Christopher Dorner: una tragedia capitalista

C. Dorner era un poliziotto di Los Angeles, ex-militare. Stanco delle angherie brutalmente perpetrate dai suoi colleghi nelle strade, contro i più disgraziati, ha imbracciato le armi contro di loro. Ne ha uccisi o feriti una manciata, prima di finire egli stesso ucciso, dopo una lunga caccia all'uomo, che ha catturato l'attenzione dei media USA.

I rivoluzionari descrivono spesso le tragedie del capitalismo. A volte sembra che venga speso più inchiostro per parlare degli orrori del capitalismo, piuttosto che per evidenziare gli esempi, grandi o piccoli, di lotta della classe operaia. Come internazionalisti, crediamo che la nascita di una nuova società (che chiamiamo comunismo) sarà il risultato di una rivoluzione della classe operaia. Questa rivoluzione non sarà generata automaticamente dalle “tragedie” o dagli orrori che il capitalismo produce, ma attraverso lo sforzo cosciente di una classe operaia che vorrà trasformare il mondo.

Questo articolo riguarda un diverso tipo di tragedia, una tragedia in senso drammatico.

I mezzi di informazione negli Stati Uniti sono stati occupati a fornire dovizia di particolari sul caso di Christopher Dorner. Ogni americano ormai sa chi era, quello che ha fatto, e la sua scomparsa prevedibile ma tragica. In un certo senso, però, è stata curiosa la simpatia del pubblico per l'ex-poliziotto diventato cacciatore. Per un paese dove si propaganda senza sosta che gli “uomini in blu” servono e proteggono in modo altruistico e che i casi di abusi della polizia sono esagerati o comunque rari, anche la mancanza di vere e proprie denunce feroci di un uomo da parte dei media rappresenta una sorpresa.

Diversi rivoluzionari (legittimi o sedicenti che siano) hanno già scritto su questo episodio, indicando delle “lezioni politiche” che se ne possono trarre. Quelli più acuti riconoscono che gli atti di violenza individuale non sono rivoluzionari e il manifesto Dorner è politicamente reazionario (dato che critica la polizia di Los Angeles perché è “marcia”, ma loda l'esercito, senza uscire dal solito tema del nazionalismo americano). Secondo la visione di altri, Dorner stava conducendo una specie di lunga guerra popolare... solitaria contro la polizia. Dorner non era contro la polizia - voleva cambiare la polizia, trasformandola da una istituzione marcia e razzista in una che facesse rispettare una “legittima giustizia”.

Ma dobbiamo fare qualcosa di più che darci una pacca sulla spalla e congratularci con noi stessi, per non essere tra quegli stupidi di sinistra che applaudono a tutto quello che a loro sembra essere “contro il sistema”. Dobbiamo anche fare qualcosa di più che la psicoanalisi da poltrona. I gesti estremi di Dorner, le motivazioni che lo hanno spinto ad agire e il sorprendente livello di simpatia che ha ricevuto devono essere visti come un sintomo del capitalismo stesso, o, usando le parole dello stesso Dorner: “Io incarno l'impellente circostanza che voi avete creato”.

Dorner ha visto male, in un mondo ingiusto. Un tema ricorrente in tutto il suo manifesto è quello del cattivo che ad un certo punto si allontana dall'ingiustizia, mentre nessuno riesce o vuole lottare per ciò che è giusto. Ha scritto sugli anni della scuola, dove un compagno di classe lo chiamava “negro” in spregio verso di lui, e sulla sua incredulità per essere finito egli stesso nei guai. È possibile sentire il suo profondo disgusto quando descrive i poliziotti di Los Angeles, che fotograno cadaveri coi loro telefonini e fanno a gara per avere quella più raccapricciante. Il racconto della sua segnalazione di un ufficiale, accusato di aver abusato di un uomo mentalmente disabile, del seguente insabbiamento e del suo licenziamento dalla polizia è credibile e fa arrabbiare.

Per lui, non c'era che un modo per rimediare a questi errori. Ha dichiarato guerra contro la polizia di Los Angeles. Ha fatto i nomi, ha parlato a lungo di come avrebbe usato il suo addestramento nella polizia e nell'esercito, senza farsi alcuna illusione di poter uscirne vivo in qualche modo. Dorner è in questo senso una tragedia capitalista – un uomo, con una serie ben chiara di cose che percepisce essere giuste, che si contrappone ad una forza irresistibile, che sa di non poter sconfiggere.

Il capitalismo si nutre e vive di ingiustizia. Il capitalismo esiste solo grazie allo sfruttamento del lavoro. Il capitalismo si impone attraverso la guerra, il razzismo, il sessismo e la polizia, che applica la “giustizia” del capitalismo. Dorner non poteva più sopportare queste contraddizioni, ma non riusciva tuttavia a riconoscere le vere contraddizioni, all'interno della sua visione personale. È solo la classe operaia, in tutto il mondo, che può ripristinare una vera e propria forma di giustizia che rispetti l'umanità, prendendo le redini della società e trasformandola attraverso l'azione rivoluzionaria contro il sistema capitalista.

RS
Lunedì, March 11, 2013