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Home ›Anno nuovo sistema vecchio: più batoste per i lavoratori
L'ottimismo borghese si scontra con una realtà che promette solo guerre, fame e miseria
Come sempre di questi tempi viene celebrata la solita liturgia con relativi riti e officianti. Apologisti, guru e analisti che si affannano su indicatori congiunturali e dati macro-economici: è tutto un fiorire di previsioni improntate alla speranza, alla quasi certezza o ad altre gradazioni di velato ottimismo che l’attuale congiuntura economica verrà superata lasciandosi alle spalle le incertezze e il traccheggiare di questi ultimi anni. Si fa affidamento, per uscire da questa crisi, sui meccanismi riequilibratori, sulle virtù salvifiche del capitalismo. La cosa potrà pure avvenire, ci potrà essere qualche ripresa ma da qui a sostenere che il tutto potrà assumere i caratteri di una definitiva inversione di tendenza, ebbene, tutto ciò dimostra che non si è ancora capito o si fa finta di non capire che la crisi è strutturale, appartiene interamente al modo di produzione capitalistico il quale è pervenuto ad una fase che si connota sempre più per il prevalere di forme parassitarie di appropriazione della ricchezza, il che è proprio di una compagine economico sociale che potrà anche temporaneamente risollevarsi ma che è destinata, per contraddizioni sue proprie, ad una decadenza incon-trovertibile. Il fenomeno, c’è da dire, non riguarda più solo le cosiddette aree periferiche ma ha già cominciato ad intaccare le cittadelle metropolitane con tutto ciò che può produrre a livello di guasti e conseguente esasperazione sociale. Quale altra valenza dare, se no, a ciò che si sta verificando a New Orleans a quattro mesi dal passaggio di Katrina? In più della metà della città non c’è ancora acqua, telefono, elettricità, tale da essere definita “città di tenebra”. Tenebre in tutti i sensi se si pensa che l’amministrazione USA, fautrice interessata del localismo fiscale in base al quale ogni ente vive delle proprie entrate tributarie, ha portato oggi come oggi la municipalità di New Orleans a non poter disporre di un gettito locale in quanto non esistono più esercizi da cui drenare imposte, non ci sono più case da cui esigere l’ICI, non ci sono più contribuenti col bel risultato che il comune, non disponendo di entrate, ha dovuto licenziare metà dei suoi dipendenti. Ancora: gli insegnanti sono senza lavoro perché le scuole non hanno riaperto; le scuole non riaprono perché non ci sono scolari che a loro volta mancano in quanto le famiglie non sono ritornate in appartamenti in cui manca luce e acqua corrente. Insomma, una sorta di viaggio verso l’inferno da cui si sono salvate solo le raffinerie, operative quasi da subito, i ceti ricchi ed un corpo di polizia che,oltre a salvaguardare i quartieri residenziali, arrotonda lo stipendio con ruberie e soverchierie di ogni genere su povera gente a cui è rimasto ben poco. Nei civilissimi Stati uniti d’America è stato di fatto ripristinato il diritto a far bottino! Cosa peraltro già ampiamente esperita in Iraq dove ebbe inizio coi trafugamenti dal Museo archeologico di Baghdad e che prosegue disinvoltamente in un contesto dove si sarebbe dovuto portare la democrazia e dove invece, a tre anni dall’inizio della guerra, si ha a che fare con un matta-toio che funziona a pieno regime, con una guerra civile incombente e dalla quale gli USA al di là delle solite cretinate tipo “guerra al terrorismo” e “strategia per la vittoria” hanno difficoltà a defilarsi. Epifenomeni riconducibili sempre alla stessa causa riguardano altri contesti come quello della banlieu parigina dove una collera tutta giovanile è esplosa non tanto contro lo Stato bensì contro una condizione a cui sono condannati senza possibilità di inserimento nel mondo lavorativo dal quale vengono respinti. In questi giorni stanno anche maturando fatti assai significativi che riguardano un contenzioso, da ascrivere interamente alla lotta a tutto campo per l’appro-priazione della rendita, tra l’Ucraina e la Russia (vedi l’articolo dedicato all’argomento). A dare ulteriore conforto a quanto sostenuto c’è poi lo scandalo made in Italy col susseguente ciclone che si è abbattuto sul governatore di Bankitalia, Fazio, e con le indagini della magistratura che ha scoperchiato cose che avrebbe dovuto scoprire la Sancta Sanctorum del capitalismo italiano ovvero Bankitalia e Consob. Ci si imbatte in due cordate di “scalatori” che appetiscono rispettivamente la Banca Antonveneta e la BNL col beneplacito di Fazio che così, dice lui, difende il sistema bancario italiano da ingerenze straniere alla faccia di quella “sana concorrenza” a cui tutti fanno riferimento. Il verminaio, che investe quasi tutto il mondo politico, è tale e tanto che la tipologia dei reati in questione, aggiotaggio, distrazione di fondi, appropriazione indebita, quasi sfuma per far posto ad una maggiormente appropriata “associazione a delinque-re”. Il tutto mentre nel Belpaese prende sempre più piede il credito al consumo, con tassi che variano dal 15 al 20%, e il cavaliere Bellachioma straparla di ricchezza diffusa. Che quadro desolante! In un’epoca in cui la capacità di creare ricchezza aumenta sempre più, aumenta sempre più anche la miseria. Altro che inversione di tendenza! Abbiamo di fronte una società votata all’autodissolvimento, almeno stando a quanto sostiene l’americano Jared Diamond nel suo ultimo libro “Collasso” il quale tra i tanti fattori che possono portare alla morte di una società umana annovera anche “il complesso di elementi sociali, politici e di organizzazione economica che caratterizzano qualunque comunità umana”. Potrebbe pur verificarsi una ipotesi di questo genere a meno che una rottura rivoluzionaria non determini il superamento della medesima società ad opera però di un proletariato consapevole, sola classe che può fare questo. Ma perché tutto ciò possa avere possibilità di riuscita, oltre ai guasti provocati dalla situazione oggettiva, occorre la presenza di un’avanguardia di classe, cosciente dei propri compiti storici e organizzata in partito, la sola in grado di portare al superamento di una compagine sociale sempre più intrisa di barbarie.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #1
Gennaio 2006
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