Una crisi finanziaria più grave di quella del 1929

Anche oggi a pagarne i costi sono i proletari

Il presidente Bush ritiene che i fondamentali dell’economia americana siano solidi per poi, smentendosi da solo, varare un piano diretto al salvataggio del mondo della finanza. Mille miliardi di dollari per ripulire i bilanci di banche ed altre istituzioni finanziarie andate in sofferenza a causa di perdite causate dallo scoppio della bolla speculativa dei mutui subprime. Nonostante questi sconquassi c’è chi, imperterrito, continua a vaneggiare sulle virtù regolatrici del mercato, il “mitico” mercato che avrebbe dovuto dischiudere all’umanità intera un avvenire fatto di benessere e di prosperità. Quando questo paese di Bengodi avrà modo di apparire sulla terra non è dato sapere, per intanto lo Stato federale deve correre in aiuto di ex-colossi bancari come Fannie Mae, Freddie Mac, o assicurativi come la AIG creando un fondo ad hoc pena, altrimenti, la completa liquefazione del sistema finanziario americano con conseguenti ripercussioni su quello internazionale.

Ciò che colpisce nella patria dell’iperliberismo è l’intervento dello Stato ed infatti questi salvataggi assomigliano sempre più alle nazionalizzazioni tanto in auge nei paesi pseudo-comunisti. La fine del neo liberismo non apre la strada al ritorno a politiche economiche keynesiane, con relativi investimenti pubblici nel mondo della produzione reale, ma l'intervento statale è di esclusivo sostegno al mondo della finanza e degli speculatori; il rappresentante politico della borghesia, lo stato, in questa fase storica ha la funzione di sostenere il grande capitale finanziario e per farlo attacca il mondo del lavoro.

Qualunque sia l’ambito, Italia o Stati Uniti, Cina o India, Russia o Brasile, le conseguenze di questo collasso finanziario avranno pesantissime ricadute sulle già precarie condizioni di vita e di lavoro di miliardi di proletari. Solo per fare un esempio ogni cittadino statunitense dovrà sborsare circa 2000 dollari l'anno a causa dell'operazione di salvataggio finanziario varato in questi giorni da Bush.

Lavoratori, riteniamo che questo stato di cose debba durare all’infinito? Che bisogna accettare passivamente precarietà, disoccupazione, fame, miseria, guerre? Lavoratori l’unica strada percorribile per opporsi alla barbarie del capitalismo è quella di riprendere la lotta di classe proletaria, lavorare per la costruzione del partito internazionale dei lavoratori e nello stesso tempo rilanciare il progetto di una nuova società che sappia porre il soddisfacimento dei bisogni degli individui al centro del suo funzionamento, il socialismo.