Nasce l'Unione Sindacale di Base

Qualche settimana fa è stata varata la nascita dell'USB che sembra abbia suscitato l'entusiasmo di molti compagni e compagne.

Vi so notoriamente contrari ad ogni forma di sindacalismo in quanto funzionale al sistema capitalista. Perchè essere contrari a quelli che potrebbero costituire efficaci strumenti di lotta per migliorare le condizioni di vita della classe lavoratrice ?

Come potete affermare con certezza che il ruolo rivestito dal sindacato sia contrario all'interesse di una classe lavoratrice che...anelerà, almeno in alcune sue componenti, ad una radicale trasformazione in senso socialista della nostra società, ma necessita di qualcuno che si batta concretamente a difesa dei suoi bisogni più impellenti ed immediati ?

Vi ringrazio per eventuali risposte, saluti,

Gaetano

Forum: 

Ciao Gaetano, è vero, noi critichiamo qualunque "logica sindacale" perché si mantiene sul terreno delle compatibilità capitalistiche, ma ovviamente facciamo delle distinzioni. La Triplice (CGIL-CISL-UIL + UGL e altri sindacati corporativi) è infatti un ingranaggio del sistema, la cinghia di trasmissione degli interessi borghesi - ossia il mantenimento della pace sociale - in seno alla classe lavoratrice. E questo indipendentemente dalla buona fede e dalla combattività di alcuni sindacalisti della base, e indipendentemente dalla maggiore conflittualità (di facciata) che sta esprimendo in questi mesi la CGIL, pronta a rientrare immediatamente nei ranghi di fronte a un governo di centro-sinistra, macellaio come l'attuale, se non peggio.

Il sindacalismo di base, invece, non è certo un ingranaggio del sistema, è il tentativo di difendere gli interessi dei lavoratori senza mettere in discussione il sistema capitalistico nel suo complesso. E' il radical-riformismo, una tentazione "inevitabile" destinata a crescere con l'avanzare della crisi e che esisterà fino al giorno prima della rivoluzione.

Ma non bisogna battersi anche qui e ora per la difesa degli interessi più impellenti e immediati della classe? E' vero, il fatto è che il sindacalismo è un'arma spuntata, perché dovendosi attenere ai vincoli che il regime capitalista ti impone (leggi anti-sciopero, limitazioni, precettazioni, ecc.) non riesce a fermare gli attacchi del capitale, tanto meno a migliorare le condizioni di cita e di lavoro della classe in una fase di crisi acuta come l'attuale.

Esempio. Il blocco degli scrutini promosso dai sindacati di base è un fatto positivo, e i nostri lavoratori della scuola vi hanno partecipato. Ma con tutte le limitazioni imposte dal sistema gli scrutini, nonostante i ritardi, andranno avanti e La Gelmini se ne potrà fottere altamente del malcontento espresso dal blocco. Solo uno sciopero a oltranza, ossia con una lotta che va OLTRE IL SINDACALISMO, è possibile ottenere qualcosa di CONCRETO, come ad esempio una retromarcia del governo sui tagli, ecc.

Che fare, dunque? Promuovere l'AUTORGANIZZAZIONE DELLE LOTTE, la nascita di organismi assembleari sui luoghi di lavoro che, al di là di qualunque logica sindacale, inizino a porre il problema della difesa intransigente degli interessi dei lavoratori. Difesa che, inevitabilmente, andrà a cozzare con le compatibilità del regime capitalista.

Anche i socialisti impossibilisti (vedi Movimento Socialista Mondiale) si attestano sulle vostre stesse posizioni rispetto alla "logica sindacale".

Potresti portarmi esempi di contesti lavorativi in cui i gruppi di fabbrica (così mi pare chiamiate gli organismi assembleari a cui fai riferimento) siano riusciti a portare a casa qualcosa ?

noi ,e nn ci dovrebbe esser bisogno di dirlo, non snobbiamo chi, tra i proletari, in buona fede ed esponendosi in prima persona fà ciò che crede più utile per difendere i propri interessi immediati...

i "gruppi di fabbrica" nn sono in concorrenza come li metti te col sindacalismo di base xchè diverse ne sono premesse ed orizzonti.

Nn sono 2 tecniche differenti x rimorchiare in discoteca fra cui scegliere quella che "paga" di più dopo averle sperimentate entrambe :)

tralscio sul fatto che i compagni che dirigono l'Usb sono gli stessi identici che fino ad ieri dirigevano RdB, Cub e Sdl,Orsa ecc - sicuramente si sono mossi a questo passo dopo anni di discorsi anche in conseguenza di un certa spinta in tal senso da parte della loro base proletaria. L'ambizione aperta della dirigenza è quella di occupare quello spazio di rappresentanza lasciato sgombro dallo scivolamento "a destra " sempre + evidente della cgil - una specie di 4° soggetto sindacale. Che dovrà convivere con la sempre + marcata fascistizzazione delle legislazione sugli scioperi e la rappresentanza ( adeguandosi o scomparendo ).

X chi vi nutre speranze di utilizzo in senso rivoluzionario di questa nuovo soggetto temo vi troverà l'ennesima delusione politica - che è una dei migliori anticoncezionali della militanza rivoluzionaria... - e che rappresenta uno dei motivi della ns critica politica

X noi resta un ambito di intervento come molti altri in cui si esprime la classe.

Saluti

a proposito posto sotto un volantino scritto x l'appunto dall'Usb riguardo una fabbrica a rischio chiusura, da cui credo emerga tutto lo spirito grettamente riformista ( i veri imprenditori contro gli speculatori...il velato nazionalismo ecc.. ) e la mancanza di ogni pur minimo orizzonte di cambiamento sociale con cui si legano i lavoratori alla sorte della "loro" fabbrica-galera.

x ragioni credo comprensibili di privacy metto delle XXX al posto dei riferimenti specifici

| | Gli operai della XXX di XXX sono stanchi della cassa integrazione e VOGLIONO tornare a fare quello che meglio sanno fare. Vogliono riprendere a lavorare nell' azienda dove hanno lavorato in questi ultimi anni! Le finanziarie XXX e XXX invece vogliono solo guadagnare anche se non hanno capito che per farlo non devono delocalizzare all'estero, ma devono investire sulla qualità dei mattoni che venivano realizzati a XXX e venduti in tutto il mondo!! Gli operai vogliono far sapere a tutti che l'azienda XXX dove lavoravano 175 operai era ed è conosciuta in tutto il mondo! La possibile chiusura dello stabilimento provocherebbe un impoverimento della stessa città! Le finanziarie continuano a far sapere che non hanno voglia di chiudere lo stabilimento cittadino, ma allora: -Perchè non realizzano il forno fusorio nuovo? -Perchè non dicono davvero la verità? -Perchè non investono sullo stabilimento cittadino? In azienda, nei piazzali c'è il nuovo forno ancora imballato pronto per essere ricostruito e attivato, un forno che risparmierebbe sia materie prime che gas ed elettricità rispetto a quello vecchio!! E' pur vero che le finanziarie non sanno fare impresa! In XXX, a XXX manca un imprenditore quelli che ci amministrano in questo momento non sono imprenditori ma finanzieri!

Una precisazione per Gaetano. I gruppi internazionalisti di fabbrica e territorio sono una cosa, le assemblee autorganizzate un'altra. I primi sono emanazione diretta del partito, sono cioè i nostri GRUPPI POLITICI sui luoghi di lavoro, mentre le assemblee autorganizzate sono gli organismi di cui si dotano i lavoratori quando si muovono fuori dal sindacalismo.

La tua domanda è quindi malposta. Ciò che vogliono "portare a casa" i gruppi di fabbrica e territorio, infatti, è l'innalzamento della coscienza politica e il radicamento del partito nella classe lavoratrice. E il partito incita la classe alla autorganizzazione delle lotte, cosa che, a volte, settori di classe hanno fatto anche senza la nostra presenza.

Esempio. Ti ricordi la tenacissima lotta dei tramvieri di Milano nel 2004, quando bloccarono tutta la città e vennero duramente attaccati da destra e da sinistra? Quella era una lotta autorganizzata, che formò comitati di sciopero dal basso, scavalcò il sindacalismo e si scontrò frontalmente con l'azienda e il comune. Una lotta impari, la mobilitazione si sarebbe dovuta estendere ad altri settori lavorativi... non avvenne. Ma questo non è certo imputabile all'autorganizzazione delle lotte. Semmai all'imbrigliamento dei lavoratori nei sindacati.

E' evidente che, finché il livello della lotta di classe rimane così basso, i casi di autorganizzazione sono sporadici (tutto ovviamente cambia quando il clima è preinsurrezionale: vedi Argentina 2001/2002, sindacati scavalcati dall'autorganizzazione). Da rivoluzionario, quindi, le domande che ti dovresti porre sono:

- cosa abbiamo raggiunto DI CONCRETO in vent'anni di sindacalismo di base? La risposta è: nulla.

- cosa abbiamo raggiunto sul piano politico? Avere illuso un'intera generazione di compagni che fosse possibile strappare qualcosa al capitalismo, senza metterne in discussione le leggi, le compatibilità, il sistema.

Grazie Gek per gli spunti di riflessione che sto leggendo con interesse anche sull'altro forum.

Devo riconoscerti il merito di dare risposte puntuali ai miei interrogativi (a differenza di chi si limita a rimanere sul generico). Così riguardo all'impossibilità di portare a casa qualcosa con lo "sciopero degli scrutini" (che non servano solo a gonfiare l'ego dei leader del nuovo sindacato ?) ed i risultati conseguiti dai tramvieri di Milano.

Noto inoltre con rammarico come la nascita dell'USB abbia prodotto ed alimentato quelle divisioni (vedi qui: cubpiemonte.org) che, invece, si proponeva di risolvere.

Morale della favola ? Anzichè generare conflitti tra lavoratori e padroni si creano spaccature tra i lavoratori stessi parte dei quali, stando così le cose, immagino che scelgano di stare a guardare.

Grazie a te per darci l'occasione di spiegare le nostre posizioni sull'intervento nei luoghi di lavoro. Molti pensano - in buona o in cattiva fede - che noi snobbiamo la lotta economico-rivendicativa, mentre, come vedi, non è affatto così.

Critichiamo invece il sindacalismo radicale perché (oltre a essere il più delle volte un'arma spuntata) impedisce alle lotte economiche di trascrescere sul terreno politico anticapitalista. Mentre le lotte autorganizzate - se in esse opera l'avanguardia rivoluzionaria - possono farlo.

Accenni poi a un'altra nota dolente del sindacalismo di base, ossia l'estrema frammentazione che permane nonostante l'USB.

Questo è dovuto al fatto che spesso le direzioni dei sindacati radicali fanno riferimento a aree politiche (anarchici, stalinisti, trotzkisti, rifondazione...) che sono in contrasto fra loro e che vedono il proprio sindacato più come "area di influenza" che come strumento della lotta di classe.