Un ricordo di Acquaviva

L'undici luglio del 1945 alle 18.10 in una strada di Casale, il nostro compagno Mario Acquaviva veniva assassinato a colpi di pistola da uno sconosciuto al grido: «E’ un fascista!». Attorno a questo omicidio che eliminava un dirigente del Partito Comunista Internazionalista, si alzò subito un muro di omertà che coprì i fondati sospetti sulla locale sezione del Pci. Già denunciato dai fascisti – dopo avergli fatto trascorrere 8 anni nelle galere di Mussolini – come “pericoloso avanzo di galera”, Mario era dal 1943 membro del Comitato Centrale del PCInternazionalista e segretario della Federazione piemontese.

La sua intensa attività e il suo costante impegno politico lo costrinsero alla macchia fino al 25 aprile del 1945. Molti operai nel Piemonte e ad Asti (alla Way-Assauto di Casale Monferrato e alla Società Prodotti Chimici Tazzetti, dove lavorava) lo seguivano e ascoltavano le critiche al Pci e le denunce allo stalinismo. Il suo tenace lavoro propagandistico fra i ceti operai e contadini, contribuì alla formazione di una vigorosa federazione alla quale si deve l’organizzazione di alcuni scioperi ad Asti. Gli sgherri del PCI, ingiuriandolo e calunniandolo ("canaglia fascista" e "spia al soldo dei nazifascisti") perché non “rientrava” nel Partito di Togliatti, trovarono chi – come avevano minacciato – gli avrebbe “fatto la pelle”. E la sera dell’11 luglio 1945 scattò la esecuzione capitale di Acquaviva, una tipica caratterizzazione della “prassi politica” comune alle forze controrivoluzionarie, sia socialdemocratiche sia staliniste.Le ultime parole di Mario furono: "Continuate a lavorare, a lavorare...". Un invito che da sempre e per sempre accompagna il suo ricordo e la nostra militanza.

Martedì, July 12, 2022