Terza Guerra Mondiale

Dalla rivista giovanile internazionalista “Amici di Spartaco” #26

Non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con i bastoni.

Einstein

Penso che un pensiero a riguardo ce lo siamo fatto in molti, visti gli ultimi sviluppi nei rapporti Iran-Usa. A coronare l'escalation di tensione, il 9 gennaio il governo iraniano ha deciso di condannare a morte un americano di origine iraniana accusato di essere una spia. Precedentemente, in risposta alla minaccia di nuove sanzioni proposte dall'Occidente, l'Iran aveva affermato di voler bloccare lo stretto di Hormuz, passaggio strategico in cui transita circa un quinto del petrolio venduto nel mondo.

Si, perché il corollario Roosevelt (ovverosia il ruolo di polizia internazionale svolto dagli americani) non passa mai di moda. Certo, sapere con certezza dall'AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) che anche l'Iran è ormai in grado di dotarsi dell'atomica, non fa piacere a nessuno, ma ormai ce l'ha mezzo mondo e finora chi l'ha usata in conflitto sono stati solo gli USA, quindi da questo punto di vista il discorso è superficiale: un'atomica made in USA o in Iran fa male uguale.

Gli USA da parte loro hanno fatto sapere tramite il portavoce della Quinta Flotta statunitense di stanza in Bahrain, Amy Derrick Fost, che sono pronti ad intervenire per ripristinare la navigazione nelle acque internazionali nel caso di un occupazione (è ormai verità comune il rispetto e la considerazione che gli USA dimostrano per il “diritto internazionale”, come ci ricorda la guerra “illegale” in Iraq del 2001). In ogni caso, rassicura il servizievole Mohamed Ben Dhaen Al-Hamili, ministro dell'Energia degli Emirati (l'amicizia tra monarchie petrolifere arabe e i paesi anglosassoni non si smentisce mai) un condotto petrolifero per evitare Hormuz sarà operativo tra 6 mesi.

In mezzo a questo tafferuglio si intrufola anche la Cina, grande acquirente del petrolio iraniano, il cui portavoce del Ministero degli Esteri sottolinea la contrarietà del governo cinese a subordinare il diritto internazionale a quello nazionale.

Giustamente, in qualità di nuovo attore imperialista nella scena globale, anche la Cina difende il diritto del capitale transnazionale a spostarsi come meglio crede. La cosa angosciante è che non si sa cosa sia disposta a fare per difendere questo diritto.

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Così, in una fase che ricorda per diversi aspetti una delle pagine più buie della storia del mondo capitalista ovvero quella comprendente la prima e la seconda guerra mondiale, assistiamo inermi ad una crisi economica devastante che la borghesia sta facendo pagare al proletariato, figli e genitori, ad una polarizzazione dovuta al fatto che non c'è posto per le troppe potenze che aspirano a svolgere un ruolo imperialista, all'emergere delle destre nazionaliste in Europa come reazione all'internazionalizzazione e transnazionalizzazione del capitale. Un mix di fattori veramente esplosivo. Ma in fondo è solo questo che il sistema capitalistico può offrire. Chi difende un sistema economico basato sulla competizione - perché questa sarebbe motore dell'inventiva umana (affermazione tutta da dimostrare!) - ha avuto la competizione: non è forse questo la guerra in fondo? Chi difende il diritto al profitto, l'ha avuto: perché biasimare banchieri e affaristi quando hanno raggiunto meglio di altri lo scopo di questo sistema, il massimo profitto?

Soprattutto in momenti delicati come questo, l'obiettivo di abbattere il sistema capitalistico deve essere fatto proprio non solo dal proletariato, ma anche dalla piccola borghesia, che sta venendo schiacciata anche essa dal capitale. In mezzo ad un’ipotetica futura guerra di tali dimensioni (tanto probabile quanto non augurabile), non ci sarebbe spazio per altri interessi se non quello di sopravvivere e vivere in pace, ed è ormai evidente che l'accostamento capitalismo-pace è un ossimoro.

Giuliano (BZ)

Comments

Ma io lascerei perdere la piccola borghesia. Se si riesce a orientare il proletariato verso la rivoluzione, s'è già a cavallo. :)

Compagno settori sempre più consistenti della piccola borghesia - cresciuta in particolar modo negli anni del boom economico - in questi tempi di crisi vengono spinti verso la proletarizzaizone. Il problema è che questi ceti reagiscono in modo...piccolo borghese, ovvero cercano di difendere il loro status piccolo borghese.

Cito da un articolo pubblicato lo scorso mese:

"Ma a nulla serve illudersi di poter tornare indietro, non si illuda il ceto medio di poter tornare a privilegi che, ormai, la crisi sta relegando al passato.

Caro piccolo borghese, indietro non si torna, il tuo sogno autarchico e nazionale è destinato ad infrangersi prima contro i piani di una grande capitale molto più forte di te e pronto a fagocitarti, poi contro la spinta di una classe lavoratrice che, nella sua lotta contro il capitale, porta in essere le ragioni dell’espropriazione del grande capitale stesso e l’affermazione di un mondo nuovo. Il tuo rantolo, che si leva oggi nei vari movimenti di protesta in tutto lo stivale, verrà sfruttato dalla destra razzista e reazionaria che oggi dice di proteggerti ma che domani ti consegnerà al grande capitale. Piccolo borghese, non tentennare tra il pericolo del grande che ti schiaccia e le utopiche sirene reazionarie che vorrebbero far girare all’indietro la ruota della storia, scegli la terza via, unisciti alla lotta per la difesa degli interessi proletari, inizia a lottare per la difesa dei tuoi interessi futuri — visto che verso il proletariato stai venendo sospinto — e per l’affermazione del socialismo."

Compagno Nun, l'ho scritto per celia. Io stesso non sono un proletario a tutti gli effetti.

;-)

non esistono comunisti proletari o si è comunisti o si è proletari :-D

E che facciamo con quei coniugi proletari che non hanno optato per la separazione dei beni? Quelli son comunisti secondo il Codice o no? :)

manifestazioni con bandiere rosse contro la guerra in israele

rt.com