Nè Ahmadinejad nè Moussavi - Evviva la lotta di classe!

Abbiamo ricevuto il documento che segue da un coraggioso internazionalista iraniano. Ci pare di capire che il documento sia stato inviato a diverse organizzazioni della sinistra comunista internazionalista. Condividiamo appieno le sue posizioni, anche se avremmo voluto leggere qualcosa di più sulle questioni organizzative concrete, come le organizzazioni di classe esistenti e il bisogno di una organizzazione politica indipendente per la classe operaia. Speriamo che queste saranno affrontate in ulteriori documenti. -- Bipr, 20 giugno 2009

Dopo il circo elettorale, Ahmadinejad è stato presentato come vincitore e questo ha portato a uno scontro politico e una crisi tra le bande borghesi. Il leader di una fazione, Moussavi, non ha accettato il risultato e ha sollevato un movimento di protesta in tutto il paese, che ha portato all’uccisione e al ferimento di diversi dimostranti. Il fatto è che nella nostra epoca, nell’epoca del capitalismo decadente, il parlamento e le elezioni non sono nient’altro che mistificazioni e il principale compito del parlamento è legiferare la schiavitù salariata.

Moussavi, con la sua bandiera verde, si è presentato come un riformista. Cosa significa essere riformista? È stato nel periodo in cui Moussavi era Primo Ministro che centinaia di lavoratori in sciopero furono imprigionati e picchiati a morte. Migliaia di prigionieri politici furono giustiziati, quando Moussavi era Primo Ministro. Furono scavate fosse comuni per i prigionieri politici (Khavaran), quando Moussavi era Primo Ministro. Questa lista è molto lunga. Moussavi non è meno colpevole di Ahmadinejad, quando si parla dei diritti dei lavoratori e di altre questioni legate ai diritti umani.

Il movimento verde non appartiene ai lavoratori, appartiene invece ad una fazione della borghesia. Dobbiamo evitare di fare da carne da cannone per qualcuna delle bande borghesi in competizione. Invece di una bandiera verde, dobbiamo sollevare la nostra bandiera, la bandiera del proletariato - la bandiera rossa.

Il capitalismo è la causa di tutta la miseria e la povertà nel mondo. Il capitalismo è un vero inferno, non solo per la classe lavoratrice ma anche per tutta l’umanità. Non dobbiamo mai dimenticare che la democrazia capitalista e la dittatura capitalista sono due facce della stessa medaglia. Dove si erge la Dea della Libertà, lì migliaia di lavoratori sono disoccupati e senza casa. Nel paradiso del capitalismo, dove ci sono stati governi social democratici per più di cent’anni, la disoccupazione è stata un incubo per la classe operaia.

Il futuro del nostro movimento dipende solo dalla nostra lotta. Dobbiamo espandere la nostra lotta, in maniera indipendente da tutte le bande borghesi, contro il capitalismo. Le nostre parole d’ordine devono essere contro la schiavitù salariata, lo sfruttamento, la disoccupazione, l’inflazione. Dobbiamo estendere la nostra lotta dalle strade ai luoghi di lavoro in tutti i settori e, se possibile, anche in tutti i paesi. Le posizioni dell’internazionalismo sono molto deboli in Iran e i suoi militanti molto isolati. Dobbiamo provare a rompere questo isolamento e stabilire collegamenti e collaborazioni con gli internazionalisti di tutto il mondo.

La classe operaia è la sola classe sociale che può porre fine alla barbarie e alla miseria del capitalismo. Questa alternativa che i comunisti hanno proposto nel passato è oggi più valida che mai:

“Rivoluzione comunista o la distruzione dell’umanità!”

19 giugno 2009, Internazionalista