Sicilia e movimento dei forconi, cosa ne pensate?

Volevo sapere cosa ne pensate del movimento dei forconi che è sorto in sicilia bloccando snodi stradali e navali come forma di protesta verso l' aggravarsi della crisi economica , come si può inquadrare questo movimento ? Grazie a chi vorrà dare un suo contributo.

Saluti proletari

Forum: 

Da quello che si riesce a capire, si tratta di un movimento che parte della piccola borghesia impoverita (autotrasportatori, piccoli contadini proprietari) ma che potrebbe coinvolgere anche altri settori della società in via di proletarizzazione.

La destra militante, ben radicata nel Sud e nei settori in rivolta, approfitta dell'assenza della sinistra di classe e cerca di averne la direzione, ma guai a confondere il disagio sociale vero con chi lo sta cavalcando politicamente in funzione reazionaria.

Il rischio è lo stesso della rivolta di Reggio del 1970: grande malessere sociale, sinistra di classe assente, il neofascismo ne approfitta.

Chi pensa che in Italia la lotta di classe possa riprendere in modo significativo senza l'apporto delle regioni meridionali, ha fatto male i conti.

Se la classe operaia non saprà coinvolgere nella lotta la massa crescente di diseredati meridionali, questi andranno a ingrossare le fila della reazione anticomunista.

Ben detto, Gek. Paradossalmente, la tua breve risposta è forse l'analisi più approfondita sulla composizione di classe dei "forconi" che si trova in rete... :-) Esempio: sicilialibertaria.it

Le profonde infiltrazioni fasciste sono un problema. Ma un problema abbastanza naturale, data la composizione sociale piccolo-borghese dei primi manifestanti.

Il ruolo dei comunisti non è accodarsi ai movimenti proletari, ma dirigerli e indirizzarli verso una vera rivoluzione sociale. Questo movimento in realtà non è fondamentalmente proletario. Così pare anche a me. Ma coinvolge e attira l'attenzione di fasce proletarie, soprattutto tra i braccianti e i giovani. Queste non vanno lasciate allo sbando, anzi dovrebbero essere loro il motore di una protesta radicale. Nei giorni scorsi ci sono state importanti proteste degli operai di Termini Imerese e della Fincantieri a Palermo (ancora ingabbiate dai sindacati). E' da lì che bisogna partire.

Una breve rassegna di articoli sull'argomento:

infoaut.org

confederazione.usb.it

jacobfoggia.tumblr.com

violapost.wordpress.com

Un dato saliente: la crisi inizia a pesare in modo consistente su parti del cetomedio, scatenandone la reazione: movimento dei forconi, tassisti, ecc., ecc. Ovviamente il ceto medio reagisce da ceto medio: rifiuto di una connotazione classista, in difesa del prorpio essere ceto medio. In alcuni casi reagiscono contro un processo di proletarizzazione già in atto, in altri casi reagiscono per mantenere in vita la propria posizione nella società, ovvero contro la possibilità che il tenore di vita venga fortemente intaccato.

Non deve sopprenderci se, visto il livello ancora molto basso della lotta di classe, queste reazioni guidate dal ceto medio attirino anche la rabbia di molti proletari, in particolare giovani; in Sicilia - per esempio - sembra che molti studenti stiano partecipando alle proteste e non sono tutti piccolo borghesi credo... Il basso livello della lotta di classe potrebbe insomma innescare un processo inverso: anzichè un movimento di classe che attiri anche l'attenzione del ceto medio, una reazione da ceto medio, interclassista, che attiri anche l'attenzione di settori del proletariato.

Il compito dei comunisti è quello indicato, secondo me, da Gek e Mic: intervenire in queste situazione ribadendo la natura classista del capitalismo, la centralità del proletariato in un processo ditrasformazione della società, la necessità storica del comunismo. Intervenire insomma per fare chiarezza e spingere verso una presa do coscienza e magari anche qualcuno verso l'attività comunista.

Ho sentito per radio alcune rivendicazioni da parte di un portavoce, piuttosto giovane, un convinto assertore del protezionismo, diffidate delle imitazioni etc.. Intriso di nazionalismo, come se l'Italia fosse il giardino privato di qualcuno e noi le pecorelle da mungere, poi ancora grazie al capitale di aver inventato la Sicilia con i suoi prodotti.

Sono le cartucce a salve di una piccola borghesia pronta a tutto, strumentalmente indica indiscutibili vantaggi per tutti, attirando i proletari, ed insieme giustifica lo sfruttamento, l'intensificazione e l'estensione del lavoro, la diminuizione del salario. I prodotti made in sicily non avrebbero bisogno di essere protetti se i proletari potessero permetterseli.

L'abolizione della propietà privata sarebbe un buon argomento di discussione.

Saluto

rivendicazioni e linguaggi sono coerenti coi ceti sociali protagonisti principali della protesta...ceti impoveriti od in via di mpoverimento rapido dalla crisi che potrebbero anche aggregarsi ad un ipotetica mobilitazione proletaria ma chem in assenza di essa, giocano in proprio e agisocno da soggetto sociale trainante.

a mio giudizio la protesta va letta anche nell'ottica della mancanza di rappresentanza politica dei ceti sociali in questione...negli ultimi 20 anni il PdL ha fatto l'en plein di voti nei collegi siciliani - adesso il governo tecnico di Monti ha le mani libere x incidere nelle carni vive senza dover render conto elettoralmente a nessuno in particolare.

mi colpisce molto allo stesso tempo la capacità della protesta in termini di mobilitazione, diffusione, organizzazione di tipo "argentine" ( anche se là i piqueteros erano in genere disoccupati, precari o licenziati ) nonchè di toccare interessi concreti ( la circolazione delle merci ).

da casa e dal pc nn so rendermi conto bene dell'umore delle piazze - metodo e curiosità dovrebbero suggerire tentativi di essere presenti e verificare la possibilità di intervenire

ciao a tutti,

l ....x conoscenza una presa di posizione della conf. cobas della sicilia....poco condivisibile dal mio punto di vista, xchè - come si dice vede l'albero - ma non la foresta.

>movimento Forza d'Urto è stato creato da Forza Nuova per collegare i

>Forconi (padroni e padroncini del settore agricolo) e gli

>Autotrasportatori (padroni negrieri di medie e grosse aziende di

>trasporto) che già alcuni anni fa avevano messo in ginocchio l'intera

>Isola con metodi cileni. La stranezza della protesta sta nel fatto che

>improvvisamente, martedì scorso, i distributori di benzina hanno

>dichiarato di avere esaurito il carburante. Chiusura quasi totale: una

>vera e propria serrata. I blocchi stradali sono stati più che

>tollerati, quando vengono fatti dai lavoratori vengono immediatamente

>rimossi. Non si è vista la determinazione con cui sono intervenuti

>polizia e carabinieri contro il popolo di Val Susa. Leader di Forza

>Nuova ma anche piccoli boss mafiosi sono stati filmati mentre gestivano

>i blocchi. Ciliegina sulla torta è l'appoggio fattivo dato dal

>presidente del Palermo Calcio Zamparini, noto affarista reazionario.

>Stiamo attenti a dare giudizi posititvi su ogni cosa che sembra un

>movimento popolare.

Confederazione Cobas Sicilia

Ogni strada non e' un percorso: collusioni mafiose, rivendicazioni borghesi, paccottiglia protezionista, ci starei lontano. Di operai nemmeno l'ombra?

Si legge e sente (radio) di una mafia (mafia siciliana) che ha subito una battuta di arresto (sarà la crisi..) ormai da un pò di tempo, i loro degni compari calabresi sembrano messi meglio. La richiesta di incentivi/aiuti da parte dello stato verso la regione isolana rappresenta l'olio che smuove gli ingranaggi della macchina organizzatrice di dx, facilmente da considerarsi nei vertici, coinvolta in interessi di mafia.

Sarebbe ipotizzabile un ridimensionamento della dx nel caso di un fallimento della protesta.

Saluto

La crisi costringe il governo della borghesia, lo sono tutti ma questo lo è per eccellenza in quanto costruito a tavolino da Confindustria, a colpire anche settori sempre più ampi della piccola borghesia già impoverita dal deteriorasi dell'economia. Iniziano le reazioni che si appoggiano a chiunque si offra loro da puntello. Cioè il neofascismo. Va detto che se si fossero mossi PD, Vendola o il PDL non sarebbe cambiata una virgola, Forza Nuova non è in se più borghese di Rifondazione o simili. La sinistra di classe cosa sarebbe, i comunisti rivoluzionari? Non mi ci vedo a fianco della dittarella agricola in crisi come non seguivo i No Global quando promozionavano la piccola agricoltura "equa e solidale" africana od asiatica. Il compito dei comunisti consiste nello spiegare il perchè di quello che accade alla nostra classe ed eventualmente se questa si muove sostenerla senza approvare acriticamente però qualsiasi cosa. Estendere la propaganda a quelli che ormai sono ex piccola borghesia ed il cui orizzonte è sempre più simile a quello proletario

Il compagno Gek ha letto benissimo questo fenomeno: residui di piccola borghesia che insorgono contro la proletarizzazione forzata prodotta dalla crisi.

E' importane quantificare il fenomeno. A dicembre 2011 si contavano 80 000 esercizi commerciali chiusi ed almeno 40 aziende individuali (agricole, trasporti, artigianato, ecc.) cessate. E' il fenomeno della scomparsa degli strati sociali intermedi tra borghesia e proletariato accelerato sempre più dalla crisi. Si reazionarizzano, ovviamente e soprattutto in mancanza di un polo classista che offra loro un'altra prospettiva.

Questi rumasugli di piccola borghesia appartengono a quella classe, allora di ben più vaste dimensioni, utilizzata dai fascismi contro le organizzazini proletarie; e dopo essersene serviti, la piccola borghesia fu strangolata nelle tenaglie dello stato fascista.

Gek ha ragione; nella situazione presente la mancanza di un blocco proletario rende questi soggetti ancorpiù reazionari in quanto non vedono prospettive. Ed è in questi strati che circola l'interpretazione complottista della crisi: se la crisi è il risultato di un complotto (alla Rosemberg o Hitler) allora non è il capitalismo che non funziona.

Ieri scontri nel massese (Toscana) tra gente dei blocchi e camionisti che non vogliono fermarsi. Un manifestante rumeno si attacca al tir di un polacco e viene ferito. A Marina di Massa pneumatici trinciati perchè il padrone della ditta di trasporti non aderisce allo sciopero. Non i suoi dipendenti in lotta contro lui o contro il governo ma il padrone che li ha assunti. Quello che sembra venir fuori è il ritratto di una serrata e non di uno sciopero. Ad ulteriore conferma che siamo al cospetto di convulsioni della piccola borghesia ormai allo stremo. Potrebbe essre però il preludio di eventuali mosse autonome del proletariato