la borghesia non può capire

Napolitano: "bisogna capire le cause del disastro". Io invece dico che bisogna capire le cause per cui Napolitano fa finta di non capire! Napolitano svegliati!

Forum: 

I nostri statisti sanno perfettamente tutto quello che c'è da sapere ma sono fortemente interessati a far si che non lo capiamo noi. Le lacrime da coccodrillo di tanti fanno vomitare. La manutenzione non viene fatta perchè rende poco ai padroni. Meglio aspettare il disastro e specularci sopra. Meglio prepararlo seminando cemento ovunque così incassano due volte. Magari incendiando la vegetazione il disastro viene meglio, investi un minimo ed incassi tantissimo. Gli immobiliaristi dopo i 309 morti del terremoto in Abruzzo brindavano entusiasti; tante commesse oltre tutto da non completare e pagate cinque volte tanto. E per le altre ditte niente tasse per anni! Noi crepiamo e viviamo in un ambiente sempre più deteriorato. Problemi nostri, accontentiamo del discorsetto-

Due poli opposti ma intimamente legati tra loro generano delle crisi, che si trascinano fino a sfociare in un conflitto anche cruento. Cito a memoria una frase di Marx che si adatta bene sia ai disastri "naturali" che a quelli capitalistici. La cecità dei governanti è il risultato della corruzione generata dal sistema e nulla ti puoi aspettare da chi "ruba" per mestiere, corrotto fino alle ossa.

A vasco. Ho lasciato un commento su "Roma...il 15.." su di un articolo sulla crisi. Vorrei solo, brevissimamente, verificare la mia osservazione.

thank...

L'altro polo è la classe operaia. L'abbandono del territorio ormai privo di rendita da parte dei contadini, lasciandolo inutilizzato in balia dei fenomeni naturali, genera poi gli "imprevedibili disastri". Verrebbe da dire che persino la terra si ribella , ma questo è impossibile.. Il problema viene girato alla magistratura "chi doveva fare cosa?" Da qui un "colpevole" (forse), una sentenza sventolata sotto il muso dell'opinione pubblica e ripresa dai "migliori" pennivendoli di sx e dx, che finalmente ci dicono cosa c'è sotto sotto, "la verità ultima novità"..

Ciao

I disastri sono prevedibili e desiderati. Gli incendi sono dolosi tanto è vero che più di una volta vigili del fuoco sono stati presi a fucilate. Evidentemente chi li ha appiccati non aveva gli agganci giusti per fare in modo che non intervenissero o lo facessero con estremo ritardo. I disastri naturali lo sono ben poco e fungono da vera manna per l'economia capitalista. dire speculatpori ha poco senso come dividere economia legale dall'illegale. Sono sofismi da giurisprudenti la realtà concreta racconta una storia differente. Disastri per noi occasioni per loro come la guerra.I libici na cretare la Total ad incassare.

Capiscano o non capiscano, non salverà la borghesia dal baratro. A decine di grandi professoroni borghesi si scaldano in tv, ognuno con la sua ricetta miracolosa e ognuno genio inascoltato.

Avevano detto che il libero mercato avrebbe sistemato ogni cosa; ci siamo buscati la crisi del 29. Avevano detto che le crisi sono solo finanziarie, irrazionali; abbiamo tassi di interesse che schizzano in alto, con la consapevolezza ferrea che il problema è la produzione reale, ormai morente.

Non sanno più cosa dirci, stanno cercando di aggrapparsi alla questione di credibilità politica, ma presto sarà evidente a chiunque che il problema è al di fuori delle politiche nazionali.

Prima o poi gli stati crolleranno, e non saranno le loro parole a salvarli dal baratro.

Quello della credibilità è semplicemente il velo con cui il PD giustifica il suo desiderio di poltrone. Proclama ad alta voce di non avere niente di differente dal PDL da proporre e cerca di far passare questa idea: le cose vanno male perchè non meglio definiti mercati speculano. E speculano perchè Berluscono non è credibile. Credibile per cosa? L'ennesima formuletta senza sostanza. Se date a noi le poltrone i merrcati si fideranno e tutto andrà bene. I padroni però vogliono ben altro: fine pensioni, librtà di licenziamento, stipendi risibili, niente stato sociale, tasse alte a noi e niente tasse a loro. Con il corollario: distruzione del territorio e guerra se conveniente. I politicanti hanno paura di perdere voti indi vogliono un governo tecnico, ossia loro ma formalmente di nessuno per non prendersi responsabilità. IL PD ha paura elezioni, la Lega vuole tornare a cialare di secessioni e riacquistare voti. La Lega se insorgesse (ridere) dovrebbe essere repressa dal min. Maroni capodella Lega! Del resto il gruppo Marcegaglia è formalmente indagato; da chi? da quei ministri che servili gli ancheggiano dietro! La democrazia si svela per quello che è, una menzogna

Vi giro pari pari una discuss. per mail tra amici in forza alla sx ufficiale, che parla appunto di mascherata.

BERLUSCONI SI DIMETTERA' DOPO AVER REDATTO UN PIANO DI

STABILITA'..

Con sincerità A.....o anche io ieri sera non capivo...mi chiedevo ma se

non ha la maggioranza perchè dobbiamo accettare questa riforma votata

da chi non ci rappresenta?

Poi ho capito meglio che l'inghippo sta in quanto è successo

ieri...quando ci sono state le votazioni i suoi 308 hanno votato sì.

Gli altri (321 mi sembra) non hanno votato...ma non hanno votato

nemmeno no, per cui la camera ha approvato: capito?

Se avessero votato no non sarebbe passato, ma non avendo votato hanno

fatto passare quello che gli altri hanno votato.

Ora chiaramente deve andare ancora al Senato, dove però la maggioranza

teoricamente Berlusconi ce l'ha ancora quindi salvo rivoluzioni

passerà anche lì.

Capito l'arcano?

Siamo governati da una massa di bla bla...

Isa

<>

> ...non capisco...

>

> ... dei politici responsabili non possono pensare di far "redigere" ed

> "approvare" un Piano di Stabilita' di cose "importanti" a gente come

> Berlusconi, Brunetta , Bossi... no?????

> Non sarebbe meglio far cadere il tutto???

> E' come se dopo avere contatto l'Aids da un venditore di cianfrusaglie, io

> mi

> affidassi a lui per la cura...

<>

Proletari di tutti i paesi unitevi!

Saluti

Il Berluska se ne deve andare perché ai padroni non serve più, e noi passeremo dalla padella alla brace: governi tecnici e di "salveza nazionale", rigore, austerity... tutte queste parole "responsabili" significano tagli alle pensioni, ai salari, alla spesa sociale, e probabilmente la Triplice non farà più nemmeno lo sciopero generale che aveva minacciato.

Dall'altra parte gli anti-berluscones in cabina di regia dimostreranno una volta per tutte che il problema per i lavoratori non è mandare questo o quel politico alo governo, ma iniziare a reagire sui luoghi di lavoro scioperando oltre i limiti sindacali, picchettando i cancelli, bloccando il movimento merci, occupando le strade, le piazze...

Ripartiamo dall'autorganizzazione delle lotte e cerchiamo di rafforzare l'avanguardia rivoluzionaria.

E' tempo che tutti i comunisti scoprano (o riscoprano) l'impegno.

Se non ora quando?

Le cose sono molto complesse. I comunisti non hanno mai smesso di impegnarsi, ma non è colpa nostra se le masse non insorgono. Chi pensa che se la borghesia sta ancora impiedi la colpa è dei comunisti che non sono ancora riusciti a inculcare nella testa dei proletari il "giusto", è a mio avviso un idealista; uno che crede che le rivoluzioni sono generate dalle idee che qualcuno sa ficcare nella testa della gente.

Esistono sempre degli individui più capaci, colti e abili di altri. I comunisti sono proletari con queste qualità in campo politico; ma un conto sono le persone, un conto è il Partito Comunista come organizzazione d'avanguardia della lotta di classe. Questa non è una di quelle cose che si costruisce con l'impegno di noi volenterosi, non è una chiesa. L'avanguardia come uomini esiste sempre, come organizzazione esiste solo in determinate fasi. Il Partito Comunista si organizzerà in modo efficiente solo quando la classe operaia saprà darsi questa organizzazione nelle sue lotte; esso emerge, non si impone né si introduce.

La domanda è capire come e quando, e non so fino a che punto si possa dare risposta. Quello che conta è che noi dobbiamo andare avanti comunque, continuare a studiare questo sistema con i suoi punti deboli. Noi siamo l'avanguardia e lo saremo sempre fintanto che esiste la società divisa in classi, anche nei momenti più controrivoluzionari.

Le cose sono molto complesse, e anche molto semplici. Per abbattere la borghesia e il suo regime sociale occorre la mobilitazione del proletariato, e occorre anche che cia sia un Partito rivoluzionario forte e ben radicato nella classe, che sia in grado di guidare il conflitto sul terreno dell'anti-capitalismo e dell'edificazione del comunismo.

Per il momento manca sia l'una che l'altra cosa.

Ci sono comunisti che si impegnano nella militanza, e altri che invece, per vari motivi (scoramento, disillusione, isolamento, ecc.) hanno abbandonato il campo. Se tornassero a impegnarsi attivamente sarebbe senz'altro un fatto positivo, soprattutto ora che la crisi economica ci offre - e offrirà ancor più nel futuro - molte opportunità di intervento.

Non c'è "colpa", c'è solo il dato di fatto di questo ritardo sia dell'avanguardia rivoluzionaria sia della risposta del proletariato alle ripetute aggressioni padronali.

Noi di Battaglia di Comunista non pensiamo affatto che il Partito nascerà solo quando i proletari sapranno dargli forma attraverso le lotte, e questo è precisamente uno dei motivi che ci divide da un'altra corrente politica del campo internazionalista, la CCI, ed è anche uno dei motivi per cui nel '52 avvenne la scissione fra noi e i bordighisti. Questi ultimi infatti ritenevano che in una fase controrivoluzionaria (il dopoguerra) il partito dovesse trasformarsi in una sorta di "centro studi" in attesa di tempi migliori, mentre noi abbiamo sempre pensato che in qualunque fase del capitalismo i comunisti devono cercare di unirsi in Partito perché la lotta di classe, fra alti e bassi, non scompare mai, ed essendo il Partito innanzitutto uno strumento di battaglia (sia politico che ideologico) in questa lotta non deve mancare mai.

Gek ha ragione! Due cose emergono dai fatti odierni; la situazione è così grave che la farsa della democrazia non può essere recitata a dovere ma subisce un taglio. I nostri "statisti" hanno trovato la formuletta giusta, o così pensano. I mercati vogliono Monti e gli va dato. Questo è essere responsabili. E la volontà popolare? Circolare prego. Il governo tecnico, ossia di tutti i partiti Lega e IDV inclusi, fingendosi anonimo farà quello che imbarazza dichiarare, ci lascerà in mutande. Con le spalle al muro e le tasche svuotate forse qualcuno aprirà gli occhi. Non perdiamoci in cervelloticismi ma lavoriamo con metodo. Il lavoro ha pagato anche venti o trenta anni fa quando sembrava tutto inutile, ha permesso ad un embrione di organizzazione di esistere e adesso, in condizioni migliori, di svilupparsi

@Gek; io non sono affatto d'accordo che per abbattere la borghesia "basti" una mobilitazione del proletariato, fosse anche di miliardi di persone. Questa è una concezione anti-materialista poiché si basa sulla lotta di classe come fattore di volontà soggettiva, possibile in ogni tempo e luogo grazie alla militanza; io invece ritengo che un modo di produzione muore perché le suo contraddizioni lo indeboliscono così tanto da far emergere definitivamente la nuova società. Sintetizzando: se i romani hanno perduto il loro impero non è certo perché i loro nemici di classe si sono mobilitati ad un certo punto, ma solo perché il loro potere si era indebolito a tal punto da fare in modo che l'emergente classe antagonista potesse sconfiggerli.

Mi scuso per quella che può sembrare presunzione, ma credo che dopo tutti questi anni non siano più ammissibili concezioni soggettiviste di questo tipo: lo vediamo in Siria e lo abbiamo visto anche in Libia e in mille altre occasioni. Per quanto il popolo si mobilita, anche con le armi, lo Stato lo soffoca sempre nel sangue, se ha la potenza per farlo (cioè sempre, fino a che il sistema degli stati non crolla).

Pensare di aspettare che il sistema degli stati crolli da se, non è una visione materialistica, è una visione.... Il proletariato non avrà sconti da nessuno e su niente, se non parti dal presupposto che il momento buono è in arrivo, addio lotta di classe.

Cosi si delinea il tradimento della classe da parte del partito, al momento buono... si fanno compromessi!

Nuovi rapporti sociali, scaturiti da un nuovo modo di produrre, che soppianti il capitalismo, dovranno essere per forza quelli comunisti, basta guardarsi intorno: il pianeta stesso non puo piu reggere.

Se non ora quando?

Saluti

Funziona così; normalmente il proletariato delle principali metropoli imperialiste stenta ma riesce più o meno a campare, mentre altrove crepa di fame o per malattie risibili sconfitte dalla medicina decenni orsono. Queste nazioni si danno veste "democratica" ossia travestono in varie maniere la dittatura dei padroni e usano politici che seminano illusioni. Gli sfruttati si lasciano sfruttare per paura o convinzione. Si cerca di evitare la repressione di massa aperta preferendo metodi più subdoli. I comunisti sono pochi, l'avanguardia, e cercano di rimanere compatti per poter avere un ruolo quando si arriva all'altra fase. I padroni ed il loro capitalismo non sono in grado di fornire nemmeno gli spiccioli e per non soccombere iniziano le rivolte, sia propriamente dette sia di altro genere (fiscali per es.). Le precedenti istituzioni possono saltare allora è necessario forni obbiettivi alternativi a quelli capitali ,al contrario il nuovo finisce per accartocciarsi su se stesso e riprorre il capitalismo. Senza grosse crisi è impossibile che nascano movimenti di massa.

@ Daniel

infatti ho detto che occorre sia la mobilitazione del proletariato che la presenza di un forte partito rivoluzionario: l'elemento oggettivo e quello soggettivo. Entrambe sono condizioni necessarie ma non sufficienti.

Altro che concezioni soggettiviste.

Gli esempi che riporti (Siria, Libia, ecc.) sono l'esatta dimostrazione che in mancanza di una guida politica anticapitalista possono scoppiare tutte le rivolte di questo mondo ma alla fine tutto torna come prima o peggio. In Egitto, ad esempio, ora al potere c'è l'esercito.

Ma possiamo andare anche più indietro, all'occupazione delle fabbriche del 1920, alla rivolta spartachista del 1918/19... brucianti sconfitte detrminate dalla mancanza del partito nel primo caso, e dalla nascita del partito in estremo ritardo nel secondo, quando i proletari erano già nelle strade a fronteggiare con le armi i corpi franchi... e i comunisti a congresso.

Cerchiamo di non commettere gli stessi errori. Sempre più valide le parole di Onorato Damen secondo cui "ogni rivolta si esaurisce nel sistema, se manca il partito rivoluzionario".

@GC: Io non ho detto che gli stati crolleranno da se. Quello che sostengo è che non può sorgere una società nuova se prima quella vecchia non entra in un declino irreversibile, tanto da rendere il potere politico di cui si serve non più in grado di dominare. E il declino irreversibile non è dato né da fattori culturali né dal fatto che le masse "stanno male", ma solo ed esclusivamente da fattori economici: la sovrastruttura politica non riesce più a dominare le altre classi perché non ha più la potenza economica necessaria. Questo è materialismo, altro che visioni. Questa è la concezione della storia (classista) come prodotto del conflitto tra classi antagoniste, che implica l'emergere di una classe come dominante SE E SOLO SE abbia acquistato una forza preponderante rispetto alla vecchia classe dominante. E la forza non si immagina, o si ha o non si ha; e la si ha solo con i mezzi.

Quindi è ovvio che un potere politico in declino rimarrà dominante se nessuno lo contrasta. Ma in questo conflitto di classe permanente, la classe emergente avrà possibilità di prendere il potere solo se il vecchio potere è in declino. E' impossibile e utopistico immaginarci la possibilità di una rivoluzione borghese nel '400 o nel '500; eppure anche allora gli interessi della nascente classe borghese erano in nettissimo contrasto con la società feudale. Ma essa non aveva ancora i mezzi per sottomettere l'aristocrazia, e d'altra parte l'aristocrazia aveva ancora i mezzi per poter comandare gli eserciti.

E sul fatto degli sconti, non vedo cosa centra col mio discorso. La mia è una concezione totalmente conflittuale.

Il pianeta può reggere o no, non è questo che farà mollare la borghesia. Essa deve essere impossibilitata a perpetrare il suo dominio e, contemporaneamente, un altra forza deve volere e potere prendere il suo posto come classe dominante.

@vasco: i veleni social-democratici contribuiscono certamente a deviare il proletariato verso forme di lotta sterili, ma io non penso che i proletari "si lasciano sfruttare per paura o convinzione". La storia ci ha fatto vedere che i proletari sono stati schiacciati anche quando non erano per niente convinti o impauriti (vedi la fase controrivoluzionaria degli anni 20 e 30): basta che la borghesia sia sufficientemente forte, se c'è la necessità utilizza qualsiasi mezzo, anche il fascismo.

@Gek: non sono per niente d'accordo con la tua posizione e, soprattutto, con la tua metodologia: cercare di spiegare dei fatti partendo da cose che andrebbero spiegate anche quelle. A parte il fatto che non ritengo il partito come un elemento soggettivo, dire che per una rivoluzione occorre la mobilitazione delle masse + il partito, è quasi una banalità. E la mobilitazione delle masse e il partito come le spieghi? Sembrano punti di partenza ma è più che ovvio che in realtà sono punti di arrivo, per certi versi.

Andiamo Gek, non è per quello che nel mondo arabo è andata così. Quelle rivolte sono importanti, ma non si sono mai poste un vero obiettivo anticapitalista (e non avrebbero potuto, visto un certo isolamente internazionale) di immediata realizzazione. Il Partito non c'è stato proprio a dimostrazione del fatto che esso emerge dalle lotte del proletariato mondiale, secondo le forme che in quel momento prevalgono. Questo partito va costituendosi, lentamente, nella sperimentazione di forme di potere popolare ancora molto timide; ma questo è, oltretutto, ciò che ci viene raccontanto da chi si prende la briga di andare là a discuter e a partecipare ai meeting delle avanguardie popolari. Cerchiamo di capirci: nessun partito avrebbe potuto permettere alla Tunisia o all'Egitto di liberarsi dal capitalismo.

E nel giusto esempio che citi (ad esempio il biennio rosso) dai proprio conferma alla mia concezione; e rilancio anche, con la situazione della Russia rivoluzionaria. La il partito c'era eccome, tant'è che militarmente la rivoluzione l'ha vinta. Peccato che il capitalismo era tutt'altro che moribondo e ha fornito i mezzi agli stati di tutto il mondo per massacrare ogni tentativo di insurrezione; isolata e costantemente sotto attacco, la Russia di Lenin non ha potuto far altro che piegarsi al capitalismo. Pur essendoci stato un partito rivoluzionario indubbiamene forte e prestigioso tra le masse.

Sulle parole che hai citato, io continuo a vederci una visione assolutamente politicista della lotta di classe, con il primato della politica (intesa come militanza politica) sulle leggi dell'economia. E in ultima istanza, nemmeno una spiegazione del Partito.

Ciao

Daniel. La forza ce l'abbiamo, non siamo forse il 99%? In un contesto rivoluzionario "attivo" i mezzi, che sono tutti borghesi, vanno sottratti alla borghesia, l'esercito se si schiera contro la borghesia, bene, altrimenti, convengo, è un pò dura.

Il "declino irreversibile": esistono già gli elementi materiali in cui l'idea del comunismo si forma, il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o sono in formazione. Lo spiraglio aperto dalla crisi (o dalle crisi, ricorrenti nella storia), sarà sufficente? Forse...

In entrambe i casi l'esistenza di un partito di classe mi sembra il minimo. L'avvento della classe operaia e della sua dittatura, non portano in sé gli interessi economici che caratterizzano invece le rivolte borghesi e che costituiscono un impulso notevole e "naturale" questo si.

Da ora mi limito solo piu a leggere....

Saluti

@ Daniel

che non siamo d'accordo sul rapporto partito-classe è evidente, ma poco male, i forum servono appunto per il confronto.

Spiegare la nostra concezione - assolutamente materialistica - del rapporto partito-classe sul forum richiederebbe molto spazio, perciò rimando ai numerosi lavori sull'argomento presenti sul sito fra cui: leftcom.org

Riguardo alle rivolte del Nord Africa non so se la presenza di un forte partito comunista sarebbe riuscito a portare i movimenti di protesta su un terreno rivoluzionario, ma di sicuro avrebbe permesso a questo partito di sedimentarsi nella classe così come per i bolscevichi è stato il 1905, indispensabile anticamera del 1917. E questo vale anche per la classe, visto che è nel '05 che nacquero i soviet.

Stesso discorso vale per l'Argentina del 2001/2002: grandi mobilitazioni, occupazioni delle fabbriche, espropriazione delle merci, fase oggettivamente preinsurrezionale... ma niente partito, e tutto rientra nei ranghi.

I ritmi della crisi non li dettano i comunisti, e il nostro compito non può certo essere quello di aspettare chissà quale congiuntura astrale che muova le masse, ma darci da fare qui e ora, con le forze che abbiamo. E' una "banalità" fondamentale, senza la quale essere comunisti è solo una dichiarazione d'intenti.

In realtà tutto è chiaro e da tempo. Usualmente il proletariato fa proprio questo; si lascia sfruttare per paura di rappresaglie individuali e generali, oppure finisce col credere che il capitale sia realmente l'unica prospettiva possibile, il migliore dei mondi magari ulteriormente perfezionabile grazie alla famigerata democrazia. Arriva un momento, però, in cui la scodella è vuota e il tetto in testa incerto, indi si iniziano a crepare le certezze e la rabbia batte la paura. La disperazione di un singolo, un ambulante senza licenza che si da fuoco, fa esplodere la rabbia. Purtroppo una volta battuto un sistema si deve essere in grado di sostituirlo in caso contrario si torna prima o poi al vecchio. Il partito raccogliendo secoli di teoria e pratica comunista è in grado di fornire un obbiettivo, il comunismo. Il partito deve essere preesistente, è formato da persone che anche quando tutto indica il contrario hanno avuto prima la curiosità intellettuale di studiare la realtà, poi il coraggio di sfidarla. Questi che arrivano alla consapevolezza prima degli altri sono l'avanguardia. Si coalizzano e formano il partito. Sono da base a chi viene dopo quando i fatti incalzano. Per stimolare riflessioni ed atteggiamenti reattivi ai padroni (magari sul posto di lavoro) è necessario propagandare le nostre idee. E' necessario testimoniarle essendo di esempio davanti protervia padroni e scagnozzi. E' necessario spiegare i perchè delle cose in alternativa alle balle degli intellettualoidi di partito. Ora e sempre l'apatia è sbagliata. Ma sopratutto ora che fioriscono segnali incoraggianti indugiare in cervelloticismi astrusi sarebbe un crimine

Ricordo un bordighista, anni fa, ieratico e spocchioso nel suo affabulare, in realtà non era in grado con i suoi sofismi, mi accusava di essere un vile movimentista indi soggettivista e parolaio, di spiegare perchè nonostante tutto esistevo. In realtà nemmeno lui, a prenderlo alla lettera, avrebbe dovuto esistere

Mancano sempre in tutti i forum i commenti di dx. Forse e quello che ci spinge a "precisazioni" cervellotiche tra noi e fuori dalle sedi giuste.

La borghesia capisce molte cose, il caso Claps nè è la più evidente delle conferme. Un rampollo della borghesia lucana fortemente disturbato, prova piacere nell'uccidere donne sconosciute, assassina nel duomo di Potenza la fidanzata e ivi nasconde il cadavere con l'aiuto del parroco. Viene scoperto in dodici ore ma le protezioni di cui gode i di cui gode il clero fanno in modo che gli inquirenti perseguano la famiglia della vittima e proteggano colui che è universalmente noto come l'assassino. I Claps subiscono prevaricazioni, insulti ed aggressioni. Il nostro trasferitosi in Inghilterra uccide ancora Ethel Barnett e un'altra ragazza. Probabilmente uccide anche Erika Ansermin ad Aosta. Le menzogne di poliziotti, preti e giudici, questi regolarmente corrotti a suon di mazzette, si infrangono sul ritrovamento casuale del corpo. Reazione immediata, gli scopritori, dei muratori, e due donne delle polizie subiscono tentativi di subornazione perchè si accusino. Tesi ridicola accettabile solo dai prezzolati dei padroni. Danilo Restivo sconta oggi un ergastolo in Inghilterra. L'ovvio aleggia su tutta la vicenda, il proletariato esiste in funzione dei padroni, se per loro è divertente uccidere dobbiamo offrirci senza recriminare. Ma sopratutto in silenzio, l'ipocrisia dello stato di diritto, della legge uguale per tutti, della democrazia deve essere preservato. I Restivo covano livore, schiavi in rivolta che si approfittano della bontà dei padroni. Se davvero la nostra volontà avesse dei limiti, dove finirebbe la libertà nostra di fare a gli altri qualunque cosa ci faccia comodo? Non i giudici mazzettari ma la RIVOLUZIONE farà giustizia

Chiamiamoli con il loro nome, fascisti! Alla faccia di chi crede e vive nella speranza di un ritorno: ci stiamo gia' nel fascismo! Nell'intima convinzione che le cose peggiorino sempre più, la paura gioca un ruolo importante e schierarsi a destra, per un proletario o uno studente o un disoccupato ( per la grande borghesia e' solo uno strumento utile il fascismo ), vuol dire stare con "il più forte" e paradossalmente garantirsi un futuro... leccando il culo a chi ti bastona! Proletari unitevi!

Hanno riesumato il luogo comune del tedesco cattivo per coprire con un velo la realtà dell'attuale lotta all'interno della zona euro. Un esempio: la Grecia è di moda tanto da scomodare la guerra mondiale. Gli italiani nel 40 - 41 hanno ucciso in combattimento 14.000 soldati greci, i tedeschi 200. Gli italiani 1.000 civili con bombardamenti strategici, concetto inventato dall'italiano Giulio Dohuet, i tedeschi 0. Concludendo in 18 mesi di occupazione italo - tedesca sono morti di FAME 34.000 civili greci