Marxismo e filosofia

Nel leggere un buon articolo su Lev Trotskji, pubblicato da “Prometeo”, sono incappato in una espressione, “marxismo hegeliano di Lenin”, che è palesemente frutto di una confusione in materia di filosofia marxista. E’ un vero che questa espressione non invalida il contesto in cui è riportata, un contesto sostanzialmente esatto, ma questa confusione indica una debolezza che ha già portato guasti ed errori nel pensiero e nell’azione della sinistra. Il marxismo di Lenin non si manifesta affatto nel suo pensiero filosofico difettoso, ma nella sua grande capacità di superare i suoi stessi limiti filosofici nell’azione pratica.

E’ singolare il fatto che nella serie dei pensatori marxisti Marx appare come l’ultimo e non il primo della serie. Sul pensiero di Lenin gravavano tre fatti: i limiti di Engels, dai cui scritti Lenin trasse il suo corredo concettuale, l’influenza della scuola neo-kantiana di Plekanov, marxista per modo di dire, ed il fatto che gli scritti decisivi di Marx in materia di filosofia furono pubblicati solo nel 1936 e lui non poté conoscerli.

Quanto ad Hegel, che diceva che lo Stato è Dio in terra, pare che trovò come allievi conseguenti solo Hitler e Stalin ( il partito é Dio in terra).

Non posso dire di più in un Forum, ma vorrei ricordare ai compagni ciò che diceva Karl Korsch: Qual è il rapporto che intercorre tra il marxismo e la filosofia fintantoché questo complesso processo storico non ha ancora raggiunto il suo obiettivo finale, la soppressione della filosofia?”

Forum: 

Credo che il punto centrale sia proprio nella frase da te formulata

"Il marxismo di Lenin non si manifesta affatto nel suo pensiero filosofico difettoso, ma nella sua grande capacità di superare i suoi stessi limiti filosofici nell’azione pratica."

può sicuramente darsi, e probabilmente è, che lenin sia stato debole dal punto di vista filosofico, ed infatti lui era un rivoluzionario, non un filosofo.

da questo discende che

1) non è possibile far discendere errori successivi o addirittura la degenerazione della rivoluzione russa da una sbagliata impostazione filosofica di lenin. se la terza internazionale è degenerata politicamente, questo è stato il riflesso sovrastrutturale di una degenerazione strutturale dell'esperienza rivoluzionaria russa dovuta in primis a isolamento internazionale e arretratezza interna.

2) i rivoluzionari non sono filosofi, sebbene il materialismo storico sia uno strumento fondamentale per comprendere la realtà, compito dei comunisti è trasformarla sul piano pratico, in questo lenin è e rimane uno dei più grandi maestri che il movimento rivoluzionario abbia mai avuto.

3) detto questo ho trovato il lenin filosofo di pannekoek molto interessante sul piano della divulgazione del marxismo e della differenza tra materialismo borghese e materialismo storico, estremamente debole e contraddittorio laddove - idealisticamente- vuole far discendere la degenerazione della rivoluzione russa da una errata impostazione filosofica di lenin invece che da motivi di ordine materiale e, in ultima istanza, dal capovolgersi del rapporto di forza tra le classi, a vantaggio della borghesia, che si ha per tutto il corso deglia nni '20.