La riforma della scuola negli Stati Uniti: dalla padella…

Da Amici di Spartaco 21 - Ottobre-novembre 2010

A ulteriore conferma che la crisi è mondiale e sono uniche quanto scontate le soluzioni che hanno trovato i padroni, raccontiamo la riforma della scuola negli USA.

Il processo di riforma, come qui in Italia, non è opera di un solo governo: nata da una idea del viceministro dell'istruzione del governo Clinton, Diane Ravitch, ha avuto origine nel 2001 quando il Congresso americano ha proposto la legge “No Child will be Left Behind” [nessun bambino sarà lasciato indietro], e nel 2002 l'ex presidente G.W. Bush ne ha firmato l'entrata in vigore.

Aldilà del nome della legge si nasconde il più grande attacco verso la scuola pubblica della storia americana. La legge prevede in primo luogo un test per valutare il rendimento di ciascun studente dai 7 ai 13 anni.

I risultati vengono classificati in gruppi in funzione dello stato economico, sociale e della provenienza etnica. Ciascun gruppo così definito dovrà raggiungere degli obbiettivi specifici in materia di lettura e comprensione della lingua inglese e aritmetica.

Se entro un anno i test di valutazione non dimostrano che tali obbiettivi sono stati raggiunti, viene inviato un avviso alla scuola.

Se passa un altro anno e tali risultati non sono stati ottenuti viene inviata alle famiglie un invito ufficiale a cambiare scuola.

Se passa un terzo anno gli studenti insufficienti sono obbligati a seguire corsi pomeridiani supplementari: il tutto ovviamente gravando in termini di straordinario sulle ore degli educatori, che si sentiranno oltretutto minacciati da ulteriori provvedimenti come vedremo ora. Questa mossa come gli stessi legislatori confermano è una mossa volta ad avere maggiore controllo su i giovani difficili, che possono rappresentare una minaccia in termini di ordine pubblico. In due parole, come abbiamo sempre sostenuto, la scuola è un parcheggio che serve a controllare e disciplinare i giovani allo sfruttamento capitalista ed alla sottomissione allo Stato. Infatti come la stessa Ravitch dichiara,

in matematica i livelli erano migliori prima della legge Nclb, in lettura sono migliorati del 10% solo alle elementari.

Dopo quattro anni, viene inviata una lettera in cui si avvertono le prime sanzioni economiche sull’istituto: vengono tagliati i soldi per laboratori o attività extra, e non vengono interamente retribuiti i straordinari agli educatori. Se la scuola dopo 5 anni non raggiunge gli obbiettivi prefissati viene abbandonata dallo Stato: non riceve più un dollaro.

A questo punto è costretta a scegliere fra privatizzazione e chiusura. I lavoratori vengono tutti licenziati. I bambini vengono abbandonati e le famiglie che non potranno permettersi la privata dovranno rivolgersi alla scuola pubblica più vicina che spesso non ha la capacità di assorbire tutti i profughi, o comunque assorbendoli rischia di non raggiungere a sua volta gli obbiettivi perché troppo numerose le classi. Ricordiamo il benevolo e caritatevole nome che era stato dato alla legge Nclb.

Le inadempienze del sistema di istruzione pubblica americana vengono così interamente scaricate sugli educatori e sulle famiglie.

Le conseguenze si sono presto fatte sentire negli ultimi 3 anni: ben 30'000 istituti hanno chiuso, circa un terzo degli istituti pubblici di istruzione primaria e secondaria degli Stati Uniti d’America. Molte scuole ed educatori in questa situazione di vero terrorismo, hanno modificato i propri programmi tagliando alcuni mesi di programma per preparare i propri bambini ai test. Nelle scuole delle periferie delle metropoli americane e soprattutto nelle zone ad alta concentrazione di immigrati questo ha spesso significato eliminare quasi del tutto lo studio della storia, della geografia, della letteratura e delle scienze.

Questa terribile storia viene anche raccontata in una puntata dei Simpsons: quella in cui vengono eliminati i programmi scolastici in vista dei test, e i ragazzi vengono allenati ad imparare le combinazioni dei famosi test a crocette.

Lo smantellamento della scuola pubblica è ormai in tutti paesi del capitalismo un fatto in fase esecutiva. Un capitalismo che non forma al lavoro i propri futuri sfruttati è un capitalismo che è alla frutta.

MA (RM)