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Home ›8 punti per l’8 marzo 2017
Contro l’oppressione di genere e lo sfruttamento di classe
Per contrastare in maniera significativa la violenza contro le donne è necessario far nostra la prospettiva di una trasformazione radicale della società intera. Fare nostra la lotta per l’emancipazione di tutta l’umanità da ogni catena: sfruttamento, oppressione di genere, di “razza”, violenza, guerra. Noi donne proletarie siamo la spina dorsale della classe degli sfruttati. Nessuna fiducia nei sindacati e nei partiti democratici. Autorganizzazione dal basso. Costruiamo gli strumenti per la nostra totale liberazione, per dare vita ad una nuova società di libere e uguali, senza classi, né sfruttamento, né frontiere.
La risposta alla violenza è l’autorganizzazone di classe
Difendersi significa autorganizzarsi nei luoghi di lavoro e nei territori. Tale autorganizzazione deve divenire un momento della più generale lotta contro il Sistema. Nessuna fiducia nello Stato. La storia ci insegna che la condizione femminile è migliorata solo quando le donne hanno iniziato a lottare contro lo sfruttamento, educando in tal modo i compagni ad una vera eguaglianza. Lottare oggi contro l’oppressione femminile significa lottare contro il Sistema che la genera, contro il sistema del profitto: contro il capitalismo.
Senza uguaglianza economica e sociale non c’è giustizia né libertà per le donne
Ci mobilitiamo perché solamente lottando per una società di libere e uguali si generalizzerà la consapevolezza necessaria per combattere efficacemente ogni forma di violenza.
Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi
Religione, pensiero dominante, ricerca del profitto, opportunismo, sono gli ostacoli ideologici che supereremo nell’affermare e difendere la completa autodeterminazione sociale e la libera espressione di ognuna e ognuno.
Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!
E sempre più dobbiamo imparare a scioperare, per far male ai padroni, per danneggiarne il profitto. Primo passo, alzare la testa nei luoghi di lavoro; secondo, individuare il nemico di classe e colpirne il portafogli; terzo, imprescindibile, rovesciarlo per aprire le porte alla nuova società dell’uguaglianza e della condivisione.
Contro ogni frontiera
Le frontiere servono solo a chi commercia in cose ed esseri umani e animali. Siamo parte della comunità umana, dobbiamo solo trovare la forza per destarci e spazzare via sfruttamento e sfruttatori. Noi sfruttate non abbiamo né patria, né “razza”, ma culture differenti, tanta ricchezza umana e un mondo da guadagnare.
Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la coscienza
Essere consapevoli della propria posizione nel mondo significa appropriarsi degli strumenti per trasformarlo, significa acquisire il punto di vista della nostra reale posizione nella società e porci il problema di cambiarla. Lo stesso sistema formativo si volgerà domani al servizio delle esigenze e dei bisogni umani. Il problema è politico.
Vogliamo fare spazio alla coscienza di classe
La violenza e il sessismo sono elementi strutturali della società capitalista. La classe dominante tende ad riassorbire in sé ogni spazio ed ogni pensiero critici. Poniamo quindi al centro del nostro agire il nostro essere la parte femminile di una classe di sfruttati e battiamoci contro il maggiore sfruttamento a cui, nei luoghi di lavoro, sono sottoposte le donne, contro gli orrori di questa insostenibile società, per il suo superamento.
Rifiutiamo la mercificazione e il profitto
Combattiamo questa società che ha la merce come sua categoria fondante e la mercificazione di ogni oggetto ed essere vivente come inevitabile conseguenza. È la sete di profitto a indurre lo sfruttamento, l’oppressione, la violenza. Prendiamo consapevolezza di essere classe antagonista e rivoluzionaria. Spingiamo per la costruzione di organismi autorganizzati dal basso, classisti, sui bisogni immediati, e colleghiamoli al progetto della costruzione di un autentico prospettiva di classe, internazionalista, rivoluzionaria, comunista, del suo partito.
Se le nostre vite non valgono, noi ci organizziamo.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #03-04
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- 2000: Second intifada
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- 2001: War in Afghanistan
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