Il vertice di Johannesburg - Aumenterà la povertà e il rischio di restare sepolti dai rifiuti

A dieci anni dal grande summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, si è tenuto a Johannesburg, Sudafrica, dal 26 agosto al 4 settembre 2002 il Vertice mondiale sullo Sviluppo Sostenibile.

Secondo il WWF quella è stata:

Un'occasione di revisione e riflessione durante la quale la comunità internazionale ha provato ad affrontare le sfide poste dalla povertà e dalla crescente carenza di risorse.

Per avere un'idea della povertà basti pensare che 2,8 miliardi di persone continuano a vivere sulla base di un reddito che non supera i due dollari al giorno (cfr. Le Scienze di Ottobre 2002, pag.91).

La comunità internazionale, costituita dai governi dei molti stati della Terra, ha invece dimostrato di non essere proprio in grado ovvero di non avere alcuna possibilità di affrontare quelle sfide. Lasciamo ancora al WWF di sintetizzarle:

Tutti notiamo come stia peggiorando giorno dopo giorno la qualità dell'ambiente: manca l'acqua, tornano malattie scomparse da anni, lo smog attanaglia le città, i rifiuti non hanno più posti dove essere cacciati, le allergie colpiscono sempre più persone, i fiumi non sono più balneabili, i nostri mari cambiano addirittura flora e fauna a causa del buco nell'ozono.

A fronte di tutto questo il cosiddetto Piano di Azione, varato a Johannesburg, è una promessa di continuità verso il disastro.

Il risultato, sul quale l'organizzazione del Summit ha posto l'accento, è l'accordo generale sulla prospettiva che lo sviluppo sostenibile sarà reso possibile dall'impegno volontario dei governi e dei maggiori gruppi che già si erano "impegnati" nell'ambito del "Consiglio mondiale del Business per lo sviluppo sostenibile" Il ruolo di questo Consiglio mondiale è così auto-definito:

Fare della direzione del business un catalizzatore verso lo sviluppo sostenibile, e promuovere il ruolo della efficienza ecologica, della innovazione e della responsabilità sociale delle aziende/.

Quanto a decisioni operative dei governi formalmente partecipanti al Summit mondiale del 2002, capaci di mettere finalmente in atto le linee tracciate dieci anni fa a Kyoto, nessun passo avanti. Anzi. A dieci anni di distanza dal protocollo di Kyoto, gli Stati Uniti, fra i maggiori protagonisti delle variazioni antropiche sull'ambiente, hanno annunciato ufficialmente che... quel protocollo non lo ratificano: costerebbe troppo al loro sistema industriale.

Anche se Europa, Russia e altri fingessero di decidere di andare avanti da soli, con gli accordi di Joahannesburg hanno decretato che non cambierà nulla. Se, infatti, gli Usa rinunciano perché le loro industrie non sopporterebbero di adeguarsi ai criteri fissati... a Kyoto, è evidentemente pura ipocrisia il ritenere che il business, ovvero gli affari e le iniziative economiche possano essere catalizzatori di un preteso sviluppo sostenibile.

Non resterà che seguire i rapporti annuali del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) per vedere descritti tecnicamente quei cambiamenti del clima già segnalatici dalle abnormi precipitazioni e seguire le notizie giornalistiche per costatare l'aumento della fame e della sete nel mondo.

Ma allora ciò che preme dire e sottolineare è che di fronte a tutto questo non c'è riformismo che possa modificare questo stato di cose e questa tendenza. Davvero qualcuno può pensare che sia prevedibile una tassa sulle transazioni finanziarie internazionali per andare in soccorso dei milioni di persone che muoiono di fame e dei miliardi di persone che sono sull'orlo di quella condizione? Ma volendo essere ottimisti fino... in fondo e ammettendo che per virtù e possanza di ATTAC a quella imposta si arrivi e si arrivi anche a distribuire milioni di Euro agli appropriati enti di aiuto e sostegno, come si muoveranno questi? Si presume che si muoverebbero esattamente come ora: per esempio, nei pochissimi luoghi ove sono presenti (qui siamo in Kenya)...

Per favorire il ripristino della fertilità dei suoli si è puntato sulla varietà delle colture...

Già perché i fertilizzanti impiegati in Europa e negli Usa al costo di 90 dollari a tonnellata, in Kenya costano 500 dollari, il reddito annuo medio di una famiglia (da Le Scienze, cit.).

Ci si augura allora che la famosa tassa sulle transazioni finanziarie non sarebbe impiegata per far comprare i fertilizzanti chimici a quei prezzi. E i prezzi li fissa il venditore.

È solo un esempio dei tanti che possiamo fare sulla impotenza e utopia dei moderni pretesi riformismi.

È davvero molto meno utopico prospettare un rivolgimento rivoluzionario di questo sistema di produrre e distribuire, e in tempi utili perché non si debba ricostruire da un deserto di sassi e rifiuti.

mjr

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.