non sempre no alla violenza

cosa rende illegittima la lotta armata?

Forum: 

Dalle domande frequenti

La lotta armata è una strada valida per combattere il capitalismo? Siete terroristi?

No. Siamo totalmente e irriducibilmente contrari ai metodi di lotta terroristici fondati sull’azione esemplare di poche persone, secondo una pratica priva di alcun senso, perché totalmente estranea alle masse proletarie e alle loro condizioni di vita fatte di privazioni e di fatiche quotidiane. Le pistolettate del terrorismo, spesso occultamente mosse o manipolate dagli stessi apparati statali borghesi, conducono fatalmente a una ritorsione della borghesia proprio contro il mondo del lavoro fornendole su un piatto d’argento l’opportunità di agire repressivamente nei confronti di tutti coloro che si schierano su di un vero terreno di lotta anticapitalista e di accelerare proprio le riforme dirette a peggiorare la vita e il lavoro proletario con il pretesto dell’emergenza terrorista. Questo nella totale passività e nel disorientamento dei lavoratori.

Sono le masse proletarie le protagoniste della storia, sono esse che devono riappropriarsi dell’azione e della difesa dei loro interessi immediati e storici e in mancanza della lotta di classe nessuna pretesa elite può sostituirsi ad esse artificiosamente. Per tutto questo il vero movimento comunista è schierato incondizionatamente contro il terrorismo.

quali prospettive

comprendo le motivazioni, non condividendole appieno, ma la storia insegna che anche se le rivoluzioni (forma e frutto estremo della protesta) non hanno raggiunto tutte le finalita' che si proponevano, e' anche vero che le parole e i pensieri dei saggi non hanno mai reso cambiamenti reali ma solo arrichito la cultura di chi ha avuto interesse a farlo. Oggi il "sistema" e' saldamente ancorato, appoggiato com'e' da interessi che i "loro" mezzi d'informazione fanno credere di tutti. Francamente non nutro alcuna fiducia che qualcosa possa stravolgere le cose a favore dei popoli senza che vi sia una comune lotta che non si limiti a rivendicare nel vuoto cio' che moralmente sarebbe normale, ma lo faccia facendo pesare la sua forza fisica. Certo non saranno pochi uomini a potere cambiare tutto dall'oggi al domani, ma qualcuno dovra' pur cominciare a provare a "svegliare i sensi" o dobbiamo aspettare che si arrivi alla fine di tutto? Dobbiamo, anzi si deve (io non ne sono mai stato capace) cominciare con l'esporre le cose in maniera comprensibile: basta parlare in "politichese" o come se si stesse leggendo il "Capitale"!!! La gente comune non puo' capire linguaggi che il sistema "volutamente" ha reso incomprensibili distraendo le masse col linguaggio della mediocrita'. Scendiamo sulla Terra e cogliamo ogni attimo per aprire gli occhi della gente, se riusciremo a farlo davvero ci sara' una tale esplosione di rabbia verso il "sistema" che non si potra' parlare "spropositamente" di azione terroristica.

la tua rabbia è sacrosanta e genuina ma occorrono un paio di precisazioni flash secondo me:

- aldilà di tutte le critiche preventive, la lotta armata è stata un'esperienza che la ns classe ha già fatto. E si è rivelata disastrosa sotto ogni aspetto, politico , organizzativo, e pure umano direi. Nn ultimo x il fatto che ha "bruciato" parte consistente della "meglio gioventù proletaria" rivoluzionaria una generazione fa.

Riparlarne oggi in un contesto sociale differentissimo è un non senso. ( tralascio sulla sua "legittimità"/"illegititmità" che sono categorie imposte della classe dominante ).

purtroppo nn esistono scorciatoie x "svegliare i sensi" come dici te.

Nel milanese da un pò in quà ci sono lotte molto interessanti nel settore della logistica che meritano rispetto ed attenzione x i contenuti e le forme espresse.

Lavoro vs Capitale, quello è il terreno naturale di scontro, è lì che si può far davvero "male" ai ns avversari di classe...

Ai rivoluzionari serve la tenacia di rimanere ancorati alle lotte che la classe è costretta a fare - e sempre di più farà - avendo l'intelligenza politica sufficiente a trovare i modi e le forme di tradurre senza snaturarli il proprio programma e principi.

ciao

Contro il terrorismo

Una delle tantissime ragioni per cui dichiaro la mia irriducibile ostilità col terrorismo è il fatto che esso, proprio perché teorizza la violenza, mutua l’ideologia borghese, si contrappone alla borghesia sul suo stesso piano; il suo agire, di fatto, propaganda ideologia borghese.

Quale ruolo ha il proletariato nella logica terroristica? Il ruolo miserababile e subalterno della massa di manovra, dei primitivi eccitati dalla violenza e perciò indotti a seguire gli “eroi”.

Considero il terrorismo un nemico del proletariato, un nemico di classe, un nemico da combattere senza esitazioni, e non soltanto perché nella totalità dei casi gran parte dei terroristi sono agenti provocatori, ma anche ammesso che così non fosse, è il terrorismo stesso, di per sé, un agente provocatore. Ammesso che questi imbecilli (scusate, mi è scappato) potessero vincere, quale sarebbe il risultato? Una dittatura terroristica.

Le rivoluzioni non vincono perché sparano: la rivoluzione dei soviet vinse perché convinse a passare dalla sua parte i reparti militari comandati a reprimerla.

Il contenuto di una rivoluzione è l'affermazione della maggioranza su una classe sfruttatrice, dunque l'atto più democratico e civile che si possa concepire. Una rivoluzione propone una società di tipo superiore, più giusta e più civile: non è questione secondaria i mezzi di cui si serve, e se questi mezzi sono barbarie il risultato è barbarie.

Non viene mai menzionato, ma che fine fecero in URSS gli ex capitalisti, gli ufficiali dello Zar, i proprietari fondiari?

Trotskji arruolò nell'Armata Rossa 50 000 ufficiali del''ex esercito zarista, moltissimi dirigenti industriali collaborarono attivamente coi soviet e furono integrati nello stato operaio, molti proprietari fondiari accettarono il nuovo regime. Molti altri emigrarono liberamente, senza ostacoli. La loro persecuzione, quando ci fu, risale al termidoro sovietico, allo stalinismo. Gorkij, che visse a Sorrento fino al 1927, ne incontrò parecchi e sono citati nella sua corrispondenza.

Qual'era lo spirito dei rivolzionari?

Trotskji protesse personalmente dal linciaggio i ministri del deposto governo Kerenskji, gli stessi che lo avevano incarcerato e che volevano fucilarlo. Furono rilasciati sulla parola. Il generale zarista Denikin, sconfitto in campo, fu anch'esso rilasciato sulla parola con la promessa di non combattere più contro la rivoluzione. Bisogna fare moltissima attenzione a non trasformare, mai, l'odio contro lo sfruttamento, ingiustizia, la perversione della borghesia in odio contro le persone. Una rivoluzione chiede giustizia, la impone se è il caso, ma aborre meschine vendette: è l'opposto della logica terroristica.

Capisco, e condivido, l'indignazione dei compagni per i delitti sanguinari della borghesia, ma attenzione: l'uso ragionevole della necessaria energia rivoluzionaria non può trascendere in sentimenti, quali odio e vendetta, che contraddicono il contenuto di civiltà superiore della rivoluzione.

Marx dice che la violenza è la levatrice della storia: ma il compito di una levatrice è quello di salvare bambino e madre, anche se il parto è doloroso. Una levatrice malaccorta rischia di uccidere entrambi.

D'accordo su tutto, fuorché una cosa: "nella totalità dei casi gran parte dei terroristi sono agenti provocatori..." In realtà, nella secolare lotta degli oppressi contro gli oppressori, molti compagni hanno fatto la scelta della lotta armata assolutamente in buona fede. Ciò non toglie che sul piano politico e spesso anche sul piano etico (un abisso di barbarie fu toccato ad esempio quando le BR assassinarono il fratello di Patrizio Peci, manco fossero la mafia) il terrorismo è lontano anni luce dalla pratica rivoluzionaria, è controproducente ed è quasi sempre finito nelle mani di agenti provocatori.

concordo sull'impianto genrale del tuo intervento: i mezzi devono essere coerenti coi fini, altrimenti nn si va nella direzione voluta, anzi..

una considerazione però: il fatto che Trotsky sia stato costretto a reintegrare gli specialisti militari del vecchio esercito è stato frutto + di costrizione dovuta alle necesità impellenti di vincere una guerra civile sulla cui vittoria nn avrebbe scommesso neppure il + pazzo degli scommettitori che nn libera scelta dettata dalle giuste considerazioni che fai te Bogdanov...

( e x questo furono reintrodotti anche i gradi ed i saluti militari ed accantonato il principio x cui i soldati eleggevano i propri ufficiali ). Accanto ad essi, di cui i bolscevichi nn si fidavano assolutamente, infatti posero i Commissari x vigilarne l'operato.

A questo proposito di consiglio di leggere quì sul sito l'articolo "1921: l'inizio della controrivoluzione". Essendo costretto a farsi Stato in una situazione internazionale ostile e sfavorevole, il Partito Bolscevico pose le basi del suo snaturamento.

Come ricorda anche V.Serge con cui sono d'accordo uno dei limiti dell'Ottobre consistette proprio nel fatto che, nonostante i cadaveri della famiglia reale, erano stati troppo "teneri" coi loro nemici ( generali bianchi e latifondisti ) i quali furono lasciati andare via "sulla parola"....pronti, una volta al sicuro, ad organizzare un' estenuante guerra civile x conto della borghesie occidentali e giapponese. La quale guerra civile pose le basi poi per il probabilmente inevitabile "rinculo" verso la Nep in cui socialmente dominanti divennero proprio quegli strati sociali da te citati, che nel frattempo spesso si erano iscritti al Partito.

Saluti

p.s.

la critica alla pratiche lottarmatiste, specie quelle italiche ( non potendo analizzare un fenomeno ampissimo che parte già dalla separazione Marx-Bakunin se nn prima ) secondo me dovrebbe partire dal fatto che i loro riferimenti politici erano espressamente il Mito della Resistenza Tradita/incompiuta, le lotte di liberazione nazionale dei popoli oppressi ( dal Che, ai Tupamaros, a Ho Chi Minh, a Mandelal la Palestina Rossa ecc...), Il Contropotere sul territorio ecc ecc.

LA 3° internazionale stalinizzata x gli uni ( Br) , lo spontaneismo armato per gli altri ( PL & Co. ).

più che sull'aspetto superficiale "sanguinolento" - 20 anni di pratica lottarmatista in italia hanno prodotto un numero di morti pari a quelli che il serial killer chiamato "produzione del plusvalore" provoca in meno di un mese qualsiasi, anche in tempi di cig come questi... giusto x fare un pò di contabilità macabra.

tanto x dire: nei 5 anni successivi ai 20 mila licenziamenti dell'autunno '80 in fiat l'Asl di torino recensì ben 200 SUICIDI tra i cassintegrati della cintura torinese espulsi dal lavoro. Oltre a migliaia di "patologie invalidanti" nelle loro famiglie tipiche di quelle situazioni come droga, alcolismo, depressione ecc..

ciao

Giuste anche le precisazioni di No Nick. Aggiungo che, se dovesse un giorno scoppiare la rivoluzione proletaria, il problema dell'uso della forza si porrebbe immediatamente e nulla avrebbe a che fare con la lotta armata di stampo terroristico.

Pensate all'Italia: prima ancora che l'esercito (ossia i reparti dell'esercito che rimarranno fedeli alla borghesia, e non saranno pochi visto che non c'è più neanche la leva obbligatoria) ti sparerebbe addosso la mafia, la camorra, la 'ndrangheta.. ossia la borghesia criminale che è già - qui e ora - armata fino ai denti. E pensate a tutti quei servizi segreti "deviati" e mai smantellati che hanno riempito l'Italia di bombe per quindici anni (1969-84) insieme alla manovalanza nazi-fascista, sempre pronta a entrare in azione per spargere in abbondanza sangue comunista... è scontato che la rivoluzione, i Consigli, le fabbriche, le piazze, in qualche modo si dovranno difendere.

Rivoluzione significa guardie rosse, altro che terrorismo.

Ben detto

Molto opportune e giuste le considerazioni dei compagni.

Le rivoluzioni sono sempre state descritte come eventi sanguinari; è un falso. In sè la rivoluzione è un evento democratico; il fatto è che le rivoluzioni hanno però sempre dovuto difendersi dalle aggressioni di rivincita delle classi al potere e ciò comporta lotta e violenza.

Il Tribunale del Terrore fu istituito in Francia quando le potenze europee si coalizzarono per aggredire la Rivoluzione Francese. Il danaro inglese operava corruzioni (Danton ricevette dal governo britannico circa 70 000 franchi-oro, una cifra immensa) e non pochi degenerati approfittavano delle circostanze per abusare di tutto.

Una volta volevo conoscere il caso di Lavoiser e studiai tutta la documentazione del Tribunale del Terrore. Lavoiser, detto in breve, fu il fondatore della chimica moderna ma aveva speculato sugli assegnati insieme a due lestofanti, i fratelli Perregroux.

Vi furono abusi ed esagerazioni, ma in totale le condanne irrogate da quel tribunale furono poco più di 2000, a stragrande maggioranza speculatori, generali che avevano deliberatamente mandato a distruzione i loro reparti, profittatori di regime, cospiratori sanguinari, compreso Luigi XVI e sua moglie. La Francia aveva alle porte gli eserciti europei, questo era lo sfondo del momento e, singolarmente, i moderati del Comitato di Salute Pubblica, che di fatto dirigeva il Tribunale, erano Robespierre e Saint Just, che frenavano i sanguinari come Couton, Billaud-Verenne, Collot d'Erbois e Lazzaro Carnot. Ma fino a quel momento la Rivoluzione non ebbe bisogno di condanne. Gli abusi e gli eccidi furono commessi a Nantes ed altrove da coloro che poi diedero vita al termidoro e si ritrovarono in posizioni di potere con il Direttorio e con Napoleone. Accadde la stessa cosa con la rivoluzione inglese di Cromwell. Sconfitto in parlamento il re Giacomo I, sostenuto dalle monarchie europee, armò un esercito mercenario. Ma fino a quel momento non ci fu bisogno di violenza. Non viene mai detto che il Tribunale del Terrore decretò almeno un numero doppio di assoluzioni.

Durante la presa del Palazzo d'Inverno nel 1917, vi furono qualche decina di morti, tra i Cadetti dell'Accademia Militare ed il Reggimento Femminile e circa 20 operai (relazione ufficiale al Soviet di Antonoov-Ovoscenko).

Non è mai la rivoluzione che sceglie la violenza, ma esiste pure il diritto di difendersi, nella necessità e nei limiti di ciò che è giusto.

se leggi la rivoluzione russa di trotski vedi che i morti della rivoluzione potevano essere anche di meno , l' assalto all' accademia fu gestito male da un punto di vista militare