In questo mondo libero... - Attacco senza sosta alle condizioni di lavoro

Il lupo perde il pelo ma non il vizio; a Ferragosto Trenitalia licenzia in tronco Dante Deangelis, macchinista e rappresentante Rls “colpevole” di aver diffamato l’azienda per la sua denunce pubbliche circa la carenza di manutenzione, e perciò di sicurezza, in merito alla rottura di tre Eurostar nell’ultimo mese. Lo stesso era stato da pochi mesi riammesso al lavoro dopo apposita sentenza del tribunale (e vari scioperi) in seguito ad un precedente ed altrettanto pretestuoso licenziamento avvenuto nel 2005 per lo stesso motivo. Pura e semplice vendetta, tanto per parlar chiaro.

La solidarietà - doverosa - però non è sufficiente; quella l’ha espressa anche il Sindacato Autonomo di Polizia che ha molti iscritti nella Polfer... il che però non ha impedito che il lavoratore fosse fisicamente allontanato dal suo posto di lavoro proprio da 2 agenti della stessa (cosa che rimanda tanto ai “carabinieri coi pennacchi” della nota canzone di De Andrè, anche se in senso più squallido/tragico che comico...). Oltre allo scontato iter giudiziario, è auspicabile che sin da subito vengano prodotte iniziative concrete sul nostro autonomo terreno di classe.

La settimana scorsa sempre Trenitalia aveva licenziato 8 tecnici manutentori per presunte irregolarità nella timbratura del cartellino. Che è un po’ come sparare con la pistola per uccidere un’ape.

Ovvio, palese che c’è molto di più di semplici violazioni degli obblighi contrattuali; c’è la crisi del capitalismo che si manifesta nell’attacco senza sosta alle condizioni di lavoro, al salario, al contratto nazionale in vista magari del prossimo autunno che molti analisti borghesi temono esser “caldo” - anche se mai quanto noi lo vorremmo - a causa del caro vita e della precarietà in aumento senza sosta. Non a caso i ferrovieri sono una categoria da sempre in primo piano nelle lotte, col contratto già scaduto da un anno.

Perugia: col sostegno della Confindustria di lady Marcegaglia, la Umbria Olii del gruppo del Papa chiede, 35 milioni di euro di risarcimento ai familiari dei suoi dipendenti - 4 - morti in un incidente sul lavoro pochi mesi fa. Morte dovuta verosimilmente al non regolamentare stoccaggio degli olii che produsse l’esplosione letale secondo la stessa Magistratura. Agghiacciante, ma pienamente coerente con la logica di guerra: colpire il nemico sempre, anche quando si ritira e non è più assolutamente in grado di offendere per terrorizzarlo, testare le vecchie/nuove armi, ammonire allo stesso tempo gli altri potenziali nemici ed attestarsi sulla migliore posizione possibile in vista dei futuri probabili scontri contro essi.

Un esempio, invece, purtroppo dal passato, di come si possa e si debba reagire a questa logica di guerra: S.Benedetto del Tronto, 1970. Un peschereccio affonda in mare a causa del maltempo col suo equipaggio. L’armatore rifiuta di farlo ripescare in quanto l’operazione è anti-economica - la nave oramai è inservibile... i cadaveri anche. Immediatamente scatta spontaneo lo sciopero ad oltranza dei lavoratori del mare, che poi diventa sciopero generale cittadino; viene occupata la stazione e divampano scontri in tutta la città con la forza pubblica per diversi giorni di seguito. Così il prefetto ordina all’armatore di ripescare l’imbarcazione per poter dare degna sepoltura ai corpi - l’armatore costretto accetta e procede ed il corteo funebre diventa così un’imponente manifestazione di classe e della sua forza.

Oggi, ne siamo consapevoli, la situazione è molto più sfavorevole per tanti e validi motivi ma non per questo si può abdicare alla lotta; è anzi disperatamente necessario adeguarla il più possibile all’entità degli attacchi (e dei ricatti) subiti. Servono strumenti adeguati.

Per questa ragione siamo sempre più convinti che le spade di legno sindacali - sempre pronte a firmare di tutto pur di esser legittimate come controparti dai padroni - sono, nella migliore delle ipotesi, assolutamente insufficienti. Occorre far da sé, costruire i propri organismi di/per la lotta direttamente sul territorio e sul posto di lavoro (reti, comitati, coordinamenti ecc.), organismi che acquistano senso compiuto solo se strettamente collegati alla prospettiva comunista di emancipazione umana nella società senza classi né sfruttamento ed al partito di classe che la esprime.