La recensione: “The Trotsky” (film)

Dalla rivista giovanile internazionalista “Amici di Spartaco” #26

Commedia, Canada (2009), Regista: Jacob Tierney, Voto: 4.

Leon Bronstein è un ragazzo canadese di buona famiglia convinto di essere la reincarnazione dell'omonimo noto dirigente del proletariato, Trotky. Nel corso del film il ragazzo tenterà di seguire le orme del suo idolo imitando per tappe la vita di Trotsky stesso. Ancora giovane, organizza un comitato di sciopero nell'industria del padre nel tentativo di sindacalizzare gli operai, così il padre in seguito ad una accesa discussione lo invia alla scuola pubblica "come fece il padre dello stesso Leon". Lì, facendo leva sulle stesse contraddizioni del sistema scolastico canadese, diventa un leader studentesco cercando di fondare un sindacato studentesco. Trovandosi dinanzi ad una generazione "apatica" prova, nel tentativo di attivare gli studenti e stimolare la presa delle loro coscienze, a sequestrare il dirigente scolastico nel suo ufficio.

Il film è stato realizzando secondo i canoni del film per adolescenti americano: la famiglia benestante, il ballo studentesco, il primo amore, il conflitto figli-genitori etc. sono in primo piano. Sebbene viene inserita una coraggiosa citazione della "Corazzata Potemkin" di Sergej Ejzenstein, coraggiosa specialmente considerando il livello medio culturale dei giovani consumatori di oggi. Il film rimane pur sempre vincolato e trasmesso esclusivamente ponendo come soggetto la persona de "Il Trotsky" piuttosto che le masse. Inoltre va denunciato il fatto che il contenuto politico è stato trasmesso sempre nel corso del film attraverso una lente umoristica e non tocca mai il genere artistico che meglio funge da mezzo politico, il genere epico.

Politicamente il film è oltretutto povero. Il fatto che Leon è fortemente legato all'essere "macchietta" rende molto povera la riflessione politica. Tuttavia bisogna sempre riconoscere il fatto che il film è pur sempre un prodotto per la distribuzione commerciale di massa e presenta dei punti notevoli. Iniziando dal fatto che nella conclusione del film un noto rappresentante del PCC (partito stalinista del Canada equivalente al PCI) fa una ammissione di colpa, attaccando se stesso e il riformismo, dichiarando che

tutte le menate post-industriali sono una cagata e che le cose nel mondo possono cambiare solo con gente forte come Leon.

Comunque la critica a sinistra del movimento in Canada, post-industriale o stalinista, rimane ancorata al peggior trotskismo, volontarista, neo-bolivariano (Chavez viene citato più volte) e democratico. Del resto le cose come le diremmo noi non troveranno mai posto nel grande cinema commerciale!

Karim (Roma)
Martedì, March 27, 2012

Amici di Spartaco

Rivista giovanile internazionalista