L'infanzia nel mefitico fango della società borghese

"Vecchio" o nuovo sfruttamento dell'infanzia, il capitalismo non smentisce mai sé stesso

Quando i lettori avranno sottocchio questo giornale, è molto probabile che il polverone sollevato dalla messa in onda - da TG1 e TG3 del 27 settembre - dei filmati riguardanti disgustose scene di violenza sui bambini, si sia dissolto e dimenticato dalla "gente", ormai assuefatta al bombardamento ininterrotto operato da giornali e televisione, moderni "oppio dei popoli". Tuttavia, l'episodio merita di essere commentato, perché da qualunque prospettiva lo si esamini mostra una volta di più l'abisso di rivoltante cinismo, infame ipocrisia e feroce violenza in cui è scesa la decadente società borghese. Di quegli infelici bambini, vittime di orrori senza fine, non importa assolutamente niente né ai politici del Polo né a quelli dell'Ulivo, che come cagnacci di strada si azzuffano per rubarsi una ghiotta occasione di propaganda elettorale. Chi può mai credere alla loro indignazione per l'innocenza offesa dei giovanissimi telespettatori, quando le loro reti televisive sono imbottite di film e "cartoni" in cui sangue e cervelli spappolati schizzano a chili ogni due secondi? E questo è niente - si fa per dire - rispetto alla realtà vera, filmata con un accanimento morboso: corpi intrappolati dentro lamiere contorte, corpi riversi sulla strada, crivellati di pallottole, ripresi da telecamere che indugiano compiaciute sui rivoli e sulle pozze di sangue stagnanti sull'asfalto. La corsa all'audience ossia all'accaparramento di quote sempre maggiori di miliardi pubblicitari, ha rotto ogni argine alla decenza (ammesso che al capitale si possano applicare criteri morali) in una corsa sfrenata a chi "buca" meglio lo schermo, dando così un altro giro di vite all'abbrutimento della "gente". La "gente", dominata materialmente e ideologicamente dalla borghesia, massa informe e incosciente nelle mani del suo oppressore di classe, come la degradata plebe di Roma antica "vuole" spettacoli sempre più eccitanti, assolutamente privi della benché minima traccia di intelligenza critica. Perché stupirsi, dunque, se a qualcuno scappa il freno e si spinge al di là della ipocrita moralità ufficiale? E poi, quali sono i limiti di questa moralità? Il TG5 delle 13.30 del 28 settembre, subito dopo la messa in onda del "messaggio" di Berlusconi - stillante falsità e untuosità a ogni passo - ai padri e alle madri d'Italia (!), trasmetteva un'intervista al rumeno uccisore e stupratore della piccola marocchina, in cui l'assassino descriveva dettagliatamente le fasi dell'omicidio: il TG5 non ha forse fatto la stessa cosa del TG1?

Oggi la pedofilia è "di moda", nel senso che è un ottimo veicolo commerciale per vendere audience e giornali - oltre che per imbastire squallide campagne ideologiche - esattamente come, qualche tempo fa, il lavoro minorile o, ciclicamente, lo sterminio per fame di milioni di bambini. Già, ma perché nessuno si è scandalizzato o si scandalizza di fronte a quel servizio televisivo che, mesi addietro, ritraeva centinaia di bambini africani a un passo dalla morte per denutrizione i quali, con uno sguardo pieno di disperata, lancinante rassegnazione, guardavano altre decine di bambini nelle loro stesse condizioni, ma "fortunati" perché avevano avuto la fortuna di ricevere una ciotola di riso, cioè nient'altro che qualche ora o qualche giorno in più di vita? E sì che la violenza di quelle immagini non era meno insostenibile di quelle dei pedofili. Forse perché la morte per fame o gli ergastoli del lavoro minorile non possono essere adeguatamente sfruttati a fini elettoralistici, forse perché è bene non agitare troppo argomenti che rimandano più facilmente alla legge fondamentale di questa società, che si dà per normale ed eterna: la legge del mercato, dello sfruttamento dell'essere umano, dalla sua forza-lavoro fino alla totalità della sua esistenza.

È proprio questa è la radice della normalità velenosa che bisogna estirpare!

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.