Su Corbyn e il suo Labour: “sinistre” illusioni

L'impatto di Corbyn

I media capitalisti sono rimasti sbigottiti dall’ascesa di un Labour Party pendente a sinistra, che strizza l’occhio alla gioventù più di qualsiasi altra cosa dopo il primo manifestarsi del “blairismo”. In realtà, il fenomeno della “Corbynite” non è così difficile da spiegare: dopo decenni in cui i salari hanno continuato a calare e dopo quasi uno di austerità in cui i ricchi hanno aumentato la loro ricchezza, non può stupire che molti lavoratori abbiano votato per un partito che ha promesso di «tassare i ricchi». I giovani, specialmente, che hanno in vista un futuro miserevole, sono corsi a sostenere Corbyn sia a livello elettorale (si sono registrati al voto per la prima volta 1,7 milioni di persone sotto i 25 anni) che dentro il partito. Alcuni di quelli che sostengono il Labour di Corbyn, lo fanno con l’idea che sia “il male minore”, ma molti di più sono quelli che credono veramente che i laburisti possano riformare il capitalismo a favore di coloro che producono la ricchezza goduta da una minoranza. Ma in entrambi i gruppi ci sono quelli che si autodefiniscono “socialisti” e “rivoluzionari”, i quali smentiscono entrambi i termini con le loro ciniche manovre: è soprattutto alle loro distorsioni che è dedicato questo articolo.

Negli ultimi mesi la CWO è intervenuta nel dibattito, distribuendo materiale che spiega le ragioni dell’astensionismo rivoluzionario e insistendo, con chi si è reso disponibile a discutere, che il corbinismo è un vicolo cieco, essendo parte dell’ordine dominante. Abbiamo dedicato all’argomento articoli sul nostro sito web e sulle nostre riviste (1), oltre ad essere intervenuti sui social media; abbiamo anche distribuito copie del nostro foglio, Aurora, ai picchetti e nei campus universitari, nonché alle nostre conferenze pubbliche.

Alcune delle persone meno politicizzate che abbiamo incontrato ragionavano in linea col classico argomento borghese dei diritti e doveri democratici; altri facevano eco alla “disperata speranza” che in qualche maniera un governo laburista avrebbe offerto un po’ di sollievo dai tagli, dall’assenza di prospettive sul lavoro e dalla distruzione dei servizi sociali: per molti di questi era l’ultima possibilità contro una vita intera di attacchi alle proprie condizioni di vita, cui la nostra classe non è mai stata in grado di dare una risposta adeguata. Ovviamente non eravamo d’accordo e abbiamo ribattuto, ma abbiamo potuto comprendere la disperazione per una crisi che non smette di macinare, mentre gli isolati atti di “resistenza diretta” non hanno nessun punto focale attorno a cui raggruppare le forze.

Comunisti fasulli

D’altra parte, i “radicali” che abbiamo incontrato (compreso qualche “anarco-corbinista”) hanno messo avanti un’ingiustificabile sfilza di pseudo-argomenti. In più di un’occasione questi sostenitori dell’illusione democratica – alcuni dei quali convertitisi di recente – si sono difesi spiegando che per votare ci vogliono solo 10 o 15 minuti… ed è dunque un peccato veniale, paragonabile al gettare la carta di un cioccolatino o allo scorreggiare in un ascensore affollato..! Ovviamente un tale “argomento” glissa sul fatto che i sinistrorsi coltivano e diffondono idee false e controproducenti per mesi e anni… altro che comportamento limitato a pochi minuti!

Tutti gli argomenti dei corbinisti “organizzati” si basano su alcune menzogne cruciali. Tra queste troviamo regolarmente affermazioni ridicole come:

  • il Labour è un partito dei lavoratori;
  • le nazionalizzazioni e l’intervento statale sono un passo avanti sulla strada del socialismo;
  • le capacità dei deputati dotati di buone intenzioni sono importanti agenti di cambiamento.

Insomma, viene esposta tutta la sfilza di giustificazioni a una visione riformista del mondo appartenente alla migliore tradizione socialdemocratica. (2)

Aggravandosi la crisi della classe al potere, la mancanza di qualsiasi soluzione economica pronta all’uso è diventata evidente in maniera drammatica a livello della sovrastruttura politica, perlomeno a partire dal 2015. Esempi scontati di risultati non voluti prodotti dalla macchina politica borghese sono il quasi piazza pulita fatto dai Nazionalisti Scozzesi alle politiche di due anni fa, il voto per la Brexit al referendum dello scorso anno – che non era il risultato preferito della maggioranza della classe dominante – e le politiche di quest’anno, che non sono riuscite a produrre un governo «forte e stabile» di destra o di sinistra. (3)

Certamente, la sinistra del sistema politico borghese non è rimasta intonsa da questa serie di conseguenze non volute: i cambiamenti delle procedure interne di voto nel Partito laburista hanno spianato la via della leadership a Jeremy Corbyn, nonostante l’opposizione della maggioranza dei parlamentari laburisti.

Questo capriccio inaspettato nelle dinamiche dei partiti che si presentano come opzioni di governo rassicuranti per il capitale, ha provocato ulteriori increspature: le varie schegge dello stalinismo e del trotskismo (4), che per decenni in Gran Bretagna hanno visto diminuire gradualmente la loro influenza, hanno visto nell’inaspettata ascesa di Corbyn la loro occasione.

La riemersione della sinistra laburista come giocatore importante nella politica britannica ha ridato ossigeno ai fantasmi dei “comunisti” fasulli, tutti in competizione tra loro per mettere in atto le vecchie politiche del “fronte unico” e del “metodo transnazionale”: politiche generate dalla Terza Internazionale decadente dopo la sconfitta dell’ondata rivoluzionaria nei primi anni ‘20. All’epoca del terzo congresso del Comintern nel 1921 lo spirito rivoluzionario veniva sempre più sostituito dall’adattamento all’ordine capitalistico: ecco le politiche che uniscono simbioticamente gli epigoni di quella ondata rivoluzionaria con la ritornante sinistra laburista e il suo strato di nuovi – e spesso più giovani – attivisti.

La Sinistra diffonde confusione

A differenza dei Testimoni di Geova, che hanno predicato l’Armageddon durante tutta la loro storia, i sinistrorsi vedono in Corbyn l’incarnazione vivente di decenni di sinistrorse profezie. A iniziare dalla confusa e confondente definizione leniniana del Partito Laburista come «partito operaio borghese», molte generazioni di radicali di sinistra hanno puntato a un Labour sbilanciato a sinistra come alla chiave per una “via britannica al socialismo”. (5)

Nonostante la sconfitta dei Laburisti, il risultato delle elezioni politiche di giugno ha dato al movimento della “Corbynite” una proroga di vitalità, ma il “Caro Leader” non ha da offrire nulla di meglio che buone intenzioni, mentre lascia tranquillamente tutti i mali del sistema davanti alla porta del Primo ministro o del Partito conservatore. Strombazzando la richiesta per una nuova pantomima elettorale entro i prossimi 12 mesi (6), Momentum (7) e gli altri compagni di frazione picchieranno sul tamburo elettorale a loro piacimento. La loro causa si alimenterà anche della battaglia contro il “nemico interno”, visto che la maggior parte dei deputati laburisti rimane passibile dell’accusa di non essere veri supporter del “Caro Leader”...

Nel paragrafo precedente abbiamo fatto riferimento alla «Via britannica al socialismo», il nome del programma del Communist Party of Great Britain prima del 1991. La posizione degli eredi del 2017 del CPB e del loro Morning Star si trova sul loro sito, dove alla fine di giugno era ancora presente la propaganda elettorale, ben riassunta da una “prima pagina” a mo’ di poster intitolata «Unità!»: metà della pagina è occupata da una foto di Corbyn accompagnata dalle parole «Per un governo guidato dalla sinistra, votate ovunque laburista!»

Prima di trattare argomenti più importanti, è bene commentare l’illusione grottesca di un governo guidato dalla sinistra. Anche se si fossero realizzate le fantasie più spinte dei sinistrorsi e fossero stati eletti 326 deputati laburisti, i propagandisti del CPB sapevano perfettamente che si sarebbe trattato di un Labour parlamentare indistinguibile dal precedente: lo zoccolo duro di loro sarebbe stato rappresentato dalle stesse fazioni che hanno cercato di far cadere Corbyn e l’hanno costretto alla rielezione da parte dei tesserati del partito nel 2015.

Un risultato che avrebbe richiesto un balzo nella fede meno grande, ma sempre fuori dalla portata del Labour attuale, poteva essere un governo laburista di minoranza, supportato dai Liberaldemocratici e/o dai Nazionalisti Scozzesi e Gallesi: una tale prospettiva avrebbe fatto letteralmente salivare i “radicali”, che ad ogni certa delusione avrebbero prontamente dato la colpa agli altri partiti, che limitavano le capacità miracolose di Corbyn...

Se mai un governo “con guida a sinistra” fosse stato un risultato elettorale plausibile, è nostro dovere di marxisti rivoluzionari spiegare perché non avremmo preso posizione in favore di una tale possibilità. È d’uopo ripetere, a questo punto, alcuni dati fondamentali che gli stalinisti, i trotskisti e persino certi anarchici “fai-da-te” hanno smesso di diffondere dal momento in cui sono diventati tifosi di Corbyn, garantendo a chi li stesse a sentire che il voto per il Labour era la via verso un futuro migliore. Prima della fine di giugno, a un raduno a Sheffield chiamato “I bolscevichi psichedelici”, alcuni giovani partecipanti hanno proclamato la necessità di una spinta ancora maggiore per il coinvolgimento di «giovani e lavoratori» nel prossimo esercizio elettorale.

Questo endemico opportunismo dei sinistrorsi mostra con precisione come mai le organizzazioni che operano all’interno dell’ala sinistra del capitalismo sono da lungo tempo morte come potenziali segmenti di un movimento rivoluzionario proletario. Se il capitalismo deve essere rovesciato – essendo questa l’unica via a un futuro sostenibile per l’umanità – allora il primo passo fondamentale è che il proletariato assuma il controllo della società attraverso organizzazione e attività sue proprie: questo processo sarà basato sul coinvolgimento di massa attraverso assemblee e organizzazioni sul modello dei Consigli di lavoratori (“soviet”, in russo).

Le politiche del riformismo di sinistra (o “corbinismo”) differiscono da questa prospettiva appena accennata per almeno due grandi aspetti: primo, le assemblee e le istituzioni basate sulla partecipazione di massa, con delegati responsabili e destituibili in ogni momento, sono totalmente diverse dal modello elettorale borghese, in cui individui atomizzati votano nel segreto dell’urna per rinnovare istituzioni tutte designate per permettere al sistema di controllo e di potere dei padroni di funzionare.

Secondo, il processo critico attraverso cui la classe lavoratrice riesce a mettere in atto il suo essere potenzialmente la classe «becchina del capitalismo» dipende dalla maturazione della coscienza della classe, che da classe «in se stessa» diventa classe «per se stessa»: questo processo dipende in maniera sostanziale dalla realtà materiale della lotta di classe e dal modo irregolare in cui i vari segmenti della classe riflettono su di essa, ne traggono lezioni e sviluppano analisi (8). È dunque ovvio che i sinistrorsi che incoraggiano idee false sulla natura dello Stato borghese e sulla utilità di strategie riformiste hanno responsabilità nell’arrestare e sviare il necessario percorso verso la chiarezza.

Nel prossimo paragrafo vedremo come questi furfanti sostengano il riformismo elettoralista persino quando nelle loro cerchie è presente una certa “padronanza dei fondamentali”: con un profondo disprezzo per coloro che riescono a convincere, codesti ciarlatani cianciano di politiche “di transizione” benché pochi riescano a comprenderli, e intanto i loro seguaci sono incoraggiati a rimanere ignoranti e leali votanti – il medesimo ruolo che la borghesia riserva all’intera classe che lavora.

Il metodo “di transizione” – doppiopensiero trotskista

Doppiopensiero significa la capacità di trattenere nella propria mente due credenze contraddittorie allo stesso tempo, prestando fede ad entrambe.

Vi sono alcuni indizi per i quali sembra che George Orwell, quando scrisse 1984, sia stato influenzato dalle posizioni politiche di Max Shachtman e da ciò che si sarebbe evoluto in una linea di trotskismo critico, conosciuto in seguito come “la terza fazione”: è ironico che uno degli esempi più evidenti di doppiopensiero “corbinista” sia da attribuire a una tendenza trotskista che ha simpatie per la “terza fazione” (9).

Da una parte, il circolo ristretto dei militanti mantiene apparentemente una analisi marxista del Partito Laburista: ad esempio, sul sito Workers Liberty si può ancora leggere il passaggio seguente:

Il Partito Laburista è un partito borghese.
La posizione leninista è che il Labour Party, nel suo ruolo e nella sua funzione,nonostante le sue origini e il legame particolare coi sindacati, è un partito operaio capitalista e borghese. Politicamente non si tratta di un partito operaio deformato, inadeguato (con un inadeguatezza, cioè, di tipo qualitativo), ma un partito borghese con la funzione speciale di contenere i lavoratori: in pratica, un ramo particolare dell’organizzazione politica dello Stato borghese. Il Labour Party è lo strumento principale di controllo dei lavoratori da parte del capitalismo; esso è sorto da una sollevazione dei lavoratori, ma una sollevazione in cui essi sono stati sconfitti a livello ideologico così come a tutti gli altri livelli è diventata il mezzo per integrarne le spinte e le aspirazioni nella macchina statale capitalistica. Esso non è un riflesso passivo ma un canalizzatore attivo della classe contro se stessa, contro il suo interesse.

Da Ciò che siamo e ciò che dobbiamo diventare, definito ancora «documento fondante» dall’organizzazione antenata dell’Alliance for Workers’ Liberty

Il passo suddetto è stato scritto nel 1966: forse le guide dell’AWL pensano che negli ultimi 50 anni il Partito Laburista abbia smesso di essere «il mezzo per integrare le spinte e le aspirazioni dei lavoratori nella macchina statale capitalistica». Se è così, allora potrebbero scegliere di spiegare 1. il processo intervenuto e 2. quale sia oggi la natura di classe del Labour Party. Comunque, è compito loro, non nostro.

Ad essere assolutamente chiaro è che l’AWL è stata davvero attiva all’interno del movimento della “Corbynite” e nelle lotte di fazione all’interno di Momentum: ci sono state settimane, per non dire mesi, in cui i suoi militanti apparivano regolarmente alla TV nazionale, e nessuno che cogliesse l’occasione per spiegare l’analisi che si trova scritta nelle epistole dei padri fondatori. Perché? Semplicemente perché erano troppo impegnati nell’attirare nuovi strati che avrebbero dato una mano a costruire, iscriversi e votare per il Partito Laburista.

Il doppiopensiero è qui lampante e nauseante allo stesso tempo: gli “illuminati” conoscono la realtà, ma evitano deliberatamente e consapevolmente di spiegare la natura del riformismo e del parlamentarismo ai loro seguaci. Soltanto la setta – o forse soltanto il suo “nocciolo” – è in grado comprendere, mentre gli adepti del culto di Corbyn vengono trattati come ingenue bestie da voti e lasciate in un abietto stato di confusione e false speranze: una circostanza che porterà inevitabilmente alla disillusione e all’idea che i sedicenti marxisti sono solamente dei venditori di menzogne o di illusioni.

Per evitare che le altre 57 si sentano escluse, bisogna dire che l’AWL è solamente una delle molte organizzazioni che fanno lo stesso gioco. Anche Peter Taaffe, storico guru del Socialist Part of England and Wales (un tempo noto col nome del suo giornale, The Militant Tendency), ha avuto i suoi 15 minuti di fama per dichiarare che il Labour Party dovrebbe tornare sulla sua decisione dell’inizio degli anni ‘920 e permettere al suo partito di confluirvi; Il rappresentante del Workers Revolutionary Party, Frank Sweeney, è apparso su Daily Politics della BBC per spiegare che il problema era che Corbyn non sarebbe stato in grado di realizzare il suo programma: che in questa affermazione ci sia una buona dose di verità è evidentemente un caso, visto che la soluzione caldeggiata da Sweeney è stata di votare per il WRP nei cinque collegi dove esso si presentava...

Altri hanno rispolverato vecchi ricordi di quando i loro progenitori politici militavano nel Labour Party. La miriade di fazioni dentro e intorno a Momentum è prova del loro metodo comune, cioè di nuotare nella corrente dominante dell’ideologia borghese e di massimizzare la pratica dell’opportunismo.

Il parlamento non è lo Stato

C’è anche un’altra dimensione piuttosto pericolosa nell’incoraggiamento al voto da parte dei “sinistri”, che sia per il Labour, per il loro gruppo o per la coalizione a cui ha aderito: è la pretesa che l’elezione di un numero maggiore di politici dalle buone intenzioni possa realmente sostituire il sistema capitalistico. È questa una mistificazione messa in circolo dalla – e per conto della – classe al potere. Essi sono perfettamente consapevoli che i rappresentanti eletti, fino all’esecutivo incluso, sono soltanto dei paraventi: lo Stato, nella società moderna, esiste per conservare alla classe dominante il suo dominio; il vero potere – nelle vesti di istituzioni quali la burocrazia, le forze armate, la polizia, lo Stato segreto e semisegreto e, non ultimo, chi controlla la maggioranza del capitale nazionale – si trova oltre le schiere dei rappresentanti eletti. Queste istituzioni vengono replicate anche in versioni che scavalcano i confini nazionali, in un caleidoscopio che comprende le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, la World Trade Organisation, alleanze militari quali la NATO e – ovviamente – l’Unione Europea e altre organizzazioni continentali per il commercio come il NAFTA: questa schiera di istituzioni, transnazionali e non, continuerebbero ad esistere anche se la popolazione del Regno Unito eleggesse 650 Corbyn.

Le organizzazioni di sinistra, nelle loro cerchie interne, probabilmente lo capiscono molto bene, così come capiscono che le funzioni dello Stato esistono per mantenere il controllo su ogni aspetto delle nostre vite, a partire dalla proprietà sui mezzi di produzione da parte di ditte, società, compagnie e concentrazioni e in qualche caso pure dello Stato.

La pretesa di contrastare questi interessi eleggendo dei deputati è una crudele presa in giro: nella maggior parte dei casi essa serve soltanto a rafforzare la presa dell’ideologia borghese; in altri, come nel Cile degli anni ‘970, significò morte, prigionia e tortura per quei lavoratori che si erano fatti convincere della possibilità di una «via parlamentare al socialismo».

“Sinistre” illusioni, o della difficile strada verso il rovesciamento del capitalismo

Che strati di giovani “radicali” – inclusi alcuni lavoratori – siano stati trascinati nella palude del “laburismo di sinistra”, non ci sorprende: alla base di questa disperazione sta il fatto che il sistema capitalistico non abbia offerto alla vasta maggioranza nulla di realmente positivo per decenni. In tutto questo tempo la classe operaia non ha sviluppato nemmeno una parte del suo potenziale di lotta, dapprima per l’autodifesa e infine per rovesciare questo sistema putrefatto. Di conseguenza sono apparsi il corbinismo e Momentum, che hanno offerto promesse da gonzi basate sul libro di ricette riformiste per declinare il capitalismo in un fantasioso stile “più giusto”: senza un’alternativa percepibile basata sull’autorganizzazione e sulla lotta di classe, il Labour corbinista è riuscito a mettere a segno un colpo. Come marxisti, per noi la spiegazione è chiara: comprendiamo perfettamente la credenza secolare nella salvezza, e questa speranza in un miraggio è solo un’altra forma del «singhiozzo della creatura oppressa, il cuore di un mondo senza cuore». (Marx, dall’Introduzione alla Critica della filosofia del diritto di Hegel)

Riconosciamo che i rivoluzionari hanno il dovere di discutere con chi è stato tratto in inganno dalle false promesse del riformismo, che sia di variante di destra o di sinistra; certamente non assolviamo – figuriamoci far fronte comune con loro – quei corruttori di gioventù che incoraggiano la credenza in illusioni e costruiscono false aspettative che finiranno inesorabilmente in disillusione e confusione. Essere “in mezzo alla classe” per i sinistri equivale a seminare illusioni e piantare falsità che non possono certo far maturare la consapevolezza della necessità e della possibilità della presa del potere da parte della classe operaia. La ricostruzione rivoluzionaria della società è la sola via agibile per mettere fine a un sistema che con ogni evidenza porta guerra, miseria, fame e distruzione ambientale in tutto il pianeta.

A livello internazionale il corbinismo ha dei paralleli che dimostrano chiaramente dove porta il sostegno a partiti di sinistra parlamentare. In Grecia il disastro finanziario ha portato un nuovo partito, sulla carta molto di sinistra, come Syriza al potere contro l’austerità imposta dal FMI e dalla UE: il risultato è stato che Syriza ha “gestito” l’applicazione delle medesime politiche per contrastare le quali era stata eletta. Questa – non altre – è stata e rimane la funzione della sinistra riformista e capitalista, ovunque.

La logica del metodo politico obsoleto della sinistra in Gran Bretagna si mostra quando si allineano l’uno contro l’altro in favore di un Regno Unito capitalista dentro o fuori dalla UE, oppure pro o contro una Scozia capitalista indipendente dal resto del paese. Ma la politica del “male minore” non finisce qui: mentre le guerre e i massacri si diffondono per il mondo, la sinistra sceglie per quale parte fare il tifo: la stessa cosa è successa, nella storia, per quanto riguarda le atrocità che si perpetravano nei Balcani, con il Kosovo che si separava dalla Serbia, oppure durante il drammatico scontro tra Ucraina e Russia (con i suoi fiancheggiatori), e anche per la campagna militare dei nazionalisti curdi dell’YPG, che fanno esplicitamente parte di una coalizione spalleggiata dagli Stati Uniti. Ovunque il capitalismo in decadenza generi conflitto e miseria, i sinistri non resistono alla tentazione di prender parte – e intanto è il proletariato che soffre….

La causa del proletariato non può che soffrirne, quando i suoi falsi amici danno una mano a intruppare i loro affiliati e simpatizzanti in strutture e ideologie capitaliste, come nel caso del Labour Party e delle menzogne riformistiche da esso spacciate... Certo, è facile per chi posa in abiti pseudo-marxisti promuovere illusioni nel riformismo, oppure – come è loro costume – entrare nel Partito Laburista, ad aumentare la confusione di chi non riesce più a sopportare questa società.

I comunisti genuini non prendono parte a questi esercizi ingannatori: Corbyn non è una nuova alternativa, ma solo un ritorno al vecchio programma del passato. Al momento, continueremo a spiegare che non ci sono rimedi-lampo allo sfruttamento e all’austerità del capitalismo. Al contrario, la strada verso un futuro migliore sta nella capacità del proletariato di ritrovare fiducia e combattività, e questo potrà avvenire soltanto quando, sul campo, i lavoratori daranno attivamente forma – nonché svilupperanno – la loro resistenza agli infiniti attacchi subiti, che rappresentano un’inversione della storia e un peggioramento delle condizioni di vita, mentre la crisi capitalistica continua a stritolare, qualsiasi sia il partito di maggioranza a Westminster. Tutto ciò è cosa ben diversa dall’attivismo da polli fatto per amor di attivismo o dalla prospettiva a corto raggio di “cacciare i Tories”: c’è infatti un modo, per gli aspiranti militanti rivoluzionari, per aiutare a costruire la resistenza dei lavoratori al capitalismo, e non sta nel sostenere un dato personaggio o una data fazione all’interno di un partito del sistema, ma nel contribuire a promuovere il movimento di resistenza a lungo termine al capitalismo, e in ultima analisi a costruire un’organizzazione politica del proletariato mondiale. La CWO e i nostri compagni della TCI si sono organizzati per affermare e diffondere questa teoria e questa pratica. Invitiamo tutti coloro che condividono il nostro giudizio a unirsi a noi nella lotta verso un futuro senza classi né stati, realmente umano.

KT, 23 Giugno 2017

(1) Vedi leftcom.org, leftcom.org, leftcom.org, leftcom.org, leftcom.org, leftcom.org, leftcom.org, leftcom.org.

(2) La Seconda Internazionale riunì i vecchi partiti socialisti dalla sua fondazione, nel 1889, fino alla sua capitolazione politica, nel 1914: in quell’anno, il suo profondo scollamento da una visione marxista rivoluzionaria portò la sua vasta maggioranza a sostenere le varie borghesie nazionali nella Prima guerra mondiale. Partiti come il Laburista in UK, la SPD in Germania e il PS in Francia continuano ancora oggi quella tradizione controrivoluzionaria.

(3) Infatti un’ovvia conseguenza di breve termine della perdita di qualche seggio da parte dei Tories è che il governo potrebbe essere costretto a pensare a come trasferire alcuni milioni di sterline in «progetti per le infrastrutture» in Irlanda del Nord, cioè in realtà verso gli Unionisti Democratici e altri politici (nonché verso i loro “soci in affari”). Rispetto a quando fu stesa la bozza di questo articolo, è diventato chiaro che si tratterebbe almeno di un miliardo di sterline.

(4) Gli esempi di organizzazioni staliniste o trotskiste britanniche che non hanno aderito al carrozzone della “Corbynite” sono pochi e remoti: due che non hanno seguito il trend sono il Revolutionary Communist Group e il Socialist Equality Party. Il primo riserva il suo tifo ai regimi a capitalismo di Stato di Cuba e Venezuela. Il secondo ha smesso quest’anno con la sua abitudine di legittimare le illusioni elettorali presentando i propri candidati, secondo una sua interpretazione del “programma di transizione” trotskista.

(5) Nome del programma adottato nel 1952 dal Partito Comunista di Gran Bretagna, sostenitori dell’Unione Sovietica a capitalismo di Stato. Nonostante parecchie riscritture, non è molto cambiato.

(6) La natura “bizantina” della cortina fumogena della democrazia prevede che i Tories abbiano un vantaggio politico – benché un po’ inferiore, visti i risultati di quest’anno – a non indire nuove elezioni fino a che le regole costituzionali non siano state riscritte a loro vantaggio: ciò dovrebbe avvenire nel 2019.

(7) Un’organizzazione politica creata per sostenere Corbyn nel 2015.

(8) Per esplorare questo argomento vedi la nostra pubblicazione Class Consciousness and Revolutionary Organiasation

(9) Vedi The Lost Marxism of Critical Trotskyism in Internationalist Communist 17.

Lunedì, November 13, 2017