Solidarietà ai lavoratori Atitech di Napoli

Dopo mesi e mesi di silenzi, incertezze e disorientamento la vertenza Atitech è giunta ad una svolta tanto repentina quanto drammatica. Con meno di una settimana di preavviso la dirigenza comunica che in CAI non c'è posto per Atitech, i 650 lavoratori sono gentilmente pregati di avviarsi con ordine verso l'uscita. Come è possibile che, dopo mesi e mesi di trattative, i sindacati ed i politici non sapessero qual era il futuro nero che i padroni avevano diseganato per Atitech? La risposta è che tutti sapevano, ma nessuno ha parlato per evitare che la rabbia operaia scoppiasse, proprio come ora tutti si mostrano ipocritamente dispiaciuti ed alla affannosa ricerca di “soluzioni” solo ed unicamente per evitare che la rabbia operaia esploda! La forza degli operai sta nella loro capacità di autoorganizzarsi, fuori e contro il tatticismo sindacale fuori e contro la logica della delega, fuori e contro le compatibilità imposte del padronato e sempre accettate dai sindacati, dentro le quali vengono ingabbiati i lavoratori, soprattutto oggi, in questa fase di crisi generalazzita del capitalismo. La nostra forza sta nella solidarietà tra settori sfruttati diversi, sta nell'azione diretta. In queste drammatiche ore non devono essere i sindacalisti a gestire le lotte, ma i lavoratori in prima persona; non devono essere i sindacalisti a fare gli incontri, ma rappresentanti eletti direttamente in assemblea e revocabili in ogni momento. I lavoratori di Battaglia Comunista saranno sempre al fianco dei lavoratori in lotta, come è stato con gli operai di Pomigliano. Le due lotte napoletane non possono rimanere separate. Si tratta di un unica grande vertenza: quella dei lavoratori contro il padronato. Il futuro ci appartiene, prendiamocelo! -- Lavoratori e lavoratrici di Battaglia Comunista di Torino, Milano, Parma, Bologna, Firenze, Napoli