Ed ora non vi resta che riaprire i forni crematori

È scioccante la proposta apparsa ieri sui giornali ed oggi, forse, ritirata, di eliminare la pensione minima. Quei 395,56 euro al mese che il capitale concede a mo' di carità a chi, compiuti i 65 anni di età, non ha di che mantenersi. Probabilmente il governo farà retro marcia, ma il segnale è stato lanciato con molta chiarezza: a questi di lavoratori, poveri, precari, gente che vive al di sotto della soglia di povertà... non frega proprio niente. E di sicuro in molti, nel governo, hanno considerato che i 3,5 miliardi sottratti a questi pezzenti avrebbero potuto essere usati meglio, per esempio per riempire i loro portafogli.

Tra l’altro, le scuse ufficiali di questo infame provvedimento sono infamissime: si voleva colpire “solo” la parte più debole del proletariato, gli immigrati, i quali, anche nel caso in cui il provvedimento venga modificato (quello sulle pensioni sociali), saranno comunque esclusi. Prosegue quindi, e si intensifica, l'enorme campagna mediatico-sociale per dividere e contrapporre artificialmente i vari segmenti del proletariato al fine di agevolare l'attacco complessivo alla classe intera.

Contemporaneamente avanza la norma che impedisce a migliaia di lavoratori precari di essere integrati a tempo indeterminato, anche se hanno vinto la causa e la controparte ha violato le “regole”.

La domanda a questo punto è una sola, quanto manca a che l'ennesima goccia faccia, finalmente, traboccare il vaso?