Un’altra finanziaria “di sinistra”: padroni e militari ringraziano

Supponiamo che quello di Prodi fosse un governo almeno un po’ di sinistra; non un governo rivoluzionario instauratosi dopo la conquista del potere da parte dei lavoratori, ma un governo di questa repubblica borghese, che fosse davvero intenzionato a migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini meno abbienti, senza per questo mettere in discussione le leggi fondamentali del sistema capitalistico. Ci sono ben due partiti di governo che si definiscono comunisti, nei fatti significherà pure qualcosa, si potrebbe pensare.

Se il governo Prodi fosse un po’ di sinistra, dunque, varerebbe delle manovre finanziarie che di certo non attaccherebbero frontalmente le spropositate ricchezze dei capitalisti (sempre più spropositate, visto il continuo impoverimento della maggioranza) ma che cercherebbero quanto meno di non contribuire all’inesorabile divaricamento della forbice sociale. Ci si aspetterebbe ad esempio un abbassamento delle tasse per i salariati e qualche detrazione in più dalle gonfie tasche dei padroni che continuano a scaricare sulla classe lavoratrice la diminuzione del saggio dei loro profitti. Oppure una diminuzione di tariffe e bollette, o un controllo severo su affitti e prezzi per arginare il caro-vita, fattori che, come si sa, incidono concretamente sul raggiun-gimento della quarta settimana per molte famiglie proletarie. E invece no. Eccoci di fronte all’ennesima Finanziaria che “sorride alle aziende”, per usare le eufemistiche parole del “manifesto”. Una Finanziaria in sostanziale continuità con quella precedente che continua ad elargire milioni di euro alle grandi imprese e alle banche e che, tirando fuori il vecchio, sgualcito jolly del “risanamento” del bilancio dello Stato, rende permanente la precarietà del lavoro e cerca di rilanciare attraverso il contenimento dei salari e dei costi di produzione la competitività del capitalismo italiano sui mercati internazionali. Solita storia. Solita, rancida minestra versata nel piatto dei proletari.

Ma c’è di più. Questa Finanziaria prevede un incremento dell’11% delle spese militari, che si aggiunge così al 12% registrato l’anno scorso: un incremento che in due anni di governo di centro-sinistra ha quindi raggiunto il 23%! Un record. La manovra prevede il finanziamento per l’acquisto di satelliti spia, velivoli e fregate da guerra (F35 e fregate FREMM), per la costruzione di una nuova e più grande base militare Usa a Vicenza, per il mantenimento di uomini e mezzi nei paesi colonizzati (Afghanistan, Libano, Irak, Kosovo, ecc), per la formazione di 190 mila uomini pronti alla “proiezione rapida” nei territori esteri di “interesse nazionale”, e per assicurare la continuità al programma di caccia da combattimento europeo Eurofighter. La Sinistra Arcobaleno può insomma trarre un discreto bilancio di fine anno: ingenti sgravi fiscali alle imprese, nuove privatizzazioni, rifinanziamento di tutte le missioni di guerra, forte incremento delle spese militari, un protocollo sul welfare che aumenta l’età pensionabile e lascia intatta la legge 30, un decreto sulla sicurezza che favorisce ulteriormente l’espulsione degli immigrati, nuovi finanziamenti alle scuole private e via di questo passo. Eppure, a questo giro, il governo potrebbe cadere per colpa di Dini, per una spallata ricevuta da destra, non da sinistra... è la dimostrazione che qualcosa di sinistra è stato fatto, pensa l’ingenuo. E così il gioco delle parti continua il suo balletto, trascinando nella sua danza macabra una classe lavoratrice che, essa sola, vincendo al più presto torpore e rassegnazione, può davvero cercare di mettere la parola fine a questa folle corsa verso la guerra e la barbarie sociale.

gek

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.