Considerazioni e verifiche sulla caduta del saggio medio del profitto. Libro di Fabio Damen.
Stampato senza fini di lucro, nel giugno 2020. Distribuzione ad offerta libera. Costo di produzione e distribuzione del volume € 15.00.
Segue traduzione di un articolo dei compagni turchi dell'EKS
Alla fine la Nato c'è riuscita. Il 17 febbraio, appena meno di nove anni dopo una guerra in cui la stessa NATO ha ammesso di aver ucciso 1 500 civili (con altre fonti che innalzano il numero fino al quadruplo), il Kosovo ha dichiarato in maniera unilaterale la sua indipendenza.
Un nuovo stato è stato costituito, con un primo ministro - Hashim Thaçi - che è l'ex-leader del Kosovo Liberation Army, una gang di assassini terroristi e un noto trafficante di droga e criminale.
Dopo l'arrivo delle forze NATO per porre fine alla pulizia etnica la popolazione serba del Kosovo è diminuita di 45-75 000 persone, senza considerare i quasi 250 000 serbi che avevano lasciato il Kosovo alla fine della guerra.
Le agenzie internazionali per i diritti umani hanno cambiato, dal riportare la violenza contro gli abitanti di etnia albanese a riportare la violenza dagli abitanti di etnia albanese contro i serbi. Questa violenza tuttavia non era diretta solo contro i serbi. Il KLA era democratico nella sua violenza etnica, ed era ben preparato ad uccidere e deportare gli zingari oltre ai serbi. Infatti viene riportato che nei due anni successivi alla guerra non meno di 1000 serbi e zingari sono stati uccisi o sono "scomparsi" ad opera del KLA. Questo naturalmente non include quegli 847 che sono stati uccisi durante la guerra, secondo i report, e i 1 154 rapiti durante la guerra della Nato.
La guerra stessa, che sul terreno - in Kosovo - è in realtà comiciata nel 1996, tre anni prima dell'intervento della Nato, ha visto attacchi barbari contro gli albanesi da parte di forze paramilitari e soldati serbi. Si stima che 10 mila persone di etnia albanese siano state uccise e fino a un milione siano diventati rifugiati.
E qui sta la vittoria della Nato. In appena nove anni siamo passati da una situazione in cui i membri di una minoranza etnica erano attaccati, uccisi e deportati dalle loro case in una provincia della Serbia ad una situazione in cui i membri di una minoranza etnica sono attaccati, uccisi e deportati dalle loro case in Kosovo. È la vittoria del camposanto.
Oltre a ciò, abbiamo l'aumento delle tensioni internazionali nella regione, con la Russia e la Serbia che rifiutano con risolutezza di riconoscere il nuovo stato del Kosovo, e gli USA e la maggior parte degli stati EU oltre alla Turchia che lo riconoscono e gli forniscono sostegno. Tutto questo indica la possibilità di ulteriori guerre regionali nei Balcani.
Questa è la vera faccia del nazionalismo, oggi. Tutto quel che ha da offrire alla classe operaia è un ciclo di guerra e barbarie che si approfondisce sempre più.
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e anche la dimostrazione,
e anche la dimostrazione, come dice anche il compagno turco, che non deve stare da nessuna delle 2 parti.questa non è ideoligia a stratta ma fatto concreto