Il virus è il capitalismo, il proletariato rivoluzionario è la cura

Volantino per le manifestazioni del 6 giugno, indette dal sindacalismo di base.

L'epidemia del coronavirus ha inceppato ma non fermato la macchina capitalista, funzionale a spremere profitto.

Incurante del contagio, anche nella sua fase più acuta la classe padronale-capitalista ha comandato migliaia di operai e lavoratori al proprio posto di produzione.

Per la nostra classe, il rischio della salute costituisce una costante, lo è stato e lo è ancora di più di fronte alla ferocia con cui i padroni hanno imposto di proseguire il lavoro o di riprenderlo il più presto possibile: quarantena, “distanziamento sociale” si sono dimostrate parole vuote, di fronte all'urgenza di continuare il processo sfruttamento, di creazione e appropriazione del profitto.

Il listino dei morti operai e dei contagiati è sbiadito dietro al velo dell'ipocrisia di un pezzo di tela a coprire la bocca.

Mai come nelle epoche di crisi, e di una crisi esasperata dalla pandemia, Vita e Profitto entrano in un contrasto drammatico.

Mentre la classe lavoratrice, qui e ora, lotta per la difesa della propria vita, la borghesia qui e ora gioca le sue carte per l'oggi, ma sopratutto per il domani:

L'economia di guerra diventa la sua prospettiva di sopravvivenza: ogni fattore economico, sociale, lavorativo, deve essere piegato a questo imperativo.

Una nuova fase, ancora peggiore delle precedenti, di austerità e sacrifici, viene costruendosi nelle intenzioni della borghesia.

Se oggi per i lavoratori ci sono solo le briciole del fiume di soldi stanziato per banche e imprese, già all'alba di domani ci saranno solo “lacrime e sangue”.

Lottare sui singoli aspetti della nostra condizione lavorativa e di vita significa capire, oggi come non mai, che questa crisi non è solo sanitaria, ma sopratutto del sistema: quello capitalistico, che non conosce garanzie di sorta, ma solo il proprio istinto predatorio e parassitario verso l'umanità e l'ambiente. La lotta in un'epoca di crisi richiede la consapevolezza che il capitale non ha margini per concedere, ma solo per prendere, quindi che ogni lotta deve porsi con più forza in una prospettiva politica di superamento del sistema: non perché il risultato immediato sia garantito, ma perché solo così può maturare la determinazione di liberarsi per sempre dalla schiavitù del capitale.

  • Il virus è il capitalismo!!
  • Il capitalismo non può che rialzarsi camminando sui morti!!!
  • Occorre organizzarsi e lottare per resistere e difendersi sulla base dei nostri bisogni, incompatibili con quelli del capitalismo.
  • Occorre organizzarsi per costruire il percorso rivoluzionario di alternativa a questa società decadente.
Sabato, June 6, 2020