Sull'arresto di Nicoletta Dosio portavoce NoTav e di altri militanti del movimento

Con l’arresto di Nicoletta Dosio, ex insegnante settantreenne in pensione, “pasionaria” NoTav, tra i principali portavoce del movimento, il 30 dicembre 2019, si mette in pratica un provvedimento legislativo di “intimidazione” nei confronti di chiunque dissenta e intralci logiche di profitto e interessi particolari.

Non importa nemmeno più quanto di realmente sovversivo sia contenuto nei programmi di “difesa della Valle”, i cui appelli alle “responsabilità dello stato” non vanno nella direzione di una connotazione di classe, ma abbracciano invece una tendenza alla “sensibilizzazione” e al “coinvolgimento” delle istituzioni (vedi la votazione in massa ai 5S anche da parte di “estremisti” e centri sociali, puntualmente ignorati, pratica che comunque non viene riconosciuta come un fallimento delle politiche e dei programmi “politici” NoTav!).

Quello che se ne evince è l’incompatibilità dello sviluppo in chiave capitalista della società rispetto all’impatto sociale e ambientale che provoca; un impatto tanto più devastante quanto più morde la crisi del sistema.

Piuttosto che chiedersi ingenuamente che fine abbia fatto lo Stato, borghese e ben presente, bisognerebbe iniziare a chiedersi dov’è la classe operaia, smettendo di alimentare illusioni sul “ripristino della legalità”, che è e resta legalità per il capitale e impunità esclusivamente per i suoi funzionari borghesi.

“Continuo la mia evasione contro provvedimenti preventivi che sono più che mai strumento di intimidazione” dichiara la Dosio ad un presidio davanti il tribunale di Torino, mentre avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari.

Tutta la nostra solidarietà va a questa “lottatrice” intransigente e alla scelta di portare alle estreme conseguenze il suo dissenso, condannata ad un anno di reclusione, in cerca di “giustizia” (sia pure sempre borghese) e non di “amnistia”, per lei e gli altri condannati al maxi-processo di Torino.

Ogni dimostrazione di “resistenza all’ingiustizia del potere” è insieme lotta di civiltà che vale per l’intera società, la cui connotazione classista ne determina però il percorso. I generici appelli al rispetto della Costituzione, ai “padri fondatori”, il rivendicare leggi “giuste” fa parte di quella visione determinata e non determinante che costituisce e rafforza il pensiero dominante borghese, affermandolo anche quando contraddice il gretto impulso proveniente dalla sua stessa asfittica base economica in cerca di valorizzazione.

Non infatti una “carenza legislativa”, ma metodo di controllo sociale quando non sono possibili formulazioni economiche che permettano, con le briciole, di “far contenti tutti”, divenendo allora “problema di ordine pubblico”.

La “risposta” del movimento all’arresto di una dei suoi leader, espressa con una manifestazione autorizzata di circa tremila persone, non è in sostanza pervenuta. Colpiti duramente – i militanti più determinati e in vista - nelle settimane precedenti da arresti e sgomberi di centri sociali, proprio da quella giunta 5S in via d’estinzione che spergiurava guerra alla Tav, sono alle prese con le pastoie burocratiche borghesi, la cui ipocrisia sembra essere l’unico elemento di rilievo colto, insieme ad un caotico anticapitalismo – antimperialismo oramai “di principio”. Mai un accenno alla classe operaia, se non in chiave sindacale, passando per sigle, deleghe e rappresentanze varie, insomma un percorso istituzionalizzato. Ci si dovrà pur rendere conto che la “resistenza” non è lotta di classe e che l’antifascismo in sé non è anticapitalismo, che le “conquiste sociali” sono frutto di lotte operaie, strappate ai padroni e non a servi fascisti o mafiosi che siano.

Un salto di qualità del più longevo movimento italiano di protesta può avvenire a condizione di includere la classe operaia (cioè il mondo del lavoro salariato-dipendente) in quanto produttrice di profitto, in grado perciò di bloccare con la sua lotta la produzione, unica vera arma nelle mani degli operai, altrimenti il tutto si riduce a mozione di principio in cerca di approdi legalitari presso la controparte borghese… che ringrazia!

GK, 02/02/2020
Domenica, February 2, 2020