Come arginare i provocatori? Non ricordo quale sede CGIL è stata occupata da fascisti, ma se ci fossero stati operai, magari incazzati neri per la cassa, non sarebbe successo. E' proprio l'interclassismo che permette ai gruppi di estrema destra di intrufolarsi nei cortei e nel movimento. In un corteo di metalmeccanici, a parte il servizio d'ordine, tali gruppi non potrebbero neanche farsi vedere. Saluti rossi.

non capisco

Salve compagni,

ci sono punti nel discorso di questo thread che mi lasciano perplesso.

1) Sopra si afferma ".....chi ha il diritto storico e politico di guidare la lotta: il proletariato industriale europeo". Fermo restando che tale affermazione non la ritengo del tutto errata, ma comunque parziale, in quanto se si fa riferimento alla Rivoluzione Russa, accanto alla minoritaria formazione operaia russa, trovavamo a rimorchio contadini e soldati proletari, in rotta con la guerra. Il che gia' ci da' un'idea della formazione di classe, ma con "categorie" diverse di proletari. Inoltre riprendendo Lenin per cui: "Pur essendo il partito della classe operaia, il partito non può identificarsi con essa, perché il partito rivoluzionario è la coscienza politica e teorica dell'avanguardia della classe, e questa avanguardia non può coincidere con coscienza politica di tutta la classe operaia: «Sarebbe codismo pensare che, con il capitalismo, tutta la classe operaia sia capace di elevarsi alla coscienza e all'attività dell'avanguardia [...]: dimenticare la differenza che esiste tra l'avanguardia e le masse che gravitano su di essa, dimenticare il dovere dell'avanguardia di elevare strati sempre più vasti al suo livello, vorrebbe dire ingannare se stessi»"

2) Ritornando al problema scuola, e' chiaro che si tratta di una lotta di tipo "non peggiorativa" del sistema stesso, e che non ha il ben che minimo sintomo di lotta di classe, per svariati motivi citati pure da voi sopra. Che fare? Non stiamo dentro? Certo che no. Come dice Gek, con le nostre posizioni chiare e nette e visibili. Ritengo pero', che la "parola d'ordine" Lotta di Classe, adottata dai compagni di Ostia, sia alquanto troppo spinta rispetto alla realta'.

A pugno chiuso

A

la lotta di classe esiste nei fatti ogni giorno

ritorno sul problema dei fasci sollevato dal comp. UdL;

beh i fasci nn li vedi nelle manifestazioni operaie principalmente xchè ( secondo me ) ce ne sono poche e poco "incisive".

x dirti la prima cosa che mi viene in mente durante la lotta dei 35 giorni in fiat nell'80 i fasci provarono più volte a forzare i picchetti notturni ai cancelli x far entrare i crumiri...

un domani scommetto li rivedremo a difendere il "diritto" al lavoro dei crumiri stessi.

e ricordo che in pieno biennio rosso - ottobre '19 - Mussolini tenne a nome dei neonati Fasci Di Combattimento un affollato e (sembra) anche applaudito comizio nella ultra-operaia Dalmine (BG) lanciando la parola d'ordine "LA CRISI LA PAGHINO I PADRONI , LE FABBRICHE AGLI OPERAI"....

x arginare le infiltrazioni di fasci&co come rivoluzionari dobbiamo sempre rimarcare la natura demagogica e riformista delle loro sparate, che non prospetta la lotta di classe come mezzo di superamento della società divisa in classi; a livello pratico e organizzativo il movimento operaio ha già espresso le pratiche necessarie ( e cmq di certo nn si condividono cortei o piazze ).

p.s. causa trasloco nei prox giorni dovrò staccare tutto, quindi x un pò nn sarò in grado di leggere o commentare i post !

Lenin ha ragione.

Lenin fa la distinzione tra avanguardia e massa del proletariato. Ora, la massa dei contadini poveri, almeno per tutto l'occidente, non esiste più. Il proletariato è solo, anche se esiste la piccola e media borghesia impoverita. Credo che non possiamo contare su di esse, visto che votano in massa per Lega e AN, ed hanno il culo e la testa di marmo. I borghesucci incazzati scendono in piazza, manifestano democraticamente, e i fascisti rompono il cazzo, ma è un giuoco delle parti, anche non voluto. Oggi solo il proletariato del secondario può far sentire la sua forza, ed è dimostrato dalla regolamentazione degli scioperi, per ora solo per i trasporti. Se esiste estorsione di plusvalore, c'è capitalismo, e solo il proletariato industriale può interrompere lo sfruttamento. Il partito deve essere costituito prima di tutto da operai. Non ci sono più operai in Italia? Già, ma in Europa c'è ne moltissimi, ed gli italiani e non in Italia sono un piccolo reparto. Per questo o il movimento è internazionale o è solo opportunismo. Saluti rossi.

Il partito deve essere costituito da tutti coloro che vogliono battersi per il comunismo e deve essere radicato soprattutto fra i proletari, a qualunque categoria essi appartengano. Il resto è solo operaismo, che la nostra tradizione politica contestava già a Gramsci e ai suoi i quali sostenevano che la base del partito dovevano essere le cellule di fabbrica, mentre i nostri rispondevano giustamente che dovevano essere le sezioni territoriali.

Vedi il libro di Onorato Damen, "Gramsci tra marxismo e idealismo" (potete richiedercelo con una mail), pag. 120: "La piattaforma del Comitato d'Intesa"

Saluti battaglini

Operaismo.

Questo "tutti" è talmente indefinito che può essere assimilato al "popolo" dei maoisti. Non voglio polemizzare inutilmente, ma è evidente che tale astrazione è più vicina all'idealismo del cosiddetto operaismo. Oggi, nulla si muove perché è il proletariato industriale che non si muove. E' un dato di fatto, come lo è l'implicita constatazione di tutti i corpuscoli dell'avanguardia, dell'impossibilità di fare breccia nel muro di diffidenza, rabbia, e disillusione di gran parte della massa del proletariato industriale, qui e ovunque in occidente. Per questo si ripiega sul "tutti", su tutti quelli che mostrano un minimo di ribellismo. Noi abbiamo bisogno, però, di rivoluzionari, non di ribelli! L'operaismo è la naturale reazione della classe al riformismo dei vecchi partiti comunisti e socialdemocratici. Una reazione legittima e difficile da gestire, se non impossibile, per chi fa finta di essere marxista rivoluzionario. La distinzione tra avanguardia e classe nel corso del movimento rivoluzionario, se l’avanguardia è veramente avanguardia e la classe vuole la rivoluzione, è arbitraria. L’arretratezza e il ritardo dell’avanguardia non va celata accusando gli operai, che spontaneamente vanno verso il comunismo, di operaismo e idealismo: la colpa non è loro ma nostra, proprio perché noi siamo l’avanguardia! Come arrivare a loro? Lavorando in fabbrica, compagni! Saluti rossi.

“Tutto il proletariato” non

"Tutto il proletariato" non c'entra proprio niente con "il popolo" dei maoisti. Usiamo le parole con criterio, grazie.

Ciao a tutti,secondo la

Ciao a tutti,

secondo la storia e l'impostazione politico-metodologica del movimento comunista, il partito comunista (appunto) è composto da tutti colo che fanno propri integralmente il metodo, il programma, la lotta per il comunismo, indipendentemente dalla loro orgine sociale; in caso contrario - e vado sul banale - da Marx ed Engels in qua i più noti rivoluzionari non avrebbero potuto fare parte del partito. Altra cosa è il referente politico, che è e rimane la classe al di là delle categorie e dei ruoli occupati o non occupati nel sistema economico, E', ancora, ovvio che un partito comunista, per essere radicato nella classe, deve essere formato in maggioranza da elementi proletari. Il resto, ha ragione Gek, è vieto operaismo, stadio primitivo del movimento operaio o riproposizione idealistica di vecchie idee piccolo borghesi.

Un saluto,

Smirnov

Scusate, ma a che punto siamo?

Operaismo uguale primitivismo, oppure chi sa cosa...Già, quello che volete, ma, caspita, guai ad entrare in quel movimento spontaneo! Quanti operai avete attratto con la solo propaganda e agitazione? Quasi zero, e con quelli “operaisti”? E no sono primitivi, arretrati…Una cosa che non avete capito del movimento, una cosa semplice: non basta e non serve nel modo più assoluto propagandare e agitare il marxismo più autentico, perché gli operai ( quelli della grande industria, ovviamente, e non quelli dispersi nelle piccole e piccolissime fabbrichette italiane, quelli sono out), se ne fregano di quello che dite, ma è quello che fate che più gl’importa! Dovete essere uno di loro, vivere con loro, rischiare con loro. Il ritardo storico del partito rivoluzionario in Italia, è causato dalla mancanza di un movimento operaio di massa della grande industria. L’Italia non è la Germania né gli USA. Cosa manca in queste nazioni? Manca l’avanguardia, distrutta dalla controrivoluzione. In Italia, le cose sono state gestite, nel bene e nel male, dalla piccola borghesia intellettuale e parolaia, tremendamente rivoluzionaria a parole, ma inconcludente nei fatti. Agli operai, traditi, non resta che ricostruire tutto da capo…No? Dimostratelo, allora! Una cosa, la distinzione, all’interno della classe va fatta, i salariati non sono tutti uguali. Questo la classe dominate lo sa benissimo, e manovra le differenze ad arte. Gli operai sono il nocciolo duro del proletariato, il primo ad essere colpito, il primo a muoversi, il primo a subire perdite: l’unico che può interrompere la produzione di merci, di plus valore. Il capitalismo resta, e oggi la crisi finanziaria lo dimostra a tutti, un colossale insieme di merci. Quindi, semiproletariato, sottoproletariato, non possono avere un ruolo attivo e positivo nel movimento, perché sono dei miserabili con mezzi ancora di più miserabili. Ma sono dei ribelli, e allora a qualcuno può sembrare che rappresentino la classe. La rivoluzione del proletariato è una rivoluzione sociale prima che politica, ma proprio perché sociale, è il legame economico che deve essere infranto. Saluti rossi.

usciamo dalla catena di montaggio

Senti LuomoDellaLena, Marx afferma che il motore della trasformazione non e' individuato affatto nella classe operaia, ma nel proletariato nella sua interezza, visto come becchino di tutte le classi, ma nel momento in cui diventa movimento verso la societa' di tipo comunista (grazie al PARTITO che fa proprie le istanze di classe del proletariato, e ne dirige la rivoluzione).

Molliamo questo mitismo operaista, classico della farsa del 68 e dei suoi bidoni storici.

A pugno chiuso

Primo: ci sono diversi operai nella nostra organizzazione. Quindi, innanzitutto, cerca di essere più rispettoso. Secondo: ripetere sempre le stesse cose con un tono peraltro irritante ("quello che non avete capito", "se ne fregano di voi", ecc.) serve solo a chiudere la discussione. La polemica sterile non ci interessa.

Polemica sterile.

Quello che dice Gek è giusto. Soprattutto se è frutto di una incomprensione. Non ho mai sostenuto che “l’operaismo” sia nel giusto nelle sue tesi politiche e organizzative, ho solo detto che esso E’ ED E’ STATO IL RISULTATO, LA REAZIONE ALL’INTERCLASSISMO DI TUTTI I PARTITI COMUNISTI ED SOCIALDEMOCRATICI IN OCCIDENTE, ALL’OPPORTUNISMO, AL RIFORMISMO. Quindi non stupisce questo capovolgimento, improprio, dell’interclassismo nel “monoclassismo frazionista”, cioè la classe sono solo gli operai! Ora se “l’operaismo” è una delle tante etichette che si appongono all’azione politica spontanea della classe e delle sue frazioni al capitalismo, noi dobbiamo intervenire. E’ nostro dovere entrare in questo movimento spontaneo, di ispirazione marxista, confrontarsi con esso. E’ un lavoro difficile, ma va fatto perché se superiamo la loro diffidenza, superiamo anche molte difficoltà nell’approccio con il resto della classe. Una cosa. Non basta citare Marx per avere ragione. Lo scritto, la rivoluzione proletaria è una rivoluzione sociale prima che politica, quindi coinvolge tutta la società e i rapporti tra le classi che costituiscono questa società. Gli operai isolati dal resto del movimento materiale che impone il superamento del capitalismo, che è l’unica fonte reale e motivo per la rivoluzione, è destinato al fallimento, come del resto anche l’azione isolata dell’avanguardia dal resto della classe. Il tutto però è fatto di parti, l’analisi ha bisogno della sintesi, e noi dobbiamo analizzare la classe nelle sue stratificazioni. E’ sbagliato parlare della classe come di un insieme omogeneo di interessi e di esperienze di lotta. Le crisi e l’attuale crisi, colpisce le frazioni della classe in modi ed in tempi diversi. Gli operai della grande industria, hanno una tradizione di lotta diversa e più ricca del resto della classe, un patrimonio secolare che affonda le sue origini nei movimenti politici premarxisti e quindi autonomi, ma anche influenzabili per questo dalla classe dominante. Gli operai della grande industria hanno questo vantaggio storico sul resto del proletariato, sono di primaria importanza per la costituzione del partito rivoluzionario proprio per questo. L’operaismo è anche frutto di questo retaggio storico e culturale. Se è tutto il proletariato a fare la rivoluzione, questo non toglie che saranno gli operai dell’industria i primi a lottare ed essere a capo del movimento. Chi guida tali operai, guida il resto della classe. Saluti rossi.