Sgombero del'Innse - La lotta di classe non va in vacanza

Il padronato prova a ribadire col classico calcio nelle pa..e ai lavoratori della Innse chi detiene il potere e a chi “serve” davvero lo stato ed i suoi apparati.

La scelta di effettuare lo sgombero una domenica mattina d'agosto non è certo casuale: a fabbriche chiuse - quelle che almeno ancora lavorano - e di giorno festivo mentre tutti sono (o sarebbero) impegnati nelle ferie, secondo la vecchia regola dei manuali militari che insegna a colpire il nemico quando questo è impegnato o distratto (e meglio ancora, ovviamente, se prima lo si riesce a distrarre). Non a caso lorsignori effettuano perquisizioni, arresti e via dicendo prima dell'alba proprio contando sul fatto di trovare verosimilmente l'oggetto delle loro “attenzioni” a dormire o comunque impreparato a difendersi. Allo stesso modo è dal 1992 che siglano alla fine di luglio tutte le peggiori nefandezze anti-operaie e sempre col consenso sindacale.

In questi casi più delle parole servono i fatti concreti, di sicuro, però da rivoluzionari sentiamo il dovere di sottolineare come sia necessario allargare lo sguardo al resto del mondo; dalla Corea al Sudafrica all'Italia i problemi per i proletari in lotta per la difesa delle loro condizioni di vita sono sempre gli stessi.

Nell'unità dei lavoratori come classe al di sopra e contro le barriere di categoria, locali, nazionali ed etniche consiste la risposta immediata; nel caso specifico della Innse - il cui caso è temuto dal padronato e dal suo stato perché potrebbe diventare d'esempio ad altri nel prossimo futuro - auspichiamo e lavoriamo affinché da tale singola lotta possano trascrescere quei legami ed embrioni di coscienza di classe indispensabili alle ripresa di lotte incisive e su larga scala.

L’intervento delle cosiddette autorità, dei sindacalisti e politicanti anche rosso-vestiti, auspicato dai combattivi compagni della Innse per far fronte al ricatto capitalistico della disoccupazione e della miseria, ha dimostrato come esse siano tanto “autorevoli” con gli operai quanto impotenti con chi il potere ce l'ha davvero. Per noi comunisti rivoluzionari questo è solo un motivo in più che rafforza le ragioni del nostro anticapitalismo e della necessità che i lavoratori più avanzati si organizzino nel loro partito di classe ed internazionalista.