La piattaforma dell’Internazionale Comunista del 1919 - Una pietra miliare nella storia del movimento rivoluzionario

Nel marzo 2019 abbiamo commentato il 100° anniversario del congresso fondatore della Terza Internazionale (leftcom.org). Questo incontro ebbe luogo mentre la classe operaia conduceva una battaglia contro il capitalismo su una scala mai vista né prima né dopo (1). Come l'articolo segnala, a questa prima conferenza parteciparono delegati che rappresentavano prevalentemente forze ancora in procinto di definirsi politicamente mentre assimilavano e sviluppavano la prassi rivoluzionaria. Nonostante tali limiti, il Congresso adottò una piattaforma che era, e rimane, ricca di formulazioni precise sulla natura dell'epoca imperialista e sul potenziale della rivoluzione proletaria.

Un secolo fa la rivoluzione mondiale era una possibilità reale. Il 1919 vide nascere repubbliche basate sui consigli operai anche in Ungheria, Slovacchia e Baviera, mentre un'intensa lotta di classe infuriava non solo nella vecchia Europa, ma in tutto il pianeta. Quell'ondata rivoluzionaria alla fine si placò e da allora abbiamo sperimentato la controrivoluzione e la ritirata della classe operaia. Ma le contraddizioni del capitalismo non scompaiono e riproducono crisi e la lotta di classe, anche se intervallate da lunghi periodi in cui la classe sembra quasi assente dalla lotta. Oggi la possibilità che la nostra classe attivi il suo potenziale rivoluzionario sembra molto meno imminente rispetto a quanto era nel 1919, ma esiste ancora ed è l'unica antitesi mondiale a un modo di produzione che sta trascinando l'umanità sulla strada della guerra e della catastrofe ambientale. Se il ruolo dei comunisti di oggi sta nell’aiutare la classe a recuperare la coscienza di “classe per sé”, allora riflettere sulla Piattaforma del 1919 non è un semplice esercizio di nostalgia storica, ma un contributo significativo alla nostra capacità di comprendere e svolgere le nostre responsabilità rivoluzionarie. Questo commento è un contributo a tale compito. Si concentrerà sia sulla piattaforma stessa, che sulla discussione riguardo al significato di quella prima conferenza.

La presentazione della piattaforma

La piattaforma fu redatta e presentata da Nikolai Bucharin del partito comunista russo (Bolscevico) e Max Albert [2], il quale, con i compagni della Spartakusbund, era un membro fondatore del partito comunista tedesco. Sia nelle presentazioni iniziali, fatte nel secondo giorno della riunione (3 marzo 1919), sia nella Piattaforma stessa, adottata il quinto giorno (6 marzo), si trovano una serie di temi chiave che meritano di essere rivisitati.

Significativamente, tra queste due sessioni il Congresso decise che quella riunione avrebbe costituito il congresso fondatore della Terza Internazionale. Una decisione , questa, che era stato necessario conquistare nel dibattito contro la posizione di Albert, il quale invece sosteneva che l'incontro doveva essere considerato solo come una “conferenza preparatoria”. La sua posizione era stata chiara subito all'inizio della presentazione fatta dallo stesso Albert.

Le indecisioni della KPD

Abbiamo affrontato più di una volta il ritardo dei rivoluzionari in Germania nell’organizzarsi verso una chiara rottura politica con la socialdemocrazia e la Seconda Internazionale. La stessa esitazione si riflette chiaramente nei commenti iniziali di Albert,

... i compagni tedeschi [ovvero il KPD di recente costituzione] hanno dichiarato che non vogliamo ancora procedere alla fondazione dell'Internazionale. Vogliamo invece tenere una conferenza preparatoria ...(3).

Albert giustificava tale approccio con una serie di argomenti intrecciati. Per evitare di travisare il suo pensiero useremo citazioni dirette. Si parte con una critica alla Seconda Internazionale con cui tutti i delegati avrebbero concordato. Fece poi riferimento a “conferenze, in cui sono state elaborate risoluzioni clamorose e sono stati elaborati piani per grandi azioni” e continuò con una descrizione sintetica del crollo abietto accaduto allo scoppio della prima guerra mondiale quando:

... tutte quelle risoluzioni sono state ignominiosamente abbandonate e tutto il lavoro internazionale è stato distrutto. Tutte le risoluzioni sono state calpestate e le azioni intraprese sono state in contraddizione diretta con ciò che si era deciso.

In risposta a quel disastro politico, Albert affermava correttamente: “Ecco perché i lavoratori sono diffidenti”. Per essere più precisi, i lavoratori più consapevoli erano diffidenti nei confronti dei social-patrioti, ma sostenevano con entusiasmo la possibilità della rivoluzione proletaria.

La sua osservazione sulla sfiducia (o peggio...) verso i social-patrioti avvertita dagli strati di lavoratori politicamente più avanzati finì per far da eco al tergiversare già dimostrato dalla Spartakusbund nei confronti di SPD e USPD in Germania. Nel proporre una dilazione indeterminata nella fondazione dell'Internazionale, Albert richiedeva che ci fosse l’appoggio di un indefinito insieme di lavoratori. Basandosi su una presunta empatia con quel gruppo, Albert proponeva di ritardare l'innalzamento della bandiera di una nuova e rivoluzionaria internazionale. Il suo approccio era:

dobbiamo prima definire ciò che vogliamo e quali basi ci siano per un'ulteriore lotta; poi [i lavoratori] diranno se sono pronti a fondare la nuova Internazionale e unirsi a essa.

Per Albert c’era anche un'altra ragione per cui era prematuro fondare l'Internazionale. Tale argomento è riportato in due paragrafi nel nostro articolo sulla fondazione del Comintern.

La partecipazione era inevitabilmente limitata a coloro che potevano essere presenti a Mosca, mentre la guerra condotta dalle armate bianche e dai loro sostenitori imperialisti infuriava e l'area controllata dai sovietici era sotto il blocco imposto dalle potenze imperialiste. Ciò in parte spiega l'assenza di delegati provenienti da aree in cui si stavano verificando importanti lotte di classe come l'Italia o la Spagna.
È anche indiscutibile che la selezione di coloro che parteciparono alla Conferenza riflettesse lo stato di avanzamento tra i rivoluzionari. In molte nazioni, sia quelle rappresentate al Congresso che quelle che non lo erano, il processo di definizione organizzativa era lungi dall'essere completo. Molti comunisti che sostenevano l'ondata rivoluzionaria si stavano ancora organizzando come frazioni e tendenze all'interno di una serie di organizzazioni. Ad esempio, il SLP (Partito Socialista del Lavoro) statunitense da cui Reinstein era stato delegato, si sarebbe spaccato, e solo una parte della sua ala sinistra si sarebbe unita alla Terza Internazionale. Ii due rappresentanti svizzeri invece rappresentavano diverse frazioni. Platten era elencato come rappresentante dell'opposizione all'interno del Partito socialdemocratico svizzero, mentre Leonie Kascher era delegato dal Gruppo Comunista Svizzero (4).

Anche se altri delegati comprendevano le obiezioni di Albert, dal dibattito emerse chiaramente che l'assemblea nel suo insieme vedeva la dichiarazione della nuova Internazionale come un elemento necessario nel momento della più acuta lotta proletaria nella storia del capitalismo.

I rivoluzionari come avanguardia della rivoluzione proletaria: perché l'Internazionale?

La decisione di superare le tergiversazioni della KPD venne presa il giorno dopo la presentazione della piattaforma e fu il prodotto di una mozione proposta da quattro delegati. Christian Rakovsky era un membro del Partito comunista russo, ma era stato riconosciuto come delegato della Federazione Socialdemocratica Rivoluzionaria dei Balcani. J. Gruber era presente a nome del Partito Comunista dell'Austria tedesca (5), Otto Grimlund del Partito Socialdemocratico di Sinistra della Svezia, mentre il quarto delegato era Endre Rudnyánszky del Partito Comunista Ungherese.

La mozione consisteva in quattro brevi punti:

  • la lotta per la dittatura del proletariato richiede un'organizzazione internazionale omogenea e unita di tutte le forze comuniste che sostengono questa piattaforma;
  • fondarla è tanto più necessario perché proprio in questo momento a Berna si sta facendo un tentativo, che potrebbe essere ripetuto altrove in futuro, per rilanciare la vecchia internazionale opportunista e riunire tutte le forze indecise e confuse presenti nel proletariato. È quindi necessaria una netta rottura tra le forze proletarie rivoluzionarie e i social-traditori;
  • se l'incontro della Conferenza di Mosca non dovesse portare alla fondazione della Terza Internazionale, questo darebbe l'impressione di una divisione tra i partiti comunisti, ciò indebolirebbe la nostra posizione e aumenterebbe la confusione nelle forze indecise all'interno del proletariato di tutti i paesi;
  • pertanto costituire la Terza Internazionale è un'assoluta necessità storica e la Conferenza comunista internazionale a Mosca deve renderla una realtà (6).

Albert rispose nel dibattito, avanzando e ampliando i punti che aveva sollevato durante la presentazione della piattaforma. Per riassumere le sue obiezioni, nell'ordine in cui sono state formulate, Albert sostenne quanto segue:

  1. Si era condiviso e stabilito un sostegno ai consigli (soviet) in contrapposizione alla democrazia borghese; però,
  2. Le forze comuniste erano organizzate o definite in modo insufficiente.
  3. La riorganizzazione dei riformisti alla Conferenza di Berna non sarebbe stata fermata dalla dichiarazione di Mosca. Le forze che gravitavano intorno alla rifondata Internazionale Gialla agivano secondo le loro posizioni politiche e non sarebbero state attratte verso la Terza Internazionale.
  4. Non c'era sufficiente chiarezza sui requisiti per l'unità – “sui metodi e gli obiettivi di ciascun partito”.
  5. Partiti comunisti esistevano significativamente solo in pochissime aree. Altrove il processo era in una fase molto precoce che si rifletteva nella natura delle organizzazioni rappresentate al Congresso.
  6. Molti dei paesi con un potente proletariato non erano nemmeno rappresentati in questo primo incontro.

Il dibattito seguente fu unidirezionale, con tutti gli altri oratori che intervennero a favore della “necessità storica” di fondare l'Internazionale in quel momento. Oltre ai quattro firmatari della proposta, essa venne appoggiata anche Zinoviev per il Partito comunista russo, Angelica Balabanoff in rappresentanza del comitato Zimmerwald insieme a rappresentanti delle forze comuniste in Polonia, Francia e Finlandia. Il relatore finale fu Joseph Fineberg, un membro del Partito Socialista Britannico a cui erano state concesse le credenziali come rappresentante del “Gruppo Comunista Britannico”.

La maggiore delle argomentazioni contro Albert e il KPD fu che un ulteriore ritardo sarebbe stato non saggio e anche superfluo, vista la realtà materiale della situazione rivoluzionaria in svolgimento. Fu anche sostenuto che la preparazione di una conferenza preliminare fosse già stata iniziata e continuava sin dalla conferenza di Zimmerwald. Jukka Rahja, del Partito Comunista Finlandese, sottolineò che

Fondare la Terza Internazionale è vitale anche perché avrebbe ora una tremenda importanza come punto di riferimento del movimento operaio rivoluzionario mondiale.

Rakovsky sosteneva che:

Il fallimento [nel fondare l'Internazionale] avrebbe suscitato il sospetto nel resto del mondo che i comunisti non riescono a mettersi d'accordo tra di loro.

Rudnyánszky pose la necessità di fondare l'Internazionale proprio nel contesto del processo rivoluzionario di quel momento. Affermò inoltre che,

... la Terza Internazionale ... esiste già da molto tempo. L'Internazionale è nata nella lotta del proletariato russo contro la borghesia russa ... Il proletariato comunista tedesco ha iniziato lo stesso tipo di lotta, e il proletariato comunista rivoluzionario ungherese ci si trova oggi nel mezzo … (7).

Alla fine del dibattito si votò e la mozione passò all'unanimità, ad eccezione di cinque voti per l’astensione del Partito tedesco. La sessione si concluse con due sviluppi brevi ma significativi. I rappresentanti della sinistra di Zimmerwald dichiararono lo scioglimento dell'Associazione Zimmerwald, la struttura lasciata in eredità dalla Conferenza del 1915. (8)

Albert fece una breve dichiarazione che fornisce un prezioso esempio del funzionamento del “centralismo democratico” in un'organizzazione sana. Ancora una volta, non ci scusiamo per il fatto di citarlo per intero:

Compagni, come richiesto dal mio partito e in accordo con le mie convinzioni personali, ho fatto del mio meglio per rimandare la fondazione della Terza Internazionale. Ora tuttavia è stata fondata. Non posso nascondere i miei gravi dubbi e le mie preoccupazioni profonde che l'Internazionale non abbia ancora la forza e il potere che vogliamo che abbia. Ma vi assicuro che quando tornerò in Germania farò tutto il possibile per convincere i miei compagni a dichiarare al più presto che anche loro appartengono alla Terza Internazionale (9).

Approfondimenti essenziali: l'imperialismo

I rivoluzionari che leggono la piattaforma scopriranno una serie di formulazioni ben scritte e questo non è un caso perché sono stati sviluppate al culmine della lotta di classe. Le circostanze hanno fornito terreno fertile per i marxisti per riflettere sulla realtà materiale di quella lotta e generare punti di riferimento condivisi dal valore duraturo.

Basandosi su opere come L'imperialismo e l'economia mondiale di Bucharin e L'imperialismo, fase supremo del capitalismo di Lenin, la piattaforma riassunse le dinamiche essenziali dell'imperialismo. Il Congresso adottò le analisi che mettevano in luce l'abisso incolmabile tra i comunisti e tutti coloro che, allora e ora, diffondevano illusioni riformiste su un immaginario capitalismo non-predatorio. La piattaforma adottata dal Congresso prese come punto di partenza la posizione sull'imperialismo. Vale la pena citarla a lungo per mostrare la comprensione ricca e vitale che veniva espressa in un maniera anche molto accessibile.

Il capitalismo tentò di superare la propria anarchia organizzando la produzione. In luogo di numerose imprese concorrenti si costituirono potenti associazioni capitalistiche (sindacati, cartelli, trust), il capitale bancario si associò al capitale industriale; l'intera vita economica fu dominata dall'oligarchia finanziaria capitalistica che, attraverso l'organizzazione fondata su tale potere, raggiunse un'autorità assoluta. Al posto della libera concorrenza sorge il monopolio. Il capitalista singolo diventa membro di associazioni capitalistiche. All'insensata anarchia si sostituisce l'organizzazione.
Ma nella stessa misura in cui, nei singoli paesi, l'anarchia è stata sostituita dall'organizzazione capitalistica, i contrasti, le lotte della concorrenza, il disordine cronico si fanno sentire nell'economia mondiale in modo sempre più acuto. La lotta fra i maggiori e meglio organizzati Stati predoni ha condotto necessariamente e ineluttabilmente alla mostruosa guerra imperialistica mondiale. La cupidigia di profitto ha trascinato il capitalismo mondiale alla lotta per la conquista di nuovi mercati di sbocco, di nuovi spazi di investimento per il capitale, di nuove fonti di materie prime e di mano d'opera a buon mercato fornita dagli schiavi delle colonie (10).

Natura e compiti della rivoluzione proletaria: perché l'Internazionale

Mentre la “prassi” rivoluzionaria si stava sviluppando in vasti strati del proletariato che lottavano per costruire un nuovo ordine, il Congresso analizzò e sintetizzò il processo in corso. I comunisti contemporanei hanno familiarità con la rete aggrovigliata che alcuni intellettuali tessono intorno al Periodo di transizione [PdT] (alcuni in buona fede altri meno). Il tempo che intercorre tra il momento in cui il potere politico viene strappato alla borghesia e la situazione futura, in cui tutta la sporcizia della società di classe sarà stata eliminata, diventerà molto più che una questione teorica una volta che si sarà verificata la rottura del potere politico ed economico del capitale. Il fatto di poter assistere allo svolgersi dei primi momenti del processo, ha permesso al congresso di descriverne sia gli aspetti specifici che le linee generali.

Per quanto riguarda il PdT complessivo, la formulazione nella piattaforma è chiara e precisa.

Lo Stato proletario è – come ogni Stato – un apparato di costrizione, volto, però, contro i nemici della classe operaia. Il suo scopo è di spezzare e di rendere vana la resistenza degli sfruttatori, che nella loro lotta disperata impiegano ogni mezzo per soffocare nel sangue la rivoluzione. La dittatura del proletariato, che colloca dichiaratamente quest'ultimo in una posizione preminente nella società, è d'altra parte un'istituzione transitoria. Nella misura in cui la resistenza sarà spezzata, la borghesia sarà espropriata e diventerà gradatamente massa lavoratrice, la dittatura del proletariato scomparirà, lo Stato si estinguerà e con esso anche le classi sociali (11).

In Russia, e per tempi tragicamente brevi in altre aree, come la Baviera e l'Ungheria, quella generazione di comunisti stava affrontando domande senza precedenti sulla produzione e la distribuzione sotto il controllo dei consigli dei lavoratori (soviet). Alle prese con la complessità della sfida, la Piattaforma impostò sia gli aspetti generali che particolari.

Il compito della dittatura proletaria nell'ambito economico può essere assolto soltanto nella misura in cui il proletariato sarà capace di creare organi centralizzati di direzione della produzione e di attuare l'amministrazione da parte degli operai. A questo scopo esso deve necessariamente giovarsi di quelle sue organizzazioni di massa che sono più strettamente legate al processo produttivo (12).

Nel campo della distribuzione la dittatura proletaria deve sostituire il commercio con una giusta ripartizione dei prodotti; le misure utili per raggiungere questo obiettivo sono: la socializzazione delle grandi imprese commerciali; la presa di possesso da parte del proletariato di tutti gli organi di distribuzione borghesi, statali e municipali; il controllo sulle grandi cooperative di consumo, la cui organizzazione avrà ancora una grande importanza economica nel periodo di transizione; la progressiva centralizzazione di tutti questi organismi e la loro trasformazione in un tutto unico che governa la razionale distribuzione dei prodotti (13).

Contrariamente alle distorsioni dei critici sia democratici che anarchici, la Piattaforma aveva al centro della sua visione l'attività autonoma dei lavoratori. La sezione comprendente i due paragrafi immediatamente sopra conclude:

Durante questo periodo di profonda trasformazione il potere dei soviet deve, da un lato, costruire un intero apparato amministrativo sempre più centralizzato e dall'altro lato chiamare alla diretta amministrazione strati sempre più vasti della popolazione operaia (14) [grassetto nostro].

Il Congresso e la sua piattaforma erano del tutto inequivocabili sulla necessaria separazione tra la nuova internazionale rivoluzionaria e i partiti superstiti della Seconda Internazionale . Questi, come descrive la piattaforma, si erano appena incontrati allo scopo “... di unirsi per prestare i loro servigi alla lega di Wilson [allora presidente degli USA, ndt]”.

La piattaforma differenziò chiaramente la nuova internazionale da tutte le componenti secondinternazionaliste.

Le necessarie premesse alla vittoria di questa lotta sono non solo la rottura con i lacchè diretti del capitale e con gli aguzzini della rivoluzione comunista, il cui ruolo è oggi assunto dai socialdemocratici di destra, ma anche la rottura con il «centro» (gruppo Kautsky), che al momento critico abbandona il proletariato per civettare con i suoi nemici dichiarati.

La Piattaforma riconobbe anche che nuove forze venivano attratte dal programma comunista. Ad esempio, negli Stati Uniti abbiamo già segnalato che una frazione del Partito Socialista del Lavoro stava per unirsi alla Terza Internazionale. Anche Bill Haywood, importante membro degli IWW, aveva solidarizzato con l'ondata rivoluzionaria, ma purtroppo si recò in Russia solo nel 1921 quando i primi segni di controrivoluzione erano già ben visibili. Allo stesso modo, in molti paesi europei tra cui Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna, varie organizzazioni e frazioni provenienti dal campo della Seconda Internazionale lavoravano per fondare partiti comunisti nei loro paesi (15).

Tenendo conto di questi sviluppi, nella sezione intitolata “La strada della vittoria” la piattaforma osservava che,

È necessario realizzare un blocco con quegli elementi del movimento operaio rivoluzionario che, benché non appartenessero in precedenza al partito socialista, stanno oggi in tutto e per tutto sul terreno della dittatura proletaria nella forma del potere dei soviet, cioè per esempio con gli elementi vicini al sindacalismo (16).

La dichiarazione finale della piattaforma risuonava dell'ottimismo rivoluzionario che aveva pervaso tutto il Congresso mentre il movimento proletario era in lotta per il potere in Baviera, Ungheria e Russia. I compagni presenti al Congresso enunciarono la visione comunista di un mondo futuro in una forma che è la totale negazione degli slogan controrivoluzionari che parlavano di “socialismo in un solo paese”. Il proclama conclusivo della Piattaforma incarna pienamente la visione comunista: “Viva la repubblica internazionale dei consigli proletari!(17).

Domande senza risposta

Era inevitabile che, date le circostanze del Congresso, comprese le debolezze evidenziate da Albert, non tutte le questioni potessero essere completamente analizzate o si potesse elaborare un approccio comunista a questa nuova epoca del capitalismo. Vi sono almeno tre esempi in cui non è stata raggiunta la chiarezza. Questi riguardavano l'approccio alla questione nazionale, il ruolo dei sindacati e quello che la Piattaforma chiamava “utilizzo rivoluzionario del parlamento borghese”. Su quest'ultimo punto è utile citare la relativa sezione della Piattaforma.

L'epoca rivoluzionaria esige dal proletariato l'uso di sistemi di lotta capaci di concentrare tutta la sua energia, come l'azione delle masse, fino alla sua estrema, logica conseguenza: l'urto diretto, la guerra dichiarata contro la macchina statale borghese. A questa meta devono essere subordinati tutti gli altri metodi, per esempio l'utilizzazione rivoluzionaria del parlamentarismo borghese (18) [grassetto nostro].

Questi problemi sarebbero dovuti tornare nei successivi congressi dell'Internazionale. Ciò sarebbe accaduto o al Secondo Congresso del 1920 [19], dove le forze comuniste avevano raggiunto una migliore organizzazione e definizione politica, o in congressi successivi che dal punto di vista politico deragliavano sempre più nel momento in cui la controrivoluzione rafforzava la sua presa.

La piattaforma del 1919, comprendere la sua eredità

La piattaforma venne approvata dal congresso nel quinto e ultimo giorno, il 6 marzo 1919. Un secolo dopo, la descrizione sintetica della fase storica, tutt’ora in atto, rimane un’analisi accurata. Mentre la lotta tra le due grandi classi all’interno del capitalismo infuriava per il mondo, il congresso aveva capito che:

Una nuova epoca è cominciata: è l'epoca della disgregazione del capitalismo, del suo dissolvimento interno, l'epoca della rivoluzione comunista del proletariato (20).

Con il senno di poi sappiamo che, nonostante il suo vigore e l'impegno di milioni di lavoratori, l'ondata rivoluzionaria sarebbe stata sconfitta e la classe capitalista avrebbe riaffermato il suo dominio mondiale. L'intera umanità ha pagato un prezzo enorme, le assurdità dell'ordine imperialista ora offrono chiaramente non solo guerre e catastrofi prevenibili, ma la prospettiva reale del collasso totale della società umana o persino della completa distruzione delle condizioni per la sopravvivenza dell'umanità. L’intensità della crisi che il capitalismo ha imposto si è acuita in modo esponenziale da quando quel piccolo gruppo di rivoluzionari si è riunito nel 1919. Ma il loro proclama è ancora un valido punto di riferimento per coloro che vogliono collaborare alla costruzione dello strumento essenziale alla lotta del proletariato per un futuro sostenibile: la prossima Internazionale (21). Come aveva dichiarato il Congresso:

Sull'umanità incombe la minaccia di una distruzione totale. Una sola forza può salvarla, e questa forza è il proletariato. L'antico «ordine» capitalistico non esiste più, non può più esistere. Il risultato finale del processo produttivo capitalistico è il caos, e questo caos può essere superato soltanto dalla più grande classe produttrice: la classe operaia. Essa ha il compito di creare il vero ordine – l'ordine comunista –, di spezzare il dominio del capitale, di rendere impossibili le guerre, di eliminare le frontiere degli Stati, di trasformare il mondo in una comunità che lavori per sé stessa, di realizzare la fratellanza (22) e l'emancipazione dei popoli (23).

KT

Quest’articolo è stato realizzato dalla CWO, membro della Tendenza Comunista Internazionalista, nell’agosto 2019.

(1) I riferimenti sono alla Piattaforma dell'Internazionale Comunista (di seguito PIC) approvata dal I Congresso. Il testo, datato 4 marzo 1919, è tratto da Manifest, Richtlinien, Beschlüsse des ersten Kongresses. Aufrufe und offene Schreiben des Exekutivkomitees bis zum zweiten Kongress, Amburgo, 1920, pp. 19-29, in traduzione italiana di Aldo Agosti.

(2) Max Albert era il nome usato da Hugo Eberlein durante il congresso.

(3) Founding The Communist International: Proceedings and Documents of the First Congress (FTCI), Marzo 1919 (Anchor Foundation, 1987), pag 113.

(4) Vedi www.leftcom.org .

(5) Gruber era il nome usato da Karl Steinhardt. L'Austria tedesca fu un'entità geopolitica di breve durata a seguito del crollo dell'impero austro-ungarico durante l'ondata rivoluzionaria. Equivale approssimativamente all'Austria contemporanea.

(6) (FTCI), pag 167.

(7) tutte le citazioni in questo paragrafo da FTCI, pagg. 176-7

(8) Per maggiori informazioni sulla Sinistra di Zimmerwald vedi leftcom.org

(9) PIC, pagg 181-2.

(10) PIC, introduzione.

(11) PIC, capitolo II.

(12) PIC, capitolo III. Il riferimento alle organizzazioni di massa sembra derivare dalle condizioni esistenti in quel momento in Russia. L'osservazione si riferisce apparentemente ai sindacati, a cui faremo riferimento nella prossima sezione “Domande senza risposta”. Potrebbe anche riferirsi alle organizzazioni locali di contadini.

(13) PIC, capitolo III.

(14) Questa e le prossime due citazioni da PIC, capitolo III.

(15) In Gran Bretagna il Partito Socialista Laburista e la Federazione Socialista dei Lavoratori erano due realtà importanti. In Germania i Socialisti Internazionali che si erano formati da vari gruppi separatisi dalla socialdemocrazia prima della guerra si erano uniti allo Spartakusbund per formare il Partito Comunista tedesco e in Olanda il gruppo Tribune di Gorter e Wijnkoop istituì la SDP che in seguito costituì la parte principale del Partito Comunista dei Paesi Bassi.

(16) PIC, capitolo IV.

(17) PIC, capitolo IV.

(18) PIC, capitolo IV.

(19) La Tendenza Comunista Internazionalista (TIC) pubblicherà le riflessioni sul secondo congresso in occasione del centenario nel 2020.

(20) PIC_,_ introduzione.

(21) Per la nostra visione di come ciò possa essere realizzato, vedere L’internazionale futura su leftcom.org.

(22) PIC_,_ introduzione. L'uso della parola “fratellanza” a questo punto nel linguaggio usato al Congresso fa parte di una terminologia che implicava anche l'uso abituale di “uomo o genere umano” per “umanità”. L'uso del linguaggio ereditato dal capitalismo non dovrebbe oscurare il lavoro svolto dalle prime comuniste di spicco quali Clara Zetkin e Alexandra Kollontai nel doppio compito di coinvolgere le masse di donne proletarie nel nuovo movimento comunista e di garantire che i bisogni delle donne fossero al centro dell'agenda della rivoluzione. Un breve riassunto di quella lotta si riflette nella Risoluzione del Congresso, promossa da Kollontai, sulla necessità di attirare le lavoratrici nella lotta per il socialismo (FTCI, pag. 250).

(23) PIC, introduzione.

Venerdì, November 15, 2019

Comments

Ottimo e interessante articolo, grazie.

Prometeo

Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.