La stella rossa di Bogdanov

Sto leggendo La stella rossa di Bogdanov, militante bolscevico, un romanzo di fantascienza in cui l'autore immagina che Marte sia abitato da un popolo organizzato secondo i principi del comunismo.

Eccone di seguito un brano interessante:

- L'Istituto dei conteggi ha dovunque i suoi informatori, che seguono il movimento dei prodotti nei depositi, la produtività di tutte le imprese e il cambiamento del numero dei lavoratori in esse. [...]

- E il consumo dei prodotti non è limitato da niente?

- Decisamente da niente: ognuno prende quello di cui ha bisogno, e tanto quanto vuole.

- E in questo non occorre niente di simile al denaro, nessun certificato della quantità del lavoro compiuto, o impegno di compierlo, o in generale qualcosa di questo genere?

- Niente di simile. Di lavoro libero presso di noi anche senza di questo non c'è mai mancanza: il lavoro è un naturale bisogno dell'uomo socialmente sviluppato, e ogni specie di costrizione mascherata o chiara al lavoro è per noi del tutto superflua.

- Ma se il consumo non è limitato da niente, non sono possibili in esso forti oscillazioni, che possono rovesciare tutti i calcoli statistici?

- Certo che no. Un singolo uomo, forse, si metterà a mangiare quella o un'altra pietanza in quantità doppia o tripla del solito o vorrà cambiare dieci vestiti in dieci giorni, ma una società di tre migliaia di milioni di uomini non è soggetta a tali oscillazioni. Con numeri talmente grandi una deviazione in quella o in un'altra parte è equilibrata, e le grandezze medie cambiano assai lentamente, in rigorosa continuità.

A volte la letteratura può essere utile come e forse più di un testo teorico, per spiegare con semplicità alcuni concetti fondamentali del comunismo.

Forum: 

Bogdanov fu l'inventore della teoria dei sistemi. Viene attualmente studiato (Tectologia) per questa ragione in quasi tutte le università americane. Quello che hai riportato riflette una legge generale di quella teoria.

Devo consigliarti di leggere "Fede e scienza" di Bogdanov, la risposta a "Materialismo ed empiriocriticismo" di Lenin. E' un libro essenziale per la formazione di un pensiero effettivamente marxista a parte la stupefacente eleganza letteraria.

Grazie della segnalazione, ho visto che è un po' difficile da reperire (l'ultima edizione risale al '97) ma lo cercherò.

Ci sono delle questioni di prospettiva che Bogdanov pone implicitamente in quel romanzo, due di particolare rilevanza:

- il rapporto tra comunismo e scienza

- come risponde la natura umana all'ambiente del comunismo.

Su queste due questioni io rispondo che il comunismo è scienza e per due fondamentali ragioni: è il solo ambiente sociale dove diviene possibile portae a compimento l'evoluzione psico-sociale dell'uomo fino alla socialità compiuta (Engels aveva ragione, la storia non è ancora cominciata, siamo ancora nella preistoria). Ed è in quest'ambiente sociale che la scienza potrà dispiegare tutto il suo potenziale di vero progresso, una scienza per l'uomo e per gli uomini. Ma il presupposto è la forma fondamentale di progresso sociale, l'abolizione delle classi.

Vorrei ricordare un fatto importante: fu nel 1924 che Bogdanov pose il problema ambientale, del prezzo, a volte necessario ma spesso dissennato, da pagare allo sviluppo delle attività umane. Immaginare le trasformazioni possibili col comunismo lo portò a vedere questa questione 40 anni prima che sorgessero le sensibilità ambientaliste. Penso che le devastazioni operate dal capitalismo ed il prezzo richiesto anche all'ambiente dalla crisi pongano anche questa questione fondamentale all'ordine del giorno del lavoro politico.

P.S. Se vai in libreria procurati anche questo: "Il banchiere anarchico" di Fernando Pessoa.