Nell'attesa del partito - Diatribe che non dicono più nulla o rospi mal digeriti?

Fra l'astratto partito storico e il partito formale, in carne e ossa per così dire, la differenza c'è e si nota. Soprattutto quando la nascita e lo sviluppo del secondo - come sintetizzano i soliti epigoni dell'area bordighista - sono rimandati al fatidico momento in cui "sarà effettivamente spazzata via tutta l'accozzaglia democratica, resistenziale, stalinista, antistalinista e neobolscevizzante che sopravvive alla grandiosa Rivoluzione d'Ottobre" (stiamo citando da n + 1, n. 2).

Spazzata da chi? Dal provvidenziale intervento del determinismo meccanicistico i cui sacerdoti confessano che anche se il partito non c'è (anzi, non può e non deve esserci pena la sconfessione di quello stesso determinismo), loro tuttavia sarebbero impegnati da tempo "a cercare di lavorare con metodo di partito". (La cosa, detto da noi, passerebbe per una bestemmia.) Ma quale metodo, in pratica? Forse comprendendovi - per esempio - "il mero rapporto centro-periferia" dell'organizzazione? Giammai; si tratterebbe invece dell'"insieme di relazioni proprio dei sistemi complessi, quali sono, appunto, quelli organici, dove le cellule di un tutto organico sono differenziate, devono esserlo". L'obbiettivo del "lavoro comune" si realizzerebbe quindi nella distinzione fra cellule che dirigono (il commissario unico...) e cellule gregarie che eseguono o sbattono la porta. Altro non c'è dato di conoscere.

Con sfoggio di riferimenti e parallelismi con leggi e termini fisico-biologici, cibernetici, campi gravitazionali, biologia molecolare, eccetera, i nostri esperti nell'"appartarsi e attendere" si cimentano con il "concetto di interazione" fra partito e classe e fra oggettività e soggettività. E pongono come condizione preliminare che si respinga ogni tentativo di formazione del partito attraverso "il mero concorso di volontà e di coscienza di individui che formano un gruppo anche omogeneo dal punto di vista programmatico". Un simile gruppo o partito sarebbe - dicono - inevitabilmente attaccato e contaminato dalle avverse condizioni materiali e ideologiche che lo circondano e sono presenti nella classe stessa. Né si può tacere ciò che il Maestro sentenziava: in tempi controrivoluzionari è antistorico e antimarxista ogni tentativo di organizzarsi in partito di classe poiché la classe stessa non esiste...

Ovviamente nessuno di noi si è mai sognato di negare o sottovalutare la fondamentale importanza delle condizioni materiali che stanno alla base dei processi storico-sociali. Ma senza la coscienza degli uomini (la conoscenza intellettuale derivante dalla attività soggettiva umana pratico-sensibile), senza il loro intervento, le loro iniziative di azione in dialettica articolazione con gli accadimenti, non si svolgerebbe alcun conflitto, alcun processo rivoluzionario. Sono gli uomini che fanno la storia (i bordighisti la registrano); individui umani viventi, in un processo di sviluppo dialettico dove in ultima analisi l'elemento oggettivo va considerato come determinante, ma dove nulla può essere fatalisticamente scontato nei termini di un rapporto meccanicistico. Né il materialismo né la dialettica entrano in qualche modo nella errata concezione di un partito il quale, anziché forgiarsi nella lotta critico-politica contro la classe borghese e le sue ideologie che inquinano il proletariato, apparirebbe invece al momento opportuno già completamente definito in se stesso e in una sua astratta organicità. Ad esso la classe dovrebbe delegare ogni funzione, compresa la dittatura di un proletariato costretto a subire ed eseguire semplicemente la...dittatura del partito.

Rimane da spiegare, o meglio da rivelare ai comuni e sbigottiti mortali, per quali differenti condizioni (sia di spinte oggettive che di forze soggettive) la formazione del partito nel secondo dopoguerra (1943) sia stata dai bordighisti prima subita, poi osteggiata e poi improvvisamente fatta propria (1952). La capriola fu eseguita col formale obiettivo della creazione del!partito perfetto, potente e monolitico". Successivamente fu addirittura formulata la previsione di un imminente scossone rivoluzionario e del dispiegarsi di oggetti e soggetti secondo il prestabilito e schematico ordine. L'attivistica mobilitazione a diramazione mondiale si concluse poi con il crollo del presunto "punto di sviluppo", del tutto volontaristico e...inorganico, raggiunto dal "vero partito".

Al presente - sostengono ancora gli epigoni - si attende lo stabilizzarsi di condizioni oggettive apertamente esplosive affinché "le particelle rivoluzionarie (oggi ancora "alienate") si dispongano sotto i nostri occhi", fissi sui teleschermi della Storia, sempre secondo quel certo prestabilito ordine. Solo allora esisterà "in modo sostanziale se non ancora in modo formale (ma quando infine ciò avverrà e per opera di chi? - ndr) il partito di classe".

Il rischio - per noi certezza - è che "allora" caschi l'asino, come si suol dire. Infatti, se le cose andarono nel loro giusto senso in Russia con la Rivoluzione dell'Ottobre, lo si deve proprio alla esistenza ed esperienza del "piccolo gruppo compatto che camminava per una strada dirupata e difficile sotto il fuoco del nemico" (Lenin). In senso drammaticamente inverso scorrerà la storia del movimento comunista in Europa, dove la comparsa dei partiti comunisti (quindi la loro presenza operante e non solo...contemplativa) non fu affatto tempestiva ma purtroppo tardiva e perciò inadeguata ai grandiosi compiti storici del momento. In preda a una adorazione tout court dell'oggettivismo, i nostri arrivano a considerare un unico soggetto pensante e agente, il partito come cervello sociale, debitamente restaurato nella sua memoria storica, nel suo patrimonio teorico e nella sua forma organizzativa, dal pensiero di un predestinato e infallibile individuo. Un partito che nella versione storica pretende di organizzare la "riflessione teorica" ma appare limitato e frustrato, nella stessa psicologia dei suoi rappresentanti, dalle sfavorevoli situazioni; nella versione formale si manifesta (quando e come si vedrà) improvvisamente e dirige avendo già tutto previsto e risolto, in veste di soggetto che esprime organizzativamente l'onniscienza e l'infallibilità. Fuori della classe e staccato da questa, ovvero la testa che cammina senza il corpo.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.