IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

L'assalto della lega delle cooperative ai templi sacri del mondo delle banche ha rivelato, non solo l'incongruenza di questo sistema via via che le società cooperative sono diventate delle imprese di grandi dimensioni su scala nazionale e internazionale (ad esempo sulle facilitazioni fiscali e sugli originali fini mutualistici che le giustificavano),ma anche l'esistenza di un coordinamento politico-strategico sulla conduzione degli affari diretto dagli apparati dell'ex partito comunista italiano,oggi DS.È venuto alla luce, non tanto una distorsione del rapporto tra etica ed economia su cui cianciano i più, ma l'affermarsi sottile e graduale di una interazione politico-affaristica-economica in cui una burocrazia politica di partito (o di partiti) comanda i processi di lavorazione delle imprese e e anche le scelte strategiche dentro un'economia di mercato monopolistico privato che assieme hanno creato la catena cooperative-assicurazioni-governi locali-banche. Si è innalzato (ma dura ormai da 60 anni,anche se solo negli ultimi tempi il fenomeno è divenuto mastodontico), un ceto politico che senza avere conquistato il potere statale nazionale, tuttavia si è avvicinato al Governo nazionale, o indirettamente(attraverso il consociativismo politico) o direttamente(i Governi del centro-sinistra da Prodi a D'Alema) grazie a compromessi con i poteri forti del capitalismo italiano o di quello europeo(vedi le alleanze occulte dell'Unipol con la Deutsche Bank per l'OPA verso la BNL di Abete).

Questo ceto assomiglia, anche se non possiede il comando generale sul Paese Italia, alla burocrazia del Partito comunista cinese,che comanda e dirige l'economia attuale di mercato in Cina,dopo la sconfitta della banda dei Quattro,negli anni '80! La differenza sta appunto nel non avere raggiunto un potere politico-militare come fece la burocrazia cinese con la guida di Mao,dal 1949.Ma la tattica di conquista economica del" Paese Italia" da parte del ceto post-comunista ha molto a che vedere con quella maoista della conquista delle città a partire dalle campagne(L'Emilia-Toscana).Dove sta la novità? Essa consiste nel graduale avvicinamento al Potere statale attraverso la conquista graduale e molecolare dei centri economici,quindi mediante una crescita spaziale-funzionale, che assomiglia, limitatamente all'aspetto economico(e non politico-militare), alla tattica di Gramsci sull'occupazione delle "casematte" nella società civile.(Ma Gramsci prevedeva, al termine di questo percorso di capillare conquista, l'atto insurrezionale politico per impadronirsi delle leve dello Stato.).Qui ci troviamo,invece, di fronte alla vecchia tattica togliattiana della "lunga marcia attraverso le istituzioni borghesi", con la differenza che a queste sono state sostituite le istituzioni economiche, dopo le quali sarebbe facile andare al potere pacificamente mediante le elezioni (usando la potenza finanziaria acquisita). Si ricavano due lezioni importanti:1) I post-comunisti togliattiani hanno mutato pelle e mirano ad andare al potere (non solo al Governo), pacificamente e gradualmente, attraverso la crescita economica del sistema integrativo delle cooperative su cui hanno assunto uno stretto controllo ed una effettiva gestione strategica;2) si è affacciata nell'economia mondiale(e in Italia giace in gestazione) una nuova "razza politica" che fa perno sulla burocrazia degli ex partiti comunisti che rivaleggia con i neo-liberisti del capitalismo multinazionale, o anche con il capitalismo statale della borghesia finanziaria internazionale, che mira a

mettere in piedi un sistema di "Totalitarismo burocratico" mascherato da principi di giustizia e democratici (sic!) che,in realtà, in assenza di una iniziativa rivoluzionaria del proletariato internazionale,si candida a sostituire l'ormai vecchio e decrepito capitalismo imperialistico (oggi entrato nella fase globale), per evitare la rivoluzione socialista nel mondo! Guardiamo in faccia il mondo! Anche se "...Veritas odium parit!. Giotto

Forum: 

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

le coperative non possono mai essere 1 alternativa al capitalismo.sono decenni che in emilia i padroncini sono prima pci e ora del ds

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

Giotto,tanto per intenderci,tu sostieni che i dirigenti DS stanno cercando di sostituire al vecchio sistema capitalistico un modello di tipo burocratico(a la cinese),e che le scalate di UNIPOL fanno parte di questo progetto?

Prima di replicare voglio sempre essere certo di aver capito :D

Chiarimenti per i compagni Raes e Petrovsky

[quote="raes"]le coperative non possono mai essere 1 alternativa al capitalismo.sono decenni che in emilia i padroncini sono prima pci e ora del ds[/quote]

Difatti..ma lo sono diventate da quando esse,soprattutto le più grandi all'interno della Lega delle cooperative, spingono per una strategia di acquisizione di società assicurative (come L'Unipol) e di Banche di grandi dimensioni come la BNL. Il fatto di costituirsi ( intendo il sistema cooperative rosse- apparati politici dei DS nel partito e negli enti locali) come alternativa al capitalismo sorge dal fatto che, nella epoca di declino del regime capitalistico, il proletariato non si dimostra capace di assumere, nel mondo, il potere per dare vita a un regime socialista...In assenza di una tale iniziativa,si fa strada allora un burocratismo che germoglia come bacca velenosa dai ceti operai che hanno abbracciato il mercato,operando come singoli imprenditori(piccoli e medi) o legati al sistema cooperativo borghese, che alza una barriera contro il proletariato rivoluzionario più povero in fase di atomizzazione e riorganizzazione dentro un'economia globale... e senza guida politica! Si affaccia l'alternativa di un' epoca storica di equilibrio tra capitalismo in agonia e socialismo, come avvenne prima della rivoluzione francese durante l'Ancièn regime,e che Marx qualificava ( ma anche gli storici borghesi, oggi) come "Assolutismo":che stava a significare un equilibrio tra le classi fondamentali della società prima che le correnti illuministiche e liberali dotassero la borghesia in ascesa, di allora, degli strumenti culturali ed organizzativi per dare l'assalto al Potere degli ordini feudali! Mi piacerebbe discuterne con compagni che abbiano spessore storico e politico scevro da ideologismi e da tare propagandistiche di rito. Grazie. Giotto!

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

Non mi sono chiari alcuni dettagli del tuo ragionamento.

Uno in particolare: in questo modello che la burocrazia operaia (DS in testa) vorrebbe costruire,quale sarebbe il modo di produzione? Per intenderci,ci sarebbe ancora il capitalismo o no? O stiamo parlando di un ibrido?

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

[quote="Pietrotskij"]Non mi sono chiari alcuni dettagli del tuo ragionamento.

Uno in particolare: in questo modello che la burocrazia operaia (DS in testa) vorrebbe costruire,quale sarebbe il modo di produzione? Per intenderci,ci sarebbe ancora il capitalismo o no? O stiamo parlando di un ibrido?[/quote]

Chiaro che sì...! Non vi può essere superamento del regime capitalistico senza rivoluzione politica condotta dalla classe rivoluzionaria "par excellence" guidata dal partito comunista come nella Russia dell'Ottobre. Così come nell'era dei regimi "Assolutisti",tra il XVII e il XVIII.mo sec., il regime con le sue istituzioni,leggi, privilegi di classe era in mano alle classi feudali (anche se indebitate verso i borghesi che possedevano e dirigevano le manifatture e le botteghe artigiane,oltre al capitale commerciale e finanziario). Sul terreno sociale vigeva un equilibrio transitorio tra le classi fondamentali (borghesia/ nobili e clero), mentre su quello politico, della legislazione, gli istituti sulla proprietà e sui diritti reali o di successione,il fisco ecc..c'era il predominio degli ordini feudali.Tale predominio era anche palese nell'esercizio delle istituzioni al più alto livello,mentre la borghesia si era già introdotta con una certa influenza,ma senza raggiungere piena indipendenza, nella burocrazia statale e presso le assemblee cittadine (Vedi il Parlamento di Parigi, gli stati generali etc.).Era su questo equilibrio di classe che potevano sorgere regimi assolutisti come quelli del Re Sole o della monarchia prussiana di Federico il Grande! O della monarchia di Maria Teresa d'Austria...Ciò che mancava era la rivoluzione borghese che arrivò nel 1789,la quale sancì il dominio politico e sociale di essa e lo estese, con Napoleone I, a tutta l'Europa.

Nella situazione attuale, la burocrazia operaia imborghesita, tramite la presa del potere politico nazionale(Vedi la Cina che non ha fatto una rivoluzione sociale,ma solo militare- nazionale diretta dal PCC stalinista, o la ex Urss staliniana controrivoluzionaria, o anche quella attuale di Putin), o locale (governo dentro gli Enti locali di alcune regioni da parte dei post-comunisti di scuola togliattiana), si candida come dirigente della politica capitalistica in funzione di difesa del regime borghese e del mercato, al posto della classe borghese nella direzione del governo statale. Una specie di bonapartismo( in veste civile o militare) che,senza mettere in discussione le basi socio- economiche della proprietà privata capitalistica, tuttavia reclama la direzione politica della società borghese imperialistica, sulla scia delle dittature fasciste e naziste del XX sec. o di quelle staliniste, ma conservando,a differenza di quelle, le regole della "democrazia imperialista manipolata". Cordiali saluti...Giotto!

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

Ciao a tutti,

posto che nel discorso di Giotto ci sono, a mio parere, punti deboli e paralleli del tutto impropri, per adesso mi interessa capire una cosa: qual è e dov'è il proletariato rivoluzionario? In che senso si organizza?

La faccenda dell'assolutismo è del tutto fuori luogo, perché, tra le latre cose, presuppone che il proletariato possa ritagliarsi spazi di potere e di socialismo dentro la società borghese: è il solito gradualismo secondinternazionalista chiamtao in altro modo.

Ciao a tutti,

Smirnov

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

[quote="Smirnov"]Ciao a tutti,

posto che nel discorso di Giotto ci sono, a mio parere, punti deboli e paralleli del tutto impropri, per adesso mi interessa capire una cosa: qual è e dov'è il proletariato rivoluzionario? In che senso si organizza?

La faccenda dell'assolutismo è del tutto fuori luogo, perché, tra le latre cose, presuppone che il proletariato possa ritagliarsi spazi di potere e di socialismo dentro la società borghese: è il solito gradualismo secondinternazionalista chiamtao in altro modo.

Ciao a tutti,

Smirnov[/quote]

Smirnov, non hai mai letto nell' "Imperialismo" di Lenin, la differenza che egli già allora faceva tra "operai versallesi" e "operai comunardi"? Figurarsi,nella nostra epoca, dove, nei Paesi avanzati, le forme di corruzione e di divisione nelle fila del proletariato si sono accresciute diffuse diventando l'asse fondante di tutta la strategia neoliberista a partire dagli anni '80! E prima? Prima si era utilizzato il modello keynesiano e del welfare per strappare consensi verso l sistema fordista-imperialistico...allora favorito da un ciclo lungo, favorevolissimo certo, ma tuttavia utile per imbrigliare la lotta di classe. O vuoi negare tutto questo? Ciao Giotto! PS:precisa i paralleli impropri, per favore! Così solo saprai confrontarti....ciao!

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

I DS,per ealizzare quello che tu sostieni ambiscano a realizzare,avrebbero bisogno di poter mobilitare un potere finanziario MOSTRUOSAMENTE più elevato di quello di cui dispongono. Qui non si parla di una difficile scalata a una banca,ma di prendere il controllo del capitalismo italiano!

Giotto,quello che dici è impossibile,e i dirigenti DS non possono non saperlo...

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

[quote="Pietrotskij"]I DS,per ealizzare quello che tu sostieni ambiscano a realizzare,avrebbero bisogno di poter mobilitare un potere finanziario MOSTRUOSAMENTE più elevato di quello di cui dispongono. Qui non si parla di una difficile scalata a una banca,ma di prendere il controllo del capitalismo italiano!

Giotto,quello che dici è impossibile,e i dirigenti DS non possono non saperlo...[/quote]

Caro Pietrotsky..i DS ci hanno tentato cercando di impadronirsi, mediante l'Unipol, della Banca Nazionale del Lavoro quattro volte più grande (in termini patrimoniali) della loro societa di Assicurazione di via Stalingrado a Bologna. Così facendo hanno messo a nudo la loro vera strategia: che è quella togliattiana della "lunga marcia attraverso le istituzioni" con l'aggiunta del potere economico accumulato nella società civile. Non si tratta,come frettolosamente scriveva Smirnov, di creare delle isole di socialismo,nella società borghese, prima della conquista del Potere statale(Chi ha mai scritto questo? Leggasi attentamente i miei interventi!). Il sistema burocratico-politico di sinistra,non rappresenta una transizione al socialismo,come si vuol fare credere per svalutare la mia argomentazione, ma, al contrario,rappresenta una barriera elevata per impedire la rivoluzione proletaria socialista, con un ceto che proviene dalle file degli operai imborghesiti(che prima costituivano l'aristocrazia operaia, piedistallo delle perversioni politiche socialdemocratiche) e che, ora, si sono impadroniti del sistema cooperativo(snaturato rispetto alle origini) e del potere politico locale per guidare e dirigere la società capitalistica dall'interno di un apparato economico-politico. Quest'ultimo tende a scalzare il dominio dei "poteri forti" e dei neo-liberali legati al libero mercato, rimpiazzandolo con l'ideologia del "socialismo di mercato",ultima maschera per salvare il capitalismo in agonia, e a sostituire il personale politico direttamente reclutato dalle file della borghesia, garantendo "ordine" e affari alle imprese capitalistiche, e difendendo mercato e proprietà privata capitalistica meglio di quanto possano fare i rappresentanti diretti del capitalismo ricavati dall'ambiente borghese o socialdemocratico. Non si tratta di socialismo,perciò,ma di un nuovo camuffamento storico,inaugurato, del resto, già dalla cricca burocratica post-staliniana in Russia, in Cina o a Cuba per conto del regime capitalistico in putrefazione! Cari saluti, Giotto!

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

Si ma in Russia,in Cina e a Cuba le burocrazie non sono arrivate al potere tramite scalate e operazioni finanziarie!

Vedi,io non sono nella testa di Fassino e D'Alema,quindi non posso fare un processo alle loro intenzioni.

Quello che dico è che scalare una banca (con estrema difficoltà,e con risultato incerto) è un discorso...scalare complessivamente il capitalismo italiano e sostituire il vecchio modello liberale con uno burocratico(capitalistico in entrambi i casi) è qualcosa che va al di là (e di gran lunga!) delle possibilità dei DS,di Unipol,e della lega delle cooperative.

E aggiungo:come potrebbero Fassino e D'Alema non rendersene conto?

Per questo non trovo la tua tesi convincente...

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

è semplicemente un tentativo di entrare nei salotti buoni e di fare un po di soldi tutto qui

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

[quote="raes"]è semplicemente un tentativo di entrare nei salotti buoni e di fare un po di soldi tutto qui[/quote]

Io.invece, ci vedo una corrispondenza tra i processi di modificazione sociale all'interno della classe operaia nel sistema produttivo del capitalismo neo-liberista-globale e i rapporti di sudditanza (perversi!) del "popolo lavoratore di sinistra"con gli "apparati" degli organismi socio-politici tradizionali(sindacati,partiti..) che si candidano a dirigere lo stato imperialista con i metodi del "socialismo di mercato". Un nuovo camuffamento della "razza politica" dei tradizionali partiti operai per impadronirsi delle leve statali borghesi e dirigere, in piena autonomia, la sfera politica, conservando le leggi del mercato capitalistico dell'era imperialista...Grazie per il confronto! Giotto.[/i]

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

Si ma una tesi va supportata con un minimo di prove,altrimenti la discussione diventa un esercizio sterile (io la penso così,tu colà,ecc..).

Per ora abbiamo avuto "solo" un tentativo di scalata a una banca;nonostante l'intreccio affaristico che ha rivelato mi sembra un pò pochino per dire che siamo di fronte a un tentativo di presa del potere(bonapartistico)da parte delle burocrazie operaie.

Progetto per altro impossibile da portare a termine,per ragioni che ho già spiegato.

Besos

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

io mi baso su quel che leggo sui giornali e francamente non ci vedo nulla di piu di quello che ho gia detto.che i d s e la dirigenza di rifondazione sono tra i maggiori ostacoli alla rivoluzione è per me scontato non purtroppo anche alla maggioranza dei proletari

Re:IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE ROSSE IN SALSA ITALIANA

Mi trovo perfettamente d'accordo con Raes. Si tratta di scontri di potere tra gruppi economici per il controllo di banche, e quindi soprattutto capitale finanziario. Aspettarsi che le loro appendici politiche nelle istituzioni (sia al governo che all'opposizione) restino a guardare... è utopia!

Il guaio serio è che ci sono troppi proletari che si riconoscono ancora in alcuni partiti che una volta erano sedicenti "operai". Tra parentesi: ora, oltre alla connotazione (puramente di facciata) "operaia", hanno lasciato cadere anche la "sedicenza". D'altra parte... ci sono anche tanti proletari che credono che votando Lega, o un partito cattolico, possano salvaguardare i loro interessi o migliorare la società.

Quindi, perchè fare distinguo di sorta tra le manovre di una parte, e quelle dell'altra? Non è forse anche quella di Berlusconi una "lunga marcia" verso la conquista di potere economico e allo stesso tempo politico (chiamalo anche burocratico, se vuoi)?

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