IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Il fine del comunista non è cacciare Bertinotti da R.C.,ma come conquistare

l'avanguardia

del movimento proletario,la sua "parte pensante" e devota al Programma d'azione rivoluzionario!

Pertanto,

si può anche operare dentro R.C.(entro fasi temporanee e finchè non si affacci una radicalizzazione del movimento proletario), a condizione di mantenere indipendenza

dottrinaria, di

programma e di organizzazione, come fece Lenin col partito bolscevico durante

gli anni

della reazione seguita alla rivoluzione del 1905,quando a Stoccolma (1906)si

tenne il

congresso di riunificazione tra frazione menscevica e bolscevica:quest'ultima

diretta da un "centro" clandestino per lo stesso partito.Ecco la delimitazione di principio!

L'indipendenza

dottrinaria e programmatica, nonchè organizzativa per salvaguardare la politica

comunista(allora detta "socialdemocratica").Ma,oggi, in R.C, c'è forse una

frazione che

avrebbe la possibilità di diventare maggioranza, come avvenne per i bolscevichi

dentro il

partito russo al congresso di Londra del 1907? La risposta è facile:non c'è!

Perchè tutti i

capi delle frazioni "trotskiste" dentro R.C. sono deboli, non inflessibili nel

difendere la

politica di classe in modo da farla trionfare nel partito. Deboli,in quanto poco

disciplinati e

incapaci di affermare il "centralismo democratico" anche all'interno delle loro

frazioni, un

principio che non perseguono condizionate dal "democraticismo" di massa

imperante nel

partito di Bertinotti!Deboli, in quanto confusionari nel programma e nei

principi dottrinari,

dove abbondano analisi sbagliate sugli eventi politici e storici, dove manca la

forza della

volontà, la costanza e la fermezza dei principi sino a tollerare delle posizioni

alla

Martinov,(della corrente "liquidazionista")che hanno in programma l'alleanza con

la

borghesia liberal-bonapartista di sinistra, in nome dell'anti-berlusconismo!

Queste

frazioni in RC,oggi, non vanno oltre le posizioni" conciliazioniste" alla

Plecanof di allora; e,

sulle elezioni,mirano a svolgere attività riformistica dentro il Parlamento,

anzichè farne un

uso di propaganda e di denuncia rivoluzionaria per far conoscere e sviluppare

dentro le

grandi masse il programma socialista. Le ali "sinistre " di queste frazioni che

si

dichiarano"trotskiste",poi,ricalcano le posizioni degli "ultimatisti" alla

Bogdanoff, dentro la

frazione bolscevica, che boicottano elezioni e Parlamento, minacciando la

secessione,

come nel 1910!Il Gruppo dirigente di Progetto è "conciliazionista", mentre

quelli che lo

contestano,oggi,(la frazione di Ricci che minaccia la scissione da R.C)non sono altro che le caricature degli "ultimatisti"alla Krassin

e alla

Bogdanoff! Non esiste, all'interno dei nostri attuali "conciliazionisti", una

vera corrente

leninista che provochi la scissione, nè all'esterno un gruppo marxista che,

avendo

organizzato una seria scuola di quadri, li sappia sguinzagliare tra gli operai e

gli studenti

rivoluzionari, che sappiano organizzare nelle città, tra le fabbriche,i

sindacati di base, il movimento new global, nel

territorio,circoli,cellule, comitati di lotta, contatti permanenti in Internet o per

corrispondenza

con avanguardie di massa,oneste e pensanti,per penetrare nel movimento operaio e

dei

lavoratori dipendenti, in modo da rappresentare nei fatti il vero partito

comunista. Non

esiste, perchè si preferisce, come il p.c.internazionalista,titolare di questo forum,la propaganda astratta,anzichè l'organizzazione delle lotte di massa,l'agitazione generalizzante alle parole d'ordine che captino il grado di esperienza e di bisogno delle masse giovanili operaie e degli studenti rivoluzionari,la volontà di mettersi in gioco nelle lotte di strada alle chiacchiere salottiere tese a commentare ,in pantofole, gli eventi,e a disertare la fusione di quadri disciplinati e pronti ad ogni sacrificio con l'avanguardia del movimento proletario.È così che vengono perse le occasioni per formare un partito rivoluzionario di massa,sopravvivendo, da oltre 60 anni, nell'autogiustificazione della propria bancarotta politica.

Forum: 

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Penso che dovresti andare a leggerti, se non l'hai già fatto, il dibattito "il caso Ferrando e l'eventuale scissione dal PRC".Abbiamo tratto delle precise conclusioni da esso.

Saluti

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Scusa,cosa vorrebbe dire questo passaggio :"che hanno in programma l'alleanza con

la

borghesia liberal-bonapartista di sinistra"?

In pratica cosa sarebbe la borghesia liberal-bonapartista di sinistra?

Besos

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Un saluto a tutti.

Sottoscrivo interamente ciò che ha scritto Donatello.Non potrei scriverlo in un modo migliore.Grazie veramente.Spero che tale tesi non sia quella di un isolato come me,ma di una tendenza che sta screscendo tra i rivoluzionari.Era ora che qualcuno chiarisse la differenza sostanziale tra entrismo da una parte di Lenin,di Trotskij,e dei trotskisti dall'altra:quest'ultimo è destinato al fallimento senza basi materiali nel movimento,e cioè,nessun processo rivoluzionario in atto,nessun entrismo conseguente.In sintesi,è l'uso tattico del parlamentarismo,in funzione RIVOLUZIONARIA,e l'entrismo ne è la conseguenza pratica.Partiti che si riferiscono ai salariati esistono in tutto il mondo e che partecipano alle elezioni,ma non vogliono la rivoluzione,come PRC.E' li che sta l'avanguardia dei salariati,è li che bisogna lottare per radicarsi e conquistarla.Anche se il parlamentarismo è morto,superato storicamente,non lo è politicamente:i proletari credono nella democrazia borghese.Non sanno che ora è il tempo della vera democrazia,quella concreta,che si materializza nella lotta per il comunismo.Per distruggere il mito del parlamentarismo,bisogna entrare nei parlamenti.MA E' OVVIO PER OGNI RIVOLUZIONARIO,CHE OGNI AZIONE ESTERNA E' PIU' DECISIVA,QUESTO E' INDISCUTIBILE.Questo non toglie che è doveroso,l'uso tattico del parlamento per la propaganda e l'agitazione,ma in una situazione rivoluzionaria.L'astensionismo per principio è anarchismo.O come per LOTTA COMUNISTA,una visione meccanica del processo storico:dove sta scritto che la borghesia da subito fucilerà i rivoluzionari?La borghesia ha imparato di più dall'ottobre rosso,chi lo dice Cervetto?Vedremo!Non c'è trasmissione meccanica tra processo storico e politica conseguente,ma concause dialettiche che possono dare diversi risultati.Quello che conta sono i rapporti di forza materiali tra le classi,questo è decisivo.Ma si vedrà al momento.Probabilmente Cervetto aveva in mente i golpe alla sudamericana.Ma la situazione rivoluzionaria che ho in mente io,è quella mondiale.Dove i colpi di stato non possono essere favoriti da stati esteri,come gli USA verso Argentina o Cile.IL caos della crisi rivoluzionaria del capitalismo mondiale non favorirà di certo "l'internazionalismo" borghese,e ogni borghesia nazionale dovrà arrangiarsi e lottare da sola contro il proprio proletariato.Vedremo,nulla è scontato.

Un saluto internazionalista.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Trovo interessante un' antecedente discussione, avvenuta il 23 febbraio c.a, tra il compagno Babuskin e il compagno Rivolunzio. Permettetemi di riprodurla riportandola all'attenzione dei compagni utenti: ".....

"In quanto a te, Babuskin, aspettala pure con comodo la classe, che a dargli coscienza di se e a unirla ci pensiamo noi.

Sicuramente non sentenziamo a priori le organizzazioni altrui.Ci basiamo su capisaldi che portiamo avanti da parecchio tempo.Per il resto, se apri gli occhi, ci arrivi anche tu.Non faccio giudizi avventati.Preferisco i dati di fatto." Risposta di Babuskin:

E quali sono i dati di fatto?I metalmeccanici hanno nella mente e nel cuore la rivoluzione...No,non è così,in modo assoluto.Avere ragione non basta,è la classe che decide,sono i rapporti di forza a decidere.L'azione concreta dei rivoluzionari è direttamente proporzionale alla lotta di classe:la coscenza rivoluzionaria del proletariato matura ed evolve nella lotta di tutti i giorni.La propaganda e l'agitazione non hanno senso se non vi è la capacità di ricezione della classe.I proletari ci devono riconoscere come rivoluzionari solo se esprimiamo le loro idee ed esigenze,ma queste non sono frutto di un semplice volontarismo.L'unità della classe,la fa la classe stessa,ed è per questo che noi rivoluzionari siamo così frammentati e divisi nella pratica come nella teoria.La patente di rivoluzonari,la da il proletariato,non la CEPU.Certo,è senz'altro più facile enunciare tutte le verità del marxismo,ma che restano lettera morta se restano solo idee.Questo vale per tutti noi:è un giudizio sul intero movimento coscente,non su quello o questo gruppo.O invece c'è qualcuno che si sente portato in causa perchè crede di rappresentare solo esso il movimento? .

Questo tema è di estrema importanza teorica e pratica! Per Rivolunzio,e qui risaliamo agli aspetti filosofici del marxismo, la teoria unifica la classe, cioè:"l'astratto" riproduce nel soggetto pensante il "molteplice concreto",le leggi dell'insieme sociale dal punto di vista del suo funzionamento e del suo sviluppo,a partire dalla separatezza del lavoratore sia dalle condizioni oggettive di produzione che dal suo nesso interpersonale di socializzazione con tutti gli altri lavoratori(il proletariato e i lavoratori dipendenti in genere). Ciò è vero,ma si tratta del movimento di unificazione che approda nel concetto (il soggetto cosciente),quindi di una unificazione realizzata sul terreno mentale,del pensiero!

Babuskyn ,invece, addìta la fase successiva di tale unificazione(a partire dalle separatezze e asimmetrie sociali),cioè quella che realizza nel concreto, "invera"il principio della totalità dei nessi sociali nell'articolazione sul terreno dei rapporti materiali di produzione e di scambio: il momento in cui la teoria si trasforma in "forza storica materiale" nel processo storico mediante la messa in pratica dell'azione rivoluzionaria.

Ne consegue che i capisaldi teorici non sono sufficienti(anche se necessari in prima istanza) per realizzare il principio di socializzazione e di lotta rivoluzionaria per il socialismo, e che decisivo,per i comunisti, è il modo di indicare le forme e i modi per la presa del potere attraverso la pedagogia rivoluzionaria,l'intervento attivo,concreto (non astratto soltanto) presso l'avanguardia proletaria di massa.Si tratta di non arrestarsi al momento della "teorizzazione della pratica",bensì a quello del "praticare la teoria",mostrando al proletariato attraverso le forme sociali semplici della lotta,(e le forme intermedie contenute nel programma di transizione) le relazioni di dominio e di sfruttamento di classe, apprese per esperienza e non con la propaganda astratta (buona per formare quadri,ma non per conquistare il movimento di massa).

Condizione di tutto questo è puntare alla conquista degli strati proletari più sfruttati e anche aventi peso specifico maggiore nel processo di produzione materiale (Lenin intravedeva questi ultimi tra i metalmeccanici. E anche per il reclutamento nel partito, assegnava a questi un tempo più breve di formazione in quanto più interessati all'azione rivoluzionaria di altri strati della classe).Bisogna,perciò. rimpolpare il partito rivoluzionario di elementi proletari,e non infestarlo di studenti e intellettuali, utili al principio,ma meno adatti,in seguito, per realizzare la disciplina ferrea e la centralizzazione nel partito stesso, qualora dovessero diventare troppo numerosi e predominanti....E' proprio il milieu proletario formato di elementi coscienti e preparati nel partito,i" quadri", quelli che assicurano la sua unità e compattezza.Lenin riusciva a trionfare con le sue posizioni conseguentemente rivoluzionarie ed audaci sui quadri dirigenti del partito( per forza predominanti su quelli dei comunisti operai a causa della maggiore preparazione culturale),grazie al fatto che la base del partito era prevalentemente costituita dalle avanguardie operaie più intelligenti e devote, che lo appoggiavano nei momenti decisivi. Ci sono diversi gradi di coscienza all'interno dei quadri operai e del movimento di massa proletario, fuori del partito; è sui più avanzati tra questi che si deve focalizzare il lavoro di reclutamento e formazione di quadri e quello di conquista del consenso nel movimento proletario di massa.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Certo, mi trovo d'accordo, la teoria è unicamente funzionale all'azione concreta, una volta che il futuro militante ha fatto le sue scelte in base ad essa.

Posso ben immaginare che un esterno al PCInt, per fare l' esempio Babuskin, pensi che siamo dei settari dogmatici, ma noi, in questi tempi avari di coscienza di classe(come disse il compagno Gek)più che organizzare comizi, andare a quelli degli altri, propagandare direttamente l'ideale rivoluzionario ai proletari che lavorano nelle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro, avere un giornale,delle riviste di studio teorico, scrivere volantini e avere bel sito da consultare e dove confrontarsi con gli interessati(che sono sempre troppo pochi)..ah e naturalmente le manifestazioni.Insomma, ci impegnamo a fare il possibile per essere presenti.Inoltre c'è il BIPR.

Anche se non siamo radicati tra il proletariato e i metalmeccanici non hanno la rivoluzione nel sangue, come Babuskin insinuava che io pensassi, bisogna comunque impegnarsi ad essere sempre presenti e attivi, perchè al contrario di chi dice che il partito servirà solo nel momento della rivoluzione,siamo dell'idea che il proletariato debba anche sapere a chi appoggiarsi.Se il partito venisse a crearsi solo nel momento della rivoluzione, figuriamoci a quale tremenda disorganizzazione e inmancabile sconfitta andrebbe incontro il povero proletariato con l'intera rivoluzione.Sarebbe nuovamente tutto nelle mani della socialdemocrazia.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Donatello,in pratica cos'è la borghesia liberal-bonapartista di sinistra?

Ivan,cosa intendono quelli di LC quando dicono che la borghesia subito fucilerà i rivoluzionari?

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Io credo che l'ipotesi del parlamentarismo rivoluzionario sia storicamente e [i][b]politicamente[/b][/i] esaurita. Probabilmente la verifica del tempo potrebbe portarci a dire che una posizione astensionista sarebbe stata migliore anche illo tempore.

Non mi riferisco chiaramente ad un astensionismo di principio, ma trovo comunque zoppicante un astensionismo tattico che può portare a delle oscenità incomprensibili. Oggi una tattica del genere è portata avanti dal gruppo ex-trotskista Socialismo rivoluzionario, e li ha portati a candidarsi coi Cobas e oggi a votare Prodi perché Berlusconi va mandato a casa... la cosa può essere trascurabile perché Sr non ha più neanche nominalmente molto a che vedere col socialismo scientifico (anzi...), però, che diavolo!

L'ipotesi dell'astensionismo strategico non è fondata unicamente sulla valutazione di una repressione feroce dei rivoluzionari in parlamento (cosa che forse ad oggi potremmo addirittura escludere), ma sull'opportunità storica dell'utilizzo odierno dei parlamenti a fini di propaganda e denuncia.

  1. Mi sembra chiaro che le possibilità comunicative (e senza i filtri borghesi) dei rivoluzionari sono oggi indiscutibili come mai prima nella storia dell'umanità. Non penso servirebbe a molto stare in parlamento per avere eco (se non deformata).
  2. La percezione del parlamento è così decaduta che forse potrebbe essere controproducente parteciparvi, e confusionario: è pur vero che molti proletari che hanno un minimo di interesse alla politica sono quelli che vanno anche a votare, esprimendo così una volontà soggettiva di cambiamento o almeno di partecipazione, ma proprio per questo sarebbe fuorviante e confusionario presentarsi alle elezioni senza una chiara posizione [b]pratica [/b]sulla democrazia.

Non credo infatti che la cosa vada posta solo così: che il parlamentarismo sopravvive politicamente alla sua morte storica perché i proletari credono nella democrazia. Una parte consisente dei proletari per esempio non vota, ma anche questo non significa tantissimo. E' infatti scontato che, votando o no, una coscienza del superamento della democrazia non sia generalizzabile, per ovvie ragioni note a ogni materialista. Al limite un astensionismo spontaneo, di massa, è più di pancia che di testa, e questo vi confesso che mi va benissimo. Ma proprio per le ragioni che ad un materialista fanno ovvio che le idee dominanti siano quelle che sono e la democrazia venga percepita da tutti come l'organizzazione politica definitiva, e soprattutto che il capitalismo venga percepito come la formazione economico-sociale definitiva, proprio per queste ragioni, dicevo, può essere utile oggi aver ferma una posizione astensionista, intrecciata ad un significativo intervento nelle lotte della classe, possibilitando una percezione organica della necessità rivoluzionaria (quando sarà matura); Nel 2006 più che a inizio Novecento.

Restano poi salve tutte le considerazioni comuniste sul parlamentarismo e sulla democrazia che è superfluo ripetere.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Il compagno Reed scrive: " Io credo che l'ipotesi del parlamentarismo rivoluzionario sia storicamente e politicamente esaurita.".

Non basta essere dei materialisti per definirsi marxisti, ma si deve essere materialisti dialettici. Ora,il feticcio del parlamentarismo borghese-imperialistico (come le altre potenze feticistiche del Capitale) non si esaurisce per un processo di "auto-consunzione", ma in seguito al fatto che, sotto le forme feticistiche, le relazioni fondamentali di classe subiscono delle variazioni di "forza" e "Potere". Come si ottiene ciò? Attraverso l'accumulo, nel pieno della lotta di classe, di una coscienza critica dentro la classe negativa(il proletariato) e la crescita del grado di organizzazione del proletariato. Per arrivare a ciò, bisogna analizzare e praticare un processo di "disvelamento" e di "rimozione" (nel senso di ' togliere'=wegschaffen), cosa che si compie solo con l'intervento pratico all'interno della forma feticistica che si vuole negare. Determinatio est negatio! Donatello.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Beh, tanto latinorum per dire semplicemente che sei un socialdemocratico e stai dentro al parlamentarismo borghese?

A ognuno i suoi divertimenti.

Smirnov

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Donatello,in pratica cos'è la borghesia liberal-bonapartista di sinistra?

Ivan,dato che hai condiviso del tutto lo scritto di Donatello,me lo potresti spiegare tu?

Besos

P.S. Ivan cosa intendi quando dici che quelli di LC sostengono che la borghesia subito fucilerà i rivoluzionari?

Non sono provocazioni,vorrei davvero una risposta!

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Un saluto a tutti.

Il manicheo Smirnov da del"socialdemocratico" a Reed:a me dava del pretino.Di questo Reed dovrebbe essere contento,poichè un socialdemocratico e meno "prete" di un pretino.Smirnov è un manicheo perchè non capisce,no peggio,non concepisce la dialettica del materialismo:per lui o sei dentro o sei fuori.E' un metafisico puro e semplice.Se si entra da rivoluzionario in un parlamento ultrareazionario,si diventa reazionari e addio coscenza di classe!Si diventa socialdemocratici alla Kautsky per contagio!E' vero,ma non nel senso che gli da Smirnov,meccanico ed idealista!Di fatto,il nostro ultrasinistro Smirnov,ha fatto l'apologia della necessità pratica di entrare in una qualisiasi istituzione politica borghese,come il parlamento:entrarvi smaschera i comunisti a parole,i privi di carattere e teoria,gli opportunisti in genere!E' la pratica della lotta politica,anche in parlamento e nel sindacato,a discriminare,a separare,a buttare dentro o fuori,non la teoria da sola!Teoria e pratica,due poli dialettici inscindibili.Il parlamentarismo E' SUPERARTO DALLA TEORIA,MA LO è ANCHE PRATICAMENTE?Questa è la domanda!Il marxismo è la guida teorica per la pratica rivoluzionaria,ma anche la pratica genera la teoria.Il capitalismo è superato storicamente,ed è per questo siamo comunisti,ma non siamo per questo nel comunismo pratico!Non bisogna confondere una tendenza con una contingenza:la tendenza storica è per l'estinzione del capitalismo e di tutta la sua sovrastruttura politica,ideologica e delle rispettive forma pratiche,ma la contingenza è un'altra cosa.Siamo dei rivoluzionari quando superiamo la contingenza,ragioniamo per tendenze,ma non lo possiamo fare come vogliamo,arbitrariamente.Quando lottiamo contro l'ideologia borghese,contro tutte le sue forme teoriche e pratiche,in realtà non lottiamo contro delle idee,ma contro una massa di denaro,il capitale:per quanto vuote e antistoriche,le ideologie borghesi sono fatte dal granito del capitale accumulato in secoli di fruttamento.La sfida della borghesia è questa:prova a distruggere la "democrazia" e il parlamentarismo!Noi siamo per l'astensionismo,abbiamo vinto in teoria,rispondiamo!I borghesi ghignano e rispondono:bella vittoria la vostra,avete L'IDEA DELLA VITTORIA,ma in tanto la classe,il proletariato,nella pratica si astiene da voi!E' così,nei fatti...

Per Petrotskij:ti risponderò presto.Sto facendo il turno di notte e non la voglia di darti una risposta che non sia precisa:in teoria ti vorrei rispondere,in pratica sono distrutto!

Un saluto internazionalista.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Il tuo ragionamento sull'astensionismo e la sfida della borghesia ha un filo logico, ma in verità la cosa è molto più semplice.Le possibilità sono due:

1)Il capitalismo non sarà praticamente superato finche non avverà una rivoluzione

oppure e arriviamo al punto secondo,

2)Il capitalismo non sarà praticamente superato finchè ci sarà gente che se ne serve, anche semplicemente o tatticamente come dici tu o voi(quindi parlo anche del parlamento etc etc), visto che siete in tanti a pensarla così.

La prima non ha bisogno di essere spiegata, in quanto alla seconda, è dai tempi di Turati e del partito socialista che voi cosidetti rivoluzionari, in questo modo o con questa logica, vi fate soggiogare dalla borghesia.

Essa, come sostieni tu, ci ride alle spalle dice che è il proletariato ad astenersi da noi.Forse non si è ancora accorta che noi NON siamo dei vegetali e che noi astenendoci da loro sistema, agiamo e ci mobilitaiamo di conseguenza.Come, anche se sostieni sia inefficace, lo sai già!

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Sono i tipi sbrigativi e..ignorantelli alla Smirnov che rovinano il marxismo rivoluzionario..Questo stupido crede di poter fare la rivoluzione gettando nelle discariche la cultura...Povero Tapino! Condivido,naturalmento,l'intervento intelligente di Babuskin...Essere titolari del forum non significa che gli Smirnov debbano dilagare...Se è necessario andremo a crearcelo noi un forum,dove non ci sia posto per le "sifilidi" del marxismo antidialettico e settario! Non è la proprietà dei forum che èleva il grado dei dibattiti,ma la qualità dei partecipanti...e il grado di preparazione degli utenti! Gli smirnov di questo forum mortificano la teoria marxista...Ignorantia non est argumentum! Chi fosse interessato a creare un nuovo sito di discussione marxista seria, mi scriva direttamente, preferisco andarmene piuttosto che subire la protervia arrogante e misera di certi figuri che non hanno niente a che spartire con il marxismo rivoluzionario! ....

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

"Il manicheo Smirnov da del socialdemocratico a Reed"...

mi sembra si rivolgesse a Donatello, no? Io sostenevo proprio che il parlamento non va "frequentato"...

mi spiace però che i toni decadano così...

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Donatello,se fai un nuovo forum ci vengo molto volentieri,ma prima che tu te ne vada da questo non me lo vuoi proprio dire cos'è la borghesia liberal-bonapartista di sinistra?

Non è una polemica la mia,ti giuro,sono solo curioso!

BESOS

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

chiediglello quando torna nel forum prima era blasco poi giotto poi donatello.smirrov ha parlato di socialdemocratico non per offendere ma per dire che è la fine di certe tattiche decenni di storia l insegnano

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Scusa donatello, ma cosa intendi col fare la rivoluzione buttando nelle discariche la cultura, premettendo che una rivoluzione si lascia dietro un [u]certo tipo [/u]di cultura...

Ci intendiamo, no?

Grazie anticipatamente...

PS.:sempre se hai ancora intenzione di navigare su questo forum...

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Mi dispiace per te,rivoluntio, ma in questo forum dove alcuni intervengono non per confrontarsi,ma per offendere( io ho solo reagito "ai lupi da lupo",come consigliava il Machiavelli), non mi spenderò mai più...Con questo rinnovo tutta la mia stima e considerazione a te,in primo luogo, a Babuskin,a Reed e a Petrosky, invitandovi, se lo vorrete nel sito,da me aperto da poco e in cui ho fatto convergere circa 40 miei scritti di politica e filosofia,una silloge di interventi fatti in altri siti,tra cui questo forum. Ci si potrebbe confrontare e discutere nell'intento di servire la "verità" e contribuire alla messa a fuoco dei problemi drammatici che si presentano alla dottrina marxista e alla politica rivoluzionaria, senza la cui soluzione saremo condannati tutti a guazzare nella "palude stigia" della crisi irreversibile della teoria di Marx e Lenin concepita come" teoria dell'azione rivoluzionaria".Il sito è stato appena attivato,ci sono due iscritti, se verrete potremo discutere nel pieno rispetto e con tutta la passione rivoluzionaria che ci arde in corpo. Ecco l'indirizzo:

"chefare@yahoogroups.com" ( si entra da yahoo gruppi)-Saluti,vi aspetto! Donatello.

Re:IL CRETINISMO "ENTRISTA" DEI TROTSKISTI D'OGGI

Difatti, mi rivolgevo a Donatello e non a Reed, le cui argomentazioni trovo invece interessanti.

Concordo con lo scadimento dei toni, ma, d'altra parte, i forum a volte sembrano fatti per dare modo alla gente di sfogarsi delle proprie frustazioni, non avendo l'interlocutore davanti, vis à vis. Chissà cosa scatta, psicologicamente parlando. Mah!

dare del socialdemocratico, non significa dare dello stupido, significa semplicemente collocare - un po' sbrigativamente, lo ammetto - il personaggio in questione nel grande calderone della socialdemocrazia, dentro il quale ci sono stupidi e intelligenti come dappertutto. deve essere una caratteristica di quelli che si scelgono il nickname "artistico" quella di surriscaldarsi e mettere subito in evidenza la propria intima natura. Forse il Giotto che aveva fatto la cortesia di andarsene è parente stretto di Donatello...

Non replico all' "artista", perché non mi va in alcun modo di replicare sul forum l'andazzo dei verminosi talk show televisivi, dove chi grida e offende più forte ha sempre ragione.

Se Donatello ritiene che le elezioni siano una strada praticabile per la liberazione del proletariato dalle catene del capitale, si accomodi, fra quindici giorni avrà una ghiotta occasione per dare il suo piccolo contributo alla causa.

Buonanotte,

Smirnov

PS Donatello e Babuskin, scrivete meno: ve l'hanno già detto un miliardo di volte: volete che vi taglino gli interventi?