Red squares - Lotte in Canada

La protesta degli studenti in Quebec pone il problema, solo la classe lavoratrice può dare una soluzione

170.000 studenti in Quebec, quasi del tutto ignorati dai media di tutto il mondo, sono rimasti in lotta per tre mesi. Tale azione è durata così a lungo che alcuni giornalisti hanno iniziato a paragonarla ai movimenti del mondo arabo, chiamandola “La primavera dell'Acero”. Gli studenti universitari e dei GECEPS (college) stanno lottando per evitare un aumento del 75% delle tasse per l'istruzione privata durante i prossimi cinque anni. Non sarà una sorpresa per nessuno il fatto che questo provvedimento faccia parte di un pacchetto di austerity e di tagli alle spese annunciato dal governo liberale della provincia, con lo scopo di “abbattere il deficit” da 3.8 miliardi di dollari a 1.5 miliardi in un solo anno. A questi livelli suona familiare.

Il problema

L'asprezza e l'estensione del conflitto è, comunque, notevole. Dietro ad esso risiedono due differenti visioni del mondo in cui viviamo. Da un lato ci sono studenti che difendono il loro diritto a un'istruzione gratuita (qualcosa che in altri paesi è stato abbandonato già da qualche tempo). Fanno notare che il Canada è firmatario del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali che sostiene “una progressiva introduzione dell'educazione gratuita”. Sul versante opposto ci sono gli interessi corporativi promossi da Jean Charest (1), il primo ministro liberista del governo del Quebec, ufficialmente corrotto. Già indagato per corruzione per appalti edili volti a favorire il proprio progetto, il cosiddetto Plan Nord. Progetto che spianerebbe la strada per la distruzione dell'ecosistema del Quebec settentrionale, in quanto aprirebbe l'area agli interessi del Rio-Tinto-Alcan, ArcelorMittal, IAMGold, Alcoa, Agnico Eagle, e Xstrata, che hanno già tutte beneficiato di tariffe agevolate (del valore di 500 milioni di dollari) e di enormi favori governativi del valore di oltre 1.6 milioni di dollari, in programma per i prossimi cinque anni (2). I risparmi annuali provenienti dagli aumenti delle tasse sulla scuola secondaria varrebbero solo circa 400 milioni di dollari. La connessione è apparsa evidente anche al movimento degli studenti.

Il 20 aprile, degli studenti hanno manifestato all'esterno di una giornata di assunzioni per il Plan Nord del Quebec (una grande iniziativa per sviluppare il nord della provincia) dove Mr. Charest stava parlando. Un manifestante è stato colpito in volto da un lacrimogeno mentre tentava di entrare nel Palais des Congres. Durante il suo discorso, Mr. Charest ha preso in giro i manifestanti e si è detto pronto ad offrire loro un lavoro nel nord della provincia (3).

C'è poco da stupirsi che due giorni dopo circa 250.000 persone abbiano manifestato a Montreal durante la Giornata della Terra. Molti manifestanti portavano addosso il piccolo quadrato rosso che denota la solidarietà del movimento studentesco con lo sciopero. Non c'è da stupirsi che il governo non abbia negoziato e abbia spruzzato vetriolo agli studenti. Ha tentato di dipingerli come marmocchi egoisti e viziati che vorrebbero tutto gratis. Questo si scontra col fatto che non stavano lottando per loro stessi, ma per i bisogni di coloro i quali li avrebbero seguiti. Non c'è da stupirsi che la retorica di questo governo abbia incitato i propri scagnozzi prezzolati (ossia la polizia) ad usare una violenza senza precedenti su manifestanti pacifici, una violenza che fa apparire tutto quanto visto finora nelle “democrazie avanzate” piuttosto banale. Non c'è da stupirsi che abbia citato il comportamento di pochi che hanno risposto con la violenza per condannare l'intero movimento, quando la violenza vera è stata dello Stato.

C'è bisogno di una lotta più ampia

Nonostante tutto questo, la tenacia degli studenti è stata ammirevole. Ma, per quanto siano stati forti e risoluti, non possono vincere da soli. Alcuni lo sanno, e hanno fatto tentativi per raggiungere il resto della società e, in particolare, la grande classe lavoratrice. Non hanno fatto granché in tal senso ma si sono scontrati con l'ipocrisia dei sindacati. Quest'ultimi hanno appoggiato lo sciopero a parole (quante volte lo fanno coi lavoratori?) ma non hanno mai organizzato un solo giorno di azioni in solidarietà cogli studenti. Questo perché, in realtà, essi sono parte della gestione corporativa statale. Negli ultimi anni hanno firmato centinaia di accordi per mettere al sicuro i profitti del capitalismo del Quebec, cosa che ha portato a licenziamenti, mobilità e cassa integrazione per i lavoratori. E questo fine settimana i vertici dei sindacati hanno "portato avanti l'accordo", come ci riferisce uno dei nostri compagni, per far sì che i leader degli studenti potessero cancellare i principali motivi della lotta dalla loro agenda.

Quando arriva il momento di negoziare una sconfitta a porte chiuse, nessuno può competere con i leader sindacali. L'accordo siglato alla fine è stata una marcia indietro totale per gli studenti. Le tasse saranno alzate ma nell'arco di sette anni invece che di cinque e viene lasciata aperta la strada per futuri aumenti. Sarà organizzata una commissione per supervisionare i prossimi tagli nei budget universitari che potrebbero ridurre le tasse amministrative che i studenti dovranno pagare. Ma siccome tale commissione è composta prevalentemente da uomini d'affari e di governo, è difficile che ci saranno tagli e il governo ha già detto che molto probabilmente non ne farà.

Non sorprende il fatto che i leader delle tre organizzazioni studentesche abbiano portato avanti quest'ultima clausola per far spegnere il movimento e per nascondere il fatto che si siano venduti. Era ugualmente prevedibile che non sarebbero stati in grado di darla a bere ai propri membri.

La posta in palio è indubbiamente alta. Il capitalismo globale, in crisi, non può rinnegare la necessità di farci pagare i suoi errori. Resistendo ai tentativi di riportare indietro l'orologio, gli studenti del Quebec in maniera implicita stanno ponendo le basi per un'organizzazione sociale totalmente diversa. Se il capitalismo può solamente offrire più miseria, più debiti e peggiori condizioni di vita, è tempo di rigettarlo in maniera esplicita. Ma gli studenti possono solo porre il problema. La risposta può essere data solamente dall'intera classe lavoratrice. Il movimento deve ampliarsi per diventare un movimento anti-austerity su larga scala che possa far proprie le paure e le aspirazioni della maggior parte della società. Questo non accadrà in poco tempo, ma la rabbia e la forza di questo movimento deve essere innalzata. Ciò che si rende necessaria è un'organizzazione che sostenga esplicitamente che il capitalismo non offre alcun futuro. Dobbiamo abolire la società che pone i profitti sopra le persone, che ha bisogno di soldi per funzionare e il proprio stato per reprimere ogni opposizione. È tempo per un programma comunista.

Jock

(1) E sondaggi d'opinione suggeriscono che lui e i suoi amichetti del Partito Liberale saranno trombati alle prossime elezioni di quest'anno (come avvenne dopo l'ultima grande rivolta studentesca del 1990).

(2) Cfr. “Violence budgetaire” di Michael Chossudovsky all'indirizzo mondialisation.ca

(3) news.nationalpost.com

Lunedì, June 11, 2012

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.