Assetati di energia, a qualunque costo

  • 6/9/2009 (8:9) - LA STORIA

Costerà 56 miliardi, porterà un fiume di elettricità fino all'Europa

LUIGI GRASSIA TORINO

Nella sfida al colossale l’Africa può battere tutti, persino la Cina. Il Congo ex belga, cioè l’ex Zaire, quello con capitale Kinshasa, sta per costruire un sistema di dighe - che si chiamerà Grand Inga - con una potenza quasi doppia della famosa diga delle Tre Gole in Cina: addirittura 39 mila MegaWatt, cioè l’equivalente di 23 centrali nucleari del tipo più grosso che ci sia al mondo (l’Epr di Flamanville di Edf-Enel). Anche le spese di costruzione sono elefantiache: 56 miliardi di euro messi a disposizione dalla Banca mondiale, dalla Banca europea per gli investimenti e da alcune altre istituzioni. Ventitré supercentrali nucleari di modello Epr eccedono di molto le necessità di un Paese come il Congo, perciò si sta già progettando un sistema di cavi elettrici che da Grand Inga porterà l’energia fino al lontano Sud Africa, e nell’opposta direzione alla rete nordafricana, da dove la corrente potrà poi passare in Europa e in Italia.

Il risultato di questo progetto-King Kong è che premeremo l’interruttore a Roma o a Milano e la corrente ci arriverà dal Congo. Quest’ultimo sviluppo, a dir la verità, è la parte più controversa del progetto, perché alcuni critici (africani e non) protestano per tanti miliardi di euro destinati teoricamente allo sviluppo dell’Africa e invece dirottati a soddisfare il fabbisogno energetico dell’Europa; ma alla World Bank non accettano obiezioni: «Per finanziare un investimento di 56 miliardi di euro abbiamo bisogno di clienti solvibili» spiegano all’Africa Energy Group della Banca, e solo così si potrà sostenere il più grande progetto di sviluppo mai finanziato e sarà possibile portare la luce elettrica a 500 milioni di africani che ancora non ce l’hanno.

Questo è solo uno dei progetti faraonici che riguardano l’energia in Africa. Un altro è il gasdotto da 8,5 miliardi di euro (le firme sono state messe un mese fa) per portare il metano dalla Nigeria all’Algeria e da qui all’Italia e al resto d’Europa.(...)

Forum: 

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Intanto la Shell "dichiara guerra alla Cina", in Nigeria.

La Royal Dutch Shell combatterà ogni possibile sforzo del governo nigeriano vòlto a cedere il controllo dei suoi giacimenti in Nigeria alle compagnie cinesi. Di una cosa potete essere sicuri: che noi e tutta l'industria petrolifera difenderemo i nostri interessi.

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