Katrina: o si pone fine al capitalismo o è la barbarie

New Orleans, disastro previsto e annunciato

Katrina, l'uragano che ha devastato New Orleans e un'area vasta quasi quanto l'Italia, era atteso da giorni e anche l'intensità della sua forza distruttrice era stata calcolata con grande anticipo; ma non è servito a nulla perché né il governo federale, né quello statale, né le amministrazioni locali, nè la Fema (l'equivalente della nostra protezione civile) hanno mosso un dito se non altro per limitare le conseguenze del disastro annunciato. Hanno invitato gli abitanti di New Orleans ad evacuare la città, ma ognuno con i propri mezzi per cui hanno potuto farlo solo coloro che avevano un'automobile e dove andare o i soldi per pagarsi un albergo nel vicino Texas. Oltre centomila persone, ovviamente i più poveri, ovviamente quasi tutti negri, ovviamente anziani, sono rimaste intrappolate in città con la sola possibilità di rifugiarsi nello stadio cittadino peraltro con il tetto pericolante. Katrina, puntualmente, è arrivato e, come era prevedibile, ha travolto tutto e tutti.

Hanno ceduto anche le dighe che proteggevano la città, che si trova sotto il livello del mare, dalle acque del lago Pontchartrain e così alla forza distruttrice dell'uragano si è aggiunta quelle delle acque del lago.

Non si conosce ancora il numero esatto delle vittime. Le prime stime parlano di diecimila morti, ma il sospetto che siano molti di più e più che giustificato visto che anche chi era riuscito a salvarsi dalla furie dell'uragano e dell'alluvione non ha ricevuto alcun soccorso per giorni e giorni.

Per questo ritardo tutti i maggiori organi di stampa, anche quelli più vicini alla Casa Bianca, hanno alzato il loro indice accusatore contro il comandante in capo Bush che - come sempre gli accade in queste circostanze - solo dopo qualche giorno si è reso conto della portata del disastro preoccupandosi, però, più degli assalti alla "property" (la proprietà privata) che dei soccorsi; infatti prima di questi ha inviato l'esercito con uomini armati di tutto punto con l'ordine di sparare a vista su chiunque si aggirasse nelle vicinanze di un supermercato e di un qualsiasi negozio anche se alla ricerca di acqua e cibo. In difesa della proprietà privata sono stati impiegati perfino gli aerei militari che non hanno esitato a mitragliare dall'alto tutti coloro che tentavano di violarla: tanto erano in ogni caso degli sciacalli sia quelli veri, che hanno approfittato del caos per far man bassa di ogni cosa, sia i poveri disgraziati che per fame o per sete hanno assaltato supermercati e negozi. Ne è scaturita una vera e propria rivolta armata. New Orleans si è trasformata in un vero e proprio campo di battaglia e come in ogni campo di battaglia a farla da padrona è stata la barbarie. Stupri, turisti assaltati e derubati, feriti lasciati senza cure perché oltre al cibo e all'energie elettrica mancavano anche le medicine di più largo uso come gli antibiotici: tutto esattamente come in un qualsiasi paese del terzo mondo. Ma gli Usa non sono un paese del terzo mondo. E allora c'è da chiedersi come è potuto accadere tutto ciò.

Nel tentativo di giustificarsi Bush ha sostenuto che si è trattato di un evento naturale, dalla forza inattesa:" Spero - ha detto - che la gente non voglia giocare alla politica in questo momento. Questo è un disastro naturale, di un'ampiezza forse mai vista prima in questa nazione, è un'emergenza nazionale." Si, un disastro davvero senza precedenti in cui la natura però c'entra davvero poco; infatti anche se lo sanno perfino le pietre che c'è una relazione diretta fra questi fenomeni sempre più frequenti e violenti e il famoso effetto serra dovuto all'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera, gli Usa si sono finora sempre rifiutati di sottoscrivere il protocollo di Kioto perché anche questo timido tentativo di riduzione delle immissioni dei gas serra è ritenuto pericoloso per la loro stabilità economica, ma soprattutto per i profitti della grande industria e in particolare di quella petrolifera. Ma oltre a ciò resta il fatto incontrovertibile che molti danni sia alle cose sia alle persone potevano essere evitati se solo non fossero stati ridotti drasticamente i fondi destinati alla manutenzione delle infrastrutture civili e, nel caso specifico di New Orleans, dei canali di deflusso delle acque costruiti agli inizi del secolo scorso appositamente per proteggere la città dalle alluvioni. Anche le vittime potevano essere contenute se non fossero stati annullati i piani di emergenza elaborati in passato proprio per far fronte all'eventuale allagamento della città. E i soccorsi sarebbero potuti arrivare per tempo se i militari della Guardia Nazionale, a cui sono affidati molti compiti di protezione civile, non fossero stati inviati in Iraq. Che c'entra, dunque la natura, con queste scelte? E con tutti quei poveri che non hanno potuto allontanarsi dalla città per mancanza di mezzi? E con il fatto che per finanziare la guerra contro l'Iraq e la riduzione delle tasse a favore del grande capitale è stata drasticamente ridotta la spesa per la manutenzione e la costruzione delle infrastrutture civili? E quella assistenziale che avrebbe consentito di evacuare tutti coloro che non ne avevano i mezzi? Nulla, assolutamente nulla perché tutte queste scelte sono state imposte esclusivamente dalla esigenza di assicurare al grande capitale monopolistico quel flusso di extra profitti derivante dall'appropriazione parassitaria di plusvalore senza il quale risulterebbe compromesso l'intero processo di accumulazione del capitale.

Nell'attuale fase imperialistica e negli Stati Uniti, che ne costituiscono il polo più importante e potente, in modo particolare, o si è in grado di integrare i saggi del profitto con cospicue iniezioni di extra profitto o si soccombe. È dunque vitale il controllo delle fonti di produzione del petrolio e delle materie prime come quelli finanziari e del lavoro perché senza questo controllo è impossibile l'appropriazione parassitaria di plusvalore necessaria per realizzare gli extra-profitti necessari a dare continuità e stabilità al processo di accumulazione del capitale.

Privilegiare la spesa militare per poter disporre di un esercito dislocato e in grado di intervenire in ogni angolo del mondo è una condizione imprescindibile per la conservazione del sistema. Ma un processo di accumulazione che ha come suo fulcro l'appropriazione parassitaria di plusvalore, se da un lato consente di distribuire le sue briciole a fasce ristrette del proletariato industriale e della piccola borghesia, dall'altro, proprio perché esclude per il suo svolgimento l'impiego diretto di manodopera, determina la crescita delle aree di povertà anche all'interno della metropoli imperialista. Da qui l'apparente assurdità di una potenza militare senza precedenti nella storia dell'umanità insieme alla emarginazione sociale di fasce sempre più ampie del proletariato e della popolazione in generale. Del possesso delle più avanzate tecnologie insieme a un sistema stradale e portuale vecchio di cent'anni per non dire di quello fognario ridotto a un colabrodo.

Katrina dunque non ha fatto altro che mettere in luce contraddizioni note da tempo. Lo ha fatto nell'unico modo che può farlo una forza della natura peraltro fin troppo violentata, ma il suo messaggio è chiarissimo: o si pone fine a questo sistema in cui l'unica cosa che conta è il profitto appannaggio di pochi o si soccombe tutti indistintamente.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.