Chi ha paura dell’assalto al cielo? A novanta anni dalla Rivoluzione d’Ottobre

Luca Volontè, capogruppo alla camera dell’Udc, segue l’esempio dei fascistoidi gemelli Kaczynski e chiede di mettere fuorilegge l’apologia di comunismo. Cristina Comencini scrive un romanzo, “L’illusione del bene”, dove il bene in questione sarebbe appunto l’utopia comunista, sepolta, agli occhi dell’autrice, sotto le macerie del Muro di Berlino. Il grande capo Veltroni partecipa alla presentazione del libro e spiega che comunismo uguale nazismo. Gli accademici continuano a sfornare libri in cui si condanna apertamente la barbarie comunista che da Lenin a Stalin non avrebbe soluzione di continuità. L’ultimo è quello del professor Andrea Graziosi, secondo cui:

Lenin invitava i bolscevichi a usare nelle campagne metodi barbari. [...] La violenza fu devastante: ostaggi anche tra donne e bambini; deportazione di interi villaggi; torture di massa; fucilazioni e bombardamenti aerei.

La Repubblica, 30 ottobre 2007

Ci manca solo che i comunisti sono uno strumento del demonio e il quadro è completo.

Ma se il comunismo è ormai bello e morto perché l’intellighenzia borghese si impegna tanto nell’attaccarlo, screditarlo e denigrarlo?

Forse perché in questi ultimi novant’anni - gli anni che ci separano dalla Rivoluzione d’Ottobre - il radioso mondo capitalista non è che abbia fatto una gran figura: tra guerre mondiali, bombe nucleari, regimi totalitari e interi continenti ridotti in miseria i grandi miti del libero mercato hanno certo perso un po’ di smalto. Non solo. Finché era in piedi il Muro si poteva addossare la colpa di tutto ciò all’incombere del mostro sovietico sul mondo libero, ma dopo il 1989 la favola non regge più, anche perché, da quella data, altro che pace e prosperità: in un continuo avvicendarsi di guerre e terremoti economici (dall’Argentina alla recentissima crisi dei subprime, per dirne un paio) la vita dei lavoratori, su scala planetaria, è sempre più dominata dall’iper-sfruttamento e dalla precarietà.

Ma c’è chi da questa miseria crescente ricava tanta ricchezza e tanti privilegi, e costoro, dunque, cercheranno in tutti i modi di esorcizzare quell’idea, quel progetto, quella rivoluzione che, unica e sola, ha già provato a scardinare dalle fondamenta il capitalismo per dare vita a una società che farebbe innanzitutto a meno di loro. E qual è la grande mistificazione su cui questi signori devono battere? Quella che vuol far passare un pezzo di storia del capitalismo - ossia la storia dei regimi stalinisti, fatta di oppressione anti-operaia, oggettiva divisione in classi e aggressioni imperialiste - per storia del comunismo.

Noi che, a differenza dei tanti ex passati dall'altra parte della barricata, a queste palle non abbiamo mai creduto rivendichiamo oggi quell'Ottobre di novant'anni fa che fece tremare gli sfruttatori e i boia di tutte le nazioni, e, con buona pace di Volontè, Veltroni e compari, lanciamo ancora una volta la nostra sfida comunista ai giorni che verranno.

All'improvviso, spinti da un impulso comune ci trovammo in piedi, mormorando insieme il lento crescendo dell'Internazionale. Un vecchio soldato dai capelli e dalla barba grigi singhiozzava come un bambino. Aleksandra Kollontaj tratteneva le lacrime. Il canto, possente, si diffondeva in tutta la sala, usciva dalle porte e dalle finestre e si perdeva nel cielo tranquillo. [...] La rivoluzione non era venuta come essi si aspettavano né come la desideravano gli intellettuali, ma era venuta: rude, forte, insofferente di formule e di sentimentalismi; reale e autentica...

John Reed, da I dieci giorni che sconvolsero il mondo
gek

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.