Sulle carceri: la “giustizia” è sempre di classe

Le carceri italiane scoppiano. Troppo inadeguate per accogliere un numero così alto di detenuti, attualmente 53.793 persone effettivamente presenti. Probabilmente starebbero più larghi in cella senza ben 1.319 condannati a meno di un anno e altri 2.473 da uno a due anni. A fornire i dati è il garante per i diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, nella sua relazione al Senato.

Aumentano i suicidi, in questo anno già 29, più altri 17 morti per cause ancora poco chiare. E si moltiplicano i gesti di autolesionismo.

La situazione, già resa insostenibile dal Covid, è al collasso. Se le carceri italiane versano in una situazione di fatiscenza e sovraffollamento che ha come punta dell'iceberg il suicidio di un detenuto, il problema è di classe. Questa società crea sacche sempre più vaste di povertà e indigenza, e creando queste crea anche la necessità di procurarsi da vivere in qualsiasi modo, che può anche colpire i proletari. La stessa società che crea la spinta di arrivare a rapinare un bancomat o a vendere del “fumo” ai campetti, per lavarsi la coscienza chiude chi lo fa tra alte mura di cemento, telecamere di sorveglianza, reti elettrificate e secondini affetti da bullismo. Gli stessi che hanno fatto "cadere dalle scale" Stefano Cucchi, per capirci. Il carcere è uno strumento di repressione e controllo funzionale al mantenimento dello status quo borghese. Invece di pensare a una società nella quale, sbarazzandosi della necessità di infrangere per campare le regole della legalità del capitale, ci si sbarazzi anche degli istituti di pena, l'uomo "comune" oggi spesso invoca sempre più giri di vite e pugno di ferro. Come se questo fosse un deterrente per non commettere più reati, come se questo risolvesse il problema alla radice. Allo stesso modo di chi crede che l'immigrazione clandestina si fermi coi respingimenti o gli affondamenti, al prezzo - per questi italioti, evidentemente da pagare dall'immigrato - di decine di morti che galleggiano in mare. In ogni caso, “l'uomo” suddetto guarda sempre ai reati di prossimità, per così dire, mai ai furti giganteschi che, per esempio, si chiamano taglio del salario, della pensione, smantellamento dei servizi sociali, della sanità – che comporta migliaia di patologie e di morti in più - cioè di questi servizi già pagati con le trattenute sulla busta paga.

Del virus forcaiolo non è affetta solo qualche forza politica collocabile a destra, come la Lega, o associazioni neofasciste come Casapound o Forza Nuova. La patologia ha contagiato anche qualche politicante di “sinistra” il quale, in pura strategia populista, per lisciare il pelo al cosiddetto italiano medio smanioso di ordine e disciplina, fa a gara per essere più fascista dei fascisti, rassicurando così gli impauriti dall'uomo nero brutto e cattivo.

Molti detenuti sono infatti proletari immigrati, molti dei quali hanno condanne lievi per piccoli reati.

Quando si dice che la giustizia è di classe, si intende dire che di certo in cella non ci finisce il responsabile di bancarotta fraudolenta, di crack finanziario o il grande evasore fiscale (se capita, è l'eccezione che conferma la regola): per chi ha i liquidi per permettersi un avvocato di tutto rispetto, il massimo del rischio che si può correre è restare chiusi per anni tra giardini di alberi secolari di qualche ettaro di villa. Un esempio su tutti, Callisto Tanzi, ex padrone della Parmalat. Quando la mannaia della repressione pende sul capo del proletario, si spalancano invece i cancelli di San Vittore, Poggioreale, Ucciardone, Regina Coeli...

Finché saremo sudditi di una società diseguale e ingiusta come il capitalismo, quelle mura saranno sempre più alte e minacciose, quelle celle sempre più affollate, e all'appello del mattino i secondini, a loro volta ancor più incattiviti dai pesanti turni di lavoro per la scarsità di personale, faranno sempre la conta di chi è assente perché si è impiccato.

Una volta, quando i cortei passavano sotto uno qualsiasi di questi luoghi orribili, rimbombava uno slogan: «L'unica giustizia è quella proletaria, tribunali e carceri salteranno in aria».

Ma affinché questo non sia, com'è stato, velleitario sparafucilismo, il presupposto perché ciò avvenga è uno: si chiama comunismo.

I.
Mercoledì, June 22, 2022