Qual' è al posizione del PC Int. sulla fede religiosa e sulla libertà di culto?

Ritenete la fede religiosa sempre negativa o fate una separazione tra la fede del singolo individuo e le chiese come organizzazione al servizio dello stato borghese.

Forum: 

le religioni e le chiese sono uno dei tanti ostacoli che ci sono sulla via del superamento del capitalismo.

se si ha una reale fede religiosa è almeno improbabile ( per non dire impossibile ) che si possa essere comunisti. Non solo x ragioni di coerenza morale o personale quanto xchè la fede religiosa spiega i fenomeni sociali, umani e materiali in modo differente da quello del marxismo o materialismo dialettico che dir si voglia

poi va da sè che il marxismo nn consente di scrutare nell'animo delle persone... solo il Signore può farlo :)

fede e chiese scompariranno ( se succederà) con lo scomparire del capitalismo, non per decreto di chicchesia e neppure per coercizione bensì perchè sparirà la schiavitù del lavoro salariato e della società divisa in classi e quindi il "bisogno" di religioni così come quelle conosciute sino ad oggi. Se vuoi solo allora, eventualmente, la religione sarà un vero FATTO PRIVATO.

oggi nn lo è affatto così - mi pare un pò artificiale la divisione tra fede del singolo e "organismo chiesa".

Saluti

Grazie per la risposta compagno

Grazie per la tua risposta compagno. Se qualcuno vuole contribuire leggerò volentieri.

Ciao Aldous, sull'argomento ti segnalo questo testo:

Il sentimento di paura di fronte alla morte è istintivo e sostanzialmente comune ad ogni essere umano, poiché ciò che per noi risulta essere l’unica e insostituibile fonte di tutta la nostra esperienza, ossia la nostra vita, sappiamo essere destinata ad esaurirsi per sempre e a diventare, almeno fisicamente parlando, //niente//.

E’ inevitabile quindi che, fin dalle origini dell’umanità, si sia fantasticato su ciò che potrebbe o dovrebbe attendere ognuno dopo la morte, nel tentativo di trovare una consolazione, o un //senso// metafisico, all’inevitabile finitezza dell’esistenza individuale. Ma visto che per il momento nessuno è mai tornato dal mondo dei morti per raccontarci cosa c’è al di là della vita, è chiaro che sull’argomento non si possono certo avanzare teorie scientifiche, e il campo delle ipotesi avrà gli stessi confini dell’immaginazione.

Le cose però cambiano radicalmente nel momento in cui l’oggetto su cui si teorizza non è più la morte, bensì la vita: le leggi, i meccanismi, i movimenti che la regolano infatti sono, quando più quando meno, empiricamente accessibili all’indagine umana. Com’è ovvio, più si va indietro nel tempo, più i fenomeni naturali e psichici apparivano all’uomo inspiegabili e, spesso, incontrollabili e dannosi. Ecco allora che sorgono gli dèi, forze extra-mondane che scatenano le tempeste, fanno tremare la terra, danno improvviso coraggio in battaglia, oppure avvolgono nel terrore il cuore dei più temerari. La religione, attraverso i suoi riti e in primo luogo attraverso la preghiera, nasce appunto come strumento per ingraziarsi le divinità.

Ora, il rapporto col divino subì una svolta fondamentale nel momento in cui certi uomini vennero ritenuti in rapporto privilegiato con le potenze superiori: nacquero cioè i //sacerdoti//, che, da quando la società si divise in classi (molto, molto tempo fa…) fecero sempre parte della classe dominante, in quanto esclusivi detentori di un efficacissimo strumento di controllo sociale. La scienza ha dunque sempre rappresentato una grave minaccia per il potere sacerdotale; in proposito basti pensare alle crociate oscurantiste che la chiesa cattolica ha mosso contro ogni grande scoperta, da Galileo a Darwin, per poi indietreggiare opportunisticamente in un secondo tempo, recitando mea culpa ormai indolori e versando lacrime di coccodrillo per Giordano Bruno.

L'articolo completo lo trovi qui: ibrp.org

Grazie compagno Gek, poi leggerò attentamente l' articolo completo.

Ciao compagni,

scusate se intervengo abbondantemente in ritardo, ma oltre a condividere le considerazioni di No Nicke di Gek, giusto per dare ulteriori elementi alla discussione, volevo segnalare due articoli scritti da Lenin sulla questione fede-militanza rivoluzionaria che, dal mio punto di vista, onostante siano passati tanti anni, conservano ancora una buona dose di attualità. Il primo è del 3 dicembre 1905 ed ha per titolo "Socialismo e religione" (vol. 10° Opere complete), l'altro (anzi, gli altri),"L'atteggiamento del partito operaio verso la religione" e "Classi e partiti di fronte alla religione", 1909 (vol. 13, Opere complete). Mentre conferma l'analisi di Marx nei confronti della religione, dice che ai bolscevichi interessa più spingere alla lotta contro il capitale e lo zarismo che la lotta alla religione, perché significa lottare contro le strutture sociali che generano la religione medesima; il partito può, al limite, accettare anche militanti dotati di fede (benché rimanga una loro contraddizione), purché aderiscano senza riserve alla piattaforma politica e facciano proprie concretamente le conseguenze pratiche che ne conseguono. Lenin è talmente flòessibile da ipotizzare, estremizzando, anche l'adesione di un prete al partito, benché ammetta come ipotesi (molto remota, in verità) possibile per l'Europa occidentale, molto meno per la Russia. Insomma, non ce lo vede un pope militante bolscevico, mentre un pastore protestante, al limite, potrebbe esserlo.

Scusate le semplificazioni, e per questo invito ad andarsi a leggere i testi, dove, come sempre, Lenin è dritto e flessibile come una spada del miglior acciao.

Ciao compagni,

Smirnov