Sulla prima riunione pubblica a Parigi

Il 2 Ottobre si è tenuta a Parigi la prima riunione pubblica del Bipr. Il tema era "Perché la guerra in Iraq?".

Innanzitutto le presenze:

  • un elevato numero di militanti della CCI: sono convenuti una ventina di militanti provenienti, oltre che da Parigi, da Tolosa, da Nantes, da Tours, da Rouen, da Lyon... e dall'Italia e dalla Gran Bretagna; è facile immaginare il perché, al di là degli scontati (dalla CCI) riferimenti all'importanza dell'evento, alla necessità del dibattito, ecc.
  • alcuni simpatizzanti più o meno stretti della stessa CCI;
  • quattro compagni della Ficci parigina;
  • tre "simpatizzanti d'area".

Dopo la relazione introduttiva tenuta da un compagno di Bilan&Perspectives, di cui pubblichiamo il testo nelle pagine francesi del sito Bipr, il dibattito è stato purtroppo segnato dai molti interventi da parte dei militanti e di alcuni simpatizzanti della CCI. Diciamo questo perché la sostanza della nostra analisi è stato criticata di economicismo meccanico.

In realtà l'andare a scavare nelle ragioni della guerra e più in generale delle dinamiche capitaliste, utilizzando l'arma della critica dell'economia politica e come condizione per valutare le prospettive dal punto di vista di classe operaia, è cosa ben diversa dagli schemi di chi crede di risolvere sempre tutto con le formule.

La formula attuale della CCI, "decomposizione e caos", applicata tanto alla guerra in Iraq, quanto alle ondate di disordini sociali e di lotte operaie, è stato il tema noiosamente ricorrente degli interventi targati CCI e che ha suscitato le repliche da parte di tutti gli altri.

Il risultato è stato comunque - come ha rilevato in chiusura un compagno italiano del Bipr - di vanificare lo scopo della riunione, che, non essendo certo quello di riprendere annose e del tutto inutili polemiche con la CCI, era di affrontare i temi relativi alla guerra in Iraq: dal ruolo e natura del terrorismo, al rapporto di forza fra le classi in campo, dalle possibili estensioni di questa guerra ad altri paesi della regione, ai problemi di radicamento in quelle zone di una prospettiva rivoluzionaria.

Sono temi questi, che, lungi dalle "preoccupazioni" della CCI, hanno interessato e interessano il nostro lavoro teorico/politico e che devono interessare le avanguardie rivoluzionarie anche laddove scarseggiano.

BIPR