Un ponte per realizzare solo profitti - III Campeggio di lotta contro il ponte sullo Stretto

A Cannitello, un piccolo paese sul mare vicino a Villa S. Giovanni, dal 2 all'8 agosto scorso si è svolto il III Campeggio di lotta contro il ponte sullo Stretto di Messina, organizzato, in primis, dal centro sociale "Cartella" di Reggio Calabria.

La partecipazione è stata molto alta, tanto che già dopo i primi giorni non c'era più spazio dove piantare una tenda, e i campeggiatori presenti erano quasi tutti giovani e giovanissimi. Si sono svolte anche due manifestazioni, una a Messina e l'altra a Villa S. Giovanni, che, nonostante il periodo vacanziero, hanno portato nelle strade alcune migliaia di persone.

In effetti, in Calabria come in Sicilia, a parte le organizzazioni mafiose e i loro politicanti di fiducia, il ponte sullo Stretto non lo vuole proprio nessuno. Vediamo perché:

  • -- innanzitutto due paesi, Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia, verrebbero letteralmente sventrati
  • -- i costi del ponte li pagherebbe quasi unicamente lo stato e quindi ricadrebbero sui contribuenti-salariati
  • -- il bilancio occupazionale sullo Stretto - confrontando gli addetti al ponte e quelli attualmente in servizio sui traghetti - sarebbe negativo (circa 760 posti di lavoro in meno)
  • -- gli interessi mafiosi sul ponte sono altissimi: legate soprattutto alle fasi di scavo e all'opera delle fondazioni, 'ndrangheta e mafia controllerebbero direttamente il 40% dei profitti complessivi
  • -- oltre al fatto che lo Stretto è l'area geologicamente più attiva di tutto il Mediterraneo centrale, proprio sotto quell'estremo lembo di Calabria dove andrebbero costruiti i piloni del ponte si trova una faglia geologica attiva: i rischi sismici, dunque, sono davvero enormi, senza contare che le garanzie anti-sismiche approntate non hanno minimamente preso in considerazione gli otto anni della fase di cantiere
  • -- il ponte rovinerebbe, oltre che il paesaggio, numerose aree naturali protette, come la riserva della Laguna di Capo Peloro, in Sicilia, e la riserva marina e terrestre della Costa Viola, in Calabria
  • -- infine, la rete stradale e ferroviaria calabrese e siciliana è talmente arretrata che in un tale contesto il progetto del ponte sullo Stretto è la beffa, lo sberleffo che ti dice chiaramente: "non lo facciamo perché serve, ma perché frutta un sacco di soldi a noi e ai nostri amici".

Ma poi lo faranno o no questo ponte sullo Stretto? Alcuni dicono che senz'altro lo faranno. Altri che senz'altro non lo faranno. Altri ancora sostengono che, nella più classica tradizione italo-criminale, costruiranno i piloni di cemento alti quattrocento metri per imbottire le tasche di mafiosi e 'ndranghetari, e poi non faranno la campata. Tutto può essere. E di certo sappiamo che purtroppo non basterà né un campeggio estivo né una serie di manifestazioni partecipate a fermare le mire di guadagni smisurati che si celano (neanche troppo!) dietro il ponte sullo Stretto.

È anche vero, però, che un'iniziativa di lotta contro un'aberrazione lampante del sistema capitalistico è sempre un'ottima occasione per parlare delle molteplici ingiustizie che produce questa società, degli interessi contrapposti che dividono i padroni dai lavoratori, delle collusioni inscindibili che legano lo stato al potere criminale, della ferrea legge del profitto che stringe le redini dell'economia e che passa come un rullo compressore sugli uomini e sulla natura, e via discorrendo.

E al campeggio di Cannitello, infatti, si è parlato anche di tutto questo.

GS

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.