La mattanza a Napoli e in provincia

La camorra nasce e si afferma come emanazione dello stato borghese

Tra la fine del 2004 e i primi mesi del 2005 Napoli e provincia si sono trasformati in uno scenario tipico del vecchio West, all'origine di questo lo scontro fra il clan camorristico Di lauro e quello dei cosiddetti Scissionisti. La faida sta producendo morti con un ritmo impressionante. Sono più di trenta dall'inizio anno, in media più di uno ogni tre giorni. Con lo stesso ritmo dei morti si sussegue la campagna ideologica dei politicanti che si affannano a condannare la camorra, camorristi e le loro attività, quasi come se il fenomeno camorristico fosse qualcosa piovuto improvvisamente dal cielo, importato a Napoli da extraterresti. Si affannano a far passare il tutto come il frutto di azioni di gente "cattiva" per natura, si impegnano insomma a dare una falsa rappresentazione della realtà in modo da escludere qualsiasi possibilità di connessione tra il fenomeno malavitoso e il sistema economico-sociale che sono chiamati a difendere: il capitalismo.

A noi non interessa la superficiale distinzione ideologica tra buoni e cattivi per natura, da marxisti sappiamo bene che le coscienze e tutti i fenomeni sociali non si generano dal nulla e non sono il semplice frutto di diversità dovute alla natura biologica ma il risultato dei rapporti degli individui in seno ad un determinato assetto socio-economico. Lo stesso fenomeno camorristi

co, la propria genesi e il proprio sviluppo, va quindi spiegato indagando le 4relazioni sociali generate dai rapporti di produzione vigenti.

L'organizzazione camorristica mette le sue radici a Napoli e in Campania durante l'ultimo periodo del dominio Borbonico. In questi anni la borghesia, che ormai da tempo possedeva il controllo dell'economia, sta portando a compimento la propria rivoluzione politica con il progressivo smantellamento dell'apparato politico-ideologico del precedente sistema monarchico-feudale e la conseguente instaurazione dello stato borghese.

È un periodo quindi di instabilità istituzionale che si somma a un diffuso malessere sociale, gran parte della popolazione infatti si trova in condizioni igenico-sanitarie estreme ed è privata anche dei beni materiali di prima necessità e volta verso attività al limite della legalità. In questo contesto è facile l'affermazione di una organizzazione malavitosa come è lite per la plebe urbana, formata da ingenti sacche di sottoproletariato, ma anche come riferimento per l'emergente ceto mercantile. La camorra diviene insomma un "mezzo di ordine" (P. Villari, fonte I. D. I. S.). "Mancano istituzioni sociali... rispettate, popolari e governative, che tramezzano fra governanti e governati, la camorra diventa l'unica grande mediatrice" (P. Turiello, ib.). "

L' operazione camorristica viene svolta sia in basso, con l'imposizione di contribuzioni alle arti, ai mestieri e alle attività illecite, che in alto, traendo... alimento, per opera della borghesia, nei commerci e negli appalti, nelle adunanze politiche e nelle pubbliche amministrazioni, nei grandi istituti, nei circoli, nella stampa" (G. Fortunato, ib.).

Il ruolo istituzionale della camorra viene consolidato quando nell'interregno, nel 1860, il prefetto Liborio Romano affida a essa il compito di organizzare la guardia nazionale cittadina. Fu un passaggio fondamentale per il consolidamento locale del potere politico borghese.

Funzione principale dei camorristi, in veste istituzionale, fu infatti quella di controllare possibili sommosse di un popolo diseredato ed eventuali azioni reazionarie, soprattutto di origine sanfedistiche (filoclericali).

Tale ufficializzazione rappresenta " il corollario di un rapporto di collaborazione mercenaria fra cospiratori liberali e camorristi e segna, pur fra l'alternarsi di repressione e di tolleranza, l'avvio di quel utilizzo opportunistico-clientelare della camorra da parte dei governanti nazionali e locali per tutto il periodo seguente l'Unità d'Italia" (M. Marmo, ib.).

In cambio di questo servizio allo stato la camorra riesce con poca fatica a dare una organizzazione stabile alle proprie attività costituite prevalentemente da estorsione e monopolio del contrabbando. (1 - continua)

Nunzio

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.