l'importanza della futilita'

Volevo raccontarvi di una conversazione avuta qui' in Russia( io vivo e lavoro qui' da 4 anni): mi trovavo in una azienda siderurgica per installare un macchinario, capita di catturare la simpatia o anche solo la curiosita' dei russi, specie sul posto di lavoro. Spesso pongo la domanda: cosa e' cambiato dal periodo Sovietico al presente attuale? inutile dirvi che la domanda ha risposte diverse a seconda dell'agio sociale piu' o meno raggiunto, ma stavolta una risposta favorevole al periodo passato me la ha data un ingenere "agiato"...certo si stava meglio!!! lo Stato ti assisteva, c'era lavoro, la polizia non era corrotta e si viveva con un senso di fratellanza fra tutti, lui mi dice con un entusiasmo che toccava l'emozione della sua voce...allora io, bastardo dentro, gli dico la peggiore delle stronzate: ma non avevate la Coca-Cola???...pausa di rirlessione e lui: a che a cosa serviva? A dispetto delle convinzioni che nascono da dogmi di vario tipo, non solo religiosi(leggi Bertrand Russell) bisogna non dimenticare delle futilita' che la vita offre. E' una riflessione che chi si proclama comunista DEVE affrontare! Nell'est europa hanno creato un mercato estraneo a cio' che il resto del mondo offriva eoggi tutti sono comunque "felici" di potere bere una Coca-Cola...siete schifati? scandalazzati? inorriditi? L'uomo e' futile! Come faremo noi comunisti a soddisfare questa esigenza??? A voi compagni!

Forum: 

Utilità della futilità

Caro Fabrizio,

ovviamente non troverai qui sostenitori del capitalismo di stato che ha oppresso i popoli della ex Unione Sovietica. Ciò che è stato quel regime degenerato, lo stalinismo, andato al potere previo il massacro di un milione e mezzo di comunisti, è l'antitesi di ciò che i compagni di questo forum pensano debba essere il comunismo. Non vogliamo soltanto liberarci dal capitalismo, questo è solo il primo passo, vogliamo costruire una condizione umana più libera, più degna di essere vissuta, futile compreso.

Ma voglio aggiungere una riflessione opportuna. Il fine del comuniusmo non è un generico giustizialismo ma la liberazione delle forze produttive, cioè di un immenso potenziale di sviluppo attualmente compresso e negato dal capitalismo. Parlo per esempi.

E' pensabile che lo sviluppo della scienza e della tecnica già oggi ci consentirebbe di fare a meno di gran parte del lavoro manuale, ma il capitalismo non può farlo se non a scapito dei proletari e solo parzialmente. In futuro, usando questo potenziale umano che, ripeto, il capitalismo reprime e nega, sarà possibile giungere alla scomparsa del lavoro manuale ma anche del proletariato stesso. L'umanità dovrà imparare a spendere diversamente il suo tempo, occupandosi anche di ciò che tu chiami "futile" ma che dà anche il gusto di vivere.

Vogliamo arrivarci, ma in questo momento, per utilizzare il tuo esempio, dare Coca-Cola agli stomaci vuoti dei diseredati del mondo significherebbe soltanto procurargli una gastrite. Dobbiamo ancora fare molta strada e dobbiamo ancora liberarci dell'ultimo dei sistemi classisti, il capitalismo. Ma tutto ciò che è bellezza dell'esistenza: benessere, arte, musica, cultura, divertimento, vacanze, moda, ecc. noi vogliamo estenderlo a tutti l'umanità. Non ci sputiamo sopra: constatiamo solo che in questo momento c'è ben altro da fare.

si c'è l' immagine dei comunisti come persone grige, non è così i comunisti amano anche divertirsi e nel comunismo ci sarà spazio anche per le futilità che poi non sono tali

la "felicità" come dici te di "essere liberi" di bere coca-cola nn è nulla a confronto di quella del cda di atlanta che così accumula un tot di profitti nelle sue casse da un mercato prima appannagigo esclusivo della vodka di stato :)

la coca cola e' solo un marchio

La mia intenzione non era reclamare un prodotto di una delle piu' potenti multinazionali che come tale e' da me IPERodiata, era solo un esempio per scoprire quella che secondo me e' stata una manifestazione di inferiorita' del sistema Sovietico e che non vorrei mai fosse anche di chi si proclama comunista. Siamo tutti daccordo sull'errore della Proprieta' privata, ma anche ammesso che ci si ritrovasse a amministrare un paese, avrebbero tutti i Compagni la convinzione di essere dalla parte del giusto senza dovere discriminare oveero un libero mercato col confronto delle merci? Avremmo la forza necessaria per dare al proletariato la libera scelta delle merci incluse quelle che i nostri nemici capitalisti propongono con la loro sovraproduzione?

una società nn basata sul profitto nn produrrà merci, bensì BENI goduti secondo il loro valore d'uso.

prima di "garantire" a QUALCUNO ( o tanti, nn importa ) la possibilità di bere coca-cola ( o pepsi, lemonsoda, ecc. ) penso sia doveroso assicurare prima che TUTTI abbiano accesso all'ACQUA POTABILE - cosa che ancor oggi è un problema.

ciao

sono daccordo

ma il problema era oltre cio' che deve essere garantito e non dovrebbe diventare un business in nessun paese che si voglia definire CIVILE.

dimenticavo

comunque nessuno che voglia apertamente affrontare un problema che seppur piccolo dovra' essere affrontato, almeno che non vogliamo solo sognare un mondo INTERO sotto il marxismo, ma esiste la concreta possibilita' che un paese cominci e qualora fosse il nostro dovremo essere pronti a confrontarci lealmente col sistema che non approviamo dando dimostrazione di non avere complessi ma anzi proponendo un Governo che amministri eccellentemente, uno Stato che controlli adeguatamente e un popolo che decida, ogni qual volta sia necessario, di scegliere chi deve essere Impiegato al Governo (o allo Stato) e con la liberta' piena della sfera personale.

Ciao Fabrizio, il problema che poni non è affatto piccolo, nè marginale, secondo me. Anzi, tocca un aspetto essenziale della società che vorremmo costruire. "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni", diciamo. Ma quali sono i bisogni che dovranno essere soddisfatti? Ci sono chiaramente bisogni primari, senza i quali non si vive - servono alla mera produzione e riproduzione degli esseri umani. E ci sono anche bisogni secondari, che rendono la vita migliore; anzi, che permettono di passare dalla sopravvivenza ad una vita degna di essere vissuta.

Quali sono di preciso questi bisogni, però, credo sia una questione a cui non dobbiamo e non possiamo dare una risposta precisa ora... Quello che dobbiamo fare è cominciare a porre le condizioni (rivoluzionando l'intero modo di produzione) affinchè sia possibile per i "produttori liberamente associati" del mondo nuovo organizzare la produzione e il consumo in maniera libera, secondo le decisioni delle assemblee locali, regionali, generali. La rivoluzione che auspichiamo non sarà la soluzione a tutti i problemi, ma sarà il momento di liberazione delle forze produttive e sociali, il primo necessario passo che permetterà di cominciare ad affrontare - dal basso e secondo una democrazia libera - tutte le questioni che riguardano la nostra vita su questo piccolo pianeta :-) Quali saranno i bisogni da soddisfare con priorità dovrebbe essere deciso liberamente e in maniera collettiva dagli stessi produttori-consumatori, tenendo conto del lavoro e delle risorse necessarie. E poi non solo la produzione sarà organizzata secondo i bisogni, ma anche i bisogni saranno determinati dal livello di sviluppo delle forze produttive - che il comunismo slegherà dai lacci di interesse, rendita e profitto.

Mediante la produzione non è solo prodotta la materia del consumo, ma anche il modo del consumo; la produzione opera non solo sul piano oggettivo, ma anche su quello soggettivo. La produzione crea anche i consumatori. 3) La produzione non solo fornisce un materiale al bisogno, ma sì anche un bisogno al materiale. Quando il consumo esce dalla sua prima, immediata rozzezza naturale -ed il rinvio ad essa sarebbe il risultato di una produzione ancora immersa nella rozzezza naturale-, allora il consumo, anche come impulso, è mediato dalla materia. Il bisogno, che il consumo avverte di quella certa materia risulta dal percepirla. Il materiale artistico -così come ogni altro prodotto- costruisce un senso artistico ed un pubblico capace di godimento artistico. Dunque, la produzione non produce solo un materiale per il soggetto, ma anche un soggetto per il materiale. Quindi la produzione produce il consumo 1) poiché le fornisce il materiale; 2) poiché determina il modo del consumo; 3) poiché essa genera come bisogno nei consumatori quei prodotti posti da essa stessa come materiale. Essa, dunque, produce materiale per il consumo, modo del consumo, spinta al consumo. Altrettanto il consumo produce la disposizione (Anlage) del produttore, poiché lo sollecita nel senso di un bisogno ben orientato.

Marx, Introduzione a Per la Critica dell'Economia Politica

Aggiungo che noi marxisti non vogliamo un ritorno all'età della pietra e al comunismo primitivo, ma anzi vogliamo che tutte le forze produttive (create nei secoli dal lavoro umano) siano restituite all'intera società. E le forze produttive già oggi permettono di adattare tempestivamente la produzione alle richieste particolari dei consumatori (quelli che hanno il portafogli adeguato...) - sfruttando le tecnologie informatiche e i processi "just in time". Però questi processi nel capitalismo sono sempre orientati alla massimizzazione del profitto e dello sfruttamento dei lavoratori, non al soddisfacimento dei bisogni della collettività.