Manifesto della Frazione Comunista dopo il II Congresso dell'Internazionale

Immagine - Braccianti tornano in paese (Terranova) dopo aver occupato le terre, ottobre 1920

Dal Soviet del 17-10-1920

Ai compagni e alle sezioni del PSI

La crisi che travaglia da gran tempo il nostro partito, sulla quale la vostra attenzione è stata sempre più richiamata così dai recenti avvenimenti d'Italia che dai deliberati del II Congresso della III Internazionale, rende necessario ed urgente, nell'approssimarsi del Congresso Nazionale del Partito, uno sforzo concorde negli elementi di sinistra del Partito stesso per uscire finalmente da una situazione intollerabile e contrastante con le esigenze della lotta rivoluzionaria del proletariato italiano. Tutto ciò ci ha indotti a farci iniziatori di un movimento di preparazione del Congresso e di concorde intesa fra tutti quei compagni che sentono veramente la necessità che il Congresso indichi una soluzione definitiva ed energica del grave problema.

Non ci dilungheremo nel ricordarvi qual sia la situazione nel nostro paese. Le condizioni nelle quali esso ha partecipato ed è uscito dalla grande guerra mondiale e gli episodi di questo turbato periodo di dopoguerra dimostrano persino ai nostri avversari i sintomi molteplici della disorganizzazione irrimediabile dell'attuale regime, e la incapacità di esso a lottare contro le conseguenze rivoluzionarie del proprio intimo disfacimento.

Dall'altra parte il fremito, il sentimento, lo slancio ribelle delle masse di tutti gli strati del proletariato crescono ogni giorno di più e si manifestano nelle continue agitazioni, nell'ardore con cui le battaglie della lotta di classe vengono condotte nell'aspirazione, sia pure indistinta, che esse si con-chiudano nella vittoria finale della rivoluzione proletaria.

La borghesia, pur essendo conscia della propria impotenza a fronteggiare il dissesto del suo regime sociale, concentra le ultime energie della sua difesa contro questa avanzata delle masse rivoluzionarie. Da un lato essa organizza corpi regolari ed irregolari per la repressione armata dei moti operai, dall'altro svolge un'astuta politica di apparenti concessioni e di mentite benevolenze verso i desiderati delle masse.

Gli organismi che conducono l'azione proletaria ed a cui spetta il compito di svolgere un'opposizione vittoriosa a questa politica di conservazione borghese, hanno più volte dimostrato all'evidenza le proprie deficienze.

L'organizzazione sindacale raccoglie ogni giorno più estese schiere di lavoratori, ma mentre questi nelle agitazioni e negli scioperi dimostrano di sentire la necessità di allargare il campo della lotta e spingersi verso conquiste rivoluzionarie, la burocrazia dirigente dei sindacati imprime a tutta l'azione i caratteri tradizionali delle lotte corporative, chiudendola nei limiti di un perseguimento di miglioramenti graduali nelle condizioni di vita del proletariato.

Quanto al partito politico della classe operaia, al Partito Socialista , che avrebbe il compito di riassumere in sé le energie rivoluzionarie di avanguardia, di imprimere un nuovo carattere e un nuovo indirizzo ai metodi di lotta per il conseguimento dei massimi fini del comunismo, esso anche si rivela. inadatto alla sua funzione.

E ben vero che la maggioranza del Partito, adottando a Bologna il nuovo programma massimalista e dando la sua adesione alla Internazionale di Mosca, credeva di aver risposto alle esigenze del problema storico, che, dopo lo scioglimento della grande guerra, aveva dovunque poste di fronte le due concezioni antitetiche della lotta proletaria: quella socialdemocratica, disonorata nel fallimento della II Internazionale e nella complicità con le borghesie; e quella comunista, forte delle originarie affermazioni marxiste e delle esperienze gloriose della rivoluzione russa che, organizzatasi nella nuova Internazionale, lanciava al proletariato le sue parole d'ordine rivoluzionarie: lotta violenta per l'abbattimento del potere borghese, per la dittatura proletaria, per il regime dei consigli dei lavoratori.

Ma in realtà il Partito, illuso forse del legittimo compiacimento pel fatto di aver tenuto durante la guerra un contegno ben diverso da quello degli altri partiti della II Internazionale, non intese la necessità che a un cambiamento formale del programma corrispondesse un rinnovamento profondo della sua struttura e delle sue funzioni.

I successivi avvenimenti hanno dimostrato, attraverso le circostanze che è superfluo rammentare, quanto il Partito fosse ancora lontano dall'essere pari al compito rivoluzionario che la situazione storica gli confidava. Esso non ha modificato essenzialmente i criteri della sua politica; la sua azione soprattutto parlamentare, adagiandosi nei metodi tradizionali dell'anteguerra, ha spesso fatto il gioco del governo borghese.

Nei momenti in cui occorrevano risoluzioni decisive, restarono arbitri della situazione uomini sorpassati a cui il Partito non seppe togliere la dirigenza dell'azione sindacale e parlamentare, e si ricadde cosi nei vecchi metodi di accomodamento e di transizione. Le masse del proletariato, deluse, si rivolgono quindi in parte ad altre correnti rivoluzionarie militanti fuori del Partito, come i sindacalisti e gli anarchici, che a concezioni del processo rivoluzionario in cui i comunisti non possono concordare, uniscono giustissime critiche di un atteggiamento cosi contrastante con le esigenze rivoluzionarie e con lo stesso linguaggio rivoluzionario dei capi del partito.

E per le ragioni che abbiamo riportate e per tutte quelle altre che in molte occasioni sono state più ampiamente prospettate dagli elementi di sinistra, che il Partito Socialista Italiano si è rivelato inadatto al suo compito, è per queste ragioni che il Congresso Internazionale di Mosca, accogliendo le richieste dei compagni italiani di tendenza più avanzata, ha stabilito di porre con chiarezza e con fermezza la questione del rinnovamento del nostro partito, ed ha fissato le basi su cui il nostro prossimo Congresso dovrà lavorare per conseguire tale scopo.

Quali dunque i compiti del prossimo Congresso? Quali gli obiettivi che dobbiamo proporci per far si che esso, anziché esaurirsi in vane logomachie ed in accorte manovre di corridoio, affronti coraggiosamente il male e vi apporti i più radicali rimedi? Noi crediamo che questi obiettivi e questi propositi possano e debbano essere comuni a quanti compagni condividono, assieme ai principi fondamentali del comunismo, l'intendimento di applicare nel modo più energico alla costituzione ed alle attività del partito le deliberazioni di Mosca.

Queste costituiranno la piattaforma comune di azione per quei gruppi e quelle correnti di sinistra che pur distinguendosi su particolari concezioni di certi problemi di dottrina e di tattica, si sono incontrate nelle critiche svolte dal punto di vista rivoluzionario all'insufficienza dell'azione del Partito.

Il programma d'azione comune che noi vi prospettiamo in vista del Congresso può, a parer nostro, essere compendiato nei seguenti capisaldi principali:

  1. Cambiamento del nome del Partito in quello di Partito Comunista d'Italia (Sezione della Internazionale Comunista).
  2. Rielaborazione del programma votato a Bologna, alcune particolari affermazioni del quale devono essere rese più conformi ai principi della III Internazionale per contrapporlo ancora una volta al programma socialdemocratico di cui è partigiana la destra del partito.
  3. Conseguente e formale esclusione dal Partito di lutti gli iscritti e gli organismi, i quali si sono dichiarati o si dichiareranno contro il programma comunista attraverso il voto delle sezioni e del Congresso o con qualunque altra forma di manifestazione.
  4. Modifica degli statuti interni del partito per introdurvi i criteri di omogeneità di centralizzazione e di disciplina che sono la base indispensabile della struttura del Partito Comunista, adottando, tra le altre innovazioni, il sistema del periodo di candidatura per i nuovi iscritti, la prima delle quali dovrà immediatamente seguire il Congresso.
  5. Obbligo di tutti i membri del Partito alla completa disciplina d'azione verso tutte le decisioni tattiche del Congresso Internazionale e del Congresso Nazionale, la cui osservanza sarà affidata con pieni poteri al Comitato Centrale designato dal Congresso.

Prometeo

Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.