Elezioni: mentre perde chi governa dilaga l'astensionismo

I primi segnali di un malessere diffuso

La recente tornata elettorale permette di fare alcune considerazioni sul sistema delle forze politiche di governo e di opposizione che, in Italia come nel resto d'Europa, stanno lottando per contendersi i posti di comando nelle istituzioni politiche borghesi.

I risultati si possono così sintetizzare e commentare.

  1. Viene confermata una tendenza che si é già delineata nel recente passato: le forze che governano, di qualunque colore esse siano, in breve tempo perdono consenso e quindi la capacità di compattare la formazione sociale che dirigono attorno al programma economico e politico che fino a poco tempo prima le aveva mandate al potere. Le sinistre, che attualmente governano nei più importanti paesi europei, ovunque hanno perso voti e consenso. È la dimostrazione che sta venendo meno la possibilità per chiunque di governare carpendo il consenso con l'astuzia di facili promesse e illusioni. Chi governa é costretto a farlo amministrando la crisi economica con duri provvedimenti che colpiscono una base sociale sempre più larga che va dal solito proletariato, costretto ormai a rinunce impensabili solo fino a qualche anno fa, fino a strati sempre meno esigui di piccola borghesia alle prese con lo spettro della progressiva proletarizzazione della propria condizione. La perdurante crisi economica, crisi che nell'ultimo periodo si é addirittura aggravata in un contesto recessivo, non da tregua a chi governa. Il grande capitale, impegnato in una lotta sempre più accesa sul mercato globale, richiede energici provvedimenti per il suo autofinanziamento. Il risultato é che la società intera viene spremuta e sottoposta a un sacrificio che era impensabile fino a poco tempo fa. Di conseguenza ogni forza politica che governa finisce presto per bruciarsi.
  2. I tempi di logoramento dei partiti che governano sono sempre più brevi. In Italia in fondo dopo un lunghissimo periodo di stabili governi a prevalenza democristiana, la sinistra ex comunista ha visto la propria ascesa e discesa politica in poco più di quattro, cinque anni. Questo é un altro segnale della gravità della situazione economica e delle grandi difficoltà che incontrano i partiti ad amministrarla. E questo vale non solo per l'Italia. 3 Più che la vittoria del centro destra, le ultime elezioni si sono caratterizzate per l'estendersi dell'astensionismo che ha toccato punte del 60%, valore mai registrato in precedenza. Se é stata soprattutto la sinistra a perdere voti, indubbiamente ciò é stato dovuto all'astensionismo dei tradizionali elettori proprio della sinistra che ormai non si riconoscono più nelle idee, nei programmi, negli atti e persino nelle parole dei D'Alema o dei Veltroni di turno alla televisione che sciorinano programmi e ideali ispirati al più aperto liberismo economico, incuranti dei sacrifici quotidiani di milioni di proletari impegnati in una estenuante fatica che alla fine procaccia solo lo stretto necessario per una vita sempre più stentata. Si tratta perciò di milioni di elettori proletari che, con la loro rinuncia al voto, denunciano la loro disillusione, la loro stanchezza per la girandola di promesse mai realizzate e il loro distacco dai partiti e dalle istituzioni borghesi.
  3. L'astensionismo non prelude necessariamente al crollo del sistema politico e istituzionale borghese, sarebbe semplicistico pensare in questi termini. Il declino di una compagine politica o di una forma del dominio della borghesia come per esempio é quello del consenso elettorale, non significa automaticamente l'avvio del processo di opposizione del proletariato e di ripresa della lotta di classe. La borghesia ha altre armi a sua disposizione per imporre il suo dominio e i suoi programmi e può sfoderarle quando lo ritiene più opportuno. L'attuale astensionismo significa solo che si sono aperte delle crepe nel sistema tradizionale di consenso del potere borghese. Si tratta di una situazione certamente più fluida del passato che consente qualche chance in più anche al lavoro delle avanguardie.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.