CGIL: ASSEMBLEA PRESENTA MOZIONE 'CGIL CHE VOGLIAMO' VERSO CONGRESSO

Come giudicate la nascita di questa mozione d'opposizione nella Cgil ?

Forum: 

Ciao Achille, benvenuto sul forum!

Non è certo il primo tentativo di spostare l'asse della Cgil. Anche se l'idea di "Cgil che vogliamo" di questi tempi ricorda un po' le lettere a Babbo Natale... comunque rispetto l'impegno di quei compagni che in buona fede si stanno impegnando, secondo la loro visione, nella prospettiva di dare alla classe uno strumento di lotta efficace.

Purtroppo però, si tratta di una illusione molto pericolosa. Infatti nel tempo tutti questi sforzi hanno solo rafforzato il sindacato, andando a puntellarne l'argine sinistro. Il sindacato è ormai un organo borghese, una istituzione dello Stato capitalista in mezzo alle altre istituzioni dello Stato capitalista - e svolge il suo compito di sostegno alla pianificazione del capitale in fase monopolistica, in piena continuità con il progetto corporativista. E' scritto nei suoi statuti e nelle leggi dello Stato.

Finchè la classe rimane nell'ambito (perdente) delle compatibilità del sistema, il sindacato ha mano facile, riuscendo sempre a farle accettare le politiche padronali. Quando da questo ambito è costretta ad uscire, allora il suo percorso di lotta si svolge fuori dal sindacato, e molto probabilmente contro di esso. Penso all'Argentina 2001 come un esempio eclatante. Ma questo è vero in generale, ci sono infiniti episodi che possono essere citati. Ogni volta che la classe lavoratrice rompe gli argini del capitale, il sindacato si trova a rincorrere, per ricondurre alla fine i lavoratori nelle abituali gabbie.

Segnalo qualche indirizzo per approfondimenti e chiarimenti:

concordo con quanto detto da Mic.

inoltre penso che queste iniziative contribuiscano a rafforzare il radicato pregiudizio operaio verso il sindacato maggioritario che definerei come "sfiducia attiva", tanto più quando dentro esso ci si vedono compagni che si sbattono ed impegnano.

Infatti le aree anti-Epifani sono quelle dove operano i compagni delle diverse correnti trotskiste - es.28Aprile - o LottaCom ( Lavoro&Società)

il ruolo dei comunisti dovrebbe essere altro.Definire la natura della crisi e del sindacato - far maturare avanguardie di classe indicando la via dell'autonomia, del protagonismo e della rottura di classe. Cose incompatibili col sindacato tutore per sua natura degli interessi ritenuti CONCILIABILI tra lavoratori e padroni.

poi penso che nn arriveranno mai a nessuna vera scissione ma riprodurranno al max il solito teatrino parlamentare tra maggioranza centrista filoPD ( mozione Epifani) e sinistra più o meno radicale ( parte della Funz.Pub, di Lavoro&Soc, Rete 28Aprile, la Fiom ). Aumentando di fatto tra i lavoratori, che già nn hanno più alcun partito di riferimento, il credito del Sindacato stesso e quindi delle "sue" ricette.

Molte delle funzioni che No Nick descrive, sono prerogative del partito. Il compito dei sindacati dovrebbe essere quello che egli stesso ha affermato e cioè la tutela degli interessi (immediati) CONCILIABILI tra lavoratori e padroni. Lasciando la Politica ai diversi partiti che influenzano i sindacati. Denunciare questa influenza in larga parte negativa, mi sembra doveroso, ma mi sembra altresì pericolosa la commistione dei ruoli. Al sindacato il compito sindacale ai partiti il compito di influenzarli e controllarli. Ovvio che a livello organizzativo il doppio compito (sindacato e politica) necessita di molta attenzione (e capacità d'azione) da parte del partito di classe.

Cantonata

Ho notato che "No Nick" e "ACHILLE CAMPANILE" hanno preso una cantonata; il primo scrive:

Cose incompatibili col sindacato tutore per sua natura degli interessi ritenuti CONCILIABILI tra lavoratori e padroni.

Il secondo invece:

Il compito dei sindacati dovrebbe essere quello che egli stesso ha affermato e cioè la tutela degli interessi (immediati) CONCILIABILI tra lavoratori e padroni.

Che qualcuno, chicchessia non m'importa (sindacato, chiesa, associazione della pallacorda), ritenga che i rapporti tra capitale e lavoro siano conciliabili, non sposta di una virgola l'inconciliabilità pratica-teorica dei suddetti rapporti. Il rapporto è contraddittorio non per carità divina, ma per costituzione del modo di produzione capitalistico; il rapporto è inconciliabile per definizione, ed è proprio questo eterno contrasto che rende così com'è il capitalismo.

Che la politica sindacale tuteli interessi conciliabili tra lavoratori e padroni è del pari impossibile; può crederlo ideologicamente (e questo fa parte del problema sovrastrutturale detto ideologia appunto) ma rimane il fatto costituente del modo di produzione capitalistico per cui capitale e lavoro sono inconciliabili. La rivendicazione sindacale non può permettere - è vero - la fuoriscita dalla legalità capitalistica (questo spetta al partito), ma con questi 2 interventi si commette un grave errore: si afferma l'esistenza di interessi conciliabili tra capitale e lavoro, perciò ad essere conseguenti bisognerebbe arrivare a dire che la lotta di classe è accidentale e conciliabile, insomma che le classi si incontrano su un terreno neutro e solo a quel punto si ha scontro, mentre è proprio il contrario, è la lotta di classe a costituire "morfologicamente" le classi in lotta.

Non si possono difendere interessi dei lavoratori conciliabili con il padronato, semplicemente perchè non esistono di interessi di tal fatta; nemmeno la più piccola lotta di reparto è compatibile con la logica del capitalismo, questo perchè affermare un proprio diritto da parte del lavoratore è l'affermazione della propria negatività rispetto al capitale; c'è confusione tra impossibilità di superamento del capitalismo da parte di lotte economiche e inconciliabilità per definizione tra capitale e lavoro.

Saluti leninisti

pirle di saggezza....

"//è evidente verso quale tipo di sindacato spinga il nuovo modello di contrattazione che la CGIL ha rifiutato di sottoscrivere. Privando le categorie della contrattazione del salario, anche le confederazioni sono destinati a ridursi a gusci vuoti, costrette a crcare nel rapporto con il governo la legittmazione che non è più fornita dal rapporto con i lavoratori. Il contratto che la Federmeccanica ha sottoscritto con FIM e UILM, tagliando fuori il principale sindacato dei mettalmeccanici, è un primo danno collaterale di tale nfausto modello. La FIOM tiene duro (// *sic !*// ) il che non è ancora sufficiente a farne una IG Metall italiana, ma la direzione di marcia è quella giusta" LC 470//

Scusate la lunga citazione, ma è istruttiva per i proletari che leggono il forum. Chi difende oggi la CGIL deve avere sicuramente degli interessi particolari, deve far finta di essere scemo oppurre tirarsela da talmente intelligente che gli altri non riescono a capire. Il ruolo della CGIL da anni è dichiaratmente, apertamente contro i lavoraori. Ruolo che svolge integrata nelle strutture dello statali.

LC in questa citazione sostiene che il rischio è la mancanza di legittimazione ..... Non si accorgono o fanno finta di non accorgersi che la traiettoria del sindacato di regime è fortemente calcante, i lavoratori non riescono più a pagare un mutuo e cominciano a fregarsene del mondo borghese e dei suoi preti o bonzi che siano.

La Fiom non è da meno, ad ogni protesta operaia interviene per mettere il cappuccio, dividere e soffocare i lavoratori. Dei bravi castratori.

Dire che la direzione giusta è quella diventare come IG metall è una porcheria notevole, o meglio è la parola d'ordine socialdemocratica in salsa stalinista. ( sarebbe bene che s andasse a vedere che fine fecero parole d'ordine assai simili in germania poco prima del 1914)

Va detto che una parte del finanziamento a LC proviene dai distacchi sindacali, bisogna anche dire che con un pretesco entrismo, alcuni esponenti di LC sono oggi dirigenti all'interno della CGIL e della FIOM.

Pur di conservare il cadreghino e la paghetta ad esso associato, si arriva a teorizzare che meno male che c'è la FIOM che tiene duro.

LC per un misero piatto di lenticchie si è assunta il ruolo di carceriere borghese, rinchiude nelle fabbriche i lavoratori ridicolizzando il famoso motto bolscevico di rendere ogni fabbrica in fortezza, organizza e sorregge il corpo pretoriano che la borghesia disloca nei luoghi di lavoro per mantenere il suo dominio di classe.

Non mi è mai capitato di farlo, ma ieri ho mandato al diavolo uno studentello che faceva la questua in nome del partito leninista

Concordo pienamente con Spartaco.

Faccio notare che No Nick ha detto: "sindacato tutore per sua natura degli interessi ritenuti CONCILIABILI tra lavoratori e padroni". E' il sindacato che RITIENE - e deve convincere gli operai che sia così - questi interessi conciliabili. Non noi.

La differenza fra gli organismi di lotta rivendicativa e il partito sta nel fatto che quest'ultimo deve portare l'inconciliabilità di interessi sul terreno politico e porre, dunque, la questione della rottura rivoluzionaria per il superamento del capitalismo.

Direi che si tenta di dire cose apparentemente simili strumentalizzando le parole , nel senso di usare le parole come strumento di lotta . Gli interessi storici tra classe operaia e classe capitalista sono inconciliabili. Gli interessi immediati , quelli tradeunionisti sono assolutamente conciliabili, prova ne siano gli "accordi" contrattuali. Che tali accordi siano poi derivati dai rapporti di forza vigenti sta nella natura del funzionamento della macchina capitalista.Se così non fosse non potrebbe esistere il lavoro , esisterebbe solo il conflitto.La funzione dei sindacati a controllo controrivoluzionario è (dovrebbe essere ) quello di ridurre al minimo gli attriti derivanti dal conflitto di interessi. Questo (ovviamente) al solo scopo di far funzionare al meglio la macchina che produce profitto. Non necessariamente però il cattivo funzionamento di questa macchina si traduce in migliori condizioni di vita per la classe dei produttori. Come avviene in Italia con l'ex sindacato più forte del mondo. L'utilizzo strumentale che può fare il partito incuneandosi nelle contraddizioni prodotte e tutt'altro discorso. E' un discorso politico ma anche soggettivo , nel senso che dipende molto dalle capacità organizzative del soggetto partito e dal suo grado di sviluppo territoriale .

Solo per aggungere alcuni sinonimi di conciliare che chiariscono cosa intendo dire per interessi immediati "conciliabili":accomodare, aggiustare, calmare, mediare, moderare, pacificare, rabbonire, rappacificare, temperare. In pratica è quello che fanno le organizzazioni sindacali e padronali quando siedono al tavolo delle trattative. Il risultato di queste trattative è la conciliazione (provvisoria) temporale.

No

A parte l'uso del vocabolario come strumento di chiarificazione, uso sempre scorretto perchè le parole non hanno nessun senso isolate dall'orizzonte concettuale in cui vengono immerse (risalire il significato di un termine tramite l'uso di sinonimi non spiega nulla di quel termine, è solo un continuo girare attorno al significato o - come si dice in dialetto - è un portare in giro il cappello; si può corredare il termine di quanti sinonimi/contrari si vuole, ma non si è ancora dato il senso del termine, senso che viene dato solo in quanto riferimento ad un "oggetto"); è spesso più utile usare figure retoriche (metafore, iperboli, ellissi ...) con le quali si riesce a portare l'interlocutore verso un arcipelago concettuale a lui noto (non essendo noto quello da cui si parte, altrimenti non ci sarebbe bisogno di spiegarsi). A parte questa incomprensione del valore oggettivo delle parole, ed a parte la facile ironia che potrei fare sul "ex sindacato più forte del mondo" (se questa frase voleva essere ironica, allora ritiro la mia di ironia, come credo di doverlo fare perchè è proprio una locuzione che compare ossessivamente come sfottò sulle colonne di Lotta Comunista);il punto dolente è un altro, ahimè.

Gli interessi immediati , quelli tradeunionisti sono assolutamente conciliabili, prova ne siano gli “accordi” contrattuali.

Vero ma parziale, perciò falso. Neppure gli interessi immediati sono conciliabili (se così fosse il conflitto capitale / lavoro sarebbe accidentale, sarebbe un'eccezione alla regola, mentre sappiamo che la quiete è solo un caso limite della contesa). Ed è scorretta anche la frase seguente.

Se così non fosse non potrebbe esistere il lavoro , esisterebbe solo il conflitto.

Questa è una sentenza che suona da campana a martello per la dialettica del modo di produzione (fosse vera, ma non lo è). Il lavoro esiste solo in quanto è in conflitto con il capitale, se non fosse perennemente in conflitto saremmo in presenza di un altro modo di produzione (comunismo). Non si può sostenere che a volte il conflitto cessa, è impossibile, e allora perchè a volte c'è il conflitto? L'unica soluzione è che intervenga un fattore esterno (qualsiasi non mi interessano esempi), allora addio contraddizione immanente al capitalismo? No perchè la frase di "ACHILLE CAMPANILE" è scorretta. Persino gli interessi immediati sono inconciliabili con gli interessi del capitale (è vuota retorica pragmatista e molto a buon mercato citare l'esempio degli accordi, con gli esempi non si dimostra mai niente per definizione); sono inconciliabili perchè i 2 poli dialettici (capitale e lavoro) sono opposti polari e sono in perenne attrazione-repulsione, ogni stato di quiete è solo una frazione di secondo prima della nuova tempesta (l'immagine del lavoro come stato di riposo dopo un conflitto è romantica, ma non corrispondente al vero); tendenza del capitale è la distruzione della forza-lavoro, tendenza che contemporaneamente deve contrastare per non sopprimersi a sua volta (dove sta il non-conflitto?). Ogni rivendicazione del proletariato per la conservazione del valore della propria forza-lavoro va in contrasto con la tendenza assoluta del capitale a deprimere quel valore, com'è possibile che vi siano casi di non-conflitto? Forse non mi sono spiegato l'altra volta: non esistono 2 classi che si scontrano su un terreno neutro, esiste una lotta di classe come motore della dialettica del modo di produzione capitalistico che da forma alle classi; la lotta di classe è assoluta, perciò anche quando è solo una parte ad agirla (ed il 90% della storia del capitalismo vede una sola classe - la borghese - ad impugnare l'arma della lotta di classe) è presente, perciò se la lotta di classe è assoluta, allora tutti gli interessi dell'altra classe sono inconciliabili. "ACHILLE CAMPANILE" continua a confondere il concetto di immediato con quello di conciliabile, ma sbaglia; gli interessi immediati vengono riassorbiti dalla digestione del capitalismo, ma non per questo sono conciliabili, sono solo di così corto raggio che il sistema (grazie ai suoi anticorpi) riesce a scaricare la tensione alla periferia ed a rimettersi in marcia. Con questo dimostra anche di scadere dal marxismo al fideismo; con la confusione di conciliabilità ed immediatezza si arriva sempre a dover procrastinare l'ora della rivoluzione (si lavora sempre per la marmellata di domani, mai per quella di oggi); il comunismo è considerato come un ideale da raggiungere e non come un presente nascosto dietro una maschera; la sua dialettica è solo uno scorrere del tempo, ma una dialettica che sia un punto dopo l'altro è un'assurdo, perchè tutti i punti stanno tra loro come differenti e perciò indifferenti, quindi il domani è sempre domani; il comunismo è qui, non è domani, è meglio dire che è dentro al capitalismo, non dopo.

Saluti leninisti

Sottoscrivo l'intervento di Proletario e aggiungo che il partito della rivoluzione non può fare alcun "utilizzo strumentale" di un ingranaggio del sistema quale è la CGIL.

Un conto è rapportarsi con la base del sindacato ed eventualmente entrarci (finché non ti sbattono fuori) se questo significa avere più occasioni di intervento nelle assemblee, ecc., un altro conto è invece ricoprire RUOLI DIRIGENZIALI all'interno del sindacato in questione. Chi prende questa strada si pone automaticamente dall'altra parte della barricata.

Azione sindacale rivoluzionaria

Il partito comunista esplica azione sindacale tesa a dimostrare che gli interessi immediati della classe proletaria sono NON conciliabili con l'attuale modo di produzione e quindi inevitabilmente li porta ad aderire al programma politico del partito. Questo non vuole dire che l'azione dei comunisti in campo sindacale non porti a dei compromessi. MA ATTENZIONE, una cosa è fare compromessi sui princicpi e sull'azione del partito in campo sindacale, un'altra è attestare le forze organizzate dei lavoratori su obbiettivi immediati.

Quando si dice la borsa o la vita, si fa un compromesso, altra cosa è il compromesso che fanno i due ladroni che si spartiscono la borsa.....

Rinunciare al ruolo di partito rivoluzionario significa adagiarsi sul tradeuionismo tipico della socialdemocrazia. Che miseria vedere i compagni di LC manovrare come un tempo faceva il PCI i lavoratori ingabbiati nella CGIL. Voce grossa, atteggimanenti da spaccotutto, come pantomima per fare carriera dentro gli organismi corporativi di Stato.

A Genova il Segretario Regionale della Fiom, è uno del partitaccio in sedicesimo, ha perso le unghie a forza di arrampicarsi sugli specchi. Ha fatto la fine del topo furbo, talmente bravo a fare il mestiere di bonzo che è a capo della potente FIOM ed è costretto ad ubbidire a chi gli passa lo stipendio, il generoso stato borghese che trattiene in busta paga ed elargisce a discrezione. E pensare che negli anni 70 dopo i fatti di Torino i militanti di LC furono esplusi dalla CGIL....

Che il lavoro esiste solo in quanto è in conflitto con il capitale è risolto dall'artigiano o dal commerciante o dal padroncino(di mezzi) che non sfrutta operai e non hanno conflitti inconciliabili con il capitale. Il lavoro esisteva prima della proprieta' privata ed esisterà anche dopo . Sull'uso "scorretto" del vocabolario, non mi pronuncio perchè è sterile polemica. Sull'ex sindacato più forte del mondo , non pensavo ci fossero bisogno le "faccine" per capirne il significato. Sulla conciliabita' degli interessi immediati come dice lo stesso "proletario" se vengono digeriti è perche' sono commestibili e quindi conciliabili con il processo di digestione (come esempio mi è sembrato proprio sbagliato per la sua "tesi". Gek e Spartaco fanno , a mio avviso, confusione tra tattica e questioni di principio con la questione strategica. Non credo che ci sia uno strumento o una tattica che per principio si possa , o peggio, si debba escludere. Si può discutere sulla "bonta'" di questo strumento o questa tattica , ma questa è un'altra faccenda ( non meno importante di altre). Che questa scelta comporti un discrimine tra chi la usa e chi no,è ovvio. Che questa scelta abbia diviso anche i "padri" della Sinistra Comunista è risaputo , come è chiaro che dalla "bonta'" di questa scelta dipenda il futuro del ruolo del partito di classe, ruolo a cui molti aspirano ma che sarà di uno è uno solo (partito). A Spartaco dico che tirare in ballo tutte le volte L.C. e i suoi"bonzi" mestierandi, mi suona d'impotenza perchè è quanto fanno tutti i partiti opportunisti,(dando per buono quello che lui afferma) ma l'obbiettivo suo o di altri è monocorde. Se si ritiene che sia un partito opportunista , allora sta facendo bene il proprio mestiere e andrebbe trattato come tutti i suoi pari. Diversamente si dà "l'impressione" che sia , invece , considerato un pericoloso concorrente, da combattere in primis.

un flash: i ribelli di oggi rispetto al corso preso dalla Cgil forse dimenticano ( o fanno Finta?) che fino all'ultimo congresso tutte le decisioni sono state prese all'Unanimità dai congressi dove anche loro erano...

Ancora No

Scusa "ACHIULLE" ma proprio non ci siamo; non capisco se di proposito non leggi attentamente ciò che scrivo o se non lo capisci perchè ti mancano le conoscenze. Rimane il fatto che hai per l'ennesima volta tutto quanto ho detto, ma non è un problema; dovresti chiederti perchè solo tu non lo capisci forse (io un'idea ce l'ho, e deriva dal fatto d'aver accettato il materialismo volgare - premarxista - di Lotta Comunista, con tutto il suo corollario di tesi meccaniciste e positiviste). Quello che è gravissimo è che non ti rendi conto che sei totalmente fuori dai binari del comunismo scientifico, stai continuando a portare avanti tesi che risalgono all'economia classica e nel contempo ti definisci comunista; non ci siamo.

Che il lavoro esiste solo in quanto è in conflitto con il capitale è risolto dall’artigiano o dal commerciante o dal padroncino(di mezzi) che non sfrutta operai e non hanno conflitti inconciliabili con il capitale. Il lavoro esisteva prima della proprieta’ privata ed esisterà anche dopo.

Questo sarebbe un principio comunista? No di certo. Il lavoro - punto prima - non esiste; esistono certi lavori storicamente determinati, ora qual è la categoria di lavoro dominante? Il lavoro salariato sussunto realmente al capitale; perciò - che vi piaccia o no - anche i lavori autonomi, i lavori artigianali, i lavori a domicilio ... sono inglobati dal rapporto dominante a livello mondiale - quello tra capitale e lavoro salariato; e dovresti capirlo leggendo anche solo di sfuggita le Teorie sul Plusvalore quando Marx riferisce la stranezza per cui un lavoratore autonomo si considera come salariato di se stesso! Questo perchè le categorie non sono mai tutte sullo stesso piano, ma c'è sempre una categoria dominante che permea di sè tutte le altre, sottomettendole (è tipico di Lotta Comunista lo schematismo semplificatorio che taglia come una mannaia la realtà evitando di prendersi la briga di concepire la complessità; mi spiace per la vostra "teoria che si crede marxista" ma non esiste una realtà in cui una categoria possa cancellare le altre). Il lavoro OGGI (ed è ciò di cui si deve parlare, la vostra è una favola da bancarella di Natale, il ciarlare di lavoro presentandolo come "il mito del lavoro" di togliattiana memoria dimostra un certo opportunismo) è lavoro sussunto al capitale - che vi piaccia o no - e pertanto è in conflitto inconciliabile con il capitale stesso.

Sulla conciliabita’ degli interessi immediati come dice lo stesso “proletario” se vengono digeriti è perche’ sono commestibili e quindi conciliabili con il processo di digestione.

Ancora solo tu non hai capito. Lo ripeto ma penso sia inutile. Probabilmente non conosci il processo di digestione ed è per questo che non capisci l'esempio, non te ne faccio una colpa, se non per il fatto che eviti di sforzarti. La digestione è solo un momento tra "una fame" e "un'altra fame", capisci? La digestione sazia UNA fame, non LA fame; così la conciliabilità tra lavoro salariato e capitale, è solo una pausa tra un conflitto e l'altro; l'accordo concilia UN interesse, non IL interesse. E' più chiaro ora? Non ci sono interessi che non possano essere conciliati (è questo che vi manda fuori di testa), ma non ci sono - del pari - interessi che siano conciliabili; ciò che non capite dal 1965 è che tutti gli interessi singolarmente presi sono conciliabili, perchè per il proletariato non ci sono interessi da prendere singolarmente, ma solo una prospettiva di classe da fare valere (quantità in qualità, chiaro?); qui ritorna il problema "sterile" del vocabolario (non ci sono parole singole, ci sono concetti inseriti in proposizioni inserite in teorie ...) lo capisci questo? Ragioni per schemi, sei prigioniero di una visione a-dialettica della vita, dove le "cose" sono rigidamente separate tra loro e al massimo possono venire giustapposte. Sei lontano anni luce dal marxismo.

Saluti leninisti

Chiedo scusa ma ci sono alcuni refusi nel mio messaggio.

All'inizio la frase corretta è "Rimane il fatto che hai stravolto per l’ennesima volta tutto quanto ho detto".

Mi ha scritto Achuille invece di Achille.

Qualche elemento di valutazione

Solo adesso ho fatto caso attentamente al titolo di questo dibattito. Penso sia scorretto parlare di mozione, perchè si tratta di tesi; dicesi mozione quando si presentano controarticoli rispetto ad articoli presenti nelle tesi di maggioranza, rimanendo per il resto in accordo; questa "CGIL che vogliamo" è invece una tesi di minoranza presentata dal segretario generale FISAC, Domenico Moccia, firmata tra gli altri da: Gianni Rinaldini, Giorgio Cremaschi ... e per Lotta Comunista da Francesco Grondona. Sorvolo sulle personalità, sulle vite personali e sull'azione quotidiana dei primi due, perchè purtroppo ho occasione di constatarne l'operato quotidianamente in CGIL e non possono che cadermi le braccia ... sono rivoluzionari col culo degli altri. Il punto centrale è che Lotta Comunista ha aderito alle tesi della minoranza guidata da Rifondazione Comunista, mi chiedo cosa ci stia a fare in CGIL a questo punto se non ha neppure la forza-coerenza per presentare proprie tesi e deve aderire ad un progetto tipicamente caratterizzato per l'essere un "ribaltone" senza prospettive politiche.

Questo è il sunto delle tesi a cui ha aderito la rivoluzionaria Lotta Comunista; leggere per farsi un'idea della vaghezza, quelle parole potrebbero essere sottoscritte da qualsiasi piccolo-borghese chic di sinistra. Cosa abbiamo a che fare con un sindacato di classe lo sanno solo Rifondazione "Comunista" e Lotta - del pari - "Comunista".

Appena troverò del tempo farò qualche notazione sul documento; sono 30 pagine, perciò mi sembra doveroso riassumerlo criticamente, in modo da evitare ai compagni di annoiarsi con quella bufala spacciata per sindacato di classe. Scusa "ACHILLE" ma dirsi comunisti marxisti e poi essere succubi delle scelte politiche di Rifondazione è da codardi, oltre che da incoerenti; aderendo a quelle tesi fate vostro quel programma di fronte ai lavoratori, con che faccia (forse quella dietro ed in basso?) poi vi presentate davanti le scuole e le fabbriche a criticare la politica di Rifondazione? Un po' di dignità per favore.

cgil.it

Invito i compagni a evitare gli insulti, anche se più o meno velati, altrimenti la discussione naufraga.

Riguardo "lotta comunista": per noi di Battaglia è sia un partito opportunista (per i tanti motivi che abbiamo più volte elencato) sia un pericoloso concorrente, visti i tanti giovani affascinati dalla sua... potenza organizzativa. Le due cose non si escludono affatto, per cui noi continueremo legittimamente ad attaccarla e, finché l'unica inflazionata replica che ci verrà mossa è "il senso d'inferiorità" ("noi siamo più di voi, pappappero...", davvero una fiacca argomentazione), vuol dire che siamo sulla buona strada.

Il fatto che in CGIL Lotta segua Rifondazione invece di denunciare queste "tesi di minoranza" come l'argine sinistro del sindacato collaborazionista, necessario ad arginare le spinte radicali che - in questa fase di crisi, licenziamenti, ecc. - inevitabilmente si moltiplicheranno, dimostra ancora una volta quanto sia lontana da una coerente e limpida pratica comunista.

Ciao Gek,

perché Lotta, l'abbiamo detto più volte, è un argine sinistro del Capitale, che lo vogliano o meno i suoi militanti in buona fede. Difendono la FIOM, non si distinguono in niente, come prassi "sindacale" dalla CGIL: più argine di così...

Ciao

Smirnov

Attenderò una risposta di "ACHILLE CAMPANILE" - a quanto ho capito sostenitore di Lotta Comunista - prima di portare l'attenzione dei compagni sui punti delle tesi "Moccia" che ritengo utile denunciare.

Saluti leninisti

“Achille Campanile” è stato

"Achille Campanile" è stato escluso dal forum dopo l'ennesimo intervento provocatorio (cancellato), che seguiva quelli di simile tenore inviati dal suo alter-ego "A.C.". Non ci interessa stare ad accapigliarci e perdere tempo con i lottisti, ma chiarire le posizioni reciproche con chi è disposto al dialogo.

Per esempio, Proletario, prima hai accennato al sindacato di classe. A me non è chiaro il motivo per cui, secondo te, un sindacato dovrebbe definirsi "di classe", e in che modo esso potrebbe essere utile al proletariato nella sua maturazione rivoluzionaria.

La forma di organizzazione che si danno i lavoratori è quella assembleare, quando sono spinti a cominciare una lotta vera, determinata, che inevitabilmente si scontra con i vincoli delle cosiddette "compatibilità". Secondo noi solo le assemblee dei lavoratori esprimono la volontà della classe e sono in grado di cominciare a mettere in campo gli strumenti di lotta necessari a sostenerla.

Quel che è assolutamente necessario, oggi come ieri, è una organizzazione delle avanguardie *politiche* del proletariato, cioè un partito comunista... internazionale e internazionalista, che sappia intervenire nelle lotte, nelle assemblee, stimolarle, coordinarle e spingerle alla unità, e che faccia al tempo stesso crescere la coscienza della necessità di una società nuova, dove sia abolito il lavoro salariato e lo sfruttamento.

Un sindacato invece, soprattutto oggi, quando //deve// inserirsi in un meccanismo di carattere corporativistico, non potrà che adattarsi a questo ruolo all'interno del sistema. A parte questo, noi riteniamo che i sindacati non siano mai stati rivoluzionari, dato che il loro compito si è sempre esaurito tutto sul terreno economico/contrattualistico. Questo non vuol dire che a volte non possa essere utile prendere una tessera - per sfruttare tutti gli eventuali spazi e possibilità che eventualmente questa potebbe garantire - ma sempre senza assumere all'interno del sindacato (sedicente "di classe" o meno) alcun ruolo di responsabilità, che inevitabilmente andrebbe ad essere anti-operaia.

Sono comunque le assemblee dei lavoratori il nostro luogo d'intervento primario, dove la volontà di classe si esprime. Lì è necessaria la presenza del partito che, con l'intervento di militanti e simpatizzanti, possa radicare gruppi di comunisti internazionalisti e far crescere la famosa "coscienza di classe".

Ottima domanda. Direi di saltare allora le considerazioni sulle "tesi Rifondazione-LC" per passare a questi problemi impellenti, se siete d'accordo. Però con ordine. Poni almeno 3 problemi:

1) Il ruolo del sindacato nella lotta di classe (limitiamoci all'oggi).

2) Il lavoro dei comunisti all'interno delle strutture organizzative della classe operaia.

3) La direzione che il Partito Comunista impone a strutture che gli stanno esterne grazie alla sua (del Partito) organizzazione centralizzata.

Non so, ditemi voi: è meglio discutere di questi punti qui o aprire un nuovo dibattito per ogni questione? Per me è indifferente, mi "adeguo" alle scelte di chi gestisce questo spazio, considerando che conosce meglio di me il modo per renderlo più fruibile.

Saluti leninisti

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