Antifascismo

Nella mia città sono apparsi manifesti inneggianti alla lotta antifascista. L'anno è quello corrente, 2007! Vorrei sottoporre all'attenzione di tutti il fatto che in Italia il fascismo non c'è più da sessant'anni e passa, indi viene da chiedersi a cosa miri chi organizza pagliacciate di questo genere. Storia: nel 39 inizia una guerra tra la Germania e i suoi alleati e gli USA con i suoi. Dopo tre anni e tre mesi l'Italia cambia campo, la borghesia italiana si libera di Mussolini e del fascismo. Nel centro - nord inizia una guerra civile, una parte sta con i tedeschi, l'altra con gli USA. Per la borghesia, che collabora e fa affari con enrambi i fronti è un momento critico, saltate a causa della guerra tutte le illusioni, si teme che il proletariato apra gli occhi e invece di combattere per gli interessi altrui lo faccia per i propri. Indi si inventa l'antifascismo. Consiste nell'indicare come causa ai mali presenti e passati non il sistema economico e sociale chiamato capitalismo, origine vera della guerra, ma la particolare forma politica ed istituzionale che di questo sistema almeno in Italia era stata la guaina, l'involucro; il fascismo. La guerra non era stata combattuta per interessi materiali (leggi soldi) ma perchè i fascisti erano portatori di un'ideologia da matti che predicava la distruzione del mondo.

Forum: 

Continuo il discorso. Tirare fuori oggi l'antifascismo può avere come unico scopo quello di allontanare l'attenzione dai veri problemi per creare dei nemici immaginari. Poi se qualche ingenuo si lascia suggestionare e compie qualche atto avventato, tanto meglio; si usa l'occasione per criminalizzare qualunque tipo di contestazione.

Dovere

E' nostro preciso dovere non solo chiarire, magari in forma più ampia ed articolata, il reale disegno politico che ieri come oggi sta alla base di tutta la retorica dell'antifascismo e della guerra di liberazione. Liberazione da cosa? Finita la guerra, il fascismo e la monarchia gli sfruttatori sono rimasti tali, gli sfruttati anche! Ma anche mettere in guardia i più desiderosi di azione, qualunque questa debba essere, da questi insidiosi tranelli. Ieri come oggi è prioritaria la costruzione del partito rivoluzionario. Composto da gente capace, motivata, niente a che fare col "rivoluzionario stipendiato" targato LC nè con chi va in cerca di benefici e prebende.

l' antifascismo è stato il pretesto per uccidere acquaviva .l' assassino si mise a gridare "è 1 fascista"

lo spauracchio delle emergenze

Sulle tessere del PCI, dal '45, come nei suoi documenti, si inneggiava alla lotta contro //fascisti e tedeschi//. Nazionalismo patriottardo, che si intrecciava alla divisione manichea della //società// italiana in //onesti// italiani e mostri fascisti. Contro quei mostri si giustificava il mettersi a servizio della borghesia democratica, che dal fascismo aveva però imparato molte cose... Fa veramente schifo il tentativo (in buona o in cattiva fede) di tenere sul chi vive contro un'emergenza che non ammette repliche; un certo radicalismo antifascista va pure a braccetto con l'antiberlusconismo, o quello che diavolo si inventeranno. C'è sempre *un'emergenza che impone di soprassedere sul resto*. Il gioco l'hanno imparato bene e continua a funzionare!

Nell'opuscolo "quaderni di Battaglia Comunista 7 - Lo scontro degli internazionalisti con lo stalinismo e le sue vittime" vengono ricordati fatti e persone. Ovviamente non è esaustivo dell'argomento ma è una lettura veramente istruttiva. Sono graditi interventi e contributi anche di segno opposto (ma civili) comunque utili a far progredire la discussione

Ci dispiace solo il fatto che non esistano vittime staliniste per mano dei compagni.

Evita interventi ambigui che possano essere interpretati come un invito a scontri modello anni stettanta, perchè è proprio un ritorno alle "modalità" di quei tempi che i nostri padroni asserragliati nelle loro Confindustrie desiderano di più. E quello che invece noi dobbiamo cercare di scongiurare. Qualche piccola avvisaglia c'è. Penso ad alcuni fatti di cronaca a Lucca, per esempio.

l'intervento di Spartaco va letto - credo - nel senso che in QUEL DATO FRANGENTE i NS compagni nn ne abbiano tolto qualcuno di mezzo.

Il biblico "occhio x occhio"...

Coinvolgerli nell'ammazzamento genaralizzato e distoglierli dal compito che, nonostante tutto e tutti, si erano prefissi (la costruzione di un partito in grado di propagandare determinate idee e cogliere il momento propizio per attuarle) era esattamente lo scopo del nemico politico. Giochetto che peraltro, al di là che con i nostri antenati politici, ha funzionato alla perfezione

Santa Libera

Dopo l'articolo [[paginemarxiste.it Libera e dintorni, A sessant’anni dalle rivolte partigiane]] pubblicato su Pagine Marxiste, è nato un piccolo dibattito sulle stesse pagine, [[paginemarxiste.it proposito dell’articolo “Santa Libera e dintorni” pubblicato sullo scorso numero. Contributi in redazione]], dove è pubblicata una lettera di un partigiano ex di “Santalibera” ed ex del PCI, e una lettera di un compagno torinese che si richiama all'internazionalismo, con risposta finale di PM.

Un aspetto interessante di tutta la discussione è se la condotta del PCInt all'epoca fosse stata adeguata alla situazione o piuttosto causa di un'occasione persa per settarismo/dottrinarismo. Dateci un'occhiata: a me sembra una bella dimostrazione di dove porta una concezione //tatticista// dell'azione dei comunisti, ma anche uno stimolo interessante a riflettere su dove comincia il //programmismo//.

la replica del pur generoso combattente di SantaLibera è il solito mix di (pre)giudizi attivistici sul presunto dogmatismo del PCInt.

Mi pare un dato di fatto che l'ILLUSIONE di arrivare alla rivoluzione tramite l'azione partigiana ( generosa, disinteressata e spesso eroica in molti proletari ) si è poi tramutata nella DISILLUSIONE di fronte al suo fallimento. Le rivolte partigiane del '46 ne sono l'esempio.

Il PCInt fu settario e dogmatico?? io credo che fu invece CHIARO.

e la chiarezza è indispensabile nell'attività politica. Si potevano reclutare al partito parte di quei combattenti ?? certamente nessuno si sarebbe schifato, sicuramente sarebbe stato positivo ma il punto è; su quali basi ??

il mito della Resistenza tradita e magari dell'Urss? l'odio x il presente di allora ed il Pci purtroppo nn era sufficiente.

Svanita la lotta essi rifluirono da dove provenivano - il max che il partito poteva fare era quello di essere il più chiaro e franco possibile ( cosa che fu fatta ) senza cercare di rendersi "più attraente" ammiccandovi con parloe d'ordine che nn appartenevano alla sua storia e programma.

Compito del partito è anche quello di prevenire i militanti dai facili entusiasmi che poi inevitabilmente si tramutano nel loro contrario indebolendo xciò il partito stesso.

p.s. bene cmq l'interesse x questi fatti. Resistenze da appoggiare criticamente o meno c e ne sono ancora oggi ed il problema è aperto.

Non ho letto gli scritti in questione quindi resto sulle generali. Partecipare alla guerra partigiana voleva dire allearsi con la borghesia nell'opera di ripristino del suo dominionio sociale, economico e politico nella penisola. Le altre motivazioni addotte ai combattenti, sia ufficialmente che in maniera ufficiosa, erano solo balle come la storia ha ampiamente dimostrato. Quando militanti del PCInt cercarono di avvicinare i partigiani portando le loro tesi lo fecero a rischio della vita. Non si persero in chiacchiere dogmatiche od intellettualismi vani ma fecero una gran pratica. Nella direzione giusta. Se oggi esistiamo lo dobbiamo alla capacità di comprensione ed al sacrificio dei primi militanti

erano militanti che rischiavano la vita non teorici seduti in poltrona

Concordo con voi; poi è difficile entrare nel merito di valutazioni //quantitative//, letteralmente su //quanto// si è fatto ecc., ma almeno sul //cosa// si è fatto si può essere chiari.

E anche col senno di poi credo possiamo dire che la condotta del PCInt è stata corretta.

Tra l'altro ci sono stati avventuristi e romantici del "non deporre le armi" che hanno fatto più danni che altro.

Possiamo inoltre dare un giudizio disteso su chi trova a-comunista anche quell'//avvicinare i partigiani// cui accennava Picasso: in confronto la classica Torre d'Avorio sembra un frequentato bordello della belle époque...

La critica secondo la quale si è persa un'occasione è appunto //attivistica//, e in fondo la questione vera è la strategia d'intervento nella classe e nei movimenti reali. Visto che non c'è un legame meccanico tra capacità di analisi e di elaborazione teorica e di definizione strategica, di capacità e concezione organizzativa, e così via, è una riflessione che può essere comunque feconda per tutti.

i poveri turlupinati

Il trito e ritrito argomento dei partigiani illusi conferma la famosa sentenza che il peggior prodotto del fascismo fu l'antifascismo.

Il proletariato nella seconda guerra mondiale, ha mostrato la sua sudditanza al capitale, piccole minoranze e sporadiche affermazioni di autonomia di classe non bastano a nascondere che in effetti il proletariato si sia schierato su fronti borghesi.

In Italia il movimento partigiano fu l'espressione di questa alleanza CONSAPEVOLE, ossia il proletariato riconsceva nello stalinismo il suo partito, non perche' turlupinato, ma perche' al meglio rappresentava i suoi intressi contingenti. La gioia popolare e proletaria per il 25 aprile va letta come gioia sincera per la fine della guerra per una pace borghese.

Il compito dei militanti comunisti di allora non fu quello di rovesciare con il volontarismo rapporti di forza tra le classi decisamente a favore della borghesia, ma mantenere intatto l'organo partito per un futuro assalto.

Voler giustificare il comportamento suppino del proletariato adducendo le colpe allo stalinismo e' volontarismo comunque.

saluti

sprtc

Le tre caratteristiche predominanti dell'atteggiamento di Spartaco sono: lo schifo esibito per chiunque, la difesa della bottega politica ossia del proprio gruppuscolo, l'impiego di formulette ormai vuote di ogni contenuto. Cosa vuol dire volontarismo? Molti per far qualcosa a tutti costi contribuirono a peggiorare una situazione già difficile. Il lavoro politico dell'epoca consistette proprio nel dissuaderli ad un'azione fine a se stessa che portava solo acqua alla causa avversa. Dire: compagni, la montagna ha il suo fascino ma non è quella la via giusta costò la vita a molti. Continuare a tener vivo il partito? E' in quegl'anni che fu creato

Il proletariato non ha fatto la guerra perchè convinto che bisognasse distruggere le plutocrazie occidentali o conquistare la Corsica, ma perchè costretto dalla cartolina precetto e da tutto quello che ne consegue. E quando finì la gioia fu vera? Che sprovveduti

le tre caratterstiche e altro..

Lo schifo è una categoria morale che non muove la storia, tantomeno può essere un giudizio politico.

Il gruupuscolo politico è estraneo alla concezione marxista, parlare di partito è prematuro, ma si possono rivendicare le posizioni della Sinistra Comunista.

L'uso dell'avverbio "ormai" riferiro alle "formulette" significa che un tempo erano valide ed oggi non più ? La solita storia...

Il meccanicismo che vede il proletariato costretto a schierarsi dalla forza del precetto cartolina è poca cosa, definire il raporto tra le classi in un determinato momento dela storia è cosa più complessa. Un lavoro incessante di Marx e Engels. E vanno letti anchi i commenti acri che essi indirizzarono non come categorie morali, ma come condanna dell'indirizzo sbagliato..

L'azione del Partito nella guerra fu corretta, non era possibile ribaltare i rapporti di forza tra le classi, ma nell'incessante propaganda anche nelle file partigiane ma soprattutto nelle fabbriche mantenere vivo l'organo partito.

Purtroppo la ruota della controrivoluzione nei decenni è andata avanti, e come allora non è possibile ribaltare i rapporti di forza con la propaganda. Sotto questo schiacciasassi inesorabile parecchie compagni hanno preso strade diverse dal materialismo storico.

Sei molto astratto Spartaco, non parli mai di fatti, date, persone. In compenso sei piuttosto teatrale. Mi fai ricordare la figlia di Marx che in una lettera al padre lo innondava di cervelloticismi lamentandosi che lo svilluppo delle forze produttive i Francia fosse talmente arretrato da impedire il felice svilupo della Comune. Marx rispondeva che quello che minacciava l'esistenza della Comune erano i due corpi d'armata prussiani che circondavano Parigi! L'eredità di Marx ed Engels consiste nell'averci insegnato che la realtà è sempre concreta ed è in questa concretezza che dobbiamo indagare, studiare ed agire. Sragioni quando affermi che il tuo atteggiarti a sdegnoso con gli altri sarebbe in realtà un mio allontanarmi dal materialismo storico. Ti assicuro che l'esempio di Marx Lenin Trotsky Labriola Pietro Gori ecc. lo applico in abbondanza sul mio posto di lavoro

Di quali interessi parli? Della morte per stenti nei cantieri stradali in Abissinia? Nell'emigrazione nelle Americhe? Per questi "interessi" il proletariato era fascista? Per la disoccupazione, per i razionamenti? Per la morte nelle miniere del Belgio? Per questo è poi divenuto stalinista?

Eccomi di nuovo quà. Sto lavorando e non ho molto tempo da dedicarvi. Sono d'accordo con spartaco quando sottolinea che il proletariato seguiva chi gli era più comodo seguire, con occhi non inconsapevoli ma molto miopi. vedeva nella fine della guerra un miglioramento delle proprie condizioni di vita nell'immediato e tanto era sufficiente. Ma d'altra parte le condizioni di vita durante la guerra dovevano essere veramente insostenibili. La necessità contingente, e qui sono ancora con spartaco, era più forte di ogni altra pulsione. E lo stalinismo non ha fatto che servirsi di quella molla. Abilmente. Occorre riconoscerlo. D'altra parte un partito rivoluzionario all'epoca non c'era. Nessuna concreta prospettiva internazionalista era portata avanti. E in tali condizioni...

Ciao Zazza. Innanzitutto bentornato!

Credo però che la seguente tua affermazione sia falsa da molti punti di vista. Soprattutto calpesta il lavoro di tanti compagni che in quell'epoca non solo hanno cercato di rafforzare il partito internazionalista, ma per questo hanno messo a repentaglio anche le loro vite.

Il partito *esisteva* ed aveva anche un certo radicamento, seppur insufficiente.

> D'altra parte un partito rivoluzionario all'epoca non c'era. Nessuna concreta prospettiva internazionalista era portata avanti.

Vedi:

[[ibrp.org | La fondazione, l'organizzazione e l'attività del Partito Comunista Internazionalista]]

[[ibrp.org | Lo scontro degli internazionalisti con lo stalinismo, e le sue vittime]]

[[ibrp.org | Chi siamo, da dove veniamo, cosa vogliamo]]

Mah!

Il proletariato era contento della guerra! Ce ne vuole di coraggio! Peccato ci sia un'amplissima biografia che dice il contrario, basti leggersi gli studi su gli enormi archivi della censura dell'epoca, migliaia di rapporti, decine di migliaia di lettere private aperte e richiuse. Se a Zazza certi argomenti stessero realmente a cuore si potrebbe aprire un istruttivo dibattito, ma il misso di Lotta predilige altre strade. Allontanare l'attenzione dalla pratiche di LOtta e dei suoi padrini politici, negare l'esistenza dell'esperienza del PCInt ed di gruppi presenti o passati concorrenziali a Lotta. Sopratutto teme che la versione di comodo (leggi balle) sulle origini di Lotta rifilata ai limoni da spremere venga fatta a pezzi dalla conoscenza della realtà dei fatti. Storici ed attuali

Grazie mille mic.Non fraintendere, non volevo certo offendere la memoria di nessuno. Ne di chi perseguiva idee autenticamente internazionaliste, quanto di chi in buona fede si è fatto schiavo dagli stalinisti. Intendevo esattamente ciò che dici tu. Le istanze internazionaliste erano portate avanti in maniera del tutto inadeguata. Do subito un'occhiata agli articoli che mi proponi comunque. Anche se mi è sempre difficile argomentare dato che il webmaster, ormai da tempo, mi concede 10 righe al massimo e poi devo aspettare che qualcuno mi risponda.

Sono sempre un po' drastico. E' il mio modo di esprimermi. Era questo che intendevo dicendo che il partito rivoluzionario non c'era. Cercherò di essere più preciso.

A proposito picasso, a parte le tue note doti divinatorie, si può sapere come hai fatto a leggere nelle mie parole che il proletariato era contento della guerra?? Minchia i pregiudizi...il veleno...

Mah!!

Zazza a Lotta devono avere avuto richieste pressanti per respingerci nel getto da cui vogliamo uscire, se no non si spiega la foga con cui ti mandano allo scontro. Non ho capacità divinatorie, semplicemente dopo quattro anni di Lotta a quelli come te ho fatto il callo. In più se la gente apre gli occhi entrano nelle vostre casse meno soldi e poi tocca mandare a spasso un certo numero di stipendiati, questa si che è una motivazione altro che il "Capitale" di Marx!

Comunque l'argomento non va preso troppo alla leggera secondo me. Lo sa anche la mia gatta che il fascismo come era tra le 2 guerre non c'è più, ma allora da dove escono tutti quei gruppuscoli che scrivono sui muri lotta antifascista e cose del genere? non conosco nessuno di questi soggetti ma tenderei ad escludere che non ce ne sia manco uno più intelligente della mia gatta.

Allora cos'è che muove questi gruppetti? Che li fa seguire slogan che ai più appaiono ridicoli quando non inquietanti? Non possiamo cavarcela giudicandoli una massa di fessi. Bisogna analizzare a fondo tali movimenti, capire da dove nascono, quali spinte muovono i loro appartenenti e ricollegarsi dove si può.

Personalmente, tenderei ad escludere un'influenza degli opportunisti o della boeghesia in generale almeno nei gruppi più vicini allo stile punk-a-bestia come il clash quì a bologna. Ma non conosco bene. e parlo senza una reale cognizione di causa. Cosa ne pensate??

Caro Zazza, in sostanza, sono d'accordo con la tua gatta :)

Sulla necessità di "ricollegarsi", credo che il nostro primo compito sia di tenere ferma la critica all'anti-fascismo. Questo infatti, per avere senso, deve essere prima di tutto lotta contro il capitalismo, in tutte le sue forme - dato che è proprio il capitalismo a generare il fascismo.

Quindi direi che il nostro lavoro deve essere piuttosto teso a "ricollegare", quando possibile, i giovani "antifascisti" al generale movimento anti-capitalista e comunista.

A riguardo di questo lavoro volevo segnalarti solo un esempio.

Il prossimo 15 settembre (o giù di lì) a Parma ci sarà una "Festa delle Barricate Antifasciste del 1922". Noi saremo in piazza, naturalmente. Come anti-capitalisti, e di conseguenza anti-fascisti.

Passa a trovarci, se puoi! Non voglio fare polemica, ma capiresti davvero la differenza, sul campo, tra una organizzazione politica rivoluzionaria... e una setta che si estranea dalle altre organizzazioni e soprattutto da ogni lotta, per acquattarsi nel sistema.

Proselitismo

non si può parlar male do lotta sempre e quantunque. La loro impostazione pratica ha sempre escluso un proselitismo in mezzo ai gruppettari e questa è tutta salute.

I sinistroidi, gli antifascisti hanno una molla diversa dai comunisti. Quanto più si cerca di avvicinarli e tanto più noi dimentichiamo di essere comunisti.

Qualche compagno potrà anche arrivare al comunismo da quell'area, alla stessa stregua di chi viene dagli scout o altro ancora, un lavoro specifico mirato in quell'ambeinte è sbagliato e superfluo.

Il comunismo non nasce dal cervello, è un sentimento che ricollega in grandi arcate tutto l'evolversi della specie umana.

Gli antifascisti mostrano un sentimento sterile e non umano. Un sentimento di rabbia, che è il contrario del nostro. Molto difficile pescare in quell'ambiente. Usano una fraseologia vicina a quella marxista, qualche battuta può essere comune, ma sono lontanissimi.

Per reclutare per la milizia comunista, questa merdosa fase controrivoluzionaria, mille volte meglio lavorare su di un terreno vergine !

saluti

sprtc

Un volantino a manifestazioni del genere non è mai sprecato, altrimenti nessuno si farà una ragione dei propri errori. Eprima di chiamarlo errore te ne devi accorgere.Poi sta solamente al singolo decidere di che gli frega veramente.

Noi saremo presenti in quanto anticapitalisti, sapete perché!

X Spartaco: Non ho mai capito questa paura dei cosìdetti bordighisti di presenziare alle manifestazioni dei gruppettini. Voi, tu, vi dite rivoluzionari e avete paura di impestarvi delle deboli posizioni dei movimenti e dei gruppi grandi o piccoli che siano. Non vorrei stare a giudicare, ma non lo trovi un pò ridicolo. Proprio voi che tendete più al dogmatismo dovreste avere una fermezza di posizioni d'acciaio.

Hai anche ragione che nelle grandi masse il comunismo si crea durante intere arcate storiche, ma è altrettanto vero che noi non siamo un partito di massa con coscienza vacillante, bensì un partito di rivoluzionari; Come sappiamo tutti bene e adesso arriviamo al punto, durante questi tempi avidi di coscienza di classe è il singolo che si fa venire l'input rivoluzionario comunista, studia, per poi unirsi al partito rivoluzionario o a qualunque raggruppamento lo porti la propria esperienza, quindi può anche venire dalla passione, l'interesse o la sensibilità, talvolta anche dall'odio o dallo schifo ma questo è più raro. E' proprio qui che si può individuare uno dei vostri errori: Aspettare le masse che verranno da sè per farvi giocare ai rivoluzionari dalle candide e bianche ali pennute. Trovo molto meccanicistica questa vostra certezza di uno sviluppo quasi ideale dei fatti verso la rivoluzione.

Il nostro compito è di informare il proletariato sulla necessità di una rivoluzione come anche sull'esistenza di un partito di classe rivoluzionario. Vale per il proletariato, vale per i gruppettini e le manifestazioni di questo genere. ALTRIMENTI I PROLETARI ARRIVANO ALLA COSCIENZA COMUNISTA A RIVOLUZIONE SCONFITTA.

Saluti

Rivolunzio

Antifascismo

Ciao a tutti, mi chiamo Dan O'Neadran e sono neo-iscritto al forum.

Provo a dire la mia sul tema dibattuto. Ormai l'antifascismo ha un solo significato per gran parte delle persone che lo praticano: fare dell'immagine. Un buon modo per qualificarsi e stop. Ci si dichiara (ed ostenta) antifascisti con lo stesso spirito con cui si sfoggia la Ferrari, la fidanzata figa o il biglietto da visita con un titolo di prestigio. Ci si dichiara antifascisti (anzi, meglio: antifa) e puff, come per magia si guadagna il rispetto dei compagni di università e favori sessuali da parte delle compagne. Come ribadiva qualche altro utente, i sinistroidi, gli antifa, i gruppettari hanno una molla diversa dai comunisti. Si tratta di un'affermazione profonda e vera, forse anche oltre gli intendimenti da chi l'ha scritta. Se i secondi mirano alla rivoluzione, i primi, al massimo, mirano alla più fica del corso.

Discutere del (sedicente) antifascismo di questi tempi volgari come di un fenomeno politico significa non averne compreso la natura. Si tratta di un fenomeno di MODA ed IMMAGINE, e come tale va analizzato e studiato.

Ah, complimenti per questo splendido forum.

Ciao Dan, innanizitutto benvenuto sul forum e grazie per i complimenti.

In generale, l'esperienza mostra che hai in buona parte ragione: l'antifascismo rientra spesso e tristemente nell'ambito dell'immagine.

Non credo però che il mio messaggio contraddica il tuo. Solo, pur nella sfiducia completa verso questo movimento fatto di apparenza e atteggiamenti più che di analisi e programmi, ritengo che bisogna evitare lo snobismo. Capita di trovare sinceri comunisti, alcuni interessati all'internazionalismo, anche all'interno o ai margini di gruppi "antifa".

A questi singoli compagni noi ci rivolgiamo, per affermare che il vero antifascismo non può che essere comunista. Per questo li invitiamo a lavorare nel senso della costruzione e del rafforzamento di un autentico partito comunista, piuttosto che all'interno di raggruppamenti eterogenei, confusi e inconcludenti.

“Non credo che il mio

Non credo che il mio messaggio contraddica il tuo

No no, anzi! Mi pare che siamo in accordo su tutta la linea.

ciao Dan e benvenuto ( 6 x caso connazionale di mr.Guinness?!? ).

io penso che "l'antifascismo" è sempre stata una merce sul mercato della politica; oggi, dove l'immagine la fa da padrone sui contenuti quasi sempre e dovunque, il risultato è anche quello che descrivi te.

senza ocntare - cosa detta e ridetta, ma mai sottlineata abbastanza forse - che sono morti più comunisti sotto Stalin che nn sotto hitler e mussolini.

ciao

ciao dan benvenuto nel forum io mi ritrovo in pieno nell' intervento di mic

MA07

Anche io sono nuovo nel forum.

e mi trovo d'accordo con Dan.

Mah… Io tutta questa

Mah... Io tutta questa gnocca dentro ai gruppetti non ce l'ho mica mai vista! A parte gli scherzi, la considerazione di dan è interessante e in parte immagino che risponda al vero. Tuttavia penso anche che possa valere per chi si avvicina agli antifascisti per brevi periodi di tempo. Ma anche queste organizzazioni avranno pure dei "capi", cioè qualche elemento trascinante che detta la linea a tutti gli altri. E costoro dovranno pure utilizzare delle argomentazioni per convincere gli altri a urlare morte ai fascisti in mezzo a via Zamboni.. Sarei proprio curioso di sapere che si dicono in questi gruppetti. Cosa si raccontano.. Quali gli slogan..

Colgo inoltre l'occasione per sottolineare ancora il mio completo disaccordo con rivolunzio che aspetta che tanti piccoli Engels pieni zeppi di scienza rivoluzionaria corrano alla sede di battaglia a chiedere di poter far parte dell'unico partito autenticamente rivoluzionario. Anche qui sto scherzando naturalmente ma è una battuta che mi fa masticare molto amaro... La borghesia, la chiesa, la scuola, anche i nostri stessi genitori, tutta la società da che son nato mi ha inculcato che questo è il migliore dei mondi possibile. Che ha dei difetti ma ce li dobbiamo tenere. Occorre mettere quanta più gente possibile nelle condizioni di farsi venire il dubbio che tutto questo non è vero.

Infatti andare a quel tipo di manifestazioni serve a tentare di convincere i pochi che non si tratta solamente di risolvere i difetti della società democratica, ma di superare questa coscienza embrionale per farla esplodere dentro l'anticapitalismo.

Non hai torto zazza, ma non penso nemmeno che sia tempo sprecato.

Saluti

Naturalmente sono d'accordo con l'ultimo intervento del compagno Mic.

Sono assolutamente d'accordo, in linea di principio, col presenziare a quante più iniziative possibile, compatibilmente con le forze che si hanno. E' sempre importante però per un'organizzazione politica far vedere in ogni momento qual è la propria linea, il proprio pensiero sull'argomento toccato dall'iniziativa cui si presenta. Questo però penso proprio che non ve lo debba insegnare io... Ma mi chiedo. Alla manifestazione antifascista ci andate con uno striscione con su scritto: " noi coll'antifascismo ci facciamo il brodo"? Comunque fatemi sapere dove si tiene la manifestazione che se ho tempo ci faccio un salto. Ovviamente non come rappresentante di lc. Così facciamo ancora 4 chiacchiere a tu per tu. Anche perchè questa cronica non partecipazione di lc a quasi tutte le manifestazioni più importanti infastidisce anche me.

non è necessario avere un striscione basta dare dei volantini che spiegano la nostra posizione

Ma si può bastare, ma devono essere chiari fino in fondo. Comunque essere un gruppetto anche piccolo con uno slogan visibile non guasterebbe