Strage a Livorno, inondazioni in tutta Italia: la logica del profitto colpisce ancora

Per l'ennesima volta siamo qui a raccontare una tragedia. Ancora volta siamo qui a parlare di morti, devastazioni e desolazione. Come quello che è successo a Livorno, dove una città si è ritrovata in ginocchio per qualche ora di pioggia, sebbene non ordinaria. Ma devastazioni e disagi si sono registrata in tutta Italia.

Ci chiediamo come sia possibile che, nella società della più sviluppata tecnologia (impiegata anche nell'edilizia e nell'urbanistica), della scienza applicata (come nel caso delle previsioni del tempo che, utilizzando modelli matematici, permettono di conoscere le evoluzioni metereologoche giorni prima del loro manifestarsi), ancora oggi accadano tragedie di questo tipo.

Noi non pensiamo che si possa parlare di una tragedia invitabile. Era assai evitabile questa tragedia; era evitabile con la prevenzione; era evitabile con un'urbanistica sensata non preda della speculazione, non preda dell'ingordigia dei palazzinari e della connivenza delle istituzioni. Si poteva evitare in tanti modi, usando la prevenzione. Un modo di agire che però il capitale non può contemplare, poiché ciò implicherebbe l'emissione di troppo denaro pubblico (soldi nostri ricordiamo) in opere pubbliche che, non avendo all'orizzonte facili guadagni ma solo “sprechi” per come li chiamano “loro” (perché investire nella “comunità” è uno spreco se non porta profitti o abbastanza profitti) non è possibile nell'epoca della crisi. Nell'epoca della crisi bisogna usare i soldi pubblici per salvare le banche e sostenere le imprese, mica i “cittadini”. Allora meglio che siano altri a “curare”, lasciamo che se ne occupino i privati, i palazzinari gli avvoltoi di turno che si nutrono di ogni tragedia umana. Lasciamoli arricchire ancora un po' in attesa di un'altra tragedia. Tanto, dopo il clamore dettato dall'attualità, si tornerà alle nostre vite dimenticandoci dell'accaduto. Almeno fino alla prossima volta, che sarà sempre come se fosse la prima. Nel mezzo le solite promesse degli uomini dello Stato che “si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran dignità”.

In una società come quella odierna non c'è e non ci sarà mai buon senso e bene comune, ma solo logica del profitto e della sua accumulazione, a cui anche la vita umana deve sottomettersi.

E Sarà così finché noi, quelli che questo sistema lo sostengono dalle fondamenta lavorando e producendo, non diremo basta organizzandoci per un'alternativa.

L'alternativa esiste:

È il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti.

È il comunismo!

Noi ne facciamo parte.

Tu cosa aspetti?

Venerdì, September 15, 2017